Kratos

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Kratos in tutto il suo furore.
« Io... avrò la mia vendetta! »
(Kratos all'inizio di ogni capitolo, puntualmente smentito dall'andare dei fatti.)
« È sicuramente tutta colpa di <inserire divinità>! Ora lo vado a uccidere! »
(Kratos su vendetta motivata.)
« Nooo! Perché, perché l'ho fatto? »
(Kratos dopo aver ucciso <inserire parente>.)
« Kratos, trova <inserire oggetto> per <inserire scopo> e noi ti ricompenseremo! »
(La trama di ogni titolo in soldoni.)


Kratos (Spartaaaaaaa 10.358,27 A.C. - vivo e squartante) è il calvo protagonista della serie di videogiochi e sturalavandini Sony dal titolo God of War. È famoso sia per essere uno dei più recenti personaggi ficcati a forza in qualunque crossover per aumentare le vendite, sia per essere una fusione scartata dragonballiana, in quanto ha i muscoli di Goku, la capigliatura di Crilin e la simpatia di Vegeta.

Storia e origini

Mai, mai contraddire Kratos per qualunque motivo.

Come già accenato, Kratos nacque nell'urlante cittadella di SPARTAAA da papà Leonida e madre Bisio. Prese dal padre la folta barba appuntita, il fisico scolpito e il carattere mansueto di buttare chiunque a pedate in un baratro senza fondo; dalla madre prese solo la fluente capigliatura, per fortuna. La nascita di un primogenito la scontentò però, che voleva invece una femminuccia: nella speranza di rendere tale il suo figlioletto provò prima con l'evirazione; che rese così cianotico Kratos, date le ingenti perdite di sangue avvenute durante l'operazione. Poi cercò di convincerlo a mettersi lo smalto rosso sulle unghie, ma dato che Kratos aveva la stessa grazia di un elefante in una vetreria, finì con lo sporcarsi ovunque di smalto; lasciandosi in questo modo addosso delle strisce rosse che non verranno più via. Infine la premurosa mamma cercò di cambiargli il nome in Akratos che, dato il suo stato, ben gli si addiceva. Ma qui per fortuna intervenne il padre prima che fosse troppo tardi: al grido di "QUESTO È FROCIO!" la calciò in un abisso senza fondo[1] e prese con sé il suo disgraziato figliolo, stando ben attento a tenere le chiappe al muro.

Dopo quel brutto incidente, Kratos riprese a vivere come un vero uomo spartano: lottando contro i nemici, squartando i precedenti nemici, spellando i lupi sulle montagne e facendone simpatici colbacchi e pellicce da rivendere per arrivare alla fine del mese. Divenne così il comandante dell'esercito spartano alla morte del padre e nel frattempo si sposò, mettendo su un'improbabile famiglia. Ma un bel giorno i barbari fecero -come ci si aspetterebbe da loro- la loro barbara comparsa, devastando campi, bruciando case, stuprando donne e pisciando sulle aiuole della signora di fronte. Gli eserciti spartani mai si trovarono d'innanzi a una tale minaccia: gli eserciti nemici erano forti, ben preparati, numerosi e molto barbari soprattutto. Cosa che lasciava allibiti dei perfettini come gli spartani e... Ah, no: quelli erano gli ateniesi. Beh, comunque gli spartani dinanzi a una tale potenza vennero presto fatti a fettine sottili. Il capo dei barbari per giunta minacciò di schiacciare Kratos col suo enorme martello chiodato: fu qui che Kratos, preso dalla paura di essere ridotto allo stato di una sottiletta Kraft, supplicò che un dio lo salvasse. In quel momento, dato che Poseidone era al mare e non lo poteva sentire, Zeus era a spassarsela, sua moglie Era lo stava cercando e Ade era pieno così di impegni tra il contratto a tempo indeterminato per Kingdom Hearts, L'apocalisse a San Andreas e il look da metallaro in Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo, l'unico che rispose fu Ares: scese dal cielo e gli portò due spade forgiate direttamente dallo Chef Tony della Miracle Blade 4° serie; ovvero delle lame così affilate che basta fissarle per tagliarsi le retine e perdere la vista. Con quelle incatenate alle braccia per non perderle né scordarle a casa, Kratos da solo sconfisse e sbudellò tutto l'esercito barbarico; dopodiché votò il centrodestra la sua vita al servizio di Ares.

