Jack lo squartatore
Jack lo squartatore (noto anche come Giacomo lo squartatope per la sua abitudine a fare coriandoli dei genitali delle proprie vittime) è stato uno dei primi serial killer a cui Blu Notte e Chi l'ha visto si siano interessati.
Aggirandosi nella Londra marcia di fine Ottocento, si è guadagnato una fama immeritata. In fondo ha trucidato solo cinque persone; c'è gente che ne ha fatte fuori ben di più e in modi ancor più atroci ma non per questo va in giro bullandosene e facendosi chiamare “Jack lo squartatore”. Gente che tra centoventi anni non se la ricorda più nemmeno sua madre.
Profilo di Jack secondo Scotland Yard
- Sesso: maschile (probabilmente)
- Età: dai venti ai sessantacinque anni (probabilmente)
- Altezza: dal metro e cinquantacinque ai sei metri e venti (probabilmente)
- Lunghezza: 12cm a giudicare dalla profondità delle ferite
- Peso: dai cinquanta ai seicento chili (probabilmente)
- Razza: umana (probabilmente)
- Istruzione: dalla bassa alla alta (probabilmente)
- Posizione sociale: dalla sociale all'asociale (probabilmente)
- Professione: squartatore (certa)
- Disturbi mentali: manie omicide, manie pluriomicide, manie compulsive, manie digestive, manie religiose, sindrome da sdoppiamento della personalità (io no, lui sì), delirio di onnipotenza (solo dopo gli squartamenti), depressione (caspica), misoginia (cosmica), necrofilia, tendenza a mordicchiare le penne.
Assomiglia molto a Sergio di Rio.
Fama
“Jack the Ripper is dead
walking in the white chapel
the sounds of steps we dread
Jack the Ripper is here”
Nonostante la barbarie infusa nel mutilare e fare scempio dei corpi delle sue vittime, Jack è quindi tra i serial killer uno dei più pigri, considerato che taluni raggiunsero senza problemi la doppia cifra. Non solo, il nostro amico Jack risulta essere anche uno dei più innocui e dei meno temuti della storia, tanto che le bambine della Londra del 1888 erano solite prenderlo per il culo recitando la filastrocca citata sopra mentre in piena notte facevano girotondo attorno ai cadaveri squarciati lasciati sul selciato di Whitechapel. E vi è una semplice ragione per tutto ciò: era sufficiente essere un uomo o non essere una meretrice per sentirsi il culo al sicuro - anche se ciò non ti salvava il culo dall'aggressione degli altri duecentomila psicolabili che giravano a Londra a quei tempi.
Gli sbudellamenti
La breve vita di Jack come squartatore si dipana ufficialmente nel rione londinese di Whitechapel fra il 31 agosto 1888 e l'8 novembre 1888, quindi, a suffragare la tesi appena sostenuta, anche essendo una prostituta bastava non trovarsi a Whitechapel o non trovarcisi tra il 31 agosto e l'8 novembre 1888. Direte voi: grazie al cazzo, ma come facevano a saperlo? A ciò si aggiunga la fondamentale constatazione che, sbudellata una vittima una volta ciò non poteva accadere una seconda, per cui anche essendo proprio sfortunati si poteva essere al massimo sventrati una volta sola, e se permettete questo è già qualcosa. Poi sarebbe sicuramente toccato a qualcun altro.
- La prima povera vittima accollata a Jack fu una certa Marianna Nicoli, rea probabilmente di essere una meretrice, appunto, e trovata con la testa attaccata al collo solo più per la trachea, con le budella sanguinolente pensili e con profonde ferite alla vagina, inferte forse con un rompighiaccio da cocktail.
