Jurij Gagarin
Jurij Alekseevič Gagarin (Klušino, 9 marzo 1934 - Cesenatico, 27 marzo 1968) è stato un astronauta, cosmonauta, pilota, parrucchiere per signora e elettrauto sovietico. È passato alla storia per essere stato il primo uomo a volare nello spazio. Una settimana prima dell'evento è stato il primo uomo a farsi tutto il Raccordosky Anularosky di Mosca in retromarcia con una Fiat Uno Fire 1.2. Ha viaggiato sulla navicella Vostok 1, per poi passare alla McLaren dove giunse quinto nel mondiale piloti di Formula 1, dietro Mika Hakkinen, Michael Schumacher, Gigi Sabani e il Puffo Quattrocchi.
L'infanzia e i primi passi
Gagarin nasce in un piccolo villaggio dell'Unione Sovietica: Bergamo. Quasi non fa in tempo a venire al mondo che già arrivano i cattivoni di Germania dello zio Adolfo ad invadergli il paesino con le loro Volkswagen fiammanti. Da adolescente studia metalmeccanica e si prodiga in invenzioni portentose come la ruota quadrata e la turbina a scoreggia compressa.
Appassionatosi al volo, inizia a sperimentare le prime emozionanti avventure aeree: si compra un aeromodellino della Giochi Preziosi. Già che c'è, tanto per prendere per il culo un po' di persone, fa un video del suo modellino mentre vola e manda il filmato a Studio Aperto che ne fa un servizio speciale di 13 minuti spacciandolo per un UFO. Sgamato dal direttore Giovanni Toti che gli scatena contro Lucignolo, Gagarin si rifugia disgraziatamente in una piccola stazione spaziale dove sta per decollare la navicella Vostok 1, pronta a circunam... circummanig... circ... insomma, a girovagare a cacchio intorno alla Terra (approfittando del prezzo della benzina sceso a 1,424 Euri per la verde e 1,318 per il diesel).
L'impresa nello spazio
È il 1961. Una volta partita la navicella, Gagarin si becca subito un cazziatone dal controllore per non aver obliterato il biglietto: 118 euri di multa. Dopo le prime tre ore di volo, Gagarin capisce di essere nel posto sbagliato: non trova lo scomparto bar/ristorante per comprare le Pringles. Dopo diverse ore, quando sorvola Capodichino, il Vostok viene bersagliato da lanci di oggetti da parte di ultras del Napoli, che la sera prima avevano perso l'amichevole con il CSKA Mosca per colpa dell'arbitro cornuto. Al 56° giro Alonso si ritira per problemi al cambio. Durante il viaggio, resosi finalmente conto di essere al centro di un'emozionante avventura, Gagarin guarda da un oblò della navetta e commenta:
Il suo compagno gli risponde che è un pirla e che ha fatto la spesa alla Lidl prima di decollare.
La navicella torna con 2 ore e 45 minuti di ritardo e Gagarin perde la coincidenza con il pullmino per tornare nella sua cittadina. Per scusarsi con lui, il governo gli offre uno sconto del 20% sul viaggio successivo.
A missione ultimata con successo, Gagarin è così gasato da voler compiere una nuova impresa spaziale. Rompe le palle a chiunque raccontando ciò che ha visto e vissuto durante il viaggio, sparando una quantità imprecisata di fesserie: in realtà, ha passato tutto il tempo a fluttuare su e giù nel modulo come una peperonata non digerita, senza vedere una mazza perché fuori era completamente buio e scuro come l'abbronzatura di Carlo Conti.
Vista la sua insistenza, viene scelto come pilota di riserva per la navicella Sojuz 1. Al momento della nuova missione, Gagarin se ne stava praticamente in santa pace a Terra, mentre il pilota ufficiale Vladimir Komarov moriva nello schianto della suddetta navetta, bestemmiando mezzo calendario ortodosso via radio. Gagarin, così, si caga improvvisamente addosso e decide di non partecipare più a missioni spaziali e che il viaggio più pericoloso e lontano a cui dedicarsi in futuro sarebbe stato al massimo sull'autoscontro del Luna Park. A Komarov viene dedicata una struggente canzone alla memoria: "L'uselin de la Komarov".
La morte (da deficiente, tra l'altro)
Convinto di averla fatta franca, Gagarin muore comunque in un incidente aereo, mentre si dirige in vacanza a Cesenatico su un volo Alitalia. Il video dello schianto compare spesso durante gli episodi di Paperissima Sprint.