Nonbooks:Scrivere un romanzo plagiando Stephen King

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Paura eh...?
Paura eh...?

Salve, sono Stephen King, forse vi ricorderete di me per romanzi quali "Aiuto, il mio chihuahua ha sbranato la nonna" e "Alla fine muoiono tutti di una morte orribile", ma anche per gli utili manuali quali "Come plagiare il film dei Simpson e ricavarne un bestseller" e "Anche le lampade da tavolo possono farti cagare addosso dalla paura". Oggi sono qui su Nonciclopedia per dare alcuni consigli a voi, sì, proprio voi con le dita nel naso, voi che volete diventare aspiranti scrittori.

Entrare nel mondo della letteratura, si sa, può essere un'impresa realmente ardua, specialmente visto che l'apertura mentale delle case editrici è inversamente proporzionale a quella del loro culo. Sappiate, giovani aspiranti scrittori che ci sono solo due modi per riuscire a sfondare nello sfavillante, scintillante e, soprattutto, ricco di cospicui assegni di diritti d'autore, olimpo della narrativa, e sono i seguenti:

  1. Andare a letto con qualcuno
  2. Copiare, copiare, copiare

Esatto, miei Fedeli Lettori che mi amate e mi osannate come unico vostro Dio, avere un'idea originale non è il modo migliore per vedere il proprio romanzo pubblicato. E allora perché non provate a mettere in atto la tecnica che vi ho così brillantemente suggerito nel punto 2? Perché non provate a scrivere un romanzo copiandolo da un altro autore già famoso? Magari proprio me. Ma certo, perché no? Provate anche voi a scrivere un romanzo plagiando Stephen King, molti lo hanno già fatto e non se ne sono affatto pentiti!

E adesso andiamo avanti con la parte più importante. Sì perché ora, miei Fedeli Lettori, vi svelerò il segreto per diventare i più grandi e acclamati scrittori dell'universo, cioè... Cosa? Non vengo pagato per scrivere questa prefazione? Io, Stephen King che scrivo qualcosa gratis? Per quei pezzenti di Nonciclopedia? Ma lo sanno che una volta ho venduto un libro scritto solo battendo pugni sulla tastiera? E che è diventato bestseller numero uno al mondo? Nel tempo che ci ho impiegato a scrivere queste quattro righe di merda avrei potuto scrivere sei romanzi, diciotto racconti brevi e tre sceneggiature cinematografiche, lo sanno questo, eh? Portatemi la testa del mio agente, subito!

E ancora una volta grazie a te, Fedele Lettore. Se questa prefazione ti è piaciuta almeno quanto è piaciuta a me, vorrà dire che, come sempre, ho fatto un ottimo, ottimo, ottimo, ottimo lavoro. Perché io sono un genio. Stephen King
Bangor, Maine, 12 ottobre 2024 (in caso voleste venire a trovarmi spammo la mia città alla fine di un po' tutti i miei libri)

La trama

Nel plagiare un libro di Stephen King per fare fortuna nel mondo della letteratura, la trama non è che sia granché importante. Principalmente tutti i suoi romanzi, infatti, ruotano attorno alle medesime situazioni:

Grazie a questo manuale riuscirete a diventare proprio come Stephen King. E se non riuscirete ad essere circondati da donne strafighe, per lo meno avrete sempre dei gadget inquietanti in esclusiva.
  • Tranquillità
  • Tranquillità
  • Ansia
  • Tranquillità
  • OMMIODDIO COS'È QUEL MOSTRO? AIUTO! AIUTO!
  • MORIREMO TUTTI!!
  • VI PREGO QUALCUNO MI AIUTI!!
  • NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!
  • Tranquillità

Il difficile, infatti, non sta nel creare una trama verosimile, quanto più nel far sembrare che la vostra non sia ancora stata usata.

