Nonciclopedia:Nonci's Goat Talent/Prove/2
Istruzioni per la prova 2
|
Care merde, nella prima prova avete fatto schifo perché non avevate lo stimolo giusto che vi offre questo talent. Adesso però è arrivato il momento di fare sul serio, per modo di dire. Stavolta vogliamo ridere e lo vogliamo fare nella maniera più classica di Nonciclopedia e, per venire incontro alle vostre limitate capacità mentali, vi abbiamo divisi in due gruppi. Tirate fuori la fantasia e partorite un articolo degno di questo sito.
|
Vincitori e Vinti
|
I giudici hanno decretato, per 2 voti a 1, che l'articolo migliore è Instagram e quindi vince la sfida la Squadra Genuzzo. Il migliore della prova è il giovane Deadpollo che riceverà un bel vantaggio per la prossima prova e una simpatica pacca sulle gengive. Per quanto riguarda la squadra perdente ci saranno 3 eliminati, ma c'è una sorpresa: i caposquadra, Cesar91 e Genuzzo, dovranno scegliere i due utenti peggiori della loro squadra scrivendo i loro nickname qui nei commenti (e motivando la scelta), uno di questi sarà eliminato dai giudici. Successivamente i giudici elimineranno altri 2 della squadra perdente, considerati peggiori. Per la squadra vincente l'eliminato è Isidoro Babbola. Per la squadra perdente, ChuPirla, Colera e Yeeeee abbandonano il gioco e trasferiti al canile. |
Insulti e Pomodori
|
Commenti degli utenti
|
Concorrente: Squadra Cesar91
|
{{#NewWindowLink: Nonciclopedia:Nonci's Goat Talent/Prove/2/Squadra Cesar91 }}
« Questa è una strana brutta storia, fatta di intrighi, potere, poesie di Dante, guerre, orge, tiro con l'arco, partite a pallacorda e omicidi tra guelfi e ghibellini. »
Guelfi e Ghibellini furono due fazioni medievali note per aver riempito con le loro discussioni piuttosto movimentate le pagine altrimenti vuote dei nostri libri di storia, fino al tanto applaudito arrivo della Peste Nera, che li mise d'accordo una volta per tutte. PrefazioneGermania, XII secolo - Dopo la morte di Kenneth Branagh sul set di Enrico V la Germania si spaccò in due. Letteralmente. Neanche il tempo di rimettere a posto il distaccamento della placca di Sassonia che si spaccò anche politicamente. Si formarono così due partiti:
Da quel momento in poi il caos: i Welfen riuscirono a far eleggere un'otaria come imperatore nel 1137, ma la povera bestiola non resse lo stress e morì poco dopo sommersa da pratiche da timbrare. Provò allora a prendere il potere Enrico il Superbo, che se la tirava di brutto dicendo che suo cugino era stato imperatore, ma nessuno se lo cagò di striscio e la lotta riprese. Dopo una serie di matrimoni, incesti vari e perfino un battesimo, la situazione si rappacificò, quando arrivò tal Federico Barbarossa, della fazione degli Hohenstaufen, che distribuendo in tutta Germania buoni sconto del Mc Donald's ottenne il consenso della popolazione e la istigò contro i "terroni del Belpaese", spostando così il conflitto in Italia e portando momentaneamente la pace nella sua terra. « Ragazzi, ma io non ho ancora capito, il Sacro Romano Impero sarebbe la Germania, la Francia o cosa? E poi, perché diavolo si chiama "Romano"? Che poi mio zio c'è stato pure a Roma e mi ha detto che è piena zeppa di coatti! »
(Federico Barbarossa)
In ItaliaIn Italia le due fazioni avevano dapprima nomi completamente differenti: i due gruppi rivali infatti si chiamavano rispettivamente Tifosi del Papa e Feticisti dell'imperatore. In seguito, ispirandosi agli avvenimenti tedeschi, adottarono i nomi di "Guelfi", che deriva dai Welfen, e "Onestoffi", che deriva da Hohenstaufen. Questi ultimi preferirono però cambiare in "Ghibellino", perché fa rima con "ermellino". Gli storici concordano su questa ipotesi, nonché sull'idea che l'utilità della loro professione andrebbe rivista. A differenza dell'esperienza tedesca, i due schieramenti si combattevano su tutto: dagli scontri per la supremazia nei comuni alle tremende lotte fratricide per chi sarebbe andato per primo al bagno. Le battaglieGli scontri furono numerosi e più feroci di quelli all'apertura di un Apple Store. Secondo le testimonianze