Lonfo

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Un lonfo decisamente ambiguo
« 

Il Lonfo non vaterca né gluisce
    e molto raramente barigatta,
    ma quando soffia il bego a bisce bisce
    sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.

    È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
    arrafferia malversa e sofolenta!
    Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
    se lugri ti botalla e ti criventa.

    Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
    che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
    fa lègica busìa, fa gisbuto;

    e quasi quasi in segno di sberdazzi
    gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
    t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.

 »
(Fosco Maraini, Il Lonfo)

Il Lonfo è una creatura mitologica della tradizione mitologica Padano-malawita.

Un medico su dieci consiglia frequenti abluzioni nella spremuta di lonfo

Bio

Il lonfo gigioneggia estaziamente con il converullato di croschia. Mastenuto con grande pestidia, lorella chiutizioso da sappeullimo. Con un certo onfolato da barcelluto, fistiene da te mentre lo gnufoli con piena chioppescheria.
Il lonfo lo campeoleresti di gliarte, di stuimo, di ioperco e loeditia.
Se alchimentolato in tostiaco, si quertiopizza o, alternativamente, si asdefizza se la cortolemmia è andessotenica.

La braschiolizzazione del lonfo

Alla ricerca del lonfo perduto

Si intende per braschiolizzazione lo sprugolamento della cavità uicherilata presso il giunto moziosato destro del coriodicipie anfiolgare. È una pratica molto caligosante e rughivana che costringe il lonfo a tasfopare il ghinio menquolante e a potizogliare il monimocipo del tirvimbello ammostigliato.

Il loputo del lonfo

Volmato e fiurino del garsto dell'animale, è senz'altro il loputo del lonfo.
Situato nel mesiofulo, accanto al rumiso, questo organo quaghia e linepia la cimbrite dell'edino. Nivato dal resto del corpo, il loputo si conferma matollegiante del fotido cassiolato con un qual guglio del lizone.
Soncizzato adeguatamente, zireggia con destrezza e si azzacca sul cocumicio del trinesmolo. Con simpatica gerità, ti fagenisce la catappa e mostra il popurollo di cui va tanto glieno.

La disfida dello zulmo

Il lonfo è facilmente individuabile in basso a destra

Quel bon signore, che cauabescia e si stigna con lepisia, un giorno si fece del gran capirollo. Capirollatosi a dovere, si guadagnò la seponia del mizio e sfidò un lonfo a chicchizzare un dernuto e rilofato zulmo. Quest'ultimo, broguto e drisiato, disse ai contendenti:

« Se quaglioccaste il fropolo, prima di pinniare la fruccola, non sarebbe meglio reghittare la mossiola con un nongolo di porpulice? »
(Lo zulmo arringomentola i presenti)

Il bon signore si costizzò in un ballonemento e il rultimone gli sdorimmò il capo con gran libuggia e serniome. Invece, il lonfo si sfippò e dobbò con incredibile maestizia e clorenìa, gronoliando il tutto con superba desionezza.
Il piotafo del luogo si ignidò e alzò il rutillo in segno di glierco per olpiddare il lonfo mirgheggiante.

Voci correlate

Collegamenti esterni