Di norma le idee di base per un romanzo scaturiscono dalla domanda "cosa succederebbe se", ad esempio:

  • Cosa succederebbe se ad un perfetto idiota dai piedi pelosi venisse affidato un oggetto di incommensurabile potere? (Il Signore degli Anelli)
  • Cosa succederebbe se tramutassimo la leggendaria figura del vampiro seduttore in un omosessuale che luccica? (Twilight)
  • Cosa succederebbe se una potentissima organizzazione segreta tramasse per prendere il controllo di una democrazia europea? (Piano di rinascita democratica oppure un qualsiasi libro di Dan Brown)

Con Stephen King, purtroppo, non è così semplice. Infatti, la domanda da porsi non è: "Cosa succederebbe se...?", ma: "Come posso terrorizzare milioni di persone usando un oggetto che posso afferrare senza alzarmi dalla scrivania, tipo i miei fazzolettini di carta, lo sfondo del mio desktop o il vibratore di mia sorella?". Provateci, scoprirete che non è facile quanto sembra. Stephen King può. Puotetelo anche voi!

I personaggi

Per cominciare vi serviranno dei personaggi credibili, a cui i vostri lettori possano affezionarsi tanto da dare loro fiducia, ma per cui non rimangano troppo male in caso di una loro morte truculenta. Pertanto potete scegliere se usare come protagonisti i politici italiani oppure seguire i consigli di questa sezione.

I buoni

Il Protagonista da Manuale™

Fa lo scrittore nel 99,999% dei casi, nel restante 0,001% è un ex imprenditore edile che ha deciso di ritirarsi a vita privata e di fare lo scrittore. È buono a prescindere, irritantemente buono, talmente buono che, invece di affezionartici, speri che il mostro alla fine lo uccida, anche se, in fondo in fondo, sai che, se il mostro lo ucciderà, sarà solo perché lui si sarà sacrificato per salvare la vita alla pulzella di turno (dopo essersela cavalcata, comunque), il che lo rende ancora più irritante.

Per creare il vostro Protagonista da Manuale™ dovrete procurarvi alcune cose facilmente reperibili alla Coop o nei peggiori bar di Caracas[1]. Vi servirà, innanzitutto, una storia di background strappalacrime e coinvolgente. Qualcosa che renda il vostro protagonista un vero figo, l'eroe tormentato di tutti i romanzi e film che si rispettino, tipo Harry Potter. Il protagonista del vostro romanzo dovrà essere simile a uno dei concorrenti di Amici di Maria De Filippi, e con questo non si intende che dovrà essere omosessuale, isterico e sprovvisto di qualsivoglia talento artistico, bensì che avrà alle spalle una serie di tragedie personali talmente pesanti che perfino i bambini del Darfur si sentiranno in dovere di organizzare una raccolta fondi in suo favore.

Ecco un breve specchietto riassuntivo che vi aiuterà a scegliere il tormento che affliggerà (ciò che resta) della vita del vostro protagonista.

Ecco come NON dovrebbe essere il protagonista del vostro libro copiato ispirato da Stephen King.
Caso umano Livello tormento Note
Sente le voci nella testa
4/10
Banale, nei libri di Stephen King tutti sentono le voci nella testa.
Reduce di guerra
5/10
A nessuno importa veramente dei militari con la sindrome da stress post traumatico, fatevene una ragione.
Moglie e figli sono morti
8/10
Le casalinghe amanti di Pomeriggio Cinque già sbavano copsiosamente, è la tragedia perfetta, state solo attenti a non farla sfociare nel patetico, che la gente si annoia.
Ha il cancro
2/10
Che palle...
Il cancro è in realtà un demone
11/10
Jackpot!

La gang di ragazzini di 13 anni

Sono i protagonisti indiscussi delle storie ambientate negli anni Settanta, probabilmente perché Stephen King in quel periodo non era ancora stato stuprato dal pagliaccio zombie che viveva nel suo armadio.

