Mila e Shiro
Mila e Shiro è il nome di una pericolosa creazione nippo-satanica (leggi anime) che narra la storia di una giovane ermafrodita, Mila Azuki, e del suo amico immaginario, Shiro: unico sfogo per le sue ansie e le sue preoccupazioni da bisessuale. Convinta che Shiro sia un famoso schiacciatore comincia a giocare a pallavolo in mutande.
Un'esistenza dannata
Mila nasce nel 1898 in una famiglia di adoratori di Satana, dove viene più volte violentata dal padre Juventu e a sua volta violenta il fratellino Inte, che però negli ultimi tempi si è ribellato e ha ridotto entrambi in fin di vita.
Mila si accorge fin dalla più tenera età di avere entrambi gli organi sessuali e questo la plagierà mentalmente. A scuola, Mila viene presa come sostituta della riserva del vice schiacciatore in pensione, per questo non giocherà mai e si lamenterà in continuazione strillando "non ho mai schiacciato!". Fu così notata dal capitano della squadra, un transessuale di nome Nami che, giustamente, ha i capelli blu: dopo averle concesso favori sessuali, Mila poté esibirsi in un provino dove diede prova di deficienza fisica cronica. Nonostante ciò, Nami la prese in squadra grazie a un congruo indennizzo di denaro.
Giocando, Mila incontrò un frocio di nome Shiro che, come sappiamo, non esiste: è solo un'invenzione della giovane ermafrodita. Codesto Shiro non compare praticamente MAI. Vien da chiedersi perché allora il cartone si chiami "Mila e Shiro" e non "Mila l'ermafrodita in mutande", il titolo originario dell'anime.
La florida carriera
Finita la scuola, Mila venne presa in una squadretta di strada denominate "Seven troies", dove cominciò la sua giovane carriera da pallavolista. Invaghitasi dell'allenatore, Luciano Moggi, Mila concesse favori sessuali anche a lui, che per ricompensa la fece giocare titolare, causando il fallimento del team.
In realtà tale fallimento non era dovuto al deficit fisico di Mila, ma alla sobria divisa da gioco che erano costrette a portare: maglione invernale con giacca a vento sopra, e mutandine trasparenti sotto, dalle quali spuntavano entrambi gli organi genitali di Mila, causando complessi in tutte le vacche da monta che porgevano lo sguardo alle grazie del giovane bisessuale. Grazie alla castigata divisa, il mister poteva abusare delle sue giocatrici durante il time-out, eccetto Mila, per motivi ovvi.
Mila, nonostante il fallimento, venne presa nella nazionale giapponese di volley giovanile. Cosa strana, metà delle giocatrici erano ex-compagne di classe o di squadra di Mila, nonostante in Giappone ci siano centoventi milioni e passa di abitanti. La nazionale giapponese venne eliminata al primo turno dalla compagine nordirlandine, ma grazie a un complesso giro di tangenti e telefonate venne ripescata e vinse clandestinamente la medaglia d'oro. Perché in Giappone le Olimpiadi sono aperte a qualsiasi fascia d'età, naturalmente. Anche la gara dei girelli è disciplina olimpionica.
Mila morì nel bel mezzo di un rapporto sessuale con Shiro, che come sappiamo non esiste.
Leggi socio-psico-fisiche in Mila e Shiro
Mila e Shiro è uno dei cartoni in cui vengono sconvolte le più semplici regole della fisica. Innanzitutto, quando un'atleta nipponica saltava in aria, aveva tutto il tempo di fumarsi una sigaretta, mangiarsi un panino e leggere un libro di Umberto Eco prima di tornare a terra. Il salto di una giocatrice durava infatti dai 2 ai 6 minuti e mezzo. (Oppure hanno delle gambe talmente muscolazze da spiccare il volo con un semplice saltino, ma è da escludere perché sono tutte stecchine e Yogina è obesa)
Altra legge invertita è quella dell'attrito. Le giovani pallavoliste erano in grado di strisciare sul terreno di gioco senza sforzo, come se si fossero rotolate nella vaselina prima di entrare in campo. Inoltre, in suddetto movimento, quando la palla rimbalzava sul pugno della giocatrice riusciva a fare un volo di quaranta metri con effetto a girare. La giocatrice era perciò in grado di controllare telepaticamente la traiettoria del pallone.