dell'epoca, opinabilissime peraltro, la vittoria finale la ottennero i Guelfi nella decisiva Battaglia di Benevento, ma solo perché i Ghibellini non avevano capito dove si trovasse quest'ultima. In questa battaglia morì anche il boss ghibellino Manfredi di Sicilia, affogato in un'acquasantiera. L'evento venne definito da Dante nella Divina Commedia una miserabile pagliacciata. Fra le altre celebri battaglie si possono ricordare la Battaglia di Campaldino, nota per il brutale saccheggio ai paninari locali, e la Battaglia di Orio al Serio, celebre per non essere mai avvenuta. Nonostante le bassezze da entrambe le parti, come il defecare nella boccia del pesce rosso dell'avversario, grandi furono le gesta degli eroi dell'epoca. Ricordiamo infatti eventi come la carica suicida di Tardone de' Visconti contro le salmerie nemiche, o gli atti di eroismo di Guicciardino detto "Dermatite", caduto sotto i colpi dei nemici mentre si allacciava le cinghie dell'armatura. Guelfi bianchi e neri« Sogno che un giorno a Firenze piccoli Guelfi neri, bambini e bambine, potranno unire le loro mani con piccoli Guelfi bianchi, bambini e bambine, come fratelli e sorelle. »
(Martin Lutero all'Oktoberfest, sbronzo e con qualche secolo di ritardo)
Lo scismaLa sera della vittoria contro i Ghibellini tutti i Guelfi si ritrovarono per mangiare e festeggiare nella città di Pistoia, ma al momento della scelta fra salsiccia e porchetta da mettere nel pane scoppiò una lite furibonda che determinò una spaccatura irreparabile. I più litigiosi di tutti furono i due figli della Famiglia Cancellieri, chiamati Carlino e Dore, tanto per continuare le tradizione dei nomi orripilanti. I Guelfi Neri si battevano per avere le carrozze sempre in orario, per la bonifica della Maremma Impantanata e perché la Pistoiese tornasse in Serie A; i Bianchi, che proclamavano una dittatura del proletariato, fondarono il Sindacato dei Ciabattini, ma passavano tutto il loro tempo a mettere i fiori nei loro cannoni. I loro litigi furono tali da spaccare in due la città di Pistoia, e siccome la colla non era ancora stata inventata, il conflitto fu costretto a traslocare in una città più grande, Firenze, dove per dividersi per bene fra di loro crearono il celebre Vicolo dello scandalo, che era talmente scandaloso che nemmeno Fabrizio Corona osava entrarci. Gli strafatti di Calendimaggio
Il 1 maggio del 1300 uno dei Guelfi Bianchi, non proprio nel pieno delle sue facoltà mentali, ritenne che sarebbe stato uno scherzone divertentissimo tagliare il naso di un Guelfo Nero che se la dormiva in piazza. I Guelfi Neri accettarono di buon grado lo scherzo, così come l'autore e tutta la sua famiglia; questo comportò la cacciata dei Bianchi da Firenze, i quali si vendicarono in seguito bloccando i rifornimenti di cotton fioc alla città. Divisione delle cittàAncor prima che Umberto Bossi potesse emettere il suo primo, rantolante vagito, i Guelfi e i Ghibellini avevano già diviso l'Italia: da Firenze a Insù, esclusa Piacenza che era doppiogiochista, si tifava papa. Era l'Italia del grande Dante Alighieri, ma anche quella di Flaminio detto "Cerume", un panettiere noto per le sue abbondanti ma insolite aggiunte agli impasti. Da Pistoia alla Tunisia, eccetto il Granducato di Rosignano Solvay, troppo impegnato a produrre bicarbonato di sodio e disinteressato alla politica, vi era l'Italia ghibellina, nota per le sue città dalle torri e cupole scintillanti, e per il suo fiorente commercio di lucido da muratura. Napoli invece rimase ghibellina fino all'ultimo, per poi cambiare fazione per paura che la Chiesa invocasse Dio per far eruttare il Vesuvio, mentre città come Milano e Genova vennero convertite in seguito all'intervento del Papa in persona: visitando i cittadini porta a porta li convinse a passare dalla sua parte. E riuscì perfino a vendere qualche aspirapolvere. Evoluzioni successive« Per me si va nell'etterno dolore! »
(CyberDante si prepara alla battaglia)
