Nonbooks:Scrivere un romanzo storico ambientato in età romana

Nonbooks, prontuari e libercoli anzichenò.
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Non ti preoccupare se scrivi cazzate, tanto per la maggior parte del pubblico medio l'antico impero romano ha più o meno questo aspetto.

In questo manuale tratteremo la delicata ma assai lucrativa arte di fare soldi scrivendo romanzi storici ambientati nella gloriosa era Romana, periodo storico leggendario e miticizzato all'estremo da capolavori del cinema e della letteratura come Il gladiatore, Spartacus, Ben-Hur, Caterina va in città, ecc ecc.

Non ridete, brutte capre, perché questa è un'arte che accetta solo pochi eletti, i quali se vengono unti dal sacro tocco del successo letterario, possono assurgere a livello morali, spirituali ma soprattutto economici, tali da divenire delle vere e proprie celebrità.

Se ancora voi, rudi e volgari villici di campagna, non mi credete ma anzi state in questo momento perpetrando l'unica cosa che esseri soli e senza cervello come voi fanno in solitudine davanti ad un monitor, vi invito a riflettere su un grande autore italiano che tutt'ora gode del prestigio di scrittore di romanzi romani®. Sì, avete capito bene, lui, il grande, il solo, il geniale, l'inimitabile Valerio Massimo Manfredi, o come tutti noi miseri ed insignificanti mortali siamo dovuti a chiamare, Valerivs Maximvs Manfredivs, Dei Solis Invicti Fili Romanorvum Imperatoris.

Infatti Sua Eccellenza da grande scrittore è diventato grande conduttore TV, ma non perdiamoci in queste amenità e pensiamo piuttosto a come scrivere un romanzo romano decente:

Fase I: il periodo storico

Ebbene sì, in questo tipo di romanzo non conta un beneamato cacchio partire prima dai personaggi e i motivi di questa particolarità verranno trattati più avanti.

Ora, bisogna tener ben presente che i romanzi di età romana, i quali sono una sotto-categoria dei romanzi storici di età classica, si dividono a loro volta in tre sotto-sotto-categorie divise in base al periodo:

  • Periodo Antico/leggendario: Roma è ancora una insignificante Città-Stato dell'Italia antica, perennemente minacciata da popoli così insulsi, che quando in seguito la Città Eterna li conquisterà, non li ricorderà più nessuno. Qui i Romani sono ancora giovani, forti, ingenui, attaccati alle tradizioni e fedeli adoratori degli dei i quali concederanno nei secoli i propri favori al fine di dare l'avvio al lungo processo che creerà l'impero del futuro.
  • Periodo Repubblicano/figo: è il periodo più figo per varie ragioni: i romani sono ancora forti, cazzuti, fighi, già inquadrati in ciclopiche e arrapanti legioni di acciaio, fedelissimi alle tradizioni del loro popolo e con un'identità forte. In questo periodo vediamo con maggior attenzione periodi e personaggi ganzi, come Annibale e le sue guerre puniche, Silla che prende il potere e di conseguenza porta casini e più importante di tutti Caio Giulio Cesare e il suo codazzo di figli amatissimi come Ottaviano, Bruto e la sua leggendaria donna, Cleopatra. Qui già vediamo la fine della repubblica e la nascita dell'Impero.
  • Periodo Imperiale/deprimente: è il periodo più controverso, infatti il popolo romano va via via decadendo, da un punto di vista morale, spirituale, materiale e in parte anche etnico: infatti i popoli barbarici prima vengono presi a calci in culo, ma poi a seguito alle migrazioni e convivenze pacifiche forzate con i nuovi popoli, i romani pensano ben bene di abbandonare la loro cultura guerriera e di affidarsi ai nuovi popoli giunti, confidando nel rispetto reverenziale che essi hanno della più evoluta e perfettà civiltà romana.