In genere ce ne sono di quattro tipi standard, facilmente imitabili da qualsiasi aspirante scrittore, perfino il meno dotato:

  • L'aspirante scrittore - Fatevene una ragione, quello c'è e ci sarà sempre.
Un tipico gruppo di ragazzini alla Stephen King. Da destra a sinistra l'aspirante scrittore, il teppistello e il cicciabomba. L'ultimo non è una ragazza perché la compagnia è composta da omosessuali.
  • Il cicciabomba - È il ragazzino che tutti prendono in giro per il suo peso esagerato. Perfino tra i ragazzini sfigatelli del suo gruppo è il più sfigato, tutti in città lo conoscono e ridono di lui. È perdutamente innamorato dell'unica ragazza della compagnia, ma lei non se lo fila di striscio, né mai lo farà. Personaggio assolutamente inutile, se non per accattivarsi le simpatie della stragrande maggioranza dei lettori di King, dei ciccioni senza speranza, appunto, il ragazzino cicciottello (che di solito ha anche gli occhiali a fondo di bottiglia, l'acne, l'asma e il pisello piccolo) muore sempre prima della fine del libro.
  • Il teppistello - In ogni gruppo di ragazzini creato da King questo personaggio non può mancare, per cui non dimenticatevelo! Il teppistello della combriccola, il pervertito, è quello che travia sempre gli amici con idee malsane del tipo: "Ragazzi, andiamo a vedere un cadavere" o "Ragazzi, perché non socializziamo col pagliaccio assassino che vive nello scolo delle fognature" o ancora "Ragazzi, perché non disperdiamo un agente patogeno in grado di sterminare il 99,9% della popolazione mondiale, sperando di vedere le tette di qualche ragazza morta?". Assolutamente ininfluente durante la storia, questo personaggio è tuttavia quasi sempre il motore dell'azione drammatica, per cui è molto importante averne uno nel vostro romanzo.
  • La ragazzina - Comunistella in erba, la ragazzina è l'unica componente femminile della gang. Vacca da monta dell'intero gruppo, ha il potere di scatenare i bollori di tutti i maschi della compagnia, riuscendo anche a sputtanare anni e anni di amicizie eterne. Alla fine finisce sempre con l'aspirante scrittore, ma questo solo perché King non è riuscito a vedere una vagina fino al compimento del 45 anni, e proietta le sue fantasie pedofile sui personaggi dei suoi libri. È una strategia che vende! Usatela anche voi!

La donna protagonista

Stephen King ha sempre parole colme d'affetto e rispetto per le donne, nei suoi romanzi, tipo:

« La donna è il sistema di locomozione di una fica.[2] »
(Il gioco di Gerald)

Per meglio plagiare lo stile di Stephen King, dovete sapere che le donne protagoniste dei suoi romanzi sono principalmente di due categorie. Nella stragrande maggioranza dei casi sono rappresentazioni letterarie della ex fidanzata di King, per cui sono spesso vittime di atrocità, violenze, soprusi, torture fisiche e psicologiche e sevizie a sfondo sessuale, ma ci sono anche le protagoniste femminili che rappresentano l'amata moglie di King, e pertanto sono vittime di atrocità, violenze, soprusi, torture fisiche e psicologiche e sevizie a sfondo sessuale.

I cattivi

A differenza dei buoni, assolutamente non stereotipati[citazione necessaria], creare dei perfetti cattivi per la vostra opera letteraria potrebbe risultare una sfida abbastanza impegnativa, ma mai quanto tentare di capire il senso di Donnie Darko.

