Manfred von Richthofen
Il Barone rosso, alias Manfred Albrecht Freiherr Frau Blucher von Richthofen, nato per errore e morto per sbaglio, fu un famoso aeromodellista crucco.
L' infanzia
Manfred Von Richtofen nacque da bambino in un' impervia regione dell' Impero austro-turcomanno posta tra il Baden-Baden , il Baden-Wurtemberg e il Wurtemberg-Wurtemberg. Di nobili origini, Manfred e i fratelli Lothar e Wolfram erano i tre figli maschi del barone Leopard Von Richtofen, e della moglie baronessa Berta, detta la Grande.
Nato il 29 febbraio del 1889, anno bisestile, fin da piccolo sviluppò un carattere estremamente rancoroso dovuto probabilmente al fatto che festeggiava il compleanno ogni quattro anni, il che lo portò ad odiare i suoi coetanei e a sviluppare tendenze omicide.
È accertato che avesse sviluppato l' abitudine di adescare i pettirossi con una mangiatoia di molliche di SchwanzerTorte, una leccornia locale, per poi abbatterli con una pistola ad acqua caricata con una soluzione a base di Zyklon B donatagli dallo zio Himmler Von Richthofen, giovane promessa della ricerca presso la "Libera Università Farmaceutica per le Soluzioni Finali" di Totenkopf, in Tubingia.
Di grandi capacità atletiche, tiranneggiava i giovani fratelli imponendogli prove direttamente tratte dal "Crepuscolo degli dei", l' opera lirica preferita dal padre, che conosceva a memoria e recitava spesso mentre si tagliuzzava le braccia con un' ascia bipenne, prova questa di un carattere già maturo e incline alla meditazione.
Nel febbraio del 1898 seppellì il giovane Wolfram sotto una montagna di merda di cavallo, lasciandogli fuori solo la faccia dal naso in su. Successivamente, pentendosene, gli cagò in testa per completare l'opera. Questo per dire che anche un carattere guerresco e virile come il suo sapeva essere capace di inventare burle cameratesche e scherzi spiritosi.
È dello stesso periodo la marachella che lo vide nascondere il set di coltelli da scalco del padre nelle brache del mezzadro, il quale aveva l' abitudine di infilare i pantaloni alle quattro del mattino al buio, ancora mezzo addormentato prima di andare a lavorare i campi. Lo scherzo riuscì alla perfezione e Manfred fu molto festeggiato a cena dalla famiglia, mentre il padre Leopard per il divertimento di tutti imitava i goffi versi del contadino che aveva raccolto i propri testicoli dal risvolto dei pantaloni. Questo a riprova del fatto che le lame di acciaio di Solingen, se correttamente affilate, non hanno nulla da invidiare ai coltelli fabbricati a Toledo.
Di temperamento deciso, sfidò a duello il figlio del vicino, Hildebrand Von Brandenhild, che scelse come arma la fionda con l’ elastico. Il furbo Manfred attese che l' altro lanciasse il suo sassolino di dieci centimetri e successivamente gli tirò una delle palle di Natale in vetro di Murano di proprietà della madre riempita di acido muriatico.
Anche questa volta il successo fu assicurato; un po' meno l' approvazione della famiglia che era debitrice dei Brandenhild per mezzo milione di svanziche di Re Gustav. Il giovane Manfred fu internato nel collegio punitivo della Marina del Reich a Impalatur, sul lago Bainkul.
La giovinezza
A Impalatur il giovane Manfred divenne subito noto, grazie alla purezza dei suoi lineamenti, come "La vergine di Norimberga", e dopo qualche settimana curiosamente soltanto come "Di Norimberga"; cosa veramente strana visto che era del Wurtemberg-Wurtemberg.
Furono anni in cui il suo spirito guerresco fu piegato alla rigida disciplina vanto dell'esercito del Reich Tedesco e il suo corpo rotto a tutte le fatiche. Invero non dappertutto allo stesso modo.
Quando il giovane Manfred uscì da Impalatur era un guerriero compiuto e fu subito assegnato alla sua prima unità di linea.