Fase II: la trama

Alla fine è sempre più o meno la stessa solfa:

  1. Guerra civile: l'Impero o la Repubblica è minacciata da un generale arrogante che vuole diventare Rex/Imperator, e il protagonista ovviamente si trova dalla parte giusta, ovvero o dalla parte del condottiero che vuole ripristinare legittimità e gloria a Roma e liberarla dai corrotti o dalla parte della democrazia romana che cerca disperatamente di resistere alla tirannia di un malvagio condottiero che sfrutta l'appoggio delle sue legioni per instaurare una sanguinaria dittatura.
  2. Resistenza agli invasori: il capotribù di un clan di celtiberigermanpannonsarmatomongoli riunisce un gran numero di clan, tribù, popoli e razze delle terre selvagge con la promessa del ricco bottino racchiuso nella Caput Mundi. Ovviamente dopo un primo attimo di sbandamento delle legioni che comporta 500 pagine di strupri, massacri e saccheggi un po' ovunque nell'Impero, i legionari si riorganizzano sotto un comandante/dux provvisorio che li guida verso una gloriosa vittoria in una qualche sanguinosa battaglia campale (con descrizioni ultraprecise degli schieramenti e dei movimenti di truppe) che si conclude con l'impalamento di 100.000.000.000000.000.0... di barbari e con l'appendimento per le balle del capotribù barbaro su un albero sacro ai nemici, che in seguito verrà tagliato e trasformato in cubetti per il figlio del re. Così imparano.
  3. Esplorazione fantastica: il protagonista, solitamente un generale o comunque un ufficiale romano, per una serie di sfortunate coincidenze, finisce per viaggiare in altri continenti mai scoperti dai romani nella realtà, e qui ha l'occasione di vedere e confrontare culture e civiltà diverse con la propria. I questo genere si enfatizza la figa della storia per le sue grazie esotiche, la quale è quasi sicuramente la principessa di un qualche popolo misterioso e guardacaso la più figa del continente.
  4. Investigativo/neutro: è il più noioso, poiché il protagonista è o un console o un governatore di una provincia romana che rimane invischiato in intrighi e complotti politici e deve investigare in stile CSI su crimini a cui nessuno importa, come una brutale sequela di omicidi di prostitute che conduce al figlio dell'imperatore, o magari ad un complotto per fare un golpe. Più che altro è un pretesto per descrivere ed immaginare la vita di tutti i giorni degli uomini dell'antichità ma sopratutto per tirarsela e dimostrare ai lettori che lo scrittore è un dotto dell'era romana e che per fare il figo fa parallelismi con l'era attuale (esempio: integrazione tra romani e barbari = integrazione tra italiani ed extracomunitari). In molte situazioni il protagonista, se non è un personaggio realmente esistito, incontra almeno 3 personaggi storici esistiti: il Seneca di turno che fa sempre l'uomo politico esperto di complotti, l'attuale Imperatore o chi ne fa le veci provvisorie prima di venire sgozzato in una congiura, ed infine il servo/orfano/legionario con la gotta che da grande diventerà il prossimo Seneca/Imperatore ricordato per la sua grande umanità che nel romanzo sarà sempre ispirata dal protagonista.

Fase III: i personaggi

Ora finalmente sapremo perché alla fine si pensa al personaggio e non al primo o secondo punto come si fa in altri romanzi. Se non vi siete bolliti troppo il cervello su Youporn, dagli elenchi di prima avrete già capito che tutti i libri del genere storico romano vanno sempre su binari prestabiliti (tipo le storie di Tex Willer) e quindi è inutile stare tanto ad arrovellarsi sui tipi di protagonisti. Difatti, abbiamo:

