Musica classica

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S'intende per musica classica il pop invecchiato. Di solito rispetta le seguenti tre condizioni:

Hanno entrambi 88 tasti e si suonano allo stesso modo, ma quello sotto va bene, mentre quello sopra no

Inoltre un buon brano di musica classica spacca le palle.[1]

Si usa inoltre l'espressione musica classica per indicare un particolare periodo della storia musicale europea, ma non ricordiamo quale sia e dopotutto non è nemmeno così importante dato che anche la musica di quel periodo lì rispetta le tre condizioni di sopra.

Storia della musica classica

Medioevo

Del Medioevo ci sono rimasti i canti gregoriani, in pratica le preghiere cantate. Sì, anche allora le messe erano soporifere, solo che col passare del tempo hanno acquisito il fascino dell'antico e quindi chiunque voglia farsi figo dicendo di ascoltare musica classica si sorbisce controvoglia i canti gregoriani. Ovviamente non è stata né la prima né l'ultima volta nella storia che la musica è stata utilizzata a scopi religiosi. L'ultimo revival è legato al rock satanico nelle messe nere, ma per motivi ignoti non ha ancora richiamato l'attenzione degli ascoltatori di classica.

Rinascimento

Durante il Rinascimento, ossia quel periodo di tempo non dopo il '500 ma non prima del '400, si constatò in Europa una generale insofferenza verso l'eredità musicale medievale[2]: una grande quantità di emozionanti Paternoster senza musica e cantati dal solito coro di monaci eremiti. Fortunatamente proprio in questo periodo naque Claudio Monteverdi che, con geniale intuizione, sfruttò per primo la possibilità di ampliare il già di per sé entusiasmante[3] coro di voci maschili con inserti strumentali, parti per solista e addirittura una storia. Lo sforzo cognitivo del Monti fu grande, tanto grande che non gli venne per niente voglia di mettersi a scrivere una storia intera. Oltretutto, in quanto pioniere del genere, il successo gli era comunque garantito, avesse anche composto mezza arietta per piffero e soprano stonato[4]. Scavò nei meandri delle sue conoscenze per trovare qualcosa che fosse già scritto e adatto allo scopo e, siccome non gli venne in mente niente, prese il melodramma Euridice scritto da un connazionale pochi anni prima, vi inserì la controparte maschile per rendere il tutto un po' più piccante e creò l'Orfeo. Un nuovo genere musicale era nato: l'opera. Monteverdi fu consacrato come grande copione genio della musica.

Barocco

Qui un ingenuo studente del conservatorio ha tentato di suonare un brano di Vivaldi, con la conseguente distruzione del suo più caro e unico amico, il violino

Contemporaneamente alla nascita della nobile pratica del libertinaggio selvaggio, si sviluppò nel secolo diciassettessimo un genere musicale più vivace e frizzante, che ben s'adattava alla crescente necessità della high society dell'epoca di non addormentarsi durante le rappresentazioni per meglio poter palpeggiare le gentili compagne di palco. La noiosa solennità rinascimentale venne abolita e sostituita con virtuosismi e cambi di tempo non di rado fuori luogo inaspettati, che sfociavano spesso nella più completa improvvisazione. Non a caso in quest'epoca si distinse il pazzo furioso grande compositore Antonio Vivaldi. Il buon Antonio, iperattivo già dalla più tenera età, volle surclassare tutti componendo brani che nessun esecutore fosse in grado di interpretare, dimostrando così la sua superiorità creativa. Naque il genere del "colorito extreme", una grande quantità di biscrome e semibiscrome su spartito con scale che andavano su e giù, ma anche giù e su. Con grande disappunto di Vivaldi, molte delle sue opere furono tuttavia eseguite, si presuppone da studenti di conservatorio con un sacco di tempo a disposizione e nessuna paura della tendinite. Altro genio di questo periodo è Bach il quale, grazie alla composizione dell'"Arte della Fuga", permise a molti milioni di criminali di scappare dal carcere. Tra le sue opere si ricorda anche la famosissima "Toccata e Fuga in Re minore" che Bach scrisse dopo aver toccato il sedere di una giovane fanciulla ed essersi dato alla fuga subito dopo. Pare inoltre che amasse la vita notturna e che ogni sabato sera tornasse a casa ubriaco urlando a squarciagola "Viva la fuga!" Degno di nota è inoltre Händel, noto sostenitore della castrazione infantile che per non smentirsi scrisse un'infinità di brani per frocetto eunuco, i quali brani, dopo l'estinzione dei castrati, furono tutti interpretati da donne, creature che Händel certo non apprezzava altrettanto.

