Josif Stalin
Josif Vissarionovič Džugašvili (Gori, 18 dicembre 1878 - Mosca, 5 marzo 1953) (in russo: Иосиф Джугашбили), il cui vero nome era Galina Kekova detto Stalin, per gli amici "Fuffolo", fu un rivoluzionario bolscevico, zar di tutte le Russie e paladino della giustizia che veste alla marinara. Insieme a Lenin e Trotsky fu uno dei primi artefici del più grande esempio di democrazia popolare: le nomination del Grande Fratello. E anche l'URSS.
Nel tempo che gli restava tra un rebus e una deportazione teorizzò il marxismo-leninismo, cambiandogli nome in "stalinismo" o "VIUUUUULENZAAAA". Con lo stalinismo egli infatti teorizzò la violenza rivoluzionaria crescente, in contrapposizione con la teoria della violenza rivoluzionaria decrescente di Lenin: egli infatti riteneva che lo Stato socialista avrebbe dovuto progressivamente rafforzare la sua componente repressiva per vincere la sempre crescente resistenza della borghesia alle conquiste del proletariato.[citazione necessaria]
Detto con parole realmente sue:
Vita, da!
Giuovinezza
Nacque da Yuri (o Juri, il suo nome aveva questa proprietà strabiliante) Popov e Ivona Ivanova Ivona, due umili servi della gleba: il padre era suonatore d'organetto con scimmietta e la madre pettegola da competizione. Secondo alcune fonti, ogni sera il padre si ubriacava con la vodka e lo riempiva di randellate perché aveva paura di picchiare la moglie, un armadio di 180 kg con un mattarello in acciaio rinforzato sempre in una mano. Così Josif, Fuffolo per gli amici, ebbe per tutta la sua esistenza una serie di antiestetici bernoccoli e dei baffi da messicano del Chiapas, che acquisì all'età di 2 anni sovietici (4 mesi nel calendario gregoriano), ereditati con grande orgoglio dalla madre.
Dopo aver militato in una air band ("I comunistazzi duri", noto gruppo musicale soviet-rock), aver partecipato alla "Fiera campionaria del mobile in legno massello" e dopo essersi tatuato la faccia di Kermit la rana sulla natica destra, grazie a una borsa di studio ciulata ad arte ad un contadino di rape, poté frequentare il corso di "Dittatura, tirannia spregiudicata e scrittura creativa", dal quale imparò alcuni buffi modi per eliminare tutto ciò che ostacolava i suoi piani, 1001 modi per usare in modo malvagio un merluzzo congelato e a scrivere racconti sentimentali e strappalacrime. Da sempre aveva alte aspirazioni come, ad esempio, diventare un'icona gay o entrare nel guinness dei primati, ma alla fine puntò tutto sul partito comunista, che è sinonimo di icona gay.
Le luci della ribalta
Nel 1912 viene assunto dalla popstar Lenin, dopo un faticoso provino, a far parte del Comitato centrale del partito comunista:
- Lenin: “Puarlaci un po' di te, da!”
- Stalin: “Mio nome è Josif Vissarionovič Džugašvili e vengo da Georgia. Caratterialmente suono persona socievuole, accollativa, mi piace palpare baffi di mia duonna. Come hobby vorrei diventare dittatuore a livelo agonistico oppure aspirante cantautore.”
- Lenin: “Cantaci canzone!”
- Stalin: “♪♫♪♫♪♫Puasserotto nuon andare viaaa, in tuoi ochi suole muore già, scusa se cuolpa è poco miaaaa!♪♫♪♫♪♫”
- Lenin: “Perché partito deve prendere pruoprio te?”
- Stalin: “Perché io posso dare qualcosa che altri no suanno dare. Io cuonosco barzelette!”
Alla fine la cultura da contadinotto e le sue belle gambe fecero il resto e Josif entrò a far parte della grande famiglia comunista. Festeggiarono tutti con un Pampero e sangue di bambini.
