Lancio del giavellotto

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"Ceci n'est pas un giavellotte" di René Magritte.
« CAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAADE! »
(Boscaiolo durante una gara di lancio del giavellotto)

Il lancio del giavellotto è una disciplina dell'atletica leggera consistente per l'appunto nel lancio di un attrezzo in metallo verso la sagoma di un personaggio particolarmente odiato dall'atleta, con lo scopo di perforarla.

Storia

Storia antica

La storia antica di questo sport risale all'alto medioevo, in Inghilterra. Alla corte di re Artù si erano riuniti tutti i migliori cavalieri di quell'inutile fazzoletto di terra, con lo scopo di provare a difenderla dalle orde di invasori in possesso di un libro magico.

Mentre i cavalieri della tavola rotonda morivano uno dopo l'altro (o uno prima dell'altro, se per voi la storia scorre al contrario come per Merlino) Lancillotto forgiò un nuovo tipo di arma che prese il nome di...
Beh che cazzo di nome deve aver preso? Che pagina è questa? Quella sul grillotalpa? È chiaro che quell'arma prese in nome di giavellotto.
Quando Lancillotto scese in battaglia cominciò male: con la sua arma continuava a infilzare i compagni che gli stavano davanti. Di conseguenza fu mandato in prima linea, dove per la prima volta vide in faccia la morte. Da buon pusillanime si spaventò e lanciò in aria la sua arma, correndo a gambe levate. Il giavellotto si infilzò nella mano sinistra del condottiero nemico, quella che reggeva il manuale, e penetrò per tutto il braccio fino a raggiungere il cuore. L'invasione fu respinta, Lancillotto fu proclamato eroe della patria e il lancio del giavellotto divenne sport nazionale.

Storia moderna

Il lancio del giavellotto fu ignorato dal resto del mondo fino al 1966, l'anno delle Olimpiadi di Londra. In quell'edizione fu introdotta questa nuova disciplina dell'atletica leggera, con lo scopo palese di far vincere alla nazionale guidata da Fabio Capello senior almeno una medaglia, possibilmente d'oro. Non andò così.
L'oro andò all'atleta americano Usain Bolt, che percorse i 100 metri a cui aveva lanciato il giavellotto in meno di tre secondi, riuscendo a riprenderlo al volo e a lanciarlo nuovamente senza che gli occhi dei giudici potessero vederlo. Da quel giorno in poi nacque la leggenda di Alex Mattiuz.

Gli attrezzi

Il giavellotto

Il giavellotto è un'asta appuntita a un'estremità, costituita al 99% di metallo, con piccole percentuali di cannabis, uranio impoverito, sperma bovino e kryptonite. Il suo peso è per la categoria femminile di 400 grammi, per gli uomini di 7 chili.

La pedana

La pedana dove gli atleti prendono la rincorsa deve essere lunga 30 centimetri di dimensione artistica e larga altrettanto. Secondo le nuove norme però è la larghezza che deve essere di 30 centimetri di dimensione artistica e la lunghezza altrettanto.

Tecnica

Il magnifico duo: da sinistra Zelenka, il braccio, e Fosbury, la mente.

La tecnica moderna di lancio del giavellotto è stata introdotta nel 1984 da Dick Fosbury, noto fancazzista, in collaborazione con l'atleta ceco Radek Zelenka (primatista negli anni '80).
Prima di allora la tecnica era la seguente:

« Il lanciatore, seduto su una poltrona, deve sollevare il braccio che regge il giavellotto e, se vuole, allontanarlo da sé. Se lo fa il lancio è ritenuto valido, ma esso deve cadere a non più di un metro dal lanciatore. »
(Tratto da "Il lanciatore moderno", edizioni Astorina)

Questo metodo era usato da tutti per la sua facilità, però spesso le gare finivano in parità perché tutti lanciavano alla distanza di un metro, finendo parimerito.
Il duo Fosbury-Zelenka eliminò la poltrona e il veto di superare la distanza di un metro: fu una rivoluzione! Si scoprì che prendere la rincorsa contribuiva notevolmente, raggiungendo distanze prontamente depenalizzate. L'unico limite introdotto fu quello sulla massima rincorsa da prendere, pena l'annullamento del lancio.

Purtroppo tale tecnica fece la fortuna di tutti gli atleti tranne lo stesso Zelenka: egli era anche cieco, per cui fu l'unico a non poter approfittare della novità.

Voci correlate