Classicismo

È il periodo della storia musicale europea più famoso al grande pubblico perché è quello più abusato per le suonerie dei cellulari. In questo periodo si assiste ad una rigida formalizzazione delle regole compositive; in pratica da un certo punto in poi veniva composto sempre lo stesso brano. I principali protagonisti dell'epoca sono i compositori del Circolo di Vienna, uno strumento musicale simile ad un CD che veniva impresso a mano con l'uso di uno spillo particolarmente acuminato.

Romanticismo

Ecco l'eroina di un'opera romantica durante la sua occupazione preferita: gridare a squarciagola lagnarsi per la morte dell'amato, di cui probabilmente lei stessa è la causa

Il Romanticismo è quel periodo dove ci stanno tutti i compositori dei quali almeno una volta avrete sentito parlare[5]. Per esempio Giuseppe Verdi, il primo della stirpe e colui dal quale tutti gli altri giustamente hanno scopiazzato, Gioacchino Rossini (che soffriva anch'esso della sindrome di Vivaldi), Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. A questo punto della storia i musicisti avevano aquisito abbastanza prestigio da potersi pagare da soli i debiti di gioco, cosicché sfruttarono l'indipendenza economica per poter mettere in scena le proprie pippe mentali lagnanze amorose emozioni, creando il genere romantico. È l'epoca dei grandi drammi operistici della durata mai inferiore alle 3 ore e mezza, dove un'infelice e casta fanciulla (soprano) languisce pensando al proprio amato (tenore), a scelta partito in guerra, morto, in esilio, già sposato, adescato da menzognose illazioni che infamano la purezza della donzella, inconsapevole dell'esistenza di lei e così via. Ogni tanto ci si metteva pure un altro re/conte/cavaliere/signore feudale/tizio rompipalle a caso innamorato della donzella di cui sopra (baritono) che si sfidava sempre e rigorosamente a duello con il tenore, uccidendolo. Altre volte ancora, si nota la presenza di un vecchio, in genere tutore/padre/padrone/indovino/pazzo suonato e sclerato (basso) che contribuiva al fracassamento dei maroni emettendo infrasuoni. Quando poi i personaggi non bastarono, si ricorse alle rivali di sesso femminile (mezzosoprano/contralto), solitamente zingare/streghe/vecchie laide/indovine/principesse con la puzza sotto il naso e così via, il cui unico scopo era litigare con il soprano per i favori del tenore (o a volte del direttore d'orchestra). Per sopperire all'annosa lunghezza e ripetitività di questi capolavori, il pubblico dell'epoca usava passare i 3/4 dell'opera facendo man bassa al buffet o pomiciando con la marchesa zozza di turno, entrando in sala solo per le arie più importanti, che guarda caso sono proprio quelle che al giorno d'oggi forse qualcuno ancora conosce[6].

Verismo

Sulle appassionanti vicende di personaggi come questi sono basate le opere musicali veriste

Essendo ormai arrivati alla fine dell'ottocento, i grandi compositori veristi decisero bene di buttare tutto definitvamente in vacca. Seguendo l'esempio di scrittori illuminati quali Giovanni Verga, abbandonarono le peripezie della classe borghese per dedicarsi alle avvincenti avventure dei contadini dei sobborghi di Catanzaro. Naquero così opere di dubbio gusto con personaggi dagli aulici nomi quali: Edda, Santuzza, Turiddu e Lola (usciti dalla magica penna di Pietro Mascagni). Degni di nota anche l'incipit in True Sicilian Dialect di Cavalleria Rusticana[7], le eroine emancipate dall'intelletto frizzante (Tosca) di Giacomo Puccini e la rivoluzionaria permissione in scena di espressioni artistiche superiori quali l'urlo selvaggio, il rivolo di bava e il pianto a dirotto (solo per le scene più drammatiche), l'imprecazione ai santi e lo starnuto. Il tutto conferiva all'opera un'aspetto più umano e realistico; in una parola: verista. Quando ormai non c'era più niente da fare per salvare la dignità della musica classica, il talentuoso Puccini decise di dare a questo genere antiquato il colpo di grazia, mettendo in scena La fanciulla del West, uno spaghetti-western in puro stile Buffalo Bill, magistralmente interpretato da Bud Spencer nel ruolo di Dick Johnson (basso) e Terence Hill come controparte femminile (soprano). La musica classica era (finalmente) morta per sempre.

