Lev Trotsky

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(Rimpallato da Lev Trotskij)
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Lev Trotsky scrive una lettera di protesta alla redazione di Annozero per lamentarsi di un contenuto fin troppo parziale[1].
« D'un tratto la guerra ci rivela che procediamo ancora a quattro zampe e che non siamo ancora usciti dal grembo dell'era barbarica della nostra storia. »
(Lev Trotsky su cagne gravide.)

Lev Trotsky, detto Lev Tolstoj dai coglioni e Madonna che faccia da culo dagli amici (Yanovka, Pre-Unione Sovietica, 1879 - da qualche parte nel Messico 1940), è stato un tizio comunista russo. No, non era Lenin. E nemmeno Stalin. Ha anche svolto la carriera di scrittore, dal lunedì al venerdì eccetto festivi. Nei weekend si divertiva a sminare esplosivi in Uganda con una penna stilografica.

Uomo dotato di un grande spessore culturale, intellettuale e degli occhiali[2], fu uno dei principali fautori della Rivoluzione russa, celebre anche per essere stato uno dei più importanti imprenditori impegnati nella creazione e produzione del RisiKo!.

Biografia

Un giovane Trotsky nel 1897.
Elvis Presley, cantante preferito di Lev.

Origini

Lev Trotsky nasce nel 1879 sul pianeta Terra, al contrario dei suoi colleghi Lenin, Stalin e Kamenev che provenivano dalle viscere più profonde del Pianeta Soviet.
I suoi genitori erano contadini ebrei, che per risparmiare sulla sua istruzione lo mandarono a scuola da un esiliato in Siberia. L'esperienza fu particolarmente formativa per Lev, che si divertiva molto ad andare a imparare il russo nella baita dell'esiliato, la matematica nella baita dell'esiliato e la storia in una piccola scuoletta serale. No scusate, era la baita dell'esiliato.
Tornato in Russia nel 1902, conobbe in una discoteca piena di comunisti un tizio di nome Vladimir. Scoprì che era un uomo di sinistra con le palle, che quelli come Bersani se li mangia a colazione. La conoscenza di questa persona avvicinò molto Lev agli ambienti socialisti, ma quando Vladimir dovette partire per l'Africa per diventare produttore di vuvuzelas, lasciò a Trotsky il numero di telefono di un certo Lenin.
Nel 1903 finalmente conobbe Vladimir Ilc Uljanov, e notò che aveva gli occhi piuttosto piccoli: si accorse subito che non era europoide ma mongoloide, così si unì ai Menscevichi per contrastare lui e tutti i suoi amici cinesi.
Seguirono una moltitudine di viavai, e Trotsky finì dalla Russia all'Austria, dall'Austria alla Russia e dai party trasgressivi di Stalin alle festicciole tra amici di Kamenev. Non staremo qui a raccontare i particolari, perché la parte bella della vita di Trotsky comincia con la Rivoluzione russa, la parte antecedente è noiosa e a nessuno interessa sul serio conoscerla. Nemmeno se è una fottuta parodia.

Trotsky e la Rivoluzione russa

Negli anni della Prima Guerra Mondiale Trotsky visse nella neutrale Svizzera, a bearsi in mezzo ad alberi di cioccolata e tette di donne ciccione. Sempre in quegli anni disputò un incontro calcistico tra Francia e Arabia Saudita, giocando coi francesi, ma fu espulso quando tentò di abolire la proprietà privata affermando che il fischietto non apparteneva all'arbitro ma alla Lega Calcio.

Nel 1917, mentre in Russia si faceva la rivoluzione, lui stava assistendo a una partita dei Red Socks a New York. Quando seppe dei movimenti che stavano avendo luogo nella sua patria, tornò in Unione Sovietica in Russia e decise di allearsi nuovamente con il Partito comunista. Lui voleva stare con i menscevichi; questi ultimi tuttavia in quel periodo non se la passavano tanto bene, quindi decise di fare il Capezzone della situazione e si schierò con i bolscevichi di Lenin. Successivamente i menscevichi sarebbero stati cacciati fino alla morte da lui, dal suo esercito e da qualche bracconiere maniaco, e i suoi ex-compagni giustiziati per suo ordine. Si definiva un uomo coerente, ma aveva qualche problema cerebrale o comunque non aveva mai aperto un vocabolario, dato che pensava che l'in davanti agli aggettivi fosse rafforzativo.

