Neil Armstrong

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Neil Armstrong posa con la sua tuta da autista di astronavi
« No signora, no! Io non sono quel nero che suona la tromba! Le sembro nero, io? Tornando a noi, lo vuole lo stesso l’autografo? »
(Neil Armstrong viene scambiato per Louis Armstrong)
« Ma no, signora, non ho mai partecipato al Tour de France! E poi, dia un'occhiata alle mie palle... vede forse segni di tumore? »
(Neil Armstrong viene scambiato per Lance Armstrong)
« Un piccolo passo per l’uomo... un grande passo per l’umanità... ACC!... Houston, ho pestato una merda! »
(Neil Armstrong scende dal modulo LEM)
« Alieni bastardi... adesso tocca a voi!! »
(Lyndon Johnson annuncia il programma spaziale Apollo)
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Neil Armstrong


Neil Fulgenzio Armstrong (Wakakkemammeta - Hawaii, Texas, 4 agosto 1930, ma anche 26 settembre 1934 - Casa sua, 2012) è stato un astronauta, marinaio e autista d’autobus statunitense. Se Dio e Chuck Norris non contano come persone, è stato anche il primo uomo a mettere piede sulla Luna.

I primi anni

Armstrong nasce in Ohio, dal padre Philip e dalla madre Giorgio. Il padre di Neil guidava l’autobus della scuola nella piccola cittadina di Marechiarenfield nonostante l'evidente strabismo, questo grazie ad una licenza speciale concessagli da un assessore locale dell’UDEUR in virtù della sua rara capacità di guidare dritto orientandosi come i piccioni. Philip Armstrong intuì ben presto che suo figlio Neil aveva ereditato la sua stessa dote e lo istradò alla carriera di autista di autobus, pur presagendo per lui una carriera ben più prestigiosa, tipo supplente di educazione fisica o vicebidello. Così una sera, mentre era seduto col figlio sull’uscio di casa, si tolse il berretto, scorreggiò ad ore 15 e, guardando suo figlio dritto negli occhi (in realtà fissando l’idrante all’angolo della strada), disse:

« Tu sarai un autista di astronavi! »

Il piccolo Neil rimase molto colpito da quella frase che, mischiata ai vapori della scoreggia paterna che lentamente si spandevano nell’aria circostante, fece capire al giovane ragazzo due cose:

  • la vita gli riservava un futuro roseo, magari nell’aeronautica
  • il padre si era cagato nei pantaloni

La storia ci ha dimostrato che Neil aveva ragione in entrambi i casi.

Neil Armstrong quando suonava jazz... NO! Cazzo, mi sono confuso ancora!

E così fu. Infatti nei successivi 6 anni Neil continuò a fare l’autista di scuolabus e nella sua vita non accadde assolutamente nulla. Una sera Philip Armstrong si sedette nuovamente vicino a Neil, si infilò una mano nelle mutande per grattarsi gli zebedei, poi appoggiò quella stessa mano sulla spalla di Neil e disse:

« Remember, tu diventerai un autista di astronavi! »

Poi rigurgitò un liquido verde e cadde a terra, svenuto per la sbronza. Neil ancora una volta rimase colpito e sorpreso dalle parole del padre e corse subito in camera sua a scrivere una lettera per l’accademia, non prima di essersi cambiato la maglietta. Finalmente qualcosa cambiò nella vita di Neil (oltre alla maglietta): infatti come aveva previsto il padre, venne arruolato nella marina.

Di nuovo prima di partire incontrò lo sguardo del padre che gli disse: remember....! Neil stavolta si fermò lui sull’uscio di casa, guardò il padre dritto negli occhi e rispose: ma va a cagare, vai!

Neil fece il marinaio nella guerra di Corea per i successivi 5 anni, imparando tutto sulla vela e le navi. Nel frattempo frequentò la Putpurry University, dove si laureò in ingegneria navale nel 1955, anche se fonti attendibili ci dicono che duettò con Ella Fitzgerald nei teatri di New York (ma forse quello è Louis Armstrong...).