  • Il mostro - Il mostro del vostro racconto può essere qualsiasi cosa: un pagliaccio, un demone, un ragno gigante, la personificazione della morte, fantasmi di minatori messicani, mutanti radioattivi, perfino uno scolapasta. Qui avete spazio libero, talmente libero che potete anche fare in modo che il vostro lettore non capisca, in effetti, che cosa diavolo stanno affrontando i protagonisti. Stephen King ormai fa così in tutti i suoi libri più recenti, e la gente non è mai sembrata accorgersene[3]. L'importante è che mangi i bambini. Perché a tutti piace un po' di sano cannibalismo.
  • Il cattivo psicopatico - Non è un mostro vero e proprio, anche se alla fine potrebbe rivelarsi tale, facendovi guadagnare mille punti agli occhi dei lettori, ma è pur sempre qualcosa su cui costruire per lo meno 600 pagine di romanzo. Lo psicopatico in un libro alla Stephen King è più o meno come la parola fuck in un film di Quentin Tarantino o l'ossigeno nella nostra atmosfera: qualcosa che serve necessariamente. Lo scopo primario del personaggio in questione è infliggere sofferenza psicologia e - preferibilmente - fisica ai malcapitati protagonisti. Ogni mezzo è lecito: dalle armi da taglio alle armi da fuoco, dalle scritte col sangue sui muri, alle telefonate minatorie, anche se lo psicopatico più efferato creato da Stephen King torturava le sue vittime in maniera veramente raccapricciante: faceva ascoltare loro la canzone di Pupo e Emanuele Filiberto.
  • Il/la fondamentalista religioso/a - Non un cattivo vero e proprio, ma una sincera scopa in culo per i buoni, il fondamentalista religioso (anche se spesso è una donna) è un personaggio che non potrà mai mancare nei vostri libri. Specialmente perché aiuta ad allungare il brodo di qualche centinaio di pagine. Il fondamentalista religioso darà la colpa degli eventi soprannaturali che si stanno verificando alla suprema punizione di Dio verso gli uomini peccatori. Ovviamente il modo più razionale di placare la collera divina gli sembrerà essere quello di aizzare una folla armata di torce e forconi che fa molto Medioevo contro i protagonisti della storia. In sostanza il personaggio è simile a Benedetto XVI, solo senza scarpette di Prada

Infine, poiché in un libro di Stephen King anche un dito che esce dallo scarico del cesso può essere un cattivo soddisfacente per una storia, non occorre che vi spremiate troppo le meningi per creare qualcosa di plausibile.

L'ambientazione

I romanzi di Stephen King sono tutti ambientati nel Maine. Il Maine è un posto di fantasia popolato da ragazzini pestiferi, adolescenti bulli, anziani, pescatori, pistoleri, serial killer, poliziotti in pensione, poliziotti con deliri di onnipotenza, poliziotti posseduti da demoni, proprietari del bar locale, lupi mannari, ragni giganti, pagliacci pedofili, zombie, alieni, demoni, vampiri, mutanti, creature extradimensionali, cani con la rabbia, cani senza la rabbia, pazzi, pazze, ubriaconi, schizofrenici ma soprattutto scrittori, che pare passino la maggior parte del tempo in case isolate nella neve o, meglio ancora, nella nebbia, al solo scopo di completare il loro ultimo romanzo o di farsi rapire da una fan mitomane.

Il Maine di Stephen King in una cartolina promozionale. Se seguirete alla lettera le istruzioni di questo manuale, perfino voi sarete in grado di creare una gioiosa ambientazione come questa!

Purtroppo, però, il Maine è proprietà intellettuale di Stephen King, che ne detiene il copyright, ed è quindi fortemente sconsigliato usarlo per ambientarci il vostro romanzo, a meno che non vogliate essere sodomizzati dalle legioni dei suoi avvocati. Vi consigliamo, in sostituzione, di ambientare le vostre storie in un posto chiamato Paine, o Blaine e, se qualcuno ve lo dovesse chiedere, negate fermamente di conoscere o aver mai sentito anche solo nominare un posto chiamato Maine, e anzi, credevate che gli Stati Uniti fossero ancora una colonia britannica.

Se volete ambientare la storia in Italia (ma vi sconsigliamo di farlo, perché non potrete usare uno sciccosissimo pseudonimo anglicizzante), sappiate che la regione più simile al Maine, soprattutto per la presenza di creature demoniache, è la Sardegna. Certo, dovrete sostituire tutti i riferimenti ai pescatori con i pastori, le aragoste con le capre e l'andare a farsi una birra al pub con la zoofilia.

