Marchese de Sade
Il marchese Donatien Albert-Juditte Marc le Blanc Genoveffe de Gagliarden Magnific Orc le Mond Alphonse-François de Sade maggiormente conosciuto come il Marchese de Sade o anche come Divin marchese, fu uno scrittore, pensatore, sessuologo e pedagogo del XVIII secolo, oltre che modello letterario di un'infinita genìa di post decadenti e protosurrealisti.
Biografia
I primi passi
Nasce in Francia in una famiglia discendente per linea diretta dalla famosa Laura di Petrarca e i suoi educatori lo avviano fin da piccolo allo studio della cultura classica, facendogli approfondire e mettere in pratica nei suoi giochi i saggi precetti del filosofo Bacco. Quando però i suoi genitori si accorgono di essere sommersi dai debiti di gioco, ne vendono la verginità anale e alla tenera età di dieci anni viene eletto dal Re di Francia "Grazioso Prostituto Ufficiale del Regno", carica che conserverà sino alla morte.
Intorno ai 12 anni si manifesta il suo precoce interesse per la sessuologia: viene infatti beccato da sua madre mentre tenta di sottoporre la sua balia, preventivamente drogata, all'infibulazione. Il piccolo Marchese diventa, inoltre, un ragazzo intellettualmente impegnato: studia teatro, eccellendo nell'interpretazione delle parti femminili, e padroneggia a breve la filosofia e la letteratura, tanto che, a soli 16 anni, scrive la sua prima opera: "Il trattato sui piaceri Diuini (sic!) et umani", in cui si manifesta in maniera chiara e concisa il suo pensiero.
Nello stesso periodo studia clavicembalo e fonda svariate band, fra cui annoveriamo i Rolling Stones: fonti dell'epoca ci assicurano che per la loro grande hit "Sympathy for the Devil" avessero tratto ispirazione da un droga-party organizzato da Sade.
Da notare, in ultimo, che gli è concessa la carica di "Ministro dei Real Godimenti", riconosciutagli ad honorem a diciassette anni, per esser stato capace di fornire al re quindici odalische in altrettante uova di struzzo.
Giovinezza, primavera di bellezza!
Ogni nobile di rango che si rispetti si distingue dalla comune feccia mostrando il suo valore in battaglia[1] e il nostro giovane marchese non fa eccezione. Nel 1758 partecipa alla Guerra dei sette anni , girellando tutto impennacchiato per il campo di battaglia, per rimorchiare e ritirarsi in tenda con i graziosi autoctoni, mentre fuori imperversa lo scontro. Scoperto dai suoi nobili colleghi mentre intratteneva rapporti intimi con gli alti gradi dell'esercito nemico, viene tacciato di libertinaggio e diserzione. Dichiarerà quindi:
Condanato alla forca, fugge nelle Indie Orientali per 5 anni, giusto il tempo che serve per lo svolgimento del processo e dell'impiccagione in effige.
Tornato in Francia, sposa per questioni economiche la per nulla affascinante signorina Monteruil e tenta ripetutamente d'insidiarne la madre, la sorella e persino il cane, senza che la moglie capisca qualcosa. Per arrotondare e arrivare tranquillamente alla fine del mese campando di rendita, apre un club di scambisti con casa chiusa annessa, nella quale, per evitare di retribuire prostitute, si servirà dei membri della sua famiglia.
Nello stesso periodo, ripresi i contatti col suo amato Robespierre, apre la sua rubrica di sessuologia sul giornale proto-rivoluzionario "De Monarchia", pubblicando il nucleo della sua preziosa opera letteraria: pochi anni dopo, infatti, raccoglie gli scritti sparsi per le pagine del quotidiano e pubblica "La filosofia nel Budoir", libro che tratta della pedagogia femminile e che diviene, presso le dame dell'epoca, il tipico libro da leggere con una mano sola.
Libertà vigilata
La brillante carriera letteraria che gli si profila davanti non lo salva dalla spada della giustizia: viene infatti arrestato per aver sporcato di sangue il giardino di Versailles, durante un'autoflagellazione di gruppo della sua servitù. Non appena viene a conoscenza del mandato di arresto, fugge in Italia con il suo maggiordomo-amante e diviene il mezzano favorito dalla piccola nobiltà italiana. Proprio lo stesso giorno in cui a Parigi viene eseguita la sua decapitazione in effige, viene trovato dal Granduca di Toscana a compiere atti osceni ai danni della Venere dei Medici ed è da questi inseguito con l'esercito sino alla frontiera francese. Non sapendo più che pesci pigliare, il Marchese si finge novizia in un convento di Carmelitane... ma la maschera regge poco sul discepolo di Priapo che è infatti arrestato pochi giorni dopo e rinchiuso alla Bastiglia.