Quando una giocatrice eseguiva la battuta, la palla andava sempre alla stessa distanza (esagerata), sia quando le giocatrice eseguiva solo un piccolo colpetto con le dita, sia quando la suddetta giocatrice eseguiva un volo di cinquanta metri e batteva la palla con tanta forza che questa si deformava. Inoltre, nella prima fase del servizio la palla volava in aria fino al soffitto, nella seconda fase si vedeva invece che finiva sempre e comunque nel campo. La traiettoria assumeva perciò la forma di un triangolo rettangolo.
Altra regola: quando una giocatrice riceveva un colpo alla faccia, si faceva male ai piedi. Logico, no?
Tralasciando le altre leggi fisiche violate, passiamo a quelle sociologiche. È mai possibile che una partitella amichevole fra titolari e riserve della squadra della scuola sia vista da tutta Tokyo? In Mila e Shiro è possibile. Pertanto, anche le dimensioni del campo sono allungate: il campo da gioco assume dimensioni pari a quelle di un campo da calcio (reale, eh: un campo da calcio nei cartoni animati è grande quanto una provincia: vedi Holly e Benji).
Anche le più semplici leggi temporali sono violate: se il primo e il secondo set durano poco più di venti secondi circa, e il terzo set più o meno un minutino scarso, è mai possibile che il quarto set duri un'intera puntata e che il quinto possa dilungarsi per un'intera serie? In Mila e Shiro sì.
Nell'universo di Mila e Shiro le giocatrici non solo cambiano colore di capelli tra un set e l'altro ma anche il numero dell'uniforme.
La concezione dell'amore
Nel mondo di Mila e Shiro tutti i sentimenti ruotano intorno alla pallavolo. Ogni amore o amicizia è causato, alimentato e distrutto da questo fantastico sport.
La squadra
Pensate alle Seven Fighters: non hanno una casa? Dove sono i loro genitori, i loro fratelli? L’unico legame consentito è quello tra compagne di squadra. Vi siete mai chiesti che fine abbia fatto Kibi, la tappa sfigata che reggeva il moccolo a Mila nell’Hikawa? Erano tanto amiche e poi basta, finita, neanche una telefonata. La spiegazione è semplicissima: non esistono amicizie al di fuori del circolo dell’alta pallavolo. Evidentemente, una vola entrati in una squadra di lega la propria anima appartiene alla società: le ragazze vivono in perenne ritiro… neanche fossero suore di clausura.
I genitori
Unica eccezione pare essere Mila, che riceve periodiche visite del fratellino rompicoglioni e del padre. Ecco, sorvolando sul fratello orfano di padre che ha dato la vita per la pallavolo, consideriamo il signor Hazuki. Viveva felice con sua moglie, finché quest’ultima si è ricordata di amare la pallavolo più della sua famiglia e ha piantato lì tutti. Per il dolore, Hazuki se ne è andato affidando la piccola Mila ai nonni; con un’infanzia del genere, non c’è da stupirsi se Pel di Carota è una squilibrata. E non c’è da stupirsi se suo padre odia la pallavolo! Ma proprio questo magnifico sport ha riunito mamma e figlia, l’una cronista sportiva e l’altra giocatrice. Pianti e abbracci? Di nuovo insieme, finalmente? No di certo: prima Mila deve vincere le Olimpiadi. Poi, si vedrà.
