Mirmicoleone
Il mirmicoleone o formica-leone è un animale leggendario che terrorizza alcune tribù di pigmei bakoya del Gabon.
In effetti, il motivo per cui ci si debba occupare delle fantasie malate di piccoli neri è difficile da trovare, diciamo che l'alternativa sarebbe stata guardare il dvd di Battledogs, e questo giustifica comunque il tempo perso per l'impresa.
Secondo la tradizione è un animale che nasce dall'accoppiamento di un leone maschio con una formica femmina...
Non potendosi nutrire né come il padre (che mangia carne), né come la madre (che mangia erbe), il "leone-formica" muore pochi giorni dopo la nascita. Questo ci pone di fronte ad alcuni interrogativi:
Ma se invece fosse tutto vero? Se ci fossero autorevoli testimonianze che ne confermerebbero la reale esistenza? Se gli asini vol la smettessimo di etichettare i pigmei come "baby gang di drogati"?
La questione va affrontata con puntiglio scientifico e scevri da qualsiasi pregiudizio[1].
Descrizioni di epoca medievale
Questo animale viene descritto all'interno di vari bestiari medievali, tra cui il Fisiologo, uno dei più famosi a Biella.
La seconda descrizione è più antica, ci viene tramandata dal racconto di San Vittore nei Moralia[2].
Ovvero, il santo crea un sillogismo tra mirmicoleone e demonio, paragonando Satana al leone per la sua crudeltà e alla tigre per la sua astuzia. Così come accaduto nell'Eden, il diavolo è forte (come un leone) con chi cede di fronte a lui e al suo potere di persuasione, ma è debole (come una formica) con chi gli resiste e quindi ricorre alla paraculata per uccellarlo bravamente. In tutto questo la tigre non c'entra una minchia, ma non è colpa nostra.
Ne parla anche Isidoro di Siviglia (ca. 560-636) nelle sue Etymologiae, ma figuriamoci se a uno che ha il nome di un gatto si può dar credito[3].
L'ultima testimonianza viene dal Liber Monstrorum, testo di riferimento per gli studiosi dei Gormiti.
Re Elifaz, sovrano delle terre a sud della Circoncisia, durante un breve discorso, rassicura il suo popolo riguardo la morte del pericoloso bestio. In realtà, come sappiamo, di pericoloso non c'era proprio nulla ma, utilizzandolo come spauracchio, l'astuto monarca aveva fatto sparire dalle casse dello stato una cospicua somma di denaro, ufficialmente servita per comperare i servigi di alcuni mercenari del Mali. Al loro arrivo a palazzo qualcuno osservò che, ad una prima impressione, sembrassero più prostitute nigeriane che soldati, ma come si dice: "l'abito non fa il monaco", e nemmeno la mignotta.