NSU Prinz

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« Fahre Prinz und du bist König (Guida una Prinz e sei un re). »
(Lo slogan per la campagna pubblicitaria con cui raggiunse il successo in Germania.)
« NSU Prinz: va avanti solo finché la spinz. »
(Inspiegabilmente, in Italia il modello non godette dello stesso favore del pubblico.)

La NSU Prinz era un trabiccolo semovente prodotto in Germania Ovest dalla NSU tra il 1957 e il 1973, generosamente definito automobile sui libretti di circolazione dell'epoca per mancanza di una dicitura più appropriata e per far pagare il doppio del bollo a quei polli che se l'erano fatta rifilare.

Prima versione: Prinz 30

Il pratico manuale di manutenzione, che mostrava come tenere in efficienza la Prinz: lasciandola in garage.

Apparve per la prima volta al salone dell'automobile di Francoforte del 1957, dove suscitò la curiosità della stampa specializzata che continuava a chiedersi cosa aspettasse l'organizzazione a spostare quell'ammasso di rottami. Era contraddistinta da dimensioni contenute, da una linea del tetto piuttosto alta e un ampio raggio di apertura delle portiere, accorgimenti che permettevano di accogliere agevolmente quattro adulti, purché quelli seduti dietro fossero anoressici allo stato terminale.

Era equipaggiata con un propulsore da 600 cm³ bicilindrico che incorporava elementi mutuati dall'aeronautica, in particolare nelle bielle e nel rumore pari a quello di un Concorde al decollo. Tale motore, pur rinomato per l'elevata versatilità, era purtroppo limitato da un sistema di raffreddamento particolarmente deficitario, che nei mesi estivi dava luogo a frequenti surriscaldamenti e alla possibilità di cucinare a puntino una braciola appoggiandola per pochi secondi sul cofano.

I risultati di vendita furono comunque più che dignitosi, grazie al prezzo competitivo che permetteva a un operaio medio di pagarla per intero con soli quattro stipendi, con sollievo delle loro mogli che tipicamente ne accoglievano l'acquisto con frasi del tipo:

« Se dovevi portare a casa 'sto cancello qua, tanto valeva che ti sputtanassi i soldi all'ippodromo. »

Seconda versione: Prinz 4

Nel 1961 venne lanciata la seconda serie della Prinz, denominata Prinz 4 per distinguerla dalla precedente e perché i tedeschi in matematica sono sempre stati delle seghe tremende. Numerosi furono i miglioramenti sotto il profilo meccanico, tra i quali si ricordano:

  • il nuovo cambio, con il blocco marce lubrificato dallo stesso olio usato per il motore e per gli struffoli;
  • un sistema d'accensione in cui il motorino d'avviamento e l'alternatore erano uniti in un solo blocco, permettendo così al conducente in caso di malfunzionamenti di sfogarsi a pugni su un'unica componente;
  • uno sterzo modificato e manovrato tramite un innovativo volante che sostituiva quello montato sulla Prinz 30, costituito da un timone da canotto;
  • una riprofilatura dell'albero a camme, che permetteva al veicolo di raggiungere agevolmente i 150 km/h semplicemente caricandolo su un vagone auto;
  • delle candele di nuova concezione, montate nei fari anabbaglianti.

Aumentò inoltre il passo dell'automobile, che garantì una migliore vivibilità dell'abitacolo sebbene a scapito della manovrabilità negli spazi stretti: per uscire da un parcheggio a S era infatti necessario far rotolare la vettura su un fianco. L'evoluzione del modello precedente non solo confermò i lusinghieri risultati commerciali, ma riuscì persino ad imporsi in alcune prestigiose manifestazioni motoristiche, tra le quali il Rally di Montecarlo, il rally del Malawi e il Gran Premio Lotteria di Agnano.

Versioni Sport e Spider

Quando si diceva che la Prinz aveva il vizio di bere parecchio, non era in senso metaforico.

Tra il 1959 e il 1967 venne messo in vendita anche un modello coupé, denominato Sport Prinz. Spinto dal medesimo motore della berlina, vantava tuttavia prestazioni superiori grazie alla favorevole configurazione aerodinamica, ottenuta grazie ad una linea più filante che si collocava a metà tra la Giulietta Sprint dell'Alfa Romeo e uno spargiletame, e ad un sapiente sistema di scarico che convogliava i fumi della combustione nell'abitacolo.

Fu costruita anche in un'audace versione spider che montava un innovativo motore rotativo Wankel, basato su un movimento rotatorio dei pistoni all'interno dei cilindri e delle palle dei meccanici che si trovavano a ripararlo quando sbiellava, cioè ogni volta che si provava ad inserire la terza marcia.

Fine dell'epopea

Sul finire degli anni '60 la NSU venne acquisita dalla Volkswagen, che mise immediatamente fuori produzione la Prinz ritenendola una minaccia per le vendite del Maggiolone e per la vista di quanti se la trovavano davanti in coda. Le scocche rimaste in magazzino vennero in parte utilizzate per i prototipi della prima serie della Volkswagen Polo: il resto venne smontato e servì a sostituire le gambe degli scaffali degli uffici della sede.

Rimase comunque in produzione fino al 1973 nell'ex Jugoslavia e in Argentina dove, all'esaurimento della fornitura di motori della casa madre tedesca, venne dotata del motore di uno sbattiuova. Nell'Unione Sovietica, invece, rimase in produzione fino al 1996 il modello ZAZ 966, esteticamente quasi identico alla Prinz ma dalla meccanica mutuata dai sottomarini dell'Armata Rossa, come si evince dall'elica gigante montata sull'avantreno.

L'indimenticabile colonna sonora


Altri obbrobri

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