Selezionato per le sue caratteristiche caratteriali, fu deciso che avrebbe operato con il IV Battaglione Assaltatori Psicopatici Assaltatori: un'unità d'élite che aveva la caratteristica di guidare gli attacchi più temerari, nel fango e a sprezzo dei più devastanti cannoneggiamenti, perdendo tradizionalmente in ogni azione almeno il 90-95% degli effettivi.
Fu in questo periodo che, in vista dello scoppio delle ostilità, curiosamente sviluppò uno spiccato interesse per l' aeroplano.
Subito notato dal comandante del suo reparto, il nobile Herrmann Von Bondage-Fetisch poi noto nel dopoguerra col nome d'arte di Marlene Dietrich, venne da questi agevolato nelle sue aspirazioni, secondo i più critici grazie al fatto che si recava spesso negli alloggi privati del comandante in accappatoio e recando con sé una sella e degli speroni.
Comunque sia, nel 1914, in coincidenza con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si diplomò primo del suo corso alla Scuola di Guerra Aerea “Dick Dastardly”, di Bratwurst in Bassa Sassonia. Entrò nel suo reparto, il Jagdgeschwader JG 69, nel dicembre del 1914, in piena offensiva del fronte occidentale.
L'asso degli assi
Il giovane Manfred si rivelò da subito un pilota di razza, e nel primo mese di guerra aerea abbatté ben 20 aerei; cioè in media un velivolo al giorno, considerando che in Germania già alle quattro di pomeriggio del Venerdì non lavora più nessuno.
Alle sue spiccate doti di pilota e di tiratore[citazione necessaria], si univa il fatto che i tedeschi all’inizio della guerra avessero un enorme vantaggio tecnologico sugli avversari, avendo inventato il triplano Fokker che aveva in tutto sei ali, contro le quattro ali dei biplani avversari: un vantaggio incredibile, se si pensa che avevano il 50% di ali in più, e si sa che in un aereo le ali sono veramente importanti, in quanto senza di esse non vola.
Sia come sia, presto il nome del giovane Barone Von Richthofen divenne famoso, e venne pronunciato con esultanza dai camerati, e
con timore reverenziale dagli avversari e negli ambienti gay di Monaco di Baviera.
Il ritmo degli abbattimenti cresceva di settimana in settimana, e di mese in mese.
Il 22 maggio del 1915 sulla Somme abbatté ben 3 avversari in pochi minuti: due mitragliandoli da breve distanza e l'ultimo, avendo le mitragliatrici inceppate, colpendolo dall’alto con una palla di natale piena di acido muriatico. Il ridente paesino di Minch-de-Muert prima e dopo la “settimana dei buchi roventi”, 10-17 novembre 1917. L’8 giugno, per poco non abbatté il famoso asso inglese Philip Morris, e in ogni caso lo costrinse alla fuga con l’aereo che fumava e il motore che tossiva.
Per il Capodanno del 1916, aveva 60 vittorie confermate, più altre 135 che si era palesemente inventato, dichiarando fra l’altro di avere abbattuto in duello il Presidente Roosevelt e Mao Zedong. Questo faceva di lui il più grande asso tedesco vivente, ma la pressione psicologica che il ruolo di campione dell’intera nazione gli imponeva iniziava a farsi sentire. Per di più, era già stato abbattuto per sei volte, l’ultima delle quali procurandosi la frattura di entrambe le orecchie, e stava perdendo fiducia nella propria buona stella.
Il Barone rosso
Il Prof. Ango Ango progettò aerei aventi dodici ali. Con l’inverno 1916-1917, il più duro inverno di guerra per l’esercito tedesco, iniziarono i rovesci militari, sia in terra che in cielo. Gli anglo-americani avevano recuperato il vantaggio tecnologico sui tedeschi, dimostrando che le due ali in più non servivano a un cazzo, anzi erano decisamente d’impiccio. Il progettista della Fokker, Ango Ango, si suicidò ingerendo un cocktail micidiale di Apfelsaft e succo di crauti. I compagni di Von Richtofen cadevano come mosche, consapevoli della loro inferiorità numerica e tecnica. Man mano che i piloti esperti venivano a mancare, venivano sostituiti con gli autisti dei tram di Berlino, i quali, tranne che in qualche caso eclatante, diedero scarsi risultati nella moderna guerra aerea.
E qui emerse il carattere del capo, che solo i grandi della storia possiedono e che da solo può cambiare le sorti della battaglia.