Anno 3000, Universo - Neoguelfi e Neoghibellini si affrontano per il comando dell'universo. Venuto a sapere che il suo corpo, atrofizzato da un millennio di morte, è inutilizzabile, Dante lo sostituisce facendo impiantare la sua testa su un enorme e potentissimo robot in grado di distruggere palazzi, sollevare automobili e tritare verdure a velocità mai neanche sognate da Antonella Clerici. La storia secondo Dante Alighieri« Ohibò! Ista est la mastodontica historia
Dello modo que la esistenza mia s'è tramutata, sovvertita, ne lo subbuglio sia venuta Iscribendo novelle co' li compari son cresciuto Dindi la pallacorda mea, gittata in loco appena sù Gli implorai, gli supplicai, ma dal ponteficie braman che vada Prima classe ma qual gioia! Appellai un tal cocchiere co lo mio fischio controllato Ohibò! Qual "sventola" di Duomo (Da Vita Nova: qual gaudio! di Dante Alighieri)
Curiosità
Voci correlate |
|
Concorrente: Squadra Genuzzo
|
{{#NewWindowLink: Nonciclopedia:Nonci's Goat Talent/Prove/2/Squadra Genuzzo }}
« Instagram, perché la fotografia era una cosa troppo seria. »
(Il motto di Instagram)
« La bellezza è tutta intorno a noi! »
(Utente di Instagram spiega perché abbia fotografato una lumaca morta in mezzo a una strada)
Instagram è quella diabolica invenzione che ha convinto orde di hipster di tutto il mondo di essere dei grandi fotografi. Instagram permette principalmente di fotografare piadine, piatti di plastica con del ketchup mischiato con la maionese, foto di una coppia che si slingua, il proprio gatto mentre esegue a fil di lingua un affondo alle proprie parti intime, una penna su un foglio, donando la certezza che questi soggetti assumano la valenza di "arte" per via del filtro "cornice", "invecchiato" e "sfocatura". Instagram ha importanti proprietà cinetiche: difatti come dice una legge di Einstein la velocità del tempo su Instagram è moltiplicata per 10 rispetto alla norma, se passi 50 minuti sull'app ti sembreranno 5. StoriaInstagram è nato da una start-up chiamata Burbn. Siccome quel nome sembrava più che altro il suono di un rutto, il comitato Hipster per la salvaguardia del vecchiume decise di chiamarlo "Instagram". La prima immagine caricata è stata una classico della storia dell'arte: un mozzicone di sigaretta fumante sopra a un tombino con vicino un piccione. Per onorare questa semi-divinità fatta foto, tutti gli utenti ne hanno scattato almeno una uguale identica, fotografando passeri mezzi stecchiti o le proprie suocere in mancanza di altri volatili. Dopotutto si sa che Instagram stimola la fantasia[citazione necessaria] e la quotidiana regolarità intestinale. Da quel momento, qualunque oggetto emettesse radiazione luminosa nello spettro visibile diventò un potenziale scatto, dagli amanti fedifraghi colti in flagrante, fino a un bel piatto di pasta aglio, olio ed elio. Di conseguenza, le regole del bon ton si sono dovute aggiornare per restare al passo coi tempi: non utilizzare Instagram per condividere con tutti i propri amici la pietanza che dovrà essere consumata è maleducazione al pari di bere con il mignolo alzato. Nel gennaio 2013 Instagram ha cambiato i Termini del Servizio per migliorare l'esperienza dell'utente, ossia sputtanarlo usando qualunque immagine ivi caricata a scopo commerciale. Se doveste trovare la vostra foto su brutti.com, ve la siete cercata. Le radici culturali del fenomenoInstagram, anche se può sembrare una minchiata dei nostri tempi, è solo l'espressione di una tendenza esistente fin dai tempi più antichi e che fino a poco tempo fa era smorzata dal fatto che si doveva essere almeno bravi a disegnare. Adesso invece basta avere un padre ricco e il lacrimone facile per ottenere subito un iPhone. Tutto iniziò quando il primo hipster primitivo[1] decise di rappresentare il suo pranzo sulle pareti della sua caverna. La tendenza al vivere social si smorzò solo nel Medioevo, perché i secoli erano talmente bui che non si riusciva a fare nemmeno una foto decente. Anche perché il flash all'epoca si faceva appiccando il fuoco al soggetto da fotografare. Le cose cambiarono con l'avvento della fotografia all'inizio della fine della seconda metà dell'800, ma fortunatamente in un primo momento