Il controverso rapporto con Shiro
Lui la ama, lei lo ama: perché non possono vivere felici e contenti? Ma per la pallavolo, è chiaro. Shiro, sebbene sia cotto di Pel di Carota, non può distrarsi e distrarla dagli allenamenti. Così Mila si adegua: il Belloccio, dopo le prime 3 puntate, non combina più un cazzo, ma ogni punto è dedicato a lui. Mila ripete costantemente: “devo vincere. Devo vincere per Shiro”. Così si amano: attraverso la pallavolo. Buttare via gli anni migliori in un buco di palestra: sì, questo è lo spirito.
Amiche e rivali
Il rapporto del trio Mila-Nami-Kaori si basa sulla pallavolo: si aiutano in massacranti allenamenti per battersi al meglio in partita, si battono in partita per vedere quanto sono migliorate nei massacranti allenamenti e se perdono sarà uno stimolo per migliorarsi in allenamenti ancor più massacranti… Fuori dalla pallavolo non si va. Le avete mai viste parlare di vestiti o film o qualunque altra cosa? Le avete mai viste andare al cinema? Giammai! Nami e Mila potevano al limite parlare di Shiro, ma si tornava sempre alla pallavolo (“Shiro, io ti voglio bene. Tu mi hai insegnato a giocare a pallavolo” è stato il massimo a cui Nami si sia mai spinta). Anche le manifestazioni di affetto non vanno molto al di là degli scontri sottorete (e della pucciosissima fiammella che brucia negli occhi quando si guardano). Al massimo le amiche\rivali si stringono la mano o fanno cerchio intorno a un pallone da pallavolo intrattenendosi con acute dissertazioni quali “questa palla è lo specchio che riflette la nostra anima” e cose così.
Daimon il Terribile
Daimon schiaffeggia le sue ragazze. Daimon picchia le sue ragazze con una canna di bambù. Daimon costringe le sue ragazze a concedergli favori sessuali.Daimon strappa le maglie da gioco delle sue ragazze lasciandole mezze nude davanti a tutte le altre per farle vergognare. Daimon lancia sulle ragazze, che sbagliano o cadono a terra sfinite (a causa degli allenamenti troppo duri), secchi di acqua gelida. Hanno mai pensato le sue ragazze di lasciare Daimon? No, ovviamente, per amore della pallavolo. Per questo sono disposte a qualsiasi tortura (Vedi sadomasochismo) e si inginocchiano davanti a lui pregandolo di pestarle ancora; lui, d’altro canto, le ama. Proprio così: le ama. I suoi metodi saranno brutali, eppure le spronano a giocare al meglio. Prima la pallavolo; poi, la civiltà. Forse.
Curiosità
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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci? |
- Il nome originale del manga è Attacker You!, ma la Mediaset ha deciso di chiamarlo Mila e Shiro - Due Cuori nella Pallavolo sebbene il suddetto Shiro appaia sì e no in 6 episodi.
- Mila e Shiro in realtà si chiamano Yu e Sho ma nuovamente Italia 1 si è inventata i nomi.
- Le normali divise da pallavolo senza maniche non esistono in Mila e Shiro: le giocatrici preferiscono indossare maglioni invernali. In compenso, hanno sostituito i pantaloncini con le mutande anche nell'inverno più rigido. Tanto hanno le maniche lunghe, no?
- Se l'allenatore chiama il time out, anche con uno svantaggio di quattordici a zero e Mila con una gamba rotta, la sua squadra vince.
- In ogni squadra tre giocatrici al massimo hanno una fisionomia definita: le altre sono solo abbozzate.
- Una partita o viene vinta lasciando l’avversario a zero o viene combattuta fino al 51-49. Non esistono vie di mezzo.
- Dalla partitella di oratorio alla finale mondiale, il match si svolge sempre in un grande stadio pieno di pubblico con tanto di riprese TV, e il telecronista non può mancare. E ha SEMPRE la stessa voce[1].
- Shiro appare in pochissimi episodi, e più si va avanti più Mila non lo caga. Bel lavoro, Mediaset, il tuo titolo esprime appieno la contenutistica dell'anime.
Voci correlate
Collegamenti esterni
Note
- ^ Probabilmente è lo stesso di Holly e Benji.