Malala Yousafzai

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Grazie alla polemica sollevata da questo articolo
Malala Yousafzai ha ottenuto il Nobel per la pace
il 10 dicembre 2014
(seppur "ai mezzi" con Kailash Satyarthi)
Siamo tronfi di orgoglio!
- «Chi è questa ragazza, mammina?»
- «Si chiama Malala e si batte affinché le bambine del suo paese possano andare a scuola.»
- «Ah, ho capito: è una stronza!»
« Le donne del Pakistan hanno diritto allo studio! Leggeremo i libri contro il volere dei talebani! Cosa possono farci, spararci in testa? »
(Malala Yousafzai che suggerisce involontariamente una soluzione ai suoi nemici.)
« Non odio il talebano che mi ha sparato, l'Islam è una religione di pace e di perdono, ma i killer ceceni che ho incaricato non sono sicura che seguano il corano. »
(Malala Yousafzai nel suo discorso alle Nazioni Unite.)
« Cioè, ma vi rendete conto? È SCANDALOSO: questa si batte affinché le donne musulmane possano leggere i libri di Fabio Volo. »
(Contropropaganda talebana)
« Sembra che solo quando decine di scuole sono state distrutte e centinaia di altre chiuse l'esercito pensi a proteggerle. Dovrebbero prendere esempio dal governo italiano, loro sì che trovano tempestivamente una soluzione ai problemi. »
(Niente, ci prendono per il culo anche i kebabbari.)

Malala Yousafzai, in lingua pashtu ملاله یوسفزۍ, che significa "Colei che rompe le uova... nel paniere", (Mingora, 12 luglio 1997 - C'è mancato poco, 9 ottobre 2012) è una studentessa e racchiona attivista pakistana. È la più giovane candidata al Premio Nobel per la pace, sfuggitole a causa delle ben più alte e nobili ragioni dell'OPAC (Organizzazione per la proibizione delle scorregge ad alta densità e delle altre armi chimiche). All'età di tredici anni è diventata celebre per il blog, da lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani nella valle dello Swat[1], da sempre contrari ai diritti delle donne (come ogni uomo di buon senso). Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa da uomini armati, saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava da scuola. La ragazza è sopravvissuta. In seguito è stata curata in un ospedale di Londra, dove ha imparato che il Gin Fizz non si fa con l'acqua tonica e, soprattutto, per via endovenosa non lo si apprezza al meglio. Il 10 ottobre 2013, qualche mese dopo il mancato Nobel, è stata insignita del Premio Kalashnikov per la libertà di pensiero, infatti hanno pensato tutti liberamente che era un'emerita cazzata darlo a lei, ma troppo tardi.

Biografia

- «Finalmente possiamo leggere!»
- «Io continuo a non vedere una minchia!»

Malala nasce a Mingora, nella valle dello Swat, freddissima località circondata da alte vette e ambita meta per gli appassionati di sci pakistani. Suo padre è un paffuto commerciante di unguenti per i geloni, attività economica prevalente nella regione. La madre svolge invece le mansioni tipiche di una donna della sua terra, che corrispondono a quelle del nostro somaro.
La nascita di Malala è permeata di buoni auspici, una sua lontana cugina era nata con la camicia, lei direttamente col burqa. Inoltre, uno scorpione Belfagor gli ammazza il nonno, e ciò è considerato evento di grande letizia. Ad appena nove mesi riesce già a pronunciare le prime parole: mamma, papà e kalashnikov.
A sei anni sa leggere, ma il regime talebano lo vieta alle ragazze e quindi finge di non saperlo fare. Per anni è costretta a nascondere questa sua agiatezza con i vocaboli, accrescendo segretamente la sua cultura sulle uniche pubblicazioni che è possibile tenere in casa senza destare sospetti: i libri di religione del padre e i ricettari della madre. Alla fine è leggermente confusa, è convinta che le patate al cartoccio saranno l'arma finale della jihad, e che Maometto sia morto mantecato nel barolo. I talebani sono comunque molto sospettosi e mettono spesso alla prova, occorre estrema cautela.

« Ehi tu! Piccola palla di sterco insignificante, cosa c'è scritto in questo passo del Sacro Libro? »
(Classico approccio dei talebani con le ragazze.)
« Non saprei! Magari che la tua ascendente diretta femminile intrattiene rapporti tutt'altro che platonici con un balzano da due. »
(Tipica risposta da furbetta.)
«Sarà meglio cercare di imparare a leggere davvero, o prima o poi finisce che se ne accorgono...»
« Eh?! Sei proprio ignorante! C'è scritto: Diffida di chi cerca di ingannarti con parole incomprensibili. Sparisci analfabbeta! »
(Uno che è furbo.)