1789 e postumi
Durante la sua reclusione forzata, il Divin Marchese scrive sulle lenzuola della prigione il famoso romanzo "Le 120 giornate di Sodoma", che gli è sottratto dal secondino: il manoscritto verrà ritrovato a fine del secolo decimonono, attaccato alle pareti delle fogne di Parigi.
Riesce intanto a corrompere tutto il personale della prigione tenendo gratuitamente lezioni di sessuologia, sino a giungere all'agognata evasione: fugge nelle fogne, grazie a un poderoso colpo di sciacquone assestato da una guardia connivente. Dopo aver vagato qualche giorno senza meta, il Sade a raggiungere la superficie, proprio nel momento in cui il popolo distrugge la Bastiglia: individuato come nobile, il Marchese è inseguito sino a Fontainebleau, dove scamperà all'ira popolare fingendo di essere la controparte dionisiaca di una statua di Venere.
Nel suo nuovo domicilio, nei turbolenti anni della repubblica, il sessuologo si concentra sullo studio empirico della sua scienza, disponendo a suo piacimento della popolazione locale. In contrasto con il parere di moglie e suocera, rinuncia alla particella nobiliare del suo cognome e si mette in contatto con i nomi più in vista della scienza e della cultura repubblicana: riesce a breve ad essere eletto parlamentare, e propone un Disegno di Legge prima e una Scultura di Costituzione poi incentrato essenzialmente sulla comunanza delle donne. La proposta viene giudicata interessante, ma è lasciata marcire all'interno di uno sperduto archivio, dove prosegue il suo avanzato stadio di decomposizione ancora oggi.
Stile impero
All'avvento di Napoleone Sade si finge pazzo per giustificare la sua attività di boia durante gli anni del Terrore: è ricoverato al manicomio di Charenton, che in realtà altro non è che un castello di delizie sotto copertura, una rielaborazione in chiave New age della location de "Le 120 giornate di Sodoma".
In questo periodo, ultima le sue grandi opere letterarie ("Juliette", "Justine", "Jean Claude", "Jean Jacques" etc), istituisce il primo teatro a luci rosse di quartiere e fonda il "École pratique du Sadisme".
Così, mentre tutti coloro che lo hanno abbandonato, moglie compresa, credono che stia agonizzando in una topaia, il Divin Marchese si spegne alla tenera età di centouno anni, dopo la celebrazione di una falloforia in stile attico: le sue ceneri sono conservate in un canopo fallico, fra il cervello di Einstein e gli occhi di Monet. il suo membro giace invece in salamoia accanto a quello di Rasputin, in attesa di essere analizzato scientificamente.
L'opera
L'attività letteraria del Sade si protrae sin dai suoi 36 mesi fino alla morte, con la conseguente produzione di una mole di scritti enorme. I critici letterari novecenteschi hanno quindi proposto una divisione in periodi dell'opera del Divin Marchese, stabilita a seconda di quale elemento o pratica erotica sia di volta in volta messo in posizione di rilievo dall'autore.
Periodo repubblicano-infibulazionista
lo si chiama membro per eccellenza, e non c'è parte del corpo umano nella quale non vada a... »
Nel periodo che precede il convulso 1789, è degna di nota la stesura de "La Filosofia nel boudoir", libro che girò sottobanco ovunque, dalla corte al convento. Esso tratta dell'educazione al piacere di una vergine da parte di due consumati libertini. L'opera si conclude con l'infibulazione della pia madre della giovine, che era appunto accorsa per riportarla al convento della sua infanzia, mentre i suoi insegnanti assumono tutti i tipi di presenti sul mercato nero settecentesco.
La tesi centrale ivi esposta è appunto la creazione di una repubblica fondata sul piacere, in cui per tutti fosse d'obbligo la comunanza delle donne, che sin da piccole dovevano essere educate con la conoscenza della propria corporeità a soddisfare pienamente i piaceri del proprio partner, maschile o femminile che fosse. I figli nati da questi rapporti, in cui il fine procreativo è secondario, sarebbero cresciuti in case comuni, senza alcun legame affettivo con i genitori biologici La Francia, così riformata, si sarebbe nutrita grazie al monopolio europeo della produzione di documentari sui propri costumi nazionali.
