La strada che scende nell'ombra
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La strada che scende nell'Umbria è un romanzo fentesi pubblicato da Chiara Strozzala per la casa editrice «È in Audi» nel 56 d.C. in cui un gruppo di monarchi mafiosi chiede l'aiuto di altri mafiosi, banditi, ladri, terroristi e parcheggiatori in doppia fila per salvare il mondo, l'Umanità, ma soprattutto il Natale.
La trama
La vicenda si svolge nella misteriosa terra di Mafia, dove da un po' di tempo la gente scompare; misteriosamente in quanto, come ben sappiamo, la mafia non esiste.
Esiste, invece, una specie di enorme vichingo chiamato Magus che gira armato di una lancia magica in grado di fargli risolvere velocemente la constatazione amichevole, il quale dice di aver parlato con la profetessa Vanna Marchi che, previo pagamento, gli ha rivelato che gli otto peggiori ladri, stupratori, saccheggiatori, assassini e sottrattori di caramelle ai bambini salveranno il mondo.
Questi vengono, poi, obblig gentilmente invitati a rischiare la propria pelle e partono con il Magus alla ricerca della gemma bianca, una specie di mega-super-ultra amuleto contenente tutte le brutte cose del mondo, solo che invece di andare a sud vanno a nord e finiscono in un enorme castello dove vive il guerriero più forte del mondo. Il guerriero più forte del mondo che sembra uscito da un video dei Guns 'n' Roses è lì ad aspettare fino alla fine dell'eternità ed è felice di vederli perché dopo i primi trecento anni ha finito tutte le parole crociate e adesso, per passare il tempo parla col suo drago immaginario.
Poi compare il supercattivo, l'architetto, che porta un enorme sombrero per coprire l'acne ed è incazzato con il mondo perché non lo hanno ammazzato. Possiede superpoteri degni di ogni supercattivo che si rispetti: Evoca creature brutte e nere, né solide né liquide né gas che la Lega Elfa del Nord chiama subito extracomunitari, è in grado di riportare in vita i morti per farli votare, ma soprattutto è in grado di addentare un panino con abbondante ketchup senza schizzarsi la camicia.
Il suo migliore amico è il generale degli elfi.
Il generale degli elfi Amorannon Asduvarlun (per gli amici eeeh?), viene soprannominato "acciaio" per qualche inspiegabile motivo che di sicuro non ha nulla a che vedere con i baffi a zazzera, il frequente pugno alzato e l'abitudine di chiamare i soldati "compagno". Il generale Acciaio è una persona molto fortunata: ha una bellissima moglie, aspetta un bellissimo bambino, ha una bella casa, un giovane allievo e una spada portentosa. Nel corso del libro gli ammazzano l'allievo, promettono la sua donna ad un altro, gli rapiscono il bambino, gli bruciano la casa, gli rigano l'auto, gli sputano nel caffè ma, soprattutto, gli rubano la sua preziosa collezione di cerotti d'annata. Sconvolto dal dolore per la perdita dei cerotti, Acciaio si lancia all'attacco armato di uno stuzzicadenti avvelenato, ma muore grazie allo stratagemma adottato dai suoi nemici che gli preparano un buffet con le tartine di polenta di scarafaggio, unico punto debole di Acciaio; il generale si ferma a mangiare tartine utilizzando lo stuzzicadenti avvelenato e muore.
La vicenda si conclude con lo sbarco degli Americani che distruggono tutto con le bombe intelligenti e riportano la pace, la democrazia, il deserto e la radioattività nella terra incantata di Mafia e vi installano due basi Nato.
I Dodici dei
Nel prologo del romanzo Chiara ci racconta la creazione del mondo secondo la tradizione neo-ittita post-impressionista sopra-naif e sotto-al-letto. Scopriamo che in origine vi erano i dodici Dèi che vivevano nell'isola beata di Adhon-dil, dai cantieri abusivi così alti da non poterne vedere la cima. Essi erano:
- Donvitus, vecchio e saggio che distribuisce saggezza e giustizia e protezione su tutte le creature della terra e del mare e dell'aria e delle fogne e di cologno monzese, Amen.
- Sirdar, che ha la capacità di vedere il futuro e vi vede solo le proprie sfighe e le vede istante prima che gli accadano e quando le ha viste non è più in tempo per impedirle e si bestemmia da solo per questo. Amen.