Ma spesso il guerriero spartano non poteva obbedire agli ordini di distruzione del dio, dal momento che la moglie lo teneva impegnato tra faccende di casa, pulizie e gli impediva di guardare la partita. Fu così che Ares escogitò un piano per togliersi dalle palle quella famiglia petulante e oppressiva: diede a Kratos dei forti allucinogeni, dopodiché lo spinse ad attaccare e radere al suolo il suo stesso villaggio. In questo modo, il povero guerriero squartò e sbudellò moglie e figlia convinto che fossero due insistenti girlscouts venute a vendergli dei biscotti. Rinsavito, era ormai troppo tardi per ritornare indietro: raccolse la sua famiglia -o quel che ne restava- col cucchiaino e giurò vendetta nei confronti di Ares. Dopo questo gesto, prese il nome di "Fantasma Formaggino di Sparta"; per via della sua colorazione sin troppo simile allo sperma. Da qui ebbero inizio le gesta dell'eroe pelato più famoso che esista.

No, non Agente 47!

La tremenda Persefone: per il character design fu chiamato Masami Kurumada in persona.
God of War: Chains of Olympus

Prima di iniziare sul serio però, gli altri dei decisero di far passare un periodo di 10 anni circa a Kratos, giusto per togliere qualche pezza dal didietro degli altri olimpici con la scusa di un "allenamento pre-Ares"; purtroppo l'anti-eroe pelato era sprovvisto della Stanza dello spirito e del tempo, così si dovette fare tutti e 10 gli anni di fila a uccidere cose a caso.

Durante uno di questi incarichi inutili, a Kratos toccò rimpiazzare suo padre Leonida per fermare in Attica da solo giusto giusto un'intera armata di persiani incazzosi con tanto di basilisco al seguito; niente di che per lo spartano, ovviamente. Dopo aver banchettato con la coda e i testicoli del basilisco[2], al fantasma bianco latte toccò assistere a un black out del mondo intero a causa del fulminamento della lampadina olimpica di Elio; gli altri dei ovviamente andarono nel panico, e non sapendo come risolvere la cosa chiesero nuovamente al loro schiavetto spartano preferito[3]

Dopo aver quindi dovuto cercare a casa di Elio una lampadina di scorta ed aver nel frattempo pulito il pavimento dallo schifo lasciato dai suoi cavalli, Kratos deve necessariamente scendere negli inferi per recuperare anche il dio solare, a quanto pare impegnato in questioni urgenti con la moglie di Ade; nel passare dall'ingresso, il pelato anti-eroe trova però Caronte, il quale schiettamente vede che il mortale non ha il biglietto d'ingresso e quindi lo butta giù a pedate nel Tartaro. Ovviamente però, questo non basta neanche un po' per fermare Kratos, il quale non solo ottiene la platinum card per l'ingresso[4], ma anche un power glove che apperteneva a Zeus, e con quello abbraccia affettuosamente Caronte fino a comprimergli tutte le ossa.

Finalmente, il fantasma formaggino di Sparta arriva davanti a Persefone, la quale anch'essa gentilmente gli intima di levarsi dai coglioni per lasciarla limonare con Elio, ma vista l'insistenza del disturbatore dell'infrattamento pubblico, la dea con nonchalance spedisce Kratos nei campi elisi, dove potrebbe benissimo starsene buono buono con sua figlia fino alla fine dei tempi[5] ma sfortunatamente non può a causa di un'incombente apocalisse giunta all'ultimo minuto a causa di Atlante. Dopo aver sgozzato Russel Crowe che passava di lì per caso, Kratos esce prepotentemente dai campi elisi e sbriciola la testa di Persefone a colpi di power glove, ripristinando la corrente elettrica dell'Olimpo. Gli altri dei gli sono così grati che gli rimuovono tutto l'equipaggiamento ottenuto, costringendolo a ripartire da capo con l'"allenamento pre-Ares". Inoltre Ade, invece di essergli grato per il fatto che la sua cornificata situazione sia stata risolta, da quel momento farà sì che lo spartano sfrutti a dovere la sua platinum card per l'ingresso negli inferi.