La sua può essere definita una famiglia agiata, possono permettersi anche un computer, un Osama BL2 con processore a legna. L'informazione piomba nella vita di Malala gradualmente, gli unici siti visitabili sul web pakistano sono: www.oseitalebano-oseimorto.pk, www.pregAllah-qua.pk e www.fammenapompa.it (stranamente sfuggito alla severa censura del Paese). Grazie ad uno smanettone-pippaiolo di Bari, apprende i rudimenti dei surfing anonimo ed aggira i controlli. A questo punto resta di sasso: in quasi tutti i paesi del mondo le bambine ricevono un'istruzione, leggono e vanno a scuola, magari controvoglia, ma possono andarci. Ovviamente non è tutt'oro quello che luccica, ci sono paesi africani in cui le scuole sono solo delle capanne di fango, altre in cui i bambini devono fare più di cento km per andarci, c'è una nazione che ha addirittura come ministro dell'istruzione una cretina che scambia i neutrini per disoccupati abruzzesi che scavano nottetempo misteriose gallerie per emigrare in Svizzera. All'età di tredici anni diventa celebre per un blog, da lei curato per la BBC, nel quale documentava e criticava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne. Era una trappola, non stava scrivendo per la British Broadcasting Corporation, bensì per la Botte Burqa e Cazzo, una frangia estrema di fondamentalisti islamici dell'Andokazzostan. L'organizzazione era collegata ai gruppi talebani del Kashmir, detti i "morbidosi" per la loro ferocia. Dalle prime velate minacce, che consistettero nello sterminio dei parenti di primo e secondo grado, si passò velocemente all'intimidazione: con alcuni colpi di pistola diretti alla sua testa. Sopravvissuta all'attentato, Malala è diventata un simbolo per tutte le donne del Pakistan stanche di questa discriminazione, alcune di loro ancora vive.

Candidata al Nobel

All'OPAC, per gli amici Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, era una giornata come le altre. La telefonata per il Nobel giunse inaspettata.

Il 1 febbraio 2013 il partito laburista norvegese promuove ufficialmente la candidatura di Malala al Premio Nobel per la Pace. Parallelamente, i loro avversari politici di sempre (i deputati del Movimento Capitan Findus) propongono invece l'OPAC. I meno informati si staranno chiedendo cosa minchia sia l'OPAC, altri che la conoscono bene si chiedono probabilmente cosa cazzo ci possa entrare col Nobel, tutti gli altri sono pagati da Capitan Findus e quindi hanno la bocca cucita. Come molti sanno, il premio Nobel porta con sé una milionata di euro, fattore di sicuro interesse per una ragazzotta cresciuta a focacce di grano saraceno. Per l'OPAC sono invece pochi spiccioli, evidentemente la posta in gioco è di ben altra natura. All'epoca era impegnata a cercare le armi chimiche in Siria. Bashar al-Assad, l'attuale presidente di quel paese, le ha nascoste così bene che nemmeno Lazzarone (un lagotto romagnolo di sette anni e tre volte campione italiano di caccia al tartufo) le ha trovate. Assad non ha mai negato di averle, anzi l'ha sempre sbandierato, con l'obiettivo di rappresentare un importante attore degli equilibri mediorientali. Quindi, in attesa che si decida a farle venir fuori, dopo aver "beccato" il giusto tornaconto, il Nobel per la Pace è stato dato con la formula "a fidasse" all'OPAC, che gestirà in futuro questa missione, se mai ce ne sarà bisogno.
Forse il discorso è stato un tantino complicato, proviamo a semplificare. Immaginiamo il sindaco del comune di Codrongianos (SS) che conferisce ogni anno il premio "cittadino modello" a chi raccoglie la merda del proprio cane sul marciapiede. Se proponesse per il premio un tizio che nemmeno si sogna di possedere un cane e, di conseguenza, non si è mai posto il problema di raccoglierne la cacca, l'episodio puzzerebbe di nepotismo[non certo di merda] e farebbe girare le palle agli altri cittadini, a ragione.
Ad ogni modo Bashar al-Asad, chiaramente contrario all'assegnazione ad entrambi i candidati, ha commentato così:

« Non si potrebbe riassegnarlo a Barack? O magari a Nethanyahu? Datelo a chiunque ma non a quella scassa falafel, non a quei pacifisti, vi prego! »
(Al-Assad, poco prima di scoppiare a piangere.)

Poi, per sfogarsi un po', ha ordinato alle milizie di sterminare un paio di migliaia di rivoltosi.

Il discorso alle Nazioni Unite

Frammento del suo discorso alle Nazioni Unite: «Pensavano che i proiettili ci avrebbero messi a tacere, ma hanno fallito. Anzi, dal silenzio sono spuntate migliaia di voci, io ne sento distintamente tre: quella di Martin Luther King, quella di Nelson Mandela e quella di Donald Duck, che però non capisco molto...»