Musica contemporanea che i compositori tentano di spacciare per classica

In seguito le strade della musica si sono divise. Ecco le principali correnti:

  • Musica tonale: nessun cambiamento. Le stesse cose di sempre, sentite e risentite. Ma guai a dire che ormai certa musica in questa corrente perde contro il pop più banale! Non rischiereste nulla, i musicisti non picchiano, al più appiccano fuochi, ma è sempre meglio non farlo.
  • Musica atonale: i fondatori di questa corrente hanno deciso finalmente di rompere con il passato e con i suoi rigidi schemi compositivi, introducendo l'innovativo strumento musicale "dado a N facce", dove N varia a seconda della sboroneria del compositore. Il fatto che l'effetto di tale musica sia paragonabile ad un trapano nelle orecchie non spaventa minimamente i seguaci di questo stile: tanto, chi ha mai cagato la musica classica?
  • Musica dodecafonica: suonare note a caso, facendo però finta di non aver usato il "dado a N facce"[8] e di aver anzi lavorato a fondo alla struttura del componimento. Inutile dire che il tentativo fallisce miseramente nella maggior parte dei casi.

Strumentazione

Tipico esecutore di musica classica

Lo si riconosce fin da bambino, quando per la prima volta si approccia alla classica, sempre per volontà sua e mai per costrizione dei genitori[citazione necessaria]. Per qualunque persona lo conosca è inconcepibile che il soggetto in questione riesca a fare scuola, conservatorio, a volte anche sport e ad eccellere in tutti tre i campi. Dopo sono possibili differenti sviluppi:

  • Diploma al conservatorio con il massimo dei voti e continuazione della carriera nel campo musicale.
  • Diploma al conservatorio con il massimo dei voti, laurea in una disciplina a caso e carriera in campo non musicale.
  • Diploma al conservatorio con il massimo dei voti, perdita di tutto il patrimonio, vita da barbone.
  • Diploma al conservatorio con il massimo dei voti, ingresso nel mondo criminale.
  • Diploma al conservatorio con il massimo dei voti, ingresso in politica[9].
  • Diploma al conservatorio con il massimo dei voti ma senza la lode, suicidio.

Una costante dell'aspetto fisico di qualunque persona di sesso maschile che suoni classica sono i capelli ricci di svariata lunghezza, comunque mai troppo corti, che adornano un viso angelico. Le donne sono tutte magre e discretamente belle, anche in età avanzata. Queste persone se la tirano solo leggermente, infatti si accoppiano esclusivamente tra di loro, generando figli che, sempre per volontà loro e non per costrizione dei genitori[citazione necessaria], intraprenderanno a loro volta una carriera nel mondo della musica.

Tipico ascoltatore di musica classica

Il tipico ascoltatore di musica classica è un intellettuale, o almeno si finge tale. Viceversa, non puoi essere intellettuale se non ascolti classica. Qualcuno pensa che la condizione sia anche sufficiente, ma di solito è l'unica cosa che riesce a pensare. Per intellettuale si può intendere: secchioncello alle medie, ginnasista alle superiori, studente di qualsiasi facoltà all'università che non sia informatica, ingegneria o scienze motorie. Nemmeno uno studente di scienze della comunicazione è un intellettuale, ma dopotutto questa non è neppure una facoltà. Finita l'istruzione, un qualsiasi membro della comunità accademica o un artista è un intellettuale, e quindi ascolta musica classica. Non importa se è metallaro, punk o rapper inside, ascolta anche musica classica. Uno che ascolta solo classica è una persona tristissima e in quanto tale susciterà compassione dei suoi amici metallari che cercheranno di fargli capire l'intrinseca poesia e la perfezione melodica insite nel black metal, facendogli ascoltare i brani in assoluto meno adatti per approcciarsi al genere e fallendo quindi nell'intento. Il poverello viene così gettato ancor di più nello sconforto.