God of War
Kratos mentre acceca un povero ciclope la cui unica colpa è stata mettere in risalto la sua calvizie.

Il primo capitolo uscito, ma non in ordine cronologico, nel quale viene introdotta la solita vicenda narrata a ritroso e pertanto incomprensibile. Inizia con Kratos che si suicida gettandosi da una rupe; poi avviene un salto temporale a due settimane prima dove si può finalmente ammirare l'albino fare a pezzi dei nemici poco credibili su una nave in procinto di affondare. La colpa di questo sfacelo è di una simpatica creatura chiamata Idra, che, a dispetto del nome, non è un cacciabombardiere, ma un enorme mostro marino a tre teste che sta sul cazzo a Poseidone da secoli ormai. Così egli incarica Kratos di ucciderla e, per facilitargli il compito, gli regala il potere di elettrizzarsi tutto, letteralmente[6]. Così Kratos frigge l'Idra e s'imbarca alla volta di Atene, in compagnia di due splendide donzelle con le quali inganna il tempo durante il lungo viaggio...

Arrivato, ancora un po' stordito da tutto quel movimento, inizia a farneticare con una statua di Atena, credendo che gli parli. Alla fine, scende dalla nave convinto che, se ucciderà Ares, gli dei gli perdoneranno tutte le sue malefatte. Suona strano che gli dei cospirino per la morte di un loro collega, ma la coerenza della trama è un problema degli sviluppatori che non si sono mai posti. Piuttosto, è Kratos che si chiede come fare uccidere un tizio alto quanto mille palazzi e per di più immortale, in quando dio appunto. Ma la risposta gli arriva nuovamente da una statua: il Vaso di Pandora! Al suo interno c'è un qualcosa di così potente da poter uccidere persino un dio, almeno a detta sua. Ovviamente un marchingegno del genere è stato nascosto nella classica landa desolata con questa volta il pittoresco nome del Deserto della anime erranti, tra le cui sabbie è celato il passaggio che conduce all'entrata del tempio di... praticamente in culo al mondo, come sempre.

Ciò però non spaventa il fantasma di Sparta, che spavaldo si getta nel tempio di Pandora, durante la costruzione del quale l'architetto ha perso prima un figlio, poi l'altro, infine la testa. Per questo lo ha riempito di trappole, trabocchetti e tranelli, finendo col lasciarci le penne da solo là in mezzo e sottolineando così la sua astuzia... Preso il vaso, Kratos si appresta a tirarlo fuori dal tempio per usarlo, ma Ares, con una mira che farebbe invidia a un aspirante sniper da multiplayer online di uno sparatutto, lo impala con un albero come uno spiedino e gli fotte lo scrigno sotto al naso.

Istantanea della scena in cui Ares è distratto mentre Kratos gli soffia il vaso da sotto al naso.

Così Kratos finisce all'Inferno, ma nemmeno questo basta a fermarlo: infatti dopo nemmeno dieci minuti Kratos ha già superato delle improbabili lame rotanti e dimezzato la popolazione dell'Ade, massacrandola. Infine esce come un novello bassotto, ovvero scavando una buca verso l'alto, per poi poter mettere le mani sul vaso di Pandora mentre Ares sproloquia, sbraitando contro una nuvola come Nonno Simpson. Ed ecco il colpo si scena: Kratos apre il vaso di Pandora e... Diventa solo enorme quel tanto che basta per farsi riempire di botte da Ares, che ovviamente non perde tempo per farlo. Ma quando tutto sembra perduto, il provvidenziale ritrovamento di una spada vecchia e arrugginita salva la ghirba allo spartano, che non pago la usa per squartare -come suo solito- il dio infame. Chiusa la faccenda, gli dei rispondono alla sua richiesta con il dito medio alzato, portando Kratos a suicidarsi gettandosi dalla famosa rupe. Sarebbe una fine lecita, se non fosse per il fatto che, tutto d'improvviso, gli dei ci ripensino e lo salvino, offrendogli di riempire il buco lasciato dalla morte di Ares nell'Olimpo.