Dopo essersi grattati a sufficienza la fessura tra le chiappe, al comitato centrale decisero che era tempo di agire:
Da tempo il governo provvisorio stava loro in culo, avevano provato di tutto per rovesciarlo come lanciargli la carta-igienica o fargli telefonate scherzo, ma stranamente non era ancora capitolato. Allora a Lenin venne in mente un'idea brillante e al contempo tremenda: scrisse le Tesi d'aprile in cui smerdava senza remore il governo provvisorio (Quelli di guoverno mangiano cacca di gatto, bleah! Quelli di guoverno non si lavano mai ascelle!), asserendo al contempo la necessità di conferire ai soviet tutti i poteri e le ricchezze per una Russia migliore. In tutto ciò Stalin si sfregava le mani commentando con un subdolo: "Eccellente!". I bolscevichi così si sentirono in dovere di mettere su un casotto tremendo con la Rivoluzione d'Ottembre: volarono insulti, ceffoni, cappelli, mutande, cavalli e chi più ne ha più ne metta, ma alla fine riuscirono a prendere questo cacchio di potere. Josif venne nominato plenipotenziario per i negoziati con l'Ucraina per quelle casse di vodka là e sovrintendente ai numeri del bingo; diciamo che tutto sommato non gli andò male per essere uno che non aveva ancora imparato a scrivere correttamente il proprio cognome.
Nel 1922 divenne segretario del Comitato centrale perché aveva i baffi bellocci ed emanava un gradevole aroma di pino e proletariato, sfruttando così questa posizione di rilievo per potersi affermare all'interno del PCUS. Ma il vile Trockij già tramava nell'ombra per prendere il suo posto e rosicava perché lui era brutto e orbo, mentre Josif era prestante, navigato e con una messa in piega perfetta. Ovviamente tra i due scoppiò una lite furibonda: Lev diceva che la Nuova Politica Economica faceva schifo, che la rivoluzione doveva essere esportata altrove, mentre Stalin affermava tutto il contrario. Poi diceva che Star Wars faceva schifo, che il regista doveva essere messo a morte e Stalin diceva tutto il contrario. Insomma, non andavano granché d'accordo. Fu uno scontro all'ultimo baffo, ma alla fine la spuntò il compagno Josif impressionando il partito con la prestidigitazione e un numero con i barboncini. Lev Trockij venne cacciato a calci in culo (e picconate nel cranio, ma questa è un’altra storia) e così Stalin divenne allegramente dittatore supremo di quinto livello. Di lui dissero:
Interventi umanitari e uccisioni varie
Il neo-dittatore credette ingenuamente che il suo compito consistesse unicamente nello stampare manifesti propagandistici con la propria faccia (svecchiata di 10 anni), accarezzare bambini e pensionate e promettere cose inverosimili:
Nel 1928 iniziò l'era di Stalin e se è per questo iniziò anche il campionato di curling, ma nessuno ci scrisse intere pagine di storia. Per prima cosa diede da mangiare e di che vivere ai poverelli della città mandandoli a lavorare nei kolchoz, un luogo bellissimo che si trovava alla fine dell'arcobaleno della felicità dove tutti lavoravano la terra con un grosso sorriso sulle labbra e venivano pagati con orsetti gommosi e caramelle al mandarino[citazione necessaria]. Poi tolse tutte le ricchezze ai kulaki (i proprietari terrieri, ma chiamiamoli contadini ricchi, così sembra più kattivo come Hitler!) e li mandò a lavorare nei kolchoz, così che capissero il vero valore dei soldi, e quelli che si rifiutavano invece li metteva a potare le rose del suo giardino o al massimo a scrostare il cesso di casa sua. Infine avviò i piani quinquennali (detti anche piani belli perché li ho pensati io) che davano la precedenza all'industria delle calzature su quella specie di agricoltura che praticavano i russi.
Una mattina di primavera però Stalin sbroccò di brutto, così all'improvviso, e cominciò ad ammazzare gente a caso, a calpestare le aiuole, a pestare le vecchie alla fermata dell'autobus, a prendere per il culo i malati di cancro... insomma cominciò a comportarsi da vero stronzo insensibile. Fece deportare nei gulag in Siberia, o al massimo in un capannone ad Asinara, tutti quelli che non gli andavano a genio, soprattutto quelli che si chiamavano Vladimir o Antonello, che secondo lui erano dei nomi osceni. Queste azioni sconsiderate presero il nome di "grandi purghe", perché "grandi ammazzamenti" o "enormi cazzate" non suonavano bene. Inoltre, proprio perché la mamma l'aveva cresciuto a pane e biscotti cuor di merda, inventò il culto della personalità che consisteva nel:
- farsi lanciare petali di fiori e panini alla mortadella al suo passaggio;
- farsi dire che la divisa non lo ingrassa;
- farsi dire che dimostra 10 anni di meno;
- farsi dire che quel cappellino gli dona;
- farsi cedere il posto da anziani, donne incinte e bambini handicappati o donne incinte handicappate;
- farsi le donne più gnocche;
- farsi.