Periodo proto rivoluzionario-zoofilo
Durante il suo viaggio di nozze in Provenza, il nostro colto sessuologo ha l'occasione di documentarsi sui rapporti fra i pastori e le loro capre: da quest'intensa esperienza trae ispirazione per il suo nuovo romanzo, "Aline et Valcour", che tratta appunto di una coppia di pastori i quali, in un paesaggio modellato sullo stereotipo bucolico, sperimentano nuove frontiere del piacere con i propri animali domestici.
La tesi centrale che regge l'opera è la creazione di una società nuova, in cui si superino le distinzioni fra uomini e bestie, e in cui l'atto erotico simboleggi il superamento di una condizione di scissione fra corpo e anima... Ma non mi dite che mi avete preso sul serio: in realtà il Sade giustifica con queste belle parole la sua zoofilia, scatenatasi a causa della moglie, che gli rende la passera solo se debitamente ubriaca. Il libro venne sequestrato dalla Lega Antivivisezione che da ben tre secoli è alla caccia di ogni singolo esemplare.
Periodo onanista-carcerario
Per rendere meno pesante il suo periodo di reclusione forzata alla Bastiglia, Sade placa i suoi sanissimi istinti priapici teorizzando un nuovo tipo di società basato sul sesso e l'abolizione di ogni codice morale accettato acriticamente: quest'idea è chiaramente descritta nel suo fotoromanzo in centoventi puntate[citazione necessaria] "Le centoventi giornate di Sodoma", ove descrive i bagordi di un gruppo di marci libertini, tutto ai danni di angeliche e innocenti creature.
In parole povere, dove non poteva far arrivare il pene, il Divin Marchese fece giungere la carta[2]. L'opera, ritrovata solo alla fine dello scorso secolo in manoscritto originale, fu a lungo spacciata per propria da Pier Paolo Pasolini che, quando venne smascherato, ebbe una crisi esistenziale che lo portò ad aderire al Comunismo.
Periodo neoclassico-falloforico
Con l'ascesa al potere del vecchio compagno di bevute Napoleone, oramai passato nelle file dei conservatori, il nostro eroe nelle arti diversamente-erotiche si fa dichiarare incapace di intendere e di volere e si fa ricoverare al manicomio fittizio di Charenton. Fra un'incombenza e un'altra, il nostro acuto sessuologo stende la sua opera più importante: il dittico letterario "Juliette e Justine" , in cui, documentando le diverse sorti di una donna con particolare gusto del piacere e di una brava ragazza, dimostra efficacemente che Dalla non è un cantante, ma un consiglio valido per far carriera.
Influenze e plagi
L'opera del Sade, sconosciuta integralmente sino all'ultimo secolo, è relegata nell'inferno delle biblioteche, dove fu consultata e saccheggiata dalle varie menti letterarie creative, protagoniste del romanticismo, decadentismo e del surrealismo. Si dice che Lord Byron abbia fatto passare per sue moltissime opere di Sade, suo modello segreto francese. Alla morte di D'Annunzio, ad esempio, la polizia rinviene a casa sua l'edizione completa delle opere del Marchese, copiate da un amanuense arabo su pelle umana.
Fortuna critica
Come già precedentemente detto, l'opera di Sade è stata rinvenuta nell'ultimo secolo, in alcuni papiri conservati in Egitto, lì nascosti da Napoleone e utilizzati da tutte le sue truppe come carta igienica. Da allora, i filologi si sono impegnati a rintracciare le influenze che i suoi scritti hanno segretamente esercitato sul pensiero e l'arte successivi, nonostante le organizzazioni istituzionali e religiose abbiano tentato di bruciare sia i loro scritti che gli originali. I manoscritti di Sade sono stati dichiarati nel 2009 "Bene intangibile delle scienze e del pensiero" dall'UNESCO, dopo aver subito tanti atti vandalici da rischiare la mutilazione permanente.
Pornografia Filmografia ispirata
I romanzi del Divin Marchese hanno ispirato centinaia di film pornografici, tanto che l' EU ha dovuto mandare al macero centinaia di pellicole, per evitare che si abbassassero i prezzi di mercato[citazione necessaria]: sarebbe quantomeno inutile e superfluo elencarne i titoli; basti sapere che personaggi di cultura e sensibilità superiori, quali Pier Paolo Pasolini e Rocco Siffredi, si sono ispirati all'opera del libertino per tutta la loro carriera filmica.
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici? |
- Laura, la famosa musa di Petrarca, sposò un antenato di Sade... E morì di consunzione.
- L'unico ritratto originale del Sade è in possesso della famiglia Siffredi, che se lo tramanda di padre in figlio da generazioni.
- Sade allevava mosche cantaridi in cantina, per utilizzarle come afrodisiaco che facesse dimenticare la sua bruttezza.
Note
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