essa fu a disposizione solo dei veri fotografi, i quali al massimo potevano spacciare foto mezze bruciate dagli acidi di sviluppo come prodigiosi risultati dei filtri da loro applicati. Ben presto però le macchinette iniziarono a diventare sempre più alla portata di tutti, tuttavia all'inizio le conseguenze sociali furono abbastanza contenute: anche se in possesso di una macchina fotografica, un pre-Instagrammiano non poteva condividere i suoi capolavori fotografici[citazione necessaria], se non con le poche e sfortunate persone che si trovavano intorno a lui[2]. Le vere e terribili conseguenze che tutti noi conosciamo arrivarono con l'avvento di internet, che permise a chiunque possedesse un personal computer di caricare, con la sua pachidermica connessione a 8 Kilobyte al secondo, tutte le sue interessantissime[citazione necessaria] foto. Questi nuovi utenti si divisero in due gruppi: chi caricò le prime immagini porno su internet e chi invece iniziò a caricare foto di gatti, animali spiaccicati per strada, cibo e mobili creati con Paint your life, tutte con applicate i filtri più deleteri e nocivi per la retina oculare. La cosa raggiunse l'apice nel modo che tutti noi conosciamo con l'avvento degli smartphone come l'iPhone, la serie Galaxy della Samsung o il nuovo modello a pedali dell'Alcatel. Utilizzatori PrincipaliGli utilizzatori di Instagram sono generalmente persone che pur potendosi permettere una Nikon o una Canon, preferiscono picchiettare il loro touch screen e applicare l'effetto "Oh mio Dio questo lampione è me-ra-vi-glio-so". Se è una teenager qualsiasi, la si riconosce perché ha 5 shortcut di questa app e perché ha sempre il cellulare in mano. Tra i suoi usi più comuni ci sono: lavarsi i denti, fissare l'uranio, propagare onde-fascio, scattarsi foto, e pubblicarle su Instakil.[3] Il periodo di pubblicazione è pressoché casuale, ma sopratutto si concentra il sabato in quanto in questo giorno esce con le sue amiche.
Il suo profilo riporta dati del tutto fasulli per accalappiare più truzzi possibile, con tanto di capoluogo, coordinate e messaggi di fumo per la città in cui vivono. Appena la ragazza in questione pubblica finalmente una foto (dopo 30 minuti spesi a colorarsi al meglio i lombari con i filtri) inizia il momento di ansia. Se entro una determinata ora quella foto non raggiunge un numero prefissato di like, allora il soggetto inizia a sudare e starnutire, ed entra in uno stato di depressione totale con conseguente aumento di anidride solforosa che la potrebbe portare in rarissime situazioni anche a violentare la prima figura maschile che incontra per sfogarsi. Normalmente invece, basta solamente pubblicare una foto che usufruisca a pieno delle sue competenze lavorative. Nel 99% dei casi, la ragazza raggiungerà l'obiettivo con quest'ultima mossa, dopo aver ovviamente eliminato la precedente foto perché indegna. L'autostima del soggetto può anche aumentare tramite commenti del tipo "Bellissimissima ma quanto sei bella?" a cui risponderà con degli epiteti formulaici per apparire falsamente modesta, quali "E tu parli? Parli te? Ma ti sei vista?" o robe del genere. È bene sottolineare che tutte quante le utenti femmine presentano questo comportamento particolare, non solo le famigerate truzze . Per fortuna non tutte hanno instagram: solo il 96,12% della popolazione mondiale. Il restante 3,88% probabilmente è formato da ragazze che sono tali solo in apparenza. Casi clinici particolari
Filtri
Prodotti e servizi correlatiL'offerta di nuovi componenti è vastissima e si aggiorna continuamente. Di seguito quelli riconosciuti ufficialmente da Instagram:
Galleria di immaginiOra lasciamo che le immagini parlino da sole, ecco una galleria che mostra l'incredibile potenza di Instagram. Siamo riusciti a strappare questi scatti alla National Gallery, che ne voleva l'esclusiva, offrendo in cambio un calendario di Sara Varone coi baffi disegnati sopra. Attenzione, state per vedere i filtri Instagram ai loro massimi livelli, l'idea che avete della realtà potrebbe uscirne stravolta.
Note
Voci correlate |
|