Lo spartano diventa allora nuovo dio della guerra, ponendo fine alle sue sofferenze, ma non al bisogno di liquidi della SCE, che imbastisce così il secondo capitolo ufficiale della serie per pagarsi le piste.

God of War: Ghost of Sparta
Il perfido Thanatos si oppone al cammino di Kratos: pessima idea...

Mentre i programmatori pensavano a un modo per mandare avanti una serie che si era praticamente conclusa già di suo, a Kratos venne improvvisamente un'epifania: suo fratello Deimos è prigioniero chissà dove e ovviamente solo lui poteva trovarlo. Anziché usare i suoi nuovi poteri di divinità per arrivare in un lampo sul posto e spaccare culi a destra e a manca, al fantasma formaggino di Sparta viene la brillante idea di farsi una bella gita turistica per tutta la Grecia, con tappe come Atlantide affondata e sepolta dalla lava, un'estizione di massa di tutta la fauna dei monti della Laconia e per finire una bella rivolta comunista sedata a Sparta stessa.

Dopo aver fatto anche rifornimento di patonza sempre nella città natale, al pelato anti-eroe si pone come ultima meta il regno della morte, dove un Thanatos appassionato di Ozzy Osbourne tiene prigioniero Deimos lasciandolo appeso tutto il tempo come un prosciutto di Parma in attesa del Marino. Ovviamente Kratos lo trova e lo libera con la sua solita grazia, ovvero tirandogli addosso molteplici giavellotti, e forse per questo Deimos non prende molto bene la cosa, iniziando una scazzottata degna di Bud Spencer e Terence Hill.

A interrompere le amichevoli carezze dei due fratelli ricongiunti però è Thanatos, il quale dopo uno sfoggio delle sue abilità di headbanging prende Deimos e inizia senza motivo a torturarlo facendogli ascoltare incessantemente le canzoni dei Uochi Toki; il fantasma formaggino di Sparta irrompe in scena e inizia l'epica battaglia finale con il dio della morte che si trasforma a caso in un mostro di Monster Hunter, sbattacchiando Deimos e facendogli venire un provvidenziale colpo di trama che lo uccide. Incazzato rosso, Kratos distrugge letteralmente pezzo per pezzo Thanatos e torna infine a piangersi addosso sull'Olimpo.

Da non perdere comunque la scena supersegreta dove si scopre che questa era tutta una mossa di Zeus, il quale voleva riprovare l'esperimento di Ares. Un genio.

God of War II
Kratos mentre si dirige sul luogo della prossima carneficina.

Non pago di ciò che ha passato, il fantasma di Sparta distrugge imperterrito città su città per passare la giornata e scaricare la rabbia e non solo dei continui due di picche di Atena. La situazione non va però a genio degli altri dei dell'Olimpo, i quali iniziano a preferire cose come Cerbero a Kratos in quanto a mansuetudine; pertanto inviano Atena per chiedere gentilmente la cessazione di tutto ciò. Kratos, dall'alto della sua onnipotenza, le fa il gesto dell'ombrello e si precipita sulla successiva città, letteralmente. Così, i villici di turno guardano in cielo come imbecilli, invece di scappare com'è logico ed esclamano alla vista di un'enorme palla di fuoco che si avvicina:

« È un uccello? È un aereo? È Superman? »

