Ipotesi della rarità della Terra
L'ipotesi della rarità della Terra, formulata nel campo della planetologia e dell'astrobiologia, sostiene che la comparsa della vita pluricellulare sulla Terra richiese una combinazione estremamente improbabile e unica di circostanze astrofisiche e geologiche, e che l'umanità esisterebbe quindi per mero culo, giacché avremmo potuto nascere tutti sassi o barracuda. Questo comporta che in giro per le galassie si possono incontrare xenomorfi, calamari spaziali o forme di vita a base di chinotto, ma è praticamente impossibile che esistano altre forme umanoidi (spiacenti, omini verdi e grigi). Il motivo ci viene spiegato da Steinar Håskerød, autore del libro Non è stato Dio ma culo.
L'eccezionale biodiversità terrestre sembra quindi avvalorare detta ipotesi. Solo condizioni estremamente favorevoli alla vita possono giustificare un così alto numero di organismi complessi, il rovescio della medaglia è l'esistenza delle zanzare, degli zingari e di Maurizio Gasparri, sulla cui pluricellularità permangono comunque molti dubbi. Ad essa si oppone il Principio di mediocrità, sostenuto dalla celebre Equazione di Drake, che afferma in sostanza: "Su scala cosmologica non c'è nulla di speciale nella Terra e nell'Umanità, a parte la figaggine di Sasha Grey, la cicoria ripassata in padella e il piede sinistro di Maradona".
Rarità della vita complessa
Secondo questa ipotesi, la comparsa di forme di vita complesse richiederebbe una serie di circostanze fortuite.
- Una regione galattica abitabile: ossia con i dovuti permessi dei pompieri, l'allaccio in fogna e regolarizzata al catasto.
- Una stella centrale e un sistema planetario con caratteristiche astronomiche ideali: ovvero che i pianeti non cozzino tra loro come all'autoscontro.
- La dimensione del pianeta: se la Terra fosse stata troppo grande Adamo non avrebbe mai incontrato Eva Henger, o magari l'avrebbe conosciuta a cento anni e con probabili disfunzioni erettili.
- Il vantaggio di un grande satellite: senza la Luna, e una canzone strappamutande, col cavolo che i due avrebbero trombato.
- Che il pianeta possieda una magnetosfera: ossia una sorta di preservativo per evitare le brutte malattie causate dai microbi dei venti solari.
- Che sul pianeta ci sia una tettonica a placche: che si abbia quindi la possibilità di placcare una bella tettonica, almeno con la terza misura, per farci sesso.
- Una chimica appropriata della litosfera, dell'atmosfera e degli oceani: che consenta di evitare, a meno di grosse cazzate umane, il buco dell'orzoro.
- Eventi come glaciazioni globali: in grado di dare periodicamente la necessaria rinfrescata alle idee. La rapida evoluzione degli ominidi, che culminò con la comparsa dell'homo sapiens, coincise con le glaciazioni del Quaternario. Stare chiusi in una caverna, mentre fuori c'è un tempo da lupi, porta inevitabilmente alla copula, a prescindere dall'avvenenza dei soggetti.
- Rarità di impatti di meteoriti: perché è logico pensare al suicidio dopo che hai appena ristrutturato casa e un enorme sasso del cazzo te la spiana di nuovo.
A tutto questo dobbiamo aggiungere altri episodi come l'esplosione cambriana: una specie di orgia tra cellule, sfuggita di mano, che diede vita alla maggior parte degli animali. La comparsa di forme di vita intelligenti ha richiesto ulteriori eventi misteriosi, il fatto che ogni tanto nasca un Calderoli significa che il meccanismo, oltre che essere sconosciuto, non si è ancora perfezionato del tutto. A questo punto manca solo un'ulteriore spinta evoluzionistica e, se tutto va bene, essa consegnerà al Mondo il politico onesto.
Equazione della rarità della Terra
Una volta appurato che già avere un pianeta abitabile era stata una sculata col botto, Peter Ward e Donald Brownlee (i principali sostenitori dell'ipotesi) affrontarono la successiva questione dal punto di vista scientifico. Come fatto in precedenza da Drake, essi formularono un'equazione per calcolare ₣, ossia la quantità di fortuna necessaria per ottenere un pianeta popolato da esseri umani. Si tratta di una formula pseudo-visual-ideogrammatica, perché i due balordi odiavano i numeri e in generale la matematica.
₣ = ϟ·Ѭ·₾·Ѡ·☼·♀·◊҈·↑·§·☺·☻
Dove:
- ϟ è il lampo che precede la glaciazione
- Ѭ è il primitivo con la lancia stizzito dal freddo boia
- ₾ è la caverna dove trova riparo il primitivo
- Ѡ è il culo ad essere ancora vivi
- ☼ è il sole che torna a splendere
- ♀ è una femmina che passava di lì per caso
- ◊҈ è la vagina pelosissima della femmina
- ↑ è il puparuolo del primitivo in erezione
- § è il serpente tentatore che spiega come vanno usati i due apparati precedenti
- ☺ è la figlia della coppia di primitivi
- ☻ è un tizio di colore che in seguito ha fatto molto contenta la ragazza
Bibliografia
- Donald Brownlee, Pensavo fosse un UFO e invece era un calesse, Ed. Spaziovuoto (1999)
- Peter Ward, Le volte che ti svegli e le spari come vengono, Ed. Cantastorie (1964)
- Vintilă Bălașa, Nana bianca tutta tana, Ed. Rom Riuniti (1963)
- Galindo Petecchioni, Pianeti abitabili ad equo canone, Ed. Saturnino (2001)
- Taylor Kirschvink, Venti solari ed altri spifferi fastidiosi, Ed. Elah (1989)
- Robert L. Ripperdan, Giganti gassosi e satelliti da arieggiare, Ed. Puzzoni (1969)
- Mbodo Fetumba, Era Proterozoica ma era comunque meglio di oggi, Ed. Zibuana (2011)
- Berthold Augenthaler, Buchi neri, corpi celesti e comete pastello, Ed. Avatar (2006)
- László Dinulescu, Ci sarà del rame su Marte?, Ed. Zingarelli (2000)
- Aleksej Scaldasugo, Vite al limite: organismi estremofili, Ed. Astrolabio (1965)
- Aarón El-Mahmoud, Orbite eccentriche ma vestite bene, Ed. Cheope Press (1983)
- Yūtarō Higashikawa, Quando un meteorite mi ha rigato la Nissan, Ed. Hamtaro (2007)
Note
Voci correlate
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