Non sembra esserci nessuna relazione riscontrabile tra l'ascolto della musica classica e la morte da figa. Presentiamo qui due esempi contrapposti al riguardo.

Tipiche frasi usate da un ascoltatore di musica classica

Queste frasi (o meglio locuzioni, per onorare gli intellettuali che le usano) sono spesso precedute da un esortativo che dovrebbe significare che il messaggio che le frasi portano è (o almeno dovrebbe essere, sempre secondo gli stessi intellettuali) ovvio, ma danno l'impressione che nemmeno chi le dice ci crede veramente. Qui è stato scelto un esortativo a caso: il mitico "Cioè, dai!".

  • Cioè, dai, il metal fa schifo.
  • Cioè, dai, il punk e il rap non sono musica.
  • Cioè, dai, Rubinstein è un genio.
  • Cioè, dai, la musica elettronica fa schifo. Basta che ti metti davanti ad un computer ed hai finito.[10]
  • Cioè, dai, la batteria serve solo a fare rumore.
  • Cioè, dai, è preoccupante quando la gente parla di rock classico.

Perché la musica classica è meglio degli altri generi?

  • Ai live si è comodamente seduti e non bisogna tirare gomitate solo per poter respirare.
  • Puoi suonarla in pubblico senza che la SIAE ti rompa le palle.

E se non sei convinto prova a guardare questo:


Perché la musica classica è peggio degli altri generi?

  • Non puoi andare ai live in canottiera e pantaloncini/minigonna, nemmeno se si è a luglio e la sera dell'evento ci sono 35° all'ombra.

Verità sulla musica classica da non dire mai a qualcuno che la ascolti

  • Un esecutore di musica classica che non compone è paragonabile ad una cover band.
  • L'ascoltatore medio di musica classica considera priva di valore ogni tendenza musicale nata dopo il 1902.
  • Non c'è niente di male nell'ascoltare generi musicali moderni perché al tempo della sua comparsa anche la musica classica era l'ultima arrivata.
  • Esiste musica elettronica paragonabile per bellezza e complessità formale alla musica classica.
  • È strano, ma purtroppo la musica classica non viene studiata al liceo classico.
  • Come in un qualsiasi genere, certa musica classica fa cagare.
  • Su Wikipedia e Nonciclopedia non è che la gente caghi particolarmente i rispettivi articoli sulla musica classica, quindi forse non è poi così interessante[11].
  • Il formato mp3 non rovina il suono. Nemmeno della musica classica.

Note

Uno spartito classico di facile comprensione

Le note non potevano mancare, meglio se cinque o sei una sopra l'altra, incolonnate storte nello stesso punto del pentagramma. Anzi, non perdete neanche tempo a cercare di leggere e/o trascrivere un brano di musica classica: tanto lo spartito originale di solito è scritto talmente male che basta spargere un po' di grossi punti sulla pagina e si ottiene un effetto anche migliore.

Ah, ma forse a voi interessavano le altre note. Eccole.

  1. ^ Ricordiamo che una palla di centro e raggio è l'insieme dei punti che distano strettamente meno di da
  2. ^ E come biasimarli?
  3. ^ Si fa per dire
  4. ^ Non era mica scemo il Monty
  5. ^ a meno che non siate dei barbari illetterati, o dei fan di Justin Bieber
  6. ^ ma anche no
  7. ^ sempre del mitico Mascagni
  8. ^ In questo caso N=12 N è indeterminato poiché il dado non viene usato
  9. ^ Necessario per pararsi il culo dopo l'ingresso nel mondo criminale
  10. ^ Purtroppo qualche "compositore" di elettronica la pensa allo stesso modo
  11. ^ Ebbene sì. Anche tu che stai leggendo sei capitato su questa pagina per caso. Oppure sei un (finto) intellettuale. Rassegnati