L'identificabile scia si rivela essere invece il pelato e pizzettato spartano; incazzato come una bestia, egli inizia a demolire la città in una pessima imitazione di King Kong, punita dal regista del film in persona che lo rimpicciolisce a dimensioni d'uomo per farlo riempire di botte. Una volta rimpicciolito, Kratos inizia a prenderle dai soldati di Rodi e da una statua che ha improvvisamente preso vita per un abuso di sostante dopanti. Ma per fortuna c'è Zeus a dargli man forte, inviandogli dal cielo la potentissima e storicamente invincibile[citazione necessaria] spada dell'Olimpo: con questo aggeggio Kratos rottama la statua in men che non si dica. Peccato che la spada pretenda i rimasugli dei suoi poteri divini per poter essere usata; anzi, peccato che dopo averglieli dati, Zeus scenda dal cielo e gliela freghi. Impotente, Kratos cerca di opporsi, finendo invece per farsi solo trapassare come uno spiedino da Zeus. Per l'ennesima volta, il fantasma di Sparta muore e si ritrova nell'Ade, così come per l'ennesima volta ne esce pagando nel frattempo il biglietto.

A ogni modo, uscito da lì, Kratos inizia la sua disperata ricerca di figa Zeus e della tanto agognata spada, passando per isole incantate, cavalli volanti e specchi magici, in pieno stile Peter Pan. La sua ricerca finisce quando si rende conto di non poter cambiare ciò che è stato, anzi sì, gli basta solo uccidere le tre Parche e fottere loro il filatoio. Detto fatto, uccise tutte e tre le sorelle del Fatto, Kratos prende il filo dello sua vita e lo riavvolge sino a tornare indietro al momento desiderato, senza neanche usare una DeLorean DMC-12. Dopo essere tornato indietro dalle sue amanti per darsi la carica, si precipita da Zeus per la solita scazzottata. Tra le prevedibili e scontate battute tra i due con cui solo Dragon Ball Z potrebbe rivaleggiare, lo scontro si conclude invece col risultato opposto e con somma gioia del giocatore che può ora contro-sodomizzare Zeus con la sua stessa spada. Lungi dal morire nonostante il cratere in petto, egli si allontana lievemente ferito[citazione necessaria] mentre Atena intrattiene Kratos con i lunghi sproloqui sulla vita, l'universo e tutto quanto. Lui giustamente la manda a cagare e cerca di dare a Zeus il super colpo di grazia mortale imparabile, ma Atena si intromette e viene bucherellata al suo posto. Affranto dall'aver finalmente penetrato Atena, ma non come voleva, Kratos ascolta le sue ultime confessioni: Zeus è suo padre! Dal momento che però Kratos è abituato a uccidere i suoi familiari[citazione necessaria], egli ritorna indietro nel tempo un'ultima volta per salvare i titani e portarli con sé nell'allegra scampagnata/scalata del monte Olimpo e fare il culo a Zeus e tutti suoi amichetti. Di nuovo si vede il bisogno degli sviluppatori di pagarsi le ville al mare con un seguito...

God of War III
Kratos ha un orgasmo dopo aver ucciso un altro dio dell'Olimpo.

Avendo fatto aspettare circa diciannotto anni i fan per questo seguito, gli sviluppatori si impegnarono a offrir loro il meglio della programmazione: il gioco può vantare infatti di molti miglioramenti, come una splendida grafica, ██████████████████ e pure ██████████████████. Molta roba dunque, ma si vada con ordine.

La storia riprende esattamente da dove il secondo capitolo si era concluso: Kratos, in groppa a Gaia, si appresta a scalare il monte Olimpo per fare a pezzi Zeus[7]. Sosta allo snack bar a parte, il viaggio è pieno di intoppi: nemici che gli si gettano contro, Poseidone che tenta di silurarlo di testa e la rottura di qualche arto di Gaia per disperazione. A ogni modo, Kratos non si pone questi problemi e, dopo una scazzottata stile God Hand con Poseidone, si reca finalmente da Zeus, il quale lo accoglie con improperi gravissimi e altamente offensivi come "Piccolo scellerato"; cose da far svenire dall'inquietudine qualunque critico videoludico. Ferito nell'intimo da queste parole, Kratos si distrae, dando così il tempo al vecchiaccio di spararlo giù dal picco con una banale saetta.[8] Così il fantasma di Sparta precipita per l'ennesima volta nell'Ade, dove perde tutti i suoi poteri[citazione necessaria] e la spada magica.