- Shack-Huon, signore delle acque che vengono dal cielo e di tutti i mari e di tutte le pisciate, trattenute e non, che punisce i cattivi mortali facendo loro bagnare il letto. Amen.
- Pyroman dio delle ustioni e dei due di picche e delle ustioni della prima e dei suicidi per la seconda. Amen.
- Inkiostròs dio dell'ombra e delle creature che scivolano nell'ombra e dei sogni e delle apparizioni che non è cattivo ma solo triste e malinconico e non ha mai sorriso e quando si fa a gara a chi ride per ultimo vince sempre lui. Amen.
- Kheppàll, dio delle code in autostrada e degli ingorghi e della fila allo sportello e della burocrazia interminabile e ogni autostrada e ogni sportello pubblico è il suo tempio. Talvolta si palesa in forma umana, quale omino in motocicletta che distribuisce acqua agli automobilisti accaldati. Amen.
- Supinus, portaborse di Donvitus e faccendiere di Donvitus e braccio destro di Donvitus e lavapiatti di Donvitus e allacciascarpe di Donvitus e suo amante segreto. Amen.
- Herr-or 404, dio di internet e di tutti i contenuti multimediali che ha visto tutti i porno del mondo, anche quelli che devono ancora essere girati e che si diverte a spiarti mentre ti fai mia cugina. Amen.
- Gath-resh jo-ju tyklestr il cui nome in antico napoletano significa "Tra duecento metri svoltare a sinistra" ed è signore di tutti i navigatori satellitari e non e di tutti i "fuori rotta, ricalcolo" e di tutti gli omini nascosti nei navigatori satellitari. Amen.
- Mappork, dio degli scioperi ferroviari ed aerei e dei treni e dei voli soppressi e di tutti i ritardi e di tutti i bagagli spediti per sbaglio in Lontanonia Inferiore. Amen.
- Lorazepam dio delle droghe e degli psicofarmaci e dell'alcool e di tutte le sostanze che alterano la vita degli uomini e che è in grado con esse di indurre il riso e il pianto e l'arresto cardiaco e talvolta tutti e tre insieme e scende tra gli uomini per partecipare ai rave party travestito da uomo barbuto con guepière fucsia e occhiali verdi e nessuno lo nota mai. Amen.
- Jola Doh, dea della castità e della mortificazione corporale e di tutte le suore e di tutte le zitelle acide e che predica bene e razzola con chiunque le capiti a tiro. Amen(oche tu non sia davvero un cesso. Capita, amico.)
I dodici dei hanno una sola regola: non si fa fiki-fiki, tuttavia misteriosamente la casta e pura Jola Doh rimane incinta dopo nemmeno due mesi dalla creazione del mondo. Il saggio Donvitus ordina subito il test del DNA. Le analisi incastrano Sirdar, il quale aveva previsto la foratura del preservativo un attimo prima di venire e non era riuscito ad impedire il peggio; dieci dei e un ornitorinco di passaggio tirarono un sospiro di sollievo.
Si decide subito per l'aborto, ma suonano al campanello di casa. È il perfido Giuliano Ferrara, munito di Risiko. I dodici dei si mettono subito a giocare, dimentichi della gravidanza, finché, nel bel mezzo dell'invasione della Kamchatka, a Jola Doh si rompono le acque; molti critici ritengono che il colpevole fosse Shack-Huon, tesi avvalorata dal fatto che lui dovesse distruggere le armate rosa: la scientifica ne ritroverà, infatti, sedici ben conservate nel suo stomaco, ma stiamo divagando.
La dea partorisce aprendo le gambe e rivelando l'imboccatura di un tunnel munito di segnalazione di profondità e avviso di altezza massima. Dal tunnel escono, in ordine:
- Due autotreni
- Una punto gialla
- Un eurostar frecciarossa altavelocità (in ritardo)
- Un regionale per Livorno (in orario)
- Una anziana signora che si spaccia per Jessica Fletcher
- Uno stormo di folaghe
- Il sedicesimo battaglione dei bersaglieri, preceduto da fanfara
Infine fanno capolino due bellissimi bambini che cominciano subito a spaccare tutto. Donvitus, che sulle prime era stato sul vivi e lascia vivere, dopo aver visto il suo preziosissimo vaso ming made in China in finissimo polistirolo Andaluso andare in frantumi, decide che i due devono avere a tutti i costi un giocattolo da distruggere. Fu allora che i dodici dei crearono il mondo.
Il resto è storia moderna.