- La seconda vittima invece, Anna Uomochiappa, venne ritrovata sospesa a metà tra due staccionate, la cosiddetta posizione del “ponte” del kamasutra, col ventre squartato, le budella appoggiate sulla spalla a mò di asciugamano e l'intero apparato genitale più un pezzo di vescica - asportata probabilmente per sbaglio - introvabili. Ma per terra si trovarono alcuni scellini, un cellulare della Nokia e una busta per le lettere con timbro del 20 agosto, ragione per la quale Scotland Yard pensò subito che l'autore dell'efferato delitto fosse il postino. Fu Ser Arturo Conanno D'Oil che dovette far notare agli inquirenti l'incongruenza di tale tesi, e così Scotland Yard, non sapendo che pesci pigliare, arrestò un ebreo qualunque, tanto era solo un ebreo.
- La terza, ridicola vittima, aveva il nome di Elisabetta Stride, la quale, purtroppo - per la bella storia di Jack lo squartatore - fu solamente sgozzata, non avendo fatto in tempo il nostro amico ad accanirsi per colpa di un fottuto guardone.
- La quarta prostituta seviziata fu rinvenuta di lì a qualche minuto a qualche isolato di distanza.
E qui Jack superò davvero se stesso, forse per il semplice motivo che aveva un diavolo per capello per non essere riuscito a squartare Elisabetta, figura che per questa ragione stride un po' con tutto il resto della saga. Caterina Eddove? si presentava come un quadro di Kandinskij, una scultura di Pollock, un film di Eli Roth e un racconto mio, per cui fu anche abbastanza difficile identificarla come essere umano. Il buon Jack le aveva difatti nell'ordine: tagliato le orecchie, tagliato il naso, tagliato i capelli, fatto la barba, schiacciato i brufoli e fatto tre succhiotti sul collo. Non contento The Real Ripper la aprì in due tagliandola da parte a parte, ma solo perché durante l'omicidio gli era caduto un penny nel colon e voleva recuperarlo.
Gli organi vennero donati alla Croce Rossa in forma anonima mentre il fegato venne lasciato lì dov'era perché, devastato dall'alcool, sembrava il fegato di Charles Bukowski. Come tradizione erano stati invece incisi con chirurgica precisione e quindi prelevati perineo, vagina, utero e lobi delle orecchie, oltre che un centinaio di sterline, cosa che fece parlare per la prima volta di un Jack dentista, o avvocato.
- L'ultima vittima accertata di Big Jack fu la meretrice Maria Giovanna Kelmi, trovata cadavere appunto l'8 novembre, il giorno dell'aspettativa. Questa l'ho sventr... venne invece sventrata, sgozzata, trucidata e poi presa a sberle. I dottori però notarono che tra gli organi asportati Jack le aveva tolto anche l'appendice infiammata, quindi dopotutto nella disgrazia le aveva fatto anche un favore.
L'ultima firma di Jack fu una depilazione integrale delle braccia e delle gambe e la sottrazione del cuore, regalato a una bambina di passaggio perché non dicesse nulla in giro, e in effetti non disse nulla.
Moventi
Le ragioni di cotanta macelleria sarebbero da ricollegare apparentemente a un odio profondo per le prostitute, forse responsabili, per il killer londinese, di diffondere malcostume e dissoluzione (movente moralista), malattie veneree (movente salutista), di esigere tariffe troppo alte (movente del cliente tirchio), di essere buone da mangiare (movente antropofago) oppure di avere una figa (movente del cazzo).
Le possibili identità di Jack lo squartatore
Come accennato, non essendo Jack lo squartatore stato mai identificato, le ipotesi su chi fosse realmente si sono affollate già a partire da quando era nato, non essendo stato riconosciuto nemmeno dalla madre. Dopo il primo omicidio poi non ne parliamo, anzi no, parliamone.
- L'ipotesi che si trattasse di Alberto Stasi appare improbabile, non essendo contemplata dalla procedura penale britannica di fine Ottocento la possibilità di ricorrere al giudizio abbreviato, per cui Stasi non avrebbe potuto pensare di salvarsi in qualche modo il culo.