Lenin e Trotsky fotografati insieme nel 1918 a Saint Petersburger King.

Quando Lenin & Co. presero il potere, il neanche 30enne Lev Trotsky fu nominato Commissario Basettoni degli affari esteri, con lo scopo principale di negoziare la pace con la Germania e anche una roulotte da usare come contenitore di corpi di dissidenti politici, ma anche per scopo personale. Sperò comunque in un raptus dei soldati tedeschi in modo da farli ribellare agli ufficiali per protestare contro la mancanza di riviste porno nelle caserme dell'esercito, e in un calo prezzi delle roulotte in modo da comprarla in Russia. Così il 10 febbraio del 1918, giornale sotto braccio, tante speranze in testa e un bel po' di panna a sporcare i suoi baffi, montò sulla sua vecchia roulotte e se ne tornò a Mosca. No, scusa, a San Pietroburgo. Ma quale diavolo era la capitale della Russia a quei tempi?

Si prosegue: purtroppo i sogni di Trotsky non si avverano; niente ribellioni né sconti, e allo stato Sarmatico tocca firmare il trattato di Brest-Litovsk per pararsi il culo. Il trattato fu penalizzante ai danni del nuovo stato comunista: prevedeva la negazione del principio dell'autodeterminazione dei popoli, varie sanzioni economiche e l'espulsione dalla Champions League. Firmato il trattato, Lenin se la prese con Trotsky che non aveva fatto il suo dovere, e rivelò in un'intervista:

« D'eh, fossi stato Guglielmo II ce l'avrei investito con quella stracazzarola di roulotte. »

L'armata Rossa

La potente Armata Rossa di Trotsky nell'atto di trucidare l'ultima lurida resistenza zarista di plastica anti-rivoluzionaria.

Nel 1918 i russi si accorsero che c'era qualche rompi-balle che non era a favore della rivoluzione, in particolare quei rosiconi degli zaristi stavano mettendo in piedi l'Armata Bianca e accumulando munizioni stipando migliaia di palle di neve da usare contro i comunisti. Lo stesso anno Mussolini si rase per la prima volta.

Lev Trotsky, che tanto non aveva niente da fare, decise di mettersi a costituire l'Armata Rossa da sé. Fece un breve giro di telefonate e in poco tempo il suo esercito purgante fu pronto. Il reclutamento fu effettuato in alcune celebri birrerie di Mosca e San Pietroburgo, tutt'oggi la data del reclutamento è festa nazionale, con il nome però di Festa di San Patrizio.

L'Armata Rossa doveva essere chiamata originalmente The Trotskies, ma il nome fu modificato in Советская Армия, ovvero Cobetckar Apmn, che sta a significare Armata Rossa. Il nome fu scelto quando Trotsky notò per la prima volta la bandiera dell'URSS, incredibilmente dello stesso colore delle mutande che soleva indossare a Natale. L'armata fu attiva fino al 1992 e tra i più significativi generali vanno citati Georgij Zukov, Andrej Grecko, Vladimir Putin e Roman Pavljucenko. Tra i tenenti più famosi va ricordato Andrij Shevshenko.


Trotsky spiega a Vespa i piani di collettivizzazione delle terre. Gli consiglia anche un prodotto per la ricrescita dei capelli.
« Guarda che ciuffo che c'ho! »

Stalin al potere

Un giorno del 1924 Lenin ebbe la brutta idea di morire, in un incidente stradale con la sua carrozzella. Si discusse a lungo su chi dovesse diventare dittatore presidente dell'URSS dopo di lui, se Lev Trotsky o Josif Cuore di Ferro detto altresì Popeye. Stalin riuscì ad abbindolare le masse con i suoi discorsi sulla Lokomotiv Mosca, e proclamò l'inizio degli anni della Lotta al Trotskysmo. Il fondatore dell'Armata Rossa non fu altrettanto convincente con i suoi papielli sull'autodeterminazione dei popoli.