Chissà come, gli si presenta Atena, della quale evidentemente è impossibile liberarsi anche dopo averla trapanata a morte; ad ogni modo, l'eterea ex-dea gli dona delle nuove spade dette Lame dell'Esilio, giusto per ricordargli di quanto sia solo ora. Quindi inizia a sproloquiare riguardo i soliti obiettivi, missioni divine, oggetti sacri e gatti bellici: il succo è che, per battere Zeus, ora Kratos avrà bisogno non solo della spada, ma pure della fiamma dell'Olimpo, un nuovo espediente magico molto utile per allungare trame altrimenti piatte. Kratos, ormai rassegnatosi all'idea di dover sempre trovare qualcosa firmato dell'Olimpo® per completare le missioni del caso, si appresta a recuperare prima la spada, poi a uscire dall'Ade (il luogo). Ma Ade (il divino) gli sbarra il passo, deciso a uccidere lo spartano per rifarsi di non aver ufficializzato la morte della moglie nel primo spin-off; purtroppo per lui, Kratos gli frega le sue stesse armi e le usa per giocare con lui al gioco dell'impiccato. Letteralmente. Non pago di questo, gli prende anche l'anima, per poter pagare il casello alla fine dell'autostrada infernale. Uscito di lì, comincia la sua ascesa all'Olimpo, della quale fanno le spese la fedifraga Gaia,Elio decapitato e usato poi come lanternino e palla da basket durante tutto il terzo capitolo della saga, Ermes che dopo aver fatto capire al mondo intero di essere il centometrista più veloce della Grecia, riceve un delicatissimo intervento di amputazione alle gambe (rigorosamente con acciaio chirurgico), Ercole che prima di finire maciullato da Kratos si lamenta più volte di essere il figlio stronzo e rinnegato della famiglia, e che aveva dovuto affrontare 12 fatiche (come se vivere non fosse già difficile di suo), quella bagascia ubriaca di sua madre Era morta come un tacchino nelle mani di un americano nel giorno del ringraziamento, lo sbudellato Crono, uno scorpione di cristallo e svariati sacchi di carne nemici.

Il cliffhanger alla fine del terzo capitolo: Kratos tornerà!!! ...in altri titoli Sony.

L'unica che si salva è come al solito la gnocca di turno: Afrodite, ninfomane bisessuale con la quale Kratos cornifica più volte il gobbo Efesto, il quale non può però lamentarsene in quanto morto e squartato preventivamente (spoiler alert, il gobbo ha tentato di ucciderlo con il suo anello delle winx vinto nei sacchetti di patatine, e poi si lamenta di essere morto )[9].

Kratos, tra uno sbudellamento e l'altro, scopre che nella fiamma dell'Olimpo si cela -shock del pubblico- il vaso di Pandora già usato, ma per ottenerlo ha bisogno di una chiave umana. O meglio, di una bambina, per la gioia dei fan loli. O anche di Zeus, che lesto si muove per rapirla: lo scontro tra i due si risolve di nuovo a favore del vecchio barbuto, con l'aggravante di aver anche ucciso la bambina anonima e mal truccata. Come se tutto ciò non bastasse, il fantomatico vaso di Pandora non contiene altro che aria e ragnatele quando il fantasma di Sparta per aprirlo ci aveva messo la stessa enfasi di Link. Kratos sporge reclamo verso gli studios, ma in risposta i dirigenti lo mandano a quel monte, ovvero sulla cima dell'Olimpo, dove Zeus lo sta aspettando. Ma la riunione non si conclude certo lì: come in un Beatiful di serie B, dal nulla risorge Gaia e li mangia, prendendo poi un Maloox Plus per calmarsi lo stomaco. Lo scontro finale tra i tre si risolve con Kratos che infilza in un colpo solo i due con la spada dell'Olimpo e qualche mazzata dopo avviene un'apocalisse a caso. Dopo aver assistito a una scena extra direttamente da Ai confini della realtà, Kratos afferma di aver vinto grazie alla Speranza, finendo invece col sembrare un novello Che Guevara propagandista.

