Neymar

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INCREDIBILE AMISCI!

No ho mai visto un sgiocatore così bravo dai tempi di Pelé! Sgiuro su Signore onipotente, a cui mando tuti miei dolsci basci e languide caresse, che questo può diventare migliore calsciatore di tuti i tempi, può vinscere tuto tuto tuto!
Incredibile amisci! Ho trovato uno euro per terra!


Neymar emula il suo idolo, Andrea G. Pinketts.
« Solo Pelé ho visto fare! »
(Josè Altafini commenta uno scatto di Neymar alla cassa 4 dell'Ipercoop.)
« Mamma pare che sono santo! »
(Neymar rivela, fraintendendo, il suo primo ingaggio ai genitori.)
« Tesoro ha detto "Santos". »
(La madre gli rivela la dura verità.)
« Il nuovo fenomeno del Real Madrid. »
(L'autorevolezza di Marca sul trasferimento di Neymar al Barcellona.)
« Vuole rubarmi il posto! »
(Alexis Sanchez, ancora convinto di giocare da titolare nel Barcellona.)


Neymar da Silva Santos Júnior de la Cantera Brasileira del Chupacabras (Nei cuori di tutti i brasiliani, 5 febbraio 1992 - Maledetto bimbominkia!, 13 luglio 2014), altrimenti detto Solopelèhovistofare, è il nuovo messia, campione del mondo, capocannoniere, capomastro e presidente del Brasile. Secondo le sacre scritture egli apparirà decenni fa per insegnare a tutte le genti l'orrida bellezza del campionato Paulista. Verrà ferito ad una vertebra dal centurione Juan Camilo Zúñiga, compiendo su se stesso il miracolo di camminare ancora e sarà crocifisso l'11 luglio 2014 allo Stadio Maracanã dopo aver dichiarato la propria simpatia e tifo per la vittoria dei Mondiali 2014 dell'Albiceleste; risorgerà dopo 3 stagioni ed ascenderà al cielo accompagnato da dei cherubini con la faccia di Joseph Blatter.

Vita, morte e miracoli

La profezia

Come profetizzato da un imbianchino delle favelas di San Paolo, un giorno verrà un ragazzino a fare due palleggi, decretando così il suo talento, il suo successo intergloboplanetariouniversale, una carriera stellare e l'assunzione in cielo di tutto i brasiliani tramite un contratto col Barcellona, un trasferimento ad un club italiano in crisi di risultati senza successo ed un trionfale ritorno in Brasile fatto di obesità e vizietti. Nel corso dei decenni il pubblico brasiliano ha cercato di capire chi fosse il predestinato, poiché questo è l'abituale curriculum di ogni calciatore carioca che si rispetti.

Un giovane talento

La statua del Neymar redentore, simbolo del nuovo Brasile.

Un talent scout un giorno vide un infante palleggiare con una palla di stracci™[1]. Come sempre succede in Brasile in questi casi avvicinò il bambino, gli chiese di incontrare i genitori che lo vendettero al gentiluomo convinti di destinarlo ad un redditizio giro di prostituzione minorile.

In realtà dietro quell'attività del tutto lecita nel paese del sole, del mare e della pizza ceretta inguinale, si nascondeva il Santos, lo stesso club di Pelé; motivo per cui gli fu affibbiata l'etichetta di "nuovo Pelé", presa direttamente dallo stesso scatolone in cui stavano quelle affibbiate a Zico, Rivaldo, Ronaldo, Ronaldinho, Adriano e il suo massaggiatore quand'era all'Inter.
Per questo motivo venne messo sottovetro per proteggerlo dagli sputi e renderlo più visibile ai riflettori. Florentino Pérez, durante la sua abituale sessione di compere al mercato brasiliano, cercò di portarlo a Madrid, ma il Santos gli offrì una mandria di buoi pur di tenerselo. Non disponendo di bestiame il presidente dei Galacticos preferì puntare sull'investimento di Cristiano Ronaldo. Con una Jeep.

Finché un giorno il Santos lo schierò senza un vero perché e i tifosi videro che era capace di segnare da distanze superiori agli 11 metri e di cadere alla prima occhiataccia degli avversari: per queste sue invidiabili e rare doti fu acclamato come campione e conquistò l'affetto di un'intera nazione e la sua devozione per i prossimi tre secoli.