Stalin inoltre fondò un triumvirato, che chiamò trojka (cui partecipò anche Kamenev[3]) e i seguenti furono i motivi della discordia tra Lev e Josif:

  • Stalin voleva che l'URSS si basasse su un triumvirato (Capo del Partito, Capo del Governo e Capo dello Stato, + 1 se ci aggiungiamo il capo d'accusa). Inoltre voleva che la Rivoluzione non si estendesse al di fuori della Russia, poiché era geloso e la voleva tutta per sé.
  • Trotsky voleva fare tutto il contrario di Stalin.

In ogni caso, Stalin e i suoi finirono al potere, Trotsky all'opposizione. Per protestare contro questo governo, nel 1927 Lev organizzò una sagra del cioccolato alla fragola per far scendere in piazza i dissidenti del partito stalinista. La sagra ebbe un notevole incasso, che andò in beneficienza. Trotsky fu invece espulso dal Partito Comunista Sovietico per doppia ammonizione: la prima l'aveva ricevuta quando aveva scureggiato durante un'assemblea.

Il 17 gennaio 1929 Trotsky fu esiliato in Kazakistan, successivamente in Turchia, Francia e Norvegia.


Ti interessa davvero sapere dove se ne è andato Trotsky alla fine? Leggi il paragrafo seguente!
In Messico

Todos en Mexico!

« Scusi, ma poteva almeno usare una falce o un martello no? »

Trotsky, cacciato da tutte le città europee in cui aveva tentato di rifugiarsi, scappò infine in America, stabilendosi a casa del pittore Diego Rivera. Lev, che per sua natura era incline a combinare casini, pensò bene di trombarsi la moglie del pittore e fu cacciato anche da lì. Poco dopo scrisse La Rivoluzione tradita. Diego Rivera commentò:

« Guarda, stronzetto, che io mi chiamo Rivera non Rivol... Rivlo... Insomma ci siamo capiti. »

Nel 1940 Trotsky fondò la Quarta Internazionale per contrapporsi alla Terza Internazionale di Stalin, che la prese male e fondò la Quinta Internazionale; Trotsky a quel punto fondò la Sesta. Alla Ventiduesima Internazionale Stalin si ruppe davvero i coglioni e gli mandò alcuni sicari capitanati dal pittore Siqueiros (ma quanti pittori ci sono in Messico...), armato di cacciavite, ai quali Lev riuscì miracolosamente a sfuggire. Non fu altrettanto lesto quando tale Ramon Mercader, attore fallito ma cognato di Vittorio de Sica, a sua volta padre di altro attore fallito, decise di non adoperare il cacciavite e lo prese a picconate in testa su ordine del KGB per il quale lavorava come spia e giullare. Il trauma non uccise Trotsky sul colpo, ma la piccozza piantata nel cervello lo fece delirare a tal punto che durante i tre giorni di agonia precedenti alla sua morte scrisse il Mein Kampf.

Bibliografia

« Amo passare le giornate in biblioteca! »
(Qualcuno, sicuramente non Trotsky.)
Lapide dedicata a Trotksy. Peccato gli abbiano sbagliato il nome

Cinema e TV

Curiosità

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  • Trotsky era abbonato alla rivista Picconi & Piccozzi.
  • Quando Lenin dormiva, Trotksy si faceva qualche giretto sulla sedia a rotelle sbattendo contro la biblioteca di Stalin, facendone cadere tutti i libri.
  • Quando Trotsky dormiva, Ramon Mercader prendeva il suo cranio a zappate.
  • In Italia non ci sono trotskisti perché nessuno sa come si scrive "trotskisti".
  • Trotsky rientra nella lunghissima lista delle persone che hanno conosciuto tua sorella

Note

  1. ^ Quello stesso giorno si lamentò anche con Forum per una bestemmia in diretta.
  2. ^ Tipo quelli di Milhouse.
  3. ^ Ma alla fine chi diamine è questo Kamenev?