Tra l'altro in quegli anni, il Baffo si divertì pure a fare lo spiritoso con battute (scarse) del tipo: "Un morto è una tragedia, un milione di morti una ... statistica! Ha, ha, ha, ha!". Nel tempo che gli restava, per mitigare un po' l'aria pesante che s'era venuta a creare a forza di uccisioni, fece costruire un parco acquatico. Fu un fiasco totale perché erano tutti morti.
Le prime scaramucce
In quel periodo in Germania militava con grande stronzaggine Adolf Hitler (detto er baffetto o er crucco o er), la cui filosofia di vita era andare in motorino senza casco per metter sotto gli ebrei e provocare impressionanti giramenti testicolari alle altre nazioni. In breve diremo che scatenò la seconda guerra mondiale col suo modo di fare un po' da pirla.
S'accorse col tempo che i turisti tedeschi avevano poche terre intorno a loro per poter sfoggiare con dovizia i loro nuovissimi sandali coi calzini e i loro calzoncini ascellari. Vide quindi la Russia che era grande e rigogliosa e decise:
Dapprima le due nazioni firmarono un patto di non aggressione, il contratto Sky, l'abbonamento a Vogue, la polizza vita, vabbè, firmarono molte cose, ma in un secondo momento quel marpione dell'Adolf ci ripensò, col contratto fece un falò di discrete dimensioni e si dispose ad attaccare la Russia coi suoi soldaten, coi suoi panzer, con la sua Luftwaffe, coi suoi elefanti, tucani e con un paio di suocere incazzate come bisce. Josif Stalin rispose con coraggio barricandosi dentro il suo villone e mandando a morire centinaia di uomini e bestie dell'Armata rossa nel sanguinoso scontro. Nonostante i tedeschi si fossero pimpati i carri armati e si fossero fatti i colpi di sole ai capelli, che era davvero tutto il possibile, non vinsero, e creparono durante la battaglia di Stalingrado sotto l'abnorme potenza dei russi che per sconfiggerli gli lanciarono pomodori rancidi e sedie.
Stalin si bullò della cosa per un mese intero col suo peluche Mr Morbidino Coniglino.
La vittoria contro i crucchi rese l'URSS una superpotenza, forte quanto Gundam e Capitan Mutanda messi insieme, tanto per intenderci, ma la sua supremazia venne minata da un'altra superpotenza molto superpotente: gli Stati Uniti d'America. Passarono circa un quarto di secolo a misurarselo col righello per determinare la loro supremazia, ma questa è un'altra storia.
La morte
Il giovane Stalin morì un po' come visse: da stronzo. Cadde dentro un pozzo e l'ultima cosa che disse prima di morire fu:
Per commemorarne la memoria misero il cartello Attenti al pozzo! davanti al suddetto pozzo.
I funerali avvennero qualche mese dopo, appena riuscirono a scongelare Stalin, che dimenticato nella cella frigorifera, fu scambiato per Oetzi, l'uomo dei ghiacci.
Dopo la sua morte, Krusciov si curò di sputtanarlo per bene rivelando anche che i suoi baffi erano finti e le sue tette rifatte. Cadde un mito.
Curiosità
- Stalin aveva fatto il seminario per fare il Pope ortodosso, quindi era come un ravanello, rosso fuori e bianco dentro.
- Stalin era il comunista preferito di Indro Montanelli, perché era quello che ne aveva uccisi di più.
- Stalin non è morto. Ha solo chiamato un agente di restyling dopo la caduta del suo regime per ammodernare e smussare il suo stile, e si fa chiamare con un nome d'arte: Vladimir Putin.
- Stalin è il capro espiatorio preferito dei comunisti.
- Stalin collezionava barzellette sul suo conto, alla morte ne aveva raccolte ben 2 gulag e mezzo.
Voci correlate
- Adolf Hitler
- Benito Mussolini
- Lenin
- Comunismo
- Baffi
- Dmitrij Dmitrievič Šostakovič
- Super Mario
- Serial killer
- Alieni comunisti
- Lev Trotsky
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