La corsa allo spazio

Negli anni '60 la NASA era incredibilmente a corto di piloti. Tutti quelli che vi entravano volevano stare dietro una scrivania a sorseggiare caffè allungato con l’anice fingendo di seguire un monitor, piuttosto che farsi sparare in orbita dentro una lattina gigante. Eppure proprio in quegli anni l’industria aerospaziale aveva fatto passi da gitante, nell’eterna lotta contro l’Unione Sovietica (quella che venne poi chiamata "corsa allo spazio").

Ecco le tappe più importanti:

  • Nel 1957 i russi lanciano lo Sputazznik 1, una palla in alluminio e vetroresina di cui si persero le tracce nel giro di 4 minuti: gli scienziati russi, infatti, non avevano pensato ad installare un radar o un qualunque sistema di rilevazione. Subito dopo il lancio nello spazio, la navicella andò alla deriva nell’universo, e tuttora nessuno sa ancora dove sia. Teoricamente potrebbe anche essere nel vostro giardino - dichiarò nel 1985 il Prof. Dimitriy Sbylenko.
  • Nel 1957 i russi ci riprovano con lo Sputazznik 2, costruito con una lega di permanganato di silicio e Domopak, che per la prima volta nella storia degli esseri viventi a bordo di astronavi ospita un essere vivente a bordo dell’astronave, la cagnetta Laika. Sarà lei a indicarci la sua posizione - diranno gli scienziati alla stampa. Sfortunatamente, dopo il lancio gli scienziati sovietici non riusciranno a trovare nessuno che sappia interpretare il linguaggio dei cani, nonostante le dettagliate informazioni fornite da Laika. La cagnetta morirà poco dopo il lancio nello spazio. Le sue ultime parole furono:
« bau! Baubau, bau, wofbau! »

L’esempio di Laika servì ai sovietici per intraprendere una serie di lanci di esseri viventi nello spazio, uno più inutile dell’altro. Fu quindi la volta di:

Neil Armstrong dimostra la validità del Primo Teorema di Archimede anche in assenza di gravità
  • Dingo, il primo cane non castrato nello spazio
  • Mandingo, il primo omosessuale nello spazio
  • Maruska, la prima prostituta nello spazio, su cui si raccontano leggende favolose, tipo che abbia fatto un pompino allo zio di E.T.
  • Andrej Afanculov, il primo ex operaio metalmeccanico in pensione nello spazio
  • Dango Bakombo, il primo nero extracomunitario senza permesso di soggiorno nello spazio

Ma gli Stati Uniti non stavano certo alla finestra, anche perché tirava vento.

  • Nel 1958, per stare al passo coi russi, l’industria americana costruisce l’Exploder 105, lanciato in orbita per distruggere lo Sputazznik 1. Il suo rivestimento in gomma arabica si disintegrò prima di arrivare alla troposfera. Gli scienziati americani si dichiararono comunque soddisfatti: non credevamo neanche che si sarebbe messo in moto - aggiungeranno in seguito.
  • Nel 1959 verrà lanciato in orbita il Discoverer 4. In realtà i primi 3 non furono mai creati, ma il numero più alto venne messo per far vedere ai russi che ci si stava dando un gran da fare. Lanciato in orbita con un motivo giudicato da tutti pretestuoso (vedere se la Terra si muoveva secondo movimenti terrestri) il satellite venne in realtà lanciato per motivi di spionaggio dando il via ad una serie di satelliti guardoni inviati dagli americani negli anni seguenti:
    • Il Discoverer 115
    • Lo Spioneer 145
    • Il Segugius 2025
    • Il Guardoner 8050
    • Il Cazzivobis 8050/bis
  • Nel 1959 gli americani lanciano l’Exploder 669, che scatta le prime immagini del nostro pianeta dallo spazio dando finalmente al mondo intero l’assoluta certezza di trovarsi sulla Terra, e non su qualche asteroide di merda, ma i russi bruciano tutti sul tempo mandando nel 1961 il primo essere vivente che abbia una minima cognizione di ciò che deve fare nello spazio, l’astronauta Yuri Gargarism.

Ricordiamo infine le eroiche missioni:

  • Gemini 6 dove avvenne il primo rendez-vous orbitale
  • Gemini 8 dove avvenne il primo happy-hour orbitale

E le sfortunate missioni:

Scartati finalmente questi nomi perché ritenuti portatori di sfiga paurosa, l’America si concentrò sulle missioni Apollo.