Dunque, ora avete il vostro Maine Paine, non vi resta che creare un'ambientazione adatta in cui inserire i vostri personaggi. Scordatevi le grandi città, non c'è niente di buono in esse. Omicidi, rapine, furti, stupri, sequestri, serial killer, che noia! Trasferite la vostra storia in un tranquillo paesello di campagna. Qualsiasi posto va bene, tranne Cabot Cove, che ha già il suo demone personale, ed è protetto da copyright pure quello.

Lo stile

Un bambino visto da voi comuni mortali...
... e lo stesso bambino visto da Stephen King.

Lo stile di Stephen King è

(carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie)
Smettila ti ho detto! SMETTILA!
Sai che non posso, lo sai. Io sono dentro di te. Sono parte di te, e non puoi liberarti di me.
(carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie carrie)

una componente fondamentale di ogni suo romanzo.

Un esempio: trasformare un banale paragrafo in un paragrafo alla Stephen King

Questo è un esercizio davvero importante per voi futuri plagiatori stephenkingiani. Si tratta di prendere un paragrafo banale, l'inizio di un raccontino breve, per esempio, e trasformarlo in qualcosa che potrebbe aver scritto Stephen King.

L'esempio che segue dovrebbe chiarirvi un po' le idee.

Ecco il raccontino non modificato.

Era un bel giorno di primavera. Le colline erano in fiore e gli uccellini cinguettavano melodiosi. Jack, un bambino leggermente robusto che i suoi amici chiamavano Merendina, per la sua simpatica abitudine di portarsi sempre appresso una serie quasi infinita di caramelle e dolcetti da sgranocchiare anche nei momenti meno opportuni, tornava a casa a bordo della sua fiammante bicicletta rossa, un regalo del suo amato papà per il suo settimo compleanno.

Ad un certo punto, Merendina fu affiancato da un pick-up. A bordo c'era un anziano signore, probabilmente un contadino, visto che nel Maine era appena cominciata la stagione della mietitura.

"Ciao, ragazzino," fece l'uomo. "Ti andrebbe una caramella?"

"Certo, signore," rispose pronto Merendina. "La ringrazio moltissimo."

L'anziano contadino diede la caramella a Merendina. Lui la mangiò ed era veramente la più buona della caramelle.

Fu un pomeriggio davvero stupendo.


Che noia, vero? La cosa più paurosa che potrebbe succedere sarebbe di intravedere i Teletubbies oltre la collina. Vediamo come modificare il racconto inserendo un po' di follia e perversione:

Era un giorno di primavera, a Castle Rock. Un forestiero avrebbe potuto definirlo un giorno insolitamente bello e soleggiato, ma per gli abitanti della cittadina non c'erano più stati gioiosi giorni di primavera da quando il vecchio reverendo Smith era impazzito durante la messa e aveva trucidato la sua congrega di fedeli, giù alla chiesa congregazionista.

Jack, un bambinetto sovrappeso, stava tornando a casa, ed era in ritardo. Molto in ritardo. Non aiutava il fatto che fosse enormemente grasso. I suoi amici (parola grossa, Jack non aveva amici, solo conoscenze superficiali) lo chiamavano Lardelloso, i più cattivi Palla di Vomito, e andare a scuola per lui era un vero incubo senza fine. Era in ritardo, Palla di Vomito, e sapeva che suo padre, alcolizzato perso ormai da anni, uno che non vedeva un giorno completamente sobrio dai tempi in cui era in voga My Sharona dei Knack, lo avrebbe ammazzato di schiaffi, come faceva sempre. Sua madre lo pregava di smettere, ma il vecchio non poteva fare a meno di riversare le sue frustrazioni sul corpo molliccio del figlio.

Anche se non poteva ancora saperlo, Jack non sarebbe mai più tornato a casa.

Palla di Vomito arrancava con fatica, quando fu affiancato da un vecchio pick-up sul cui paraurti posteriore era appiccicato un adesivo con su scritto SE VADO LENTO È PERCHÉ TUA MADRE MI STA FACENDO UN POMPINO.

Jack provò un senso di inquietudine non appena osservò negli occhi il conducente.