I buoni

  • Il protagonista: è romano o quantomeno un barbaro talmente romanizzato da considerarsi romano, e difatti egli stesso guarda la sua antica tribù con lo stesso ribrezzo con il quale oggi una ricca ereditiera guarda i marocchini che puliscono i vetri ai semafori. Se è nobile/patrizio, esso sarà così permeato di ideali quali virilità, eroismo, patriottismo, eccetera da avere dopo 2 pagine già 3 manipoli e 2 coorti di manovali e fattori pronti a morire contro i barbari per lui. Invece se nasce plebeo, esso sarà così permeato di ideali quali virilità, eroismo, patriottismo, eccetera che alla fine del libro sarà elevato a nobile e potrà sposarsi la figlia dell'imperatore che vanta 100 generazioni di antenati aristocratici mentre lui aveva un nonno che si rotolava con i maiali nel villaggio natale.
  • Gli amici del protagonista: anche loro romani o romanizzati (fa tanto Ringo il protagonista e i compagni celto-greco-etrusco-germano-sarmatici), quasi sempre legionari romani, saranno in grado sempre e dico sempre di tenere a bada 2 tribù di pitti alti 2,5 m e straincazzati con delle semplici frasche usate come gladi e coperchi di pentole come scudi se la situazione lo richiede. Tra di loro ci sono spesso le 2 maschere comiche (ovvero i 2 che fanno sempre le scenette perché in realtà sono 2 omosessuali repressi), il guerriero gigante celto-germano armato di un ascia grande quanto un albero, un nero preso da qualche provincia africana grosso quanto un toro ma intelligente (non sempre) quanto un anfora, ed infine il miglior amico del protagonista che conosce lo dall'epoca dell'addestramento e con cui ha fatto 1000 e più guerre insieme.
  • La figa: sempre bella e perfetta e sempre e solo innamorata del protagonista. Se lei è patrizia e lui plebeo, se lui nobile e lei vestale, se lei barbara e lui romano, se lui capo di una tribù di barbari in parte romanizzati ma pronti a sodomizzare a sangue l'impero e lei sorella/figlia dell'imperatore, allora state sereni che farete un sacco di soldi con gli sdolcinati repressi, e avrete un sacco di spunti per situazioni assurde in cui i 2 innamorati si rincorrerranno per tutto l'impero per ritrovarsi sfuggendo ad ogni tipo di calamità umana e sovrannaturale. Alla fine si ritroveranno a faranno per minimo 10 pagine allll'ammmmoreee (mi raccomando descrivete ogni posizione, anche la più perversa, nei minimi particolari per vendere vendere e ancora vendere).
  • Il foederato: capotribù barbaro alleato fedele di Roma in quanto adoratore della sua grandezza. Esso può essere più o meno imparentato col protagonista, in modo da aiutarlo quando esso sarà in pericolo.

I cattivi

  • Il dittatore: il solito generale che si fa incoronare imperatore e impone un regime assolutistico e ultra-ingiusto. Esso è molto spesso un sodomita e/o pedofilo e quando non progetta piani malvagi per far morire i buoni in qualche modo orrendo, lo si vede dietro le frasche del giardino imperiale a inchiappettarsi uno struzzo o un suricate portato dall'Africa apposta per lui.
  • Il tirapiedi: il braccio destro del boss, in genere ha conti in sospeso col protagonista da minimo 15 anni, che risolverà con la propria morte a fine o metà libro. In genere o è un ufficiale o un politico o addirittura entrambe le cose, e passa il tempo a torturare bambini e fanciulle barbare e a sguinzagliare killer su commissione contro i buoni. Quando non lavora sostituisce lo struzzo o il suricate nei giardini imperiali.
  • La femme fatale: essa è la versione femminile dei precedenti 2 cattivi, e raramente la vediamo in intimità con i due sopradetti (infatti trovano più calore in un suricate bello stretto). Quasi sempre è una Nobile romana rifiutata dal protagonista e per questo desiderosa di vederlo impalato ad un cactus e la sua donna violentata in gruppo da un'orda di Unni in astinenza da un anno. Essa è ciò che di più miserabile si può trovare in una donna: è una predatrice sessuale bisex, e può essere perfino una gran sacerdotessa vestale, la quale passa le pigre ore nel tempio ad infliggere alla giovani e innocenti consorelle le più orribili umiliazioni sadomaso. Finirà con l'essere attraversata a morte da un gruppo di Ostrogoti ubriachi.
  • Il barbaro: esso è semplicemente un capotribù stanco di vedere se stesso e il suo popolo umiliato in continuazione dai fighetti romani e perciò crea una grande coalizione di popoli selvaggi con lo scopo di sconfiggere gli odiati padroni. Per quanto le sue intenzioni siano comprensibili e come esseri umani possiamo trovarci vicini al suo tormento interiore non dobbiamo dimenticare però che si tratta di un barbaro di merda di razza inferiore che se osa solo pansare di attaccare la sacra Roma deve essere eliminato dalla faccia del pianeta per poi dire ai sopravvissuti della sua razza bastarda: "Zitti e sottomessi, merde!".