Le prime foto di Mercurio, scattate dal satellite russo Sotrùzz

La missione Apollo11

   La stessa cosa ma di più: Apollo 11.

In quel periodo Armstrong era un marinaio provetto quando venne chiamato da una lettera della NASA.

« Cadetto Armstrong,

Siamo a corto di astronauti per la prossima missione spaziale. Sappiamo che quando aveva 15 anni lei fabbricava modellini di aeroplani in cartongesso, e a noi questo basta. Si presenti Giovedì 12 luglio a Cape Canaveral, Florida, Massachusetts, via Cape Canaveral n.7, scala B interno 4. Porti da bere per tutti.

A proposito: complimenti! Ieri l’abbiamo ascoltata alla radio, è un asso a suonare la tromba!

Firmato Lt. James Stranizio

capo della NASA »


Finalmente il sogno di Neil e la profezia del padre si erano avverate: Neil sarebbe diventato un autista di astronavi! Purtroppo non poté dare la bella notizia al padre, che era morto 2 anni prima convinto che il figlio fosse diventato un famoso jazzista. Arrivato alla NASA il giorno stabilito, gli scienziati lo accolsero calorosamente dicendo che si aspettavano un tizio di colore e incitandolo a suonare qualcosa col sassofono. Neil spiegò di non essere Louis Armstrong e quando dopo un quarto d’ora l’equivoco fu chiarito gli venne spiegato cosa doveva fare: arrivare sulla Luna.

Tutto qui? - Disse Armstrong che intanto si stava pisciando nelle mutande.

In questa sua missione sarebbe stato affiancato da:

Il lancio avvenne 4 giorni dopo, il 16 luglio 1969, dopo aver fatto esercitare i piloti con un modellino dell’Apollo 11 in scala 1:18. Ecco alcuni dati significativi:

  • La navicella pesava 46 kg
  • il suo Apoastro era di 192,1 km, ma nessuno a bordo sapeva cosa cazzo fosse
  • il suo Periastro era di 312,1 km (vedi sopra)
  • il suo Topastro di 186 km (idem)
  • le ruote erano gonfiate a 1.6 davanti e 2.2 dietro
  • il livello dell'olio era ok
  • il cambio grattava un po'
  • la targa mancava, ma non credo che qualche vigile fosse pagato abbastanza per sorvegliare lo spazio siderale in cerca di multe
Il logo della missione lunare Apollo

Durante la fase di allunaggio, gli astronauti si accorsero che il sito prescelto era roccioso, scosceso e insicuro, insomma era un posto di merda per allunare. Scartata l'ipotesi di essere giunti per errore in Sardegna, si prepararono al difficile allunaggio, non facilitati nel compito dagli alieni addetti alla torre di controllo lunare, impegnati in una partitella a strip poker. Il nostro eroe dovette perciò arrangiarsi: prese il controllo manuale del modulo lunare, e andando di bolina fece sprofondare l’Apollo 11 nella parte meridionale di un grosso spiazzo liscio che venne chiamato Megaparcheggio stellare di fortuna, nome agghiacciante successivamente cambiato in Mare della Tranquillità. Gli astronauti diedero subito notizia del loro arrivo alla base di comando con questa storica frase:

« Houston, qui base della Tranquillità. Siamo atterrati. Tolgo l'autoradio e metto l’antifurto. »

Alle 2:56 ora terrestre, le 16:30 secondo il fuso orario lunare (nonché le 18:15 secondo la questura), Armstrong compì finalmente la discesa sulla superficie e fece il suo grande passo per l'umanità, pestando una merda di cane grossa come un cocomero, forse feci di una forma canina aliena oppure della cagnetta Laika, miracolosamente sopravvissuta. Aldrin lo seguì per scattare delle foto. Purtroppo non abbiamo fotografie del pianeta perché dopo aver percorso 384.400 km per arrivare alla Luna, i due astronauti trascorsero due ore e mezza a fotografarsi vicino al modulo lunare, come un qualunque turista italiano in vacanza percorre chilometri per scattarsi una foto vicino alla sua macchina.