Pericolo, estremo pericolo, lo informò una voce nella sua testa, quella che Jack chiamava il Capotreno, perché seguiva sempre binari razionali. È senz'altro uno stupratore, ti drogherà e infilerà il suo pisello floscio nel tuo culetto. Ahi Ahi, Palla di Vomito. Ahi Ahi. Sarai ancora lo zimbello di tutti a scuola. Ti additeranno e sarai Palla di Vomito col culo sfondato. Che bellezza.

Jack tentò di scacciare questo pensiero, ma non ci riuscì, e quasi fece un balzo indietro quando udì il vecchio proporgli:

"Ciao ragazzino, ti andrebbe una caramella?"

Tutto quello che Jack sentì fu

(ti drogherà e infilerà il suo pisello floscio nel tuo culetto)

un senso di diffidenza che mai aveva provato nei confronti di un essere umano.

Ma nonostante la ritrosia, qualcosa, un qualcosa di demoniaco che non apparteneva a quell'universo, come un'energia sprigionata dai penetranti occhi del vecchio del pick-up, lo privò della sua volontà.

"Certo, signore," rispose Palla di Vomito (solo che non era più palla di vomito, era più simile a una sagoma di cartone dalle fattezze di Palla di Vomito, ma privato della personalità). "La ringrazio moltissimo."

E per Jake cominciò un'agonia di terrore senza possibilità di scampo.


Noterete che il testo è già più colorito, più vivace, e almeno in tre punti provoca conati di vomito in un lettore su dieci. C'è anche un altro aspetto molto importante osservabile dal confronto tra i due testi: il secondo, quello stephenkinghiano, è decisamente più lungo. Già, perché una delle regole più importanti per ottenere il successo letterario plagiando Stephen King è che quello che scrivete, qualsiasi cosa scriviate, deve essere luuuuuuuuuuuuuuuungo. Imparate fin da ora ad annacquare il brodo, usando cinque parole per dire quello che un comune essere umano direbbe in una e, più in generale, inserendo flashback a cazzo di cane sui protagonisti, sui non protagonisti, sulla signora che passava di lì per caso, su degli oggetti inanimati e - ma questo è solo per i più bravi - infilate perfino dei flashback dentro i flashback, sovvertendo l'ordine logico dello spaziotempo e causando orgasmi apocalittici ai vostri lettori einsteiniani.

Conclusioni

Et voilà, il manuale è terminato. Ora non vi resta che prendere carta e penna e cominciare a scrivere. Ma non perdete tempo, perché è bene che sappiate che, mentre eravate impegnati a leggere questa pappardella, Stephen King, da ora vostro acerrimo rivale, non è stato con le mani in mano. Nossignore. Ha scritto per lo meno tre romanzi di 3500 pagine l'uno.

Per cui sbrigatevi a scrivere qualcosa, prima che lui scopra che state tentando di imitarlo...

Dicono di questo manuale

« Ho letto questo manuale, e mi ha davvero cambiato la vita. »
(Stephenie Meyer su questo manuale)
« Zitta tu, troia. »
(Stephen King su citazione precedente)
« Oh cielo, e io che pensavo si chiamasse Steven King »
(Giorgio Faletti dopo aver letto il titolo del manuale)
« Questo manuale non mi interessa. Soprattutto perché non so leggere. »
(Fabio Volo su questo manuale)
« Non ho bisogno di copiare Stephen King: sono rivoltante già di mio. »
(Bruno Vespa comparando la sua ultima fatica letteraria a quella di zio Stephen)
« Eh, ma io una volta scrivevo tipo Stephen King, ed ero anche piuttosto bravo. Anzi, pensate che mi volevano anche dare il premio Nobel per la letteratura. Ma io ho rifiutato, ho detto: "Eh, no, il premio Nobel non lo voglio, preferisco fare il Ministro". »

Note

  1. ^ Notare che le due cose, a Caracas, coincidono
  2. ^ Citazione vera, eh...
  3. ^ Forse perché nessuno è mai vissuto talmente a lungo da riuscire a finire un libro di Stephen King. A parte Andreotti.