- L'idea che sia stata invece la Stasi è priva di fondamento, non essendoci più, nel 1888, la Germania Est.
- La congettura riguardante Oscar Wilde è altrettanto priva di fondamento, in quanto Wilde non si sarebbe mai sognato di andare a puttane e quindi non aveva buoni motivi per farle fuori. E poi me l'ha detto lui.
- L'idea del cazzo di Johnny Depp secondo cui sarebbe stata invece la regina Vittoria, che da bacchettona baciapile a un certo punto sembrava realmente intenzionata a ripulire Londra da tutte le donne più belle di lei, quindi tutte, e da tutte le donne di malaffare, meditando a questo proposito il suicidio, non è assolutamente attendibile, neppure l'avesse fatto per mezzo di un massone, giacché se il tentativo era quello di mettere a tacere tutte le prostitute londinesi a conoscenza delle nozze del nipote stronzo della regina con una di loro non si capisce perché non ammazzare appunto anche la regina.
- Le ipotesi formulate da Scotland Yard sono a loro volta smentite ad una ad una dai fatti, per cui:
- l'avvocato Montagno Giovanni Diritto è da scagionare in quanto morto suicida, e un vero omicida non si suicida perché in questo caso dovrebbe omicidarsi e questo termine non esiste;
- Aronne Kosminski, tipico nome da parrucchiere ebreo polacco assassino e un po' ricchione, non può certo essere indiziato per il semplice fatto che odiava le donne e si tirava le seghe, come dissero gli psichiatri forensi di allora, perché allora anche Hitler avrebbe potuto essere un assassino, per cui la qualifica di assassino per Kosminski va ricondotta al semplice fatto di avere ammazzato Dio;
- per quanto concerne invece il truffatore russo Michele Ostrogoff, falso medico, falso nobile, falso russo, falso onesto e falso normale, era troppo folle e in quel periodo troppo chiuso in manicomio per poter uccidere, oltreché il solo episodio di violenza che si ricordasse di lui era la minaccia di accecarsi fatta a un agente di polizia, se l'avesse arrestato e condotto in prigione per l'ennesima volta;
- infine Giorgio Uomochiappa, già attore polacco di snuff movie col nome d'arte di Severino Klosowski - sguattero di sala operatoria e killer riconosciuto ufficialmente di tre mogli e mezza e impiccato nel 1903 perché stava sul cazzo agli inquirenti (non avendo alcuna prova dei tre omicidi precedenti) - non poteva avere alcuna responsabilità nell'orribile serie di assassinii di Whitechapel semplicemente perché la seconda vittima, la citata Anna Uomochiappa, altri non era che lui travestito da donna, esigenza dettata dal copione di un film che avrebbe dovuto girare a breve. Per cui l'uomo giustiziato nel 1903 era Severino Klosowski.
Come si può facilmente notare, tre indiziati su quattro erano sporchi immigrati extracomunitari (la Polonia, nel 1888, non faceva ancora parte dell'Unione Europea)
- L'uomo individuato invece dalla scrittrice Patrizia Benecorna come colpevole, il pittore di croste Valtero Stiche', per cui la Benecorna decise che il caso era chiuso, non va nemmeno preso in considerazione in quanto sono un misogino.
- Altra congettura è quella che vede responsabile degli orribili delitti una donna, Marina Perzy, già autrice felice dell'omicidio di due donne rivali in amore, moglie e figlia del suo amante, perché sarebbe stata lei a leccare i francobolli delle famose lettere recapitate dal presunto killer a Scotland Yard, firmatosi appunto Jack the Ripper, e questo l'avrebbero stabilito alcuni calciatori australiani con l'esame del DNA della saliva; in effetti Marina Perzy non si è più vista, prima che la impiccassero nel '90, ma recenti analisi effettuate sulla sua saliva, lasciata sugli organi sessuali di alcuni calciatori italiani, dimostrano che non era la sua quella lasciata sui francobolli delle lettere di Jack.