Il Presidente George W. Bush riceve gli astronauti dell'Apollo 11 alla Casa Bianca

Gli astronauti, tra le altre cose:

  • prelevarono campioni di roccia
  • piantarono la bandiera americana
  • giocarono a golf
  • pisciarono a turno in uno dei crateri
  • vandalizzarono il Mare Nectaris a colpi di piccone per vedere se sotto la superficie lunare c’era il Cioccolato fondente (in effetti il viaggio lunare servì a sfatare molte leggende metropolitane).
  • piazzarono una cafonissima placca in simil metallo con i disegni dei due emisferi terrestri e una dichiarazione scritta del presidente Nixon:
« Qui uomini provenienti dalla Terra fecero il primo passo sulla Luna - luglio, 1969. Siamo armati e pericolosi, state alla larga dal nostro pianeta, mutanti figli di puttana! »

Dopo aver cazzeggiato per circa un paio d’ore, Armstrong e i suoi colleghi risalirono sul modulo lunare e ritornarono sulla Terra il 24 luglio. Il punto dell'atterraggio in mare fu calcolato a 13 gradi 19 primi N, 169 gradi 9 primi e 12 secondi O, cioè 640 km da Wake Island e a 200 metri dall’Isola d’Elba. Avrebbero dovuto essere recuperati dalla portaerei USS SS.ESESESS, ma per errori logistici vennero ripescati a largo dell’Argentario da un peschereccio di Orbetello.

Accolti come eroi vennero subito ricevuti dal presidente Nixon, che disse: Allora, che si prova ad andare su Marte?

Dopo questa incredibile esperienza Armstrong tornò nella marina militare. Pare che ora faccia l’insegnante di vela nel Kentucky, anche se voci attendibili dicono che sia morto di attacco cardiaco nel 1971 a 69 anni. Stiamo sempre parlando di Louis Armstrong, giusto?

Giubileo della missione

Il 20 luglio 2004 la NASA per racimolare un po’ di fondi per cambiarsi i computer festeggiò il 35° anniversario della missione Apollo 11 con l'incontro degli astronauti ancora in vita con l'attuale presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, che li scambiò per reduci del Vietnam ed accogliendoli disse: Anch’io ho un proiettile conficcato nel culo come voi. Me lo sono guadagnato servendo questo grande paese. Siatene fieri.

Dubbi sull’allunaggio

   La stessa cosa ma di più: Teoria del complotto lunare.
Questa ed altre foto hanno fatto sorgere dubbi sulla veridicità dell'allunaggio.

Una vecchia teoria attuale vuole che l’allunaggio sia un falso costruito ad arte dalla NASA e dal governo degli Stati Uniti, e che l’uomo non sia mai stato sulla Luna. Gli assurdi pretesti alla base di questa teoria sono:

  • In alcune foto gli astronauti sono senza ombra
  • In alcune foto gli astronauti hanno troppa ombra
  • In alcune foto gli astronauti hanno l’uno l’ombra dell’altro
  • In una foto scattata sulla Luna si vedono Aldrin ed Armstrong senza casco che bevono una Coca Cola davanti a un chiosco di hot dog
  • In una foto fatta a Buzz Aldrin, l’astronauta ha in testa le orecchie di Topolino
  • Sul fianco destro del LEM c’è la scritta “PROPRIETÀ DELLA PARAMOUNT”
  • Prima di alcune riprese si sente una voce gridare: “AZIONE!”
  • In una foto si intravede una coniglietta in short che rifà il trucco ad Aldrin
  • In alcune foto gli astronauti sono 5 e non 3.
  • In alcuni fotomontaggi riusciti male gli astronauti sono più grandi del LEM ed in uno in particolare sullo sfondo ci sono 2 Terre.
  • In una foto, contestatissima, Armstrong sulla Luna stringe la mano al Mahatma Gandhi, che tra l’altro era morto più di vent’anni prima
  • In una foto si vede uno strano logo che porta la scritta con Paint si può
  • In una foto, mai spiegata dalla NASA, accanto ad Armstrong si vede un filippino con un Mocio Vileda.

Voci correlate

Altri progetti

Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 7 dicembre 2008 con 100% di voti (su 11).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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