Potrebbe finire tutto qui, ma Atena si ripresenta per rompere ancora i maroni riavere il maltolto, assillando a tal punto Kratos da costringerlo a suicidarsi pur di non sentire più sia lei che i produttori Sony. Ma tutti sanno che il pizzettato anti-eore è restio a rimanere nell'Ade, quindi è probabile che presto lo si rivedrà a dar guerra al resto del sistema solare...

Curiosità

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Ormai Kratos è ovunque, perfino in Heavy Rain.
  • Attualmente è in lavorazione un altro prequel della serie, che svelerà nuovi retroscena del pizzettato anti-eroe, come ad esempio su come puliva casa propria da bambino con l'aiuto di un suo simile.
  • Il debutto di Kratos come nuova prostituta videoludica è iniziato nell'universo di Soul Calibur, dove l'incazzoso spartano venne allettato dall'offerta della Namco, consistente in un intero cast di pupazzi da allenamento, spesso erroneamente scambiati dai giocatori per altri personaggi. Guarda caso, nel gioco la modalità Storia è ridotta ai minimi storici, probabilmente a causa della paranoia dei produttori nel tentativo di evitare di dare poco spazio a Kratos.
  • Nel 2011, dovendo arrotondare lo stipendio, Kratos ha accettato di comparire anche in Mortal Kombat 9; lo spartano dalla capigliatura minimal è stato evocato dal malvagio Shao Kahn per essere reso suo schiavo e diventare così il suo guerriero più potente; tuttavia Kratos, ormai stufo di essere sfruttato dall'ennesimo datore di lavoro, si libera dall'incantesimo e, al grido di "trionfi la giustizia proletaria", esegue su Shao Kahn una plastica facciale con le Lame dell'Esilio. Nel suo finale, gli dei Raiden e Fujin donano a Kratos qualcosa che non aveva mai ricevuto da alcun dio: l'onore e il rispetto; Kratos, tornato nel suo tempo, li omaggia comprando la versione casalinga del primo Mortal Kombat, uscita in contemporanea agli eventi narrati nel suo secondo spin-off sulla sua esclusiva OlympusStation 2.
  • Originariamente Kratos doveva essere inculcato a forza anche in Street Fighter x Tekken, ma quando i dirigenti Capcom videro il suo brutto carattere nei confronti di chi lo aveva precedentemente ospitato decisero di ripiegare su un più blando Cole McGrath, il quale li ringraziò sovraccaricando i server della ditta.
  • Il più recente debutto di Kratos è come personaggio chiave nella versione Sony di Super Smash Bros. Brawl, dove il pelato eroe si deve menare di botte con pericolosi nemici del calibro di Parappa the Rapper e Fat Princess.
  • Un remake/sequel della serie è in arrivo per il 2017, anno in cui Kratos, non pago di aver distrutto l'Olimpo, andrà a rompere i coglioni agli dei Norreni per mettere a ferro e fuoco Asgard. Si porterà dietro anche un ragazzino, per cui sono già pronte le carte per l'accusa di plagio di minore.

Collegamenti esterni

Note

  1. ^ Sì, a quei tempi c'erano abissi senza fondo per tutta Sparta.
  2. ^ Ottimi se fatta alla brace e con un pizzico di alloro; Kratos aveva imparato dal cuoco spartano Alexandros Borghetzi.
  3. ^ Da lì è nata la battuta "Quanti dei ci vogliono per cambiare una lampadina?".
  4. ^ Gli servirà molto in futuro, oh se servirà...
  5. ^ Dove sia finita la moglie è tutt'ora oggetto di ricerca.
  6. ^ Zeus s'è incazzato da morire quando ha saputo che gli avevano plagiato i poteri.
  7. ^ Una giornata tipo, dunque.
  8. ^ Ma con la spada dell'Olimpo Kratos mica doveva essere invincibile?
  9. ^ Ed è pure così gentile da regalare un'arma nuova a Kratos prima di morire: che carino.