Da quel momento la sua carriera esplode, grazie anche all'aiuto di Cesare Battisti, e Neymar vince tutto quello che si può vincere in una serata di poker: Campionato, Coppa Nazionale, Copa Libertadores, Intertoto e due euro al Totocalcio. E lo fa dimostrando di saper segnare in un contesto in cui le squadre si schierano con questo modulo











e i portieri sono preparati dal connazionale Dida.

L'approdo al Barcellona

:- Neymar: “Ci credi che mi hanno pagato 57 milioni?”
- Lionel Messi: “E tu ci credi che il mio contratto è scritto su un tovagliolo?”

Nell'estate del 2013 i blaugrana si interessano a lui e decidono di acquistarlo, anche perché dovevano pur spendere quei 70 milioni di disavanzo provenienti dalla cessione di Thiago Alcántara e non gli sconfinferava l'idea di darli alla UEFA per pagare debiti, meglio utilizzarli per regalare un'emozione a Neymar Sr[2]. Neymar è ben felice di andare a giocare nell'equivalente europeo del Brasilerao.
Nonostante Sanchez gli tenda continui agguati negli spogliatoi e Messi tenti invano di rifilargli paterni scapaccioni sulla testa[3], Neymar riesce a sopravvivere e ad emergere.
Con la maglia del club più forte al mondo non fa niente, poiché quella squadra non è il Barcellona. Con la maglia blaugrana invece si esibisce in numeri impressionanti, riuscendo anche a schivare le bombe a mano lanciategli da Pepe durante i numerosi Clasicos, e realizza gol straordinari e soprattutto utili, come il pareggio nell'andata contro l'Atletico Madrid in Champions che regalerà la semifinale. Ai colchoneros.

Con la Nazionale

Con la maglia verdeoro ottiene risultati incredibili per la loro insignificanza. Tra questi ricordiamo la conquista dell'argento olimpico a Londra in un torneo zeppo di squadre sconosciute alla FIFA o inventate come la Gran Bretagna. Seguono la Confederations Cup e un premio Oscar (Giannino) come calciatore meglio vestito.
Ci aspettavamo invece grandi cose da lui al Mondiale, anche perché Scolari aveva composto una squadra di soli difensori per esaltare le sue doti tecniche. Sfortunatamente sul suo cammino ha incontrato Juan Camilo Zúñiga che è involontariamente inciampato col ginocchio sulla sua terza vertebra lombare e per questo, e solo per questo, il Brasile ha mancato la finale a causa di un modesto 1-7 contro la Germania.
Dopo il Mondiale è stato assunto in cielo ma il popolo brasiliano non se n'è accorto, a causa del grave lutto che ha colpito quella nazione per 7 volte, più altre tre.

Caratteristiche tecniche

Neymar si addormenta dopo mezz'ora di gioco col Barcellona. L'arbitro però mal interpreta e concede la punizione.

Allenato personalmente da Giorgio Cagnotto, in campo si distingue per il fiuto del gol, il bel visino, l'entusiasmo e l'equilibrio precario a ridosso dell'area di rigore. I suoi ingressi senza schizzi gli hanno quasi sempre garantito voti al di sopra del 7.5.
Quando qualche malalingua lo accusa di essere un simulatore lui, molto sportivamente, incassa. In seguito scatena una rissa di proporzioni apocalittiche contro lo sventurato supporter.
In più si rivela un autentico fenomeno palla al piede, capace di favolosi dribbling, anche perché non è che ci voglia tanto a superare le copie cartonate di David Luiz che costituiscono la difesa della massima serie carioca.
Le sue giocate stellari a ritmo di samba hanno incantato un'intera nazione e un intero telecronista come Josè Altafini. Un uomo capace di incantarsi anche quando l'edicolante gli vende la Gazzetta. Arrivato in Europa, al primo doppio passo in Coppa Campioni ha ricevuto in premio una fontana di sputi dalla curva dell'Amsterdam Arena e un'affettuosa craniata sugli zigomi da parte di Poulsen. Perché, si sa, il pubblico europeo ama quel calcio fatto di numeri incredibili senza alcuna consistenza. Soprattutto nella patria del calcio totale.
Purtroppo fatica ancora a trovare la sua giusta dimensione col Barcellona, anche perché sfidiamo chiunque a rientrare nelle dimensioni di Messi per intero.

Note

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  1. ^ Pallone ufficiale del campionato brasiliano.
  2. ^ [1]
  3. ^ Occasionalmente si è fatto aiutare da Dani Alves per raggiungere i perentori 175cm del talento brasileiro.

Voci corelate