Riportiamo i passi salienti del discorso di Malala Yousafzai al Palazzo di Vetro di New York.

« Onorevole Segretario Generale, spettabile Presidente dell'Assemblea, rispettati anziani, miei cari fratelli e sorelle, amici vicini e lontani, nonna Heflan e "Trapano Arabo" su Facebook: Assalamu alaikum. Oggi è un gran cul onore per me tornare a parlare dopo un lungo periodo di tempo. Voglio ringraziare Dio, per il quale siamo tutti uguali, anche voi porci miscredenti, e ringraziare tutti coloro che hanno operato per una mia veloce guarigione e nuova vita, incuranti delle minacce talebane. Pace all'anima loro. »
(Saluti e ringraziamenti di rito.)
« Sono qui per dare il mio appoggio all'Iniziativa Globale "Prima l'istruzione", e al lavoro dell'inviato speciale Gordon Brown. Anche se non hanno mai dovuto schivare le pallottole, essi continuano a stimolare tutti noi ragazzi a combattere e morire per i nostri diritti. I talebani mi hanno sparato in fronte, ma nulla è cambiato nella mia vita. A volte parlo in dialetto catanese e nessuno si spiega come sia possibile, ma le mie ambizioni sono sempre le stesse, le mie speranze e i miei sogni sono gli stessi. Però sul Nobel per la Pace c'ho fatto la croce. »
(Frecciatine di rito.)
« Cari fratelli e sorelle, abbiamo capito l'importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto le armi. Il saggio proverbio "La penna è più potente della spada" dice la verità, però se mi davano una "librata" in testa non stavo così. Facciamo appello a tutti i governi affinché garantiscano un'istruzione obbligatoria e gratuita, in tutto il mondo e per ogni bambino. Cerchiamo però di evitare il modello italiano, che è obbligatorio ma i libri costano una cifra spropositata, e cambiano ogni anno, pure il vocabolario di greco che è la stessa lingua da "uno sgrullo"[2] di secoli. »
(Precisazioni necessarie di rito.)

A sinistra: armi di distruzione di massa.
A destra: armi d'istruzione di massa.

« In molti paesi i bambini sono vittime del lavoro minorile, le loro scuole sono state distrutte, le ragazze devono lavorare in casa e sono costrette a sposarsi in età precoce. Mia cugina Eli-Sabeth Grigoracy ha dovuto sposare un vecchio sceicco bavoso; ora ha sei colf e un autista privato che la porta a fare i massaggi tutti i giorni, ma nel profondo del suo cuore non avrebbe voluto tutto questo, lo voleva ricco e sotto i quaranta. »
(Divagazione personale di rito.)
« Cari fratelli e sorelle, non dobbiamo dimenticare che milioni di persone soffrono la povertà, l'ingiustizia e le larghe intese. Cerchiamo di condurre una gloriosa lotta contro l'analfabetismo, il razzismo e gli ebrei. Un bambino, un libro, una penna e un insegnante, possono cambiare il mondo, se sopravvivono almeno un paio di trimestri. L'istruzione è la prima cosa, un buon pronto soccorso la seconda.
Grazie. »
(Conclusione di rito.)

Lo scippo del Nobel

Il Nobel per la Pace all'OPAC è stato definito: "un vero e proprio furto ai danni di Malala". In collaborazione con la "Internescional Stamp Agenzi" di Casarsa della Delizia (PN), possiamo mostrare alcuni scatti inerenti la polemica.

Premi

Nella sua breve ma intensa carriera Malala ha vinto svariati premi:

  • Il Nobel per la pace Sezione Giovani, che è un po' come vincere Sanremo Giovani.
  • Il National Malala Peace Prize, come se Gene Gnocchi vincesse il Premio Gene Gnocchi per l'evve moscia.
  • Il premio di spelling della quarta elementare: ha fatto perfettamente lo spelling di أناأكلالموزعنتمطرفرجوكانلطقسيئا. Beh, provateci voi.
  • Il premio "ti spacchiamo la faccia, bambina insolente", conferitogli dal capo dei talebani Falafel Al-Salam, come segno di rispetto.
  • Il premio di Miss Burka-Burka conferitole dalla Presidenza del Consiglio italiano.
  • Un bel proiettile in faccia, massima onorificenza per una ragazza pakistana.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

Rosalia Porcaro e Malala Yousafzai, gemelle separate alla nascita

Voci correlate

Note

  1. ^ Noto luogo di villeggiatura delle forze speciali di polizia degli States
  2. ^ Enorme quantità.
  3. ^ Che paradossalmente è l'anagramma di buca.
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 24 novembre 2013 col 41.2% di voti (su 17).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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