Con questo elenco di trame e personaggi stereotipati abbiamo elencato le cose più importanti del genere letterario e sta poi all'abilità dello scrittore combinarle per creare un best seller mondiale con il quale vivere di rendita. Ma comunque diamo i soliti consigli:

Consigli

Tieni bene a mente, mettere tra i personaggio uno o più nubiani rende il libro moderno e politically correct.
  • Se il romanzo è ambientato nei periodi o antico o repubblicano, ricorda di essere positivo. I romani sono forti e giovani e quell'immensa cazzata del cristianesmo non ha ancora calciorotato gli antichi dei olimpici, che diciamocelo sono molto più fighi e normali di un dio misognio e vendicativo che manda inutilmente il suo unicogenito a morire di una morte dolorosa per i peccati degli uomini.
  • Al contrario se è ambientato nell'età finale, sii pessimista, ispirati agli emo per la tristezza. Infatti i romani stanno scomparendo sommersi da barbari in un impero cadente, fatiscente, corrotto e marcio, talmente putrido che la fine si preannuncia sempre più inevitabile ed angosciosa pagina dopo pagina, con un climax di depressione così immenso che il crollo finale deve essere accolto con un leggero sollievo.
  • Sii prolisso, hai una cazzata in mente? Dilla! Si, perditi in inutili pagine e pagine di considerazioni e monologhi interiori da far sbattere la testa del lettore contro il muro. Descrivi le sensazioni e le angoscie dei personaggi, fai considerazioni sulla fine della democrazia repubblicana e l'avvento dell'impero o sull'intolleranza religiosa dei cristiani che passano almeno 200 anni a distruggere le culture romana, greca, egizia, etrusca, ecc tutte antichissime solo perché non sono conformi ai vangeli.
  • Non importa quanto sia grande il mondo e quanti anni passino: anche 10 anni dopo la vittoria dei buoni, il protagonista potrebbe incontrare in un deserto dimenticato da dio un braccio destro dei cattivi creduto morto e desideroso di vendetta. Ovviamente alla fine sarà il cattivo a fare una fine idiota come cadere in un pozzo, essere investito da una madria di bufali, finire in una yutra di pederasti super dotati o venir processato per calciopoli, e cosi via. Alla fine dello scontro il nostro eroe potrà finalmente godersi il lieto fine.
  • Non temere se non sai un beneamato cazzo di storia dagli uomini delle caverne alla guerra di San Benedetto da Predappio, secondo te io ne so qualcosa di storia? Basta leggersi 1 o 2 libri di Alberto Angela sulla vita di Cassius, il portinaio di Cesare del 45 a.C.
Mi raccomando, anche se sei un barese con un albero genealogico risalente addirittura fino a Odoacre stesso, nel libro il barbaro medio è un troglodita che merita solo di essere crocifisso per il solo crimine di esistere.
  • Quando scrivi pensa sempre: i romani devono fare la figura dei fighi in ogni situazione come gli elfi nei fantasy, e stai pur tranquillo che non sbaglierai.
  • Ricorda: legioni, legionari, coorti, castra, pilum, gladium, scorpio, ecc sono le parole chiave del successo con i libri sui romani. Se non c'é almeno un legionario sullo sfondo, sei fregato.
  • Anche all'epoca di roma gli ebrei erano odiati, quindi scrivi di qualche violenza o persecuzione.
  • Usa sempre e solo numeri romani, ma mi raccomando non esagerare, perché al giorno d'oggi non sono in molti a essere in grado di leggere: XXXXLVMMMNNLLCLMNCXLMCMCPMACHECAZZOVMXXXXXLLIII.
  • Anche se il protagonista finisse su Saturno insieme agli alieni, infilaci sempre uno scontro tra gladiatori.
  • Ficca nel discorso più parole latine che puoi, e se non lo conosci il latino inventa. Di senza ritegno forbiciis per forbici, pilum per figa o lancia a seconda delle occasioni, cacchium quando imprechi, insomma chi lo parla il latino al giorno d'oggi?.
  • E per ultimo ma più importante di tutti, descrivi in ogni perverso particolare ogni singola scena di sesso in ogni sua perversa sfacettatura. Prima di darmi del porco pensa a questo: secondo te Le Cronache di Camulod di tale Giacomo Bianco hanno avuto successo per la descrizione della Britannia post-romana e della nascita del condottiero Celto-Romano Artù? NO, NO, NO E ANCORA NO. Hanno avuto successo solo perché l'autore ha messo in ogni libro in almeno 2 capitoli scene di sesso o masturbazione femminile o turbe ormonali dei protagonisti da adolescenti, descritte in ogni depravato aspetto per minimo 15 pagine. E questo, amico mio, è business, non bruscoli.