Manfred Von Richtofen, nel frattempo divenuto Comandante di Squadrone ( in tedesco, secondo la chiara e rigorosa gerarchia militare dell’esercito del Reich, "Obergeschwadermeisterfieldmarschall"), volle infatti che il proprio aereo fosse dipinto in rosso scarlatto, come sfida aperta nei confronti dei nemici.
Era nata la Leggenda del Barone rosso.
Fu subito imitato dagli alti membri dello squadrone, le cui formazioni multicolori divennero leggendarie, guadagnandosi, soprattutto a causa dei gusti sessuali dei piloti, l'appellativo di "Circo volante". Ma la guerra era sempre più disumana, e anche i cavalieri del cielo subivano l’incrudimento del conflitto.
Se all’inizio delle ostilità era prassi comune invitare cavallerescamente a cena il nemico abbattuto, ora era uso consolidato cercare di scoprire l'indirizzo dei piloti avversari, allo scopo di organizzare ritorsioni mafiose contro la famiglia. Nell’ambito di questa guerra dei nervi, combattuta con metodi non convenzionali, è noto che al famoso asso inglese Wilkinsons Sword fu recapitata presso la casa della madre una testa di vitello mozzata, decorata con il simbolo dello squadrone di Richtofen. Alla moglie del pilota francese Geràrd Inès De la Frèssange giunsero le foto del marito che pilotava vestito da crocerossina. I nervi saltavano.
Il declino
Nel novembre del 1917 fu abbattuto il fratello di Manfred, Lothar, che rimase illeso ma finì sodomizzato da una banda di pastori delle colline di Bruges che erano rimasti isolati per sette mesi a causa delle ostilità.
Lo stesso Manfred rientrava costantemente alla base con l' aereo dilaniato dai proiettili e pezzi di ali mancanti, tanto che era anche noto come "Barone mozzo".
Il tasso di perdite dello squadrone di Richtofen raggiunse, nel gennaio-febbraio 1918 il 60% degli effettivi, anche fra i cuochi e gli addetti alle stalle: era la terribile "Guerra totale".
Ferito e stremato, nelle notti insonni in cui ormai temeva l'alba e la battaglia, Manfred iniziò a pensare ad un futuro diverso. Aveva visto troppi camerati precipitare in fiamme e rientrare alla base in forma di carbonella, sul pianale di legno di un carro trainato da buoi. Aveva visto dall'alto la carneficina delle trincee, gli ammassi di cadaveri nel fango, sentito l'odore della putrefazione. Si sentiva come uno che per sbaglio è andato in vacanza in Afghanistan.
Il 14 marzo del 1918, giorno del destino, iniziò con un'alba grigia e smorta, preludio di una giornata in cui la primavera aveva abdicato agli orrori della guerra per lasciare il posto al gelo della distruzione.
Il barone Manfred Von Richtofen, ventisettenne, con 81 aerei nemici all'attivo, fu svegliato dal proprio attendente come al solito, e come al solito non riuscì a fare colazione per lo stomaco chiuso e per lo sterminio dei cuochi. Aveva profonde occhiaie.Decollò alle 06:00 in punto, e non fece mai ritorno alla base. Il suo aereo venne ritrovato dietro le linee tedesche con a bordo l' eroe con un unico foro di proiettile in corrispondenza esatta del cuore.
Fu seppellito con i massimi onori che la nazione tedesca abbia mai tributato ad un suo soldato.
E questa è la versione ufficiale. Infatti, le autorità tedesche trovarono complicato dichiarare ciò che avevano trovato in realtà a bordo dell'aereo: una divisa da Obergeschwadermeisterfieldmarschall senza alcuna lacerazione o segno di ferita e, quel che è peggio, il portabiti di Louis Vuitton della Contessa Hildegarde Popper, vuoto.
Onorificenze
Onorificenza | Descrizione | |
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Gallone "secchione del reggimento" | ||
Croce di ferro (una delle tante) | ||
Croce di ferro per il 666° abbattimento | ||
Gallone "Capocannoniere del torneo di calcetto della squadriglia" | ||
Comandante in capo dei piloti Alitalia | ||
Onorificenza alla morte più figa della squadriglia | ||