- Altre supposizioni recenti riguardano nell'ordine:
- Andrea Chikatilo: ipotesi poco probabile, non era in grado di sopraffare una donna che avesse più di dodici anni;
- Giovanni Brusca: ipotesi da scartare, in quei giorni stava già sciogliendo nell'acido alcuni figli di pentiti;
- Adolf Eichmann: anche questa ipotesi è da scartare, nessuna delle vittime, pur essendo asociali, era ebrea - tranne forse Anna-Giorgio Uomochiappa, ma per questo delitto in particolare Eichmann aveva un alibi inattaccabile: in quei giorni stava giusto dando fuoco a un cumulo di ebrei vivi, e Hitler, Goebbels e Himmler erano testimoni;
- Amanda “Johnny” Knoxville: no, perché in quei giorni aveva le sue cose;
- Arri Truman: altro alibi di ferro: stava sganciando una bomba atomica su un gruppo di manifestanti pacifisti;
- Giulio Andreotti: ipotesi considerata improbabile, a quei tempi era infaatti in Tribunale a difendersi dalle accuse per l'omicidio di Giulio Cesare.
- Un'ultima ipotesi riguarda invece
qualcuno a caso, se non dovesse disporre di un alibi convincente, tipo quello di Eichmann.
ACHTUNG!
Ultimamente qualcuno ha addirittura affermato che in realtà Jack lo squartatore non è mai esistito, che gli omicidi erano casuali e scollegati tra loro, anzi tipici del periodo e del luogo, e che il personaggio del serial killer non fu altro che una montatura per creare ad arte un mostro da sbattere in prima pagina e vendere di conseguenza più giornali. Questo grazie alle lettere (dei falsi) e agli organi umani (dei veri) recapitati a un noto quotidiano - che ritengo più opportuno non nominare - da uno dei suoi stessi redattori, il quale, allo scopo, avrebbe scritto di suo pugno le missive e si sarebbe asportato un rene e una fetta di vescica da solo. Ma tutta la storia appare inverosimile, in quanto nel 1888 Belpietro non era ancora direttore del giornale in questione.
Demoliti dalla logica e dal razionalismo tutte le teorie e i teoremi, passo quindi senz'altro ad analizzare il simbolismo della figura di Jack per spiegare cosa egli in effetti rappresenta.
Il mito
La gotica figura di Jack lo squartatore, nonostante l'immeritata brutta fama che si porta appresso tutt'oggi, rappresenta indubbiamente l'archetipo non solo di tutti i killer seriali posteriori ma del mostro metropolitano moderno, dell'uomo nero incubo di tutte le donne che si aggirano sole per le strade deserte e buie delle città occidentali, anche se non delle bambine che sono invece molto più dritte e lo deridevano già allora.
Jack è il simbolo infatti del terrore consapevole, della maturità, e in questo soppianta finalmente figure penose come l'orco, il babau e il lupo cattivo, simboli di una paura infantile, e che alla fine morivano sempre come delle teste di cazzo.
Se c'era bisogno di un tizio in carne e ossa a caccia di vittime da fare a pezzi, di uno psicopatico tremendo che incominciasse a girare per i vicoli oscuri e maleodoranti delle nostre metropoli e del nostro subconscio, ebbene, questo fu Jack, chiunque fosse o qualunque cosa fosse, tanto che a tanti anni di distanza il suo nome incute ancora sdegno e orrore proprio come oggi quello di Marcello dell'Utri.
Se alla base di ogni favola o leggenda c'è un fondo di verità perso nel tempo e non più rintracciabile, Jack è diventato una favola moderna e una leggenda metropolitana la cui origine è reale e dove la verità è stata invece trovata: Cappuccetto rosso era una troia.
Curiosità
- I Blue Öyster Cult gli dedicarono personalmente un pezzo, “Don't fear the Ripper”, scritto da Eric Bloom nella sua fase omicida-seriale.