Ostrogoti
Gli Ostrogoti (in latino Ostrogothi, a Latina "ostrochè?") erano la fusione di tre razze dell'europa dell'est : gli Oh (dal loro strano modo di chiamarsi a vicenda), gli Stro (che avevano rotto l'alleanza con gli Nzi) e i Goti (che non guardavano più in faccia i Visi).
Influenzarono gli eventi politici del Tardo Impero che, siccome non era proprio una cima, ebbe la peggio. Sconfissero Odoacre detto "il Chierico", valente centrocampista dell'Impero Romano d'Occidente, e si insediarono in Italia. Furono poi sconfitti dai Bizantini che, seppur piccoli, erano incazzosi parecchio.
Origini e storia
Secondo le loro tradizioni erano originari della regione svedese di Götaland, mentre per altri venivano da Gardaland. Lo storico Herwig Wolfram cita fonti primarie che parlano di Tervingi/Grutungi o di Vesi/Ostrogoti, come provenienti dalle colonie austro-ungariche della Svervegia. Tuttavia, la conferma viene dalla scelta di Ravenna come capitale: venivano quasi sicuramente da Mirabilandia.
La prima menzione scritta del termine "Ostrogoti" si ha nel 269, quando l'imperatore Claudio II sembrò riconoscere alcuni vessilli gotici fra quelli dei barbari che invasero i confini romani.
Claudio II riuscì a respingere e disperdere l'orda, e rivolto al suo attendente disse:
Caio Gracco Spinello, fatto come una pigna pakistana, prese frettolosamente appunto della frase, scrivendo solo "O Stro Goti".
Organizzazione militare
L'arma vincente delle conquiste ostrogote era sicuramente la cavalleria. I fanti erano tutti prestanti e di stazza robusta. Tutti i nani venivano messi sui pony mongoli appositamente allevati. I fanti si schieravano in prima linea, cavalli e cavalieri restavano nascosti nelle retrovie. Quando si arrivava allo scontro col nemico, improvvisamente lo schieramento si apriva e dal centro veniva fuori la cavalleria, numerosi come zanzare e altrettanto fastidiosi.
L'effetto sorpresa era garantito, il nemico alla vista dell'esubero nanesco iniziava a ridere a crepapelle e questo favoriva l'attacco. La tattica funzionò per quasi due secoli, finché non si scontrarono con i Bizantini, piccoli e privi di senso dell'umorismo.
L'alleanza con Roma
Incalzati dagli Unni, che li avevano scacciati dalla loro regione d'insediamento tra il Danubio e il Mar Nero, gli Ostrogoti chiesero asilo all'imperatore romano Valente. Costui accettò di accoglierli, allo scopo di rafforzare il proprio esercito e per aumentare la base imponibile del fisco. Si stabilirono quindi in Dacia.
Il loro re Arcorico era però poco propenso a pagare le tasse, aprì dei commerci off-shore in Pannonia e, con i proventi di questo illecito, divenne immensamente ricco e potente.
Nel 476 il barbaro Odoacre, appoggiato da un misto di popoli che votarono il ribaltone, depose l'ultimo imperatore romano Romolo Augusto e si impadronì della penisola italiana. Arcorico pensò di approfittare delle divisioni interne dell'alleanza che reggeva Odoacre, fondò "Forza Goti" e vi mise a capo suo nipote Teodorico Alfan, detto Angioletto per via della sua ferocia.
Regno in Italia
Teodorico e i suoi uomini, forse circa 250.000, invasero l'Italia e si scontrarono con Odoacre ad Aquileia. Avrebbero preferito farlo in campo neutro a Udine, ma la FICG (Federazione Internazionale Combattimenti e Guerre) fu irremovibile. Lo batterono e lo costrinsero a rifugiarsi a Ravenna, che capitolò nel febbraio 493. Teodorico promise ad Odoacre di aver salva la vita, il dialogo tra i due è riportato negli scritti di Frigerido:
- 'Odoacre': “Promettimi che mi risparmierai!”
- 'Teodorico': “Tarapìa tapiòca! Prematurata o scherziamo?”
- traduttore di parte: “Tranquillo nobile Odoacre, mica si scherza!”
- 'Odoacre': “Ma vale anche per la mia famiglia?”
- 'Teodorico': “Come se fosse antani per lei in due, oppure in quattro, anche scribài con cofandina!”
- traduttore di parte: “Certo magnifico Re, tutta la famiglia compresi i figli!”
- 'Odoacre': “Va bene, siamo d'accordo.”
- 'Teodorico': “Puppa!!”
- traduttore di parte: “Certo!”
Su consiglio di Arcorico, durante un banchetto, Teodorico uccise Odoacre a tradimento con le proprie mani, poi ne fece uccidere i parenti, i seguaci, i conoscenti occasionali, il cane e l'anziana tata che viveva in Provenza.
La notizia della morte del vecchio re si diffuse rapidamente. Teodorico diramò un comunicato, tramite messaggeri spediti ovunque, nel quale asseriva che ai suoi banchetti non moriva nessuno, erano sempre stati incontri gioviali e potevano testimoniarlo genti famose.
Teodorico acquistò sottobanco il titolo di "patrizio" e, col benestare dall'imperatore di Costantinopoli Anastasio, divenne viceré d'Italia. Molti storici concordano sul fatto che fosse solo una marionetta nelle mani dello zio, per quelli ancora vivi è una menzogna ordita dalle toghe rosse.
La caduta
La parte più interessante viene ora. Dunque... asp... un attimo... scusate... sono quasi pronti i rigatoni con la pajata, mi vedo costretto a fare un veloce sunto:
- Teodorico muore il 30 agosto 526, in seguito ad una indigestione di coratella;
- suo nipote Atalarico prende il suo posto ma ha 13 anni e tenta di scambiare il regno con un cavalluccio rosso a dondolo;
- la regina madre Amalasunta lo da in pasto ai maiali e, per mantenere il regno, sposa suo cugino Teodato duca di Tuscia;
- Teodato manda la moglie su un'isola del lago di Bolsena e, come buona consuetudine dell'epoca, la fa gettare da una rupe da un suo sicario;
- il re bizantino Giustiniano, che
si sbattevamava in segreto Amalasunta, approfitta di questo casus belli per riprendersi l'Italia; - il generale Belisario con 10.000 uomini inizia la conquista dalla Sicilia (principiante, Garibaldi c'è riuscito con 1.000);
- Teodato in sogno vede volare un uccello padulo, capisce che tira una brutta aria e abdica in favore di Vitige;
- Belisario espugna Ravenna, cattura Vitige e col suo sangue restaura gli affreschi nel Mausoleo di Teodorico;
- gli Ostrogoti si attestano a Mediolanum col nuovo re Totila (anche conosciuto come Baduela o come "quello che lava l'insalata");
- Totila, promettendo terra agli italiani[1] che si arruolavano nel suo esercito, riconquista l'Italia fino a Roma;
- Giustiniano, dopo aver richiamato Belisario, lancia nel 549 una nuova campagna di conquista dell'Italia, con a capo Narsete[2];
- il teatro dello scontro è proprio Roma, Narsete ha la meglio[3] e Totila muore;
- gli Ostrogoti si ritirano seguendo il nuovo re Teia, ex generale di Totila e quindi con un grande carisma[4] sui soldati;
- Teia si allea con i Franchi-Alamanni condotti da Butilino (detto l'Imperturbabile), ma "scajano"[5] a Verona e Brescia.
La Prammatica Sanzione del 554 ricondusse tutti i territori italiani sotto la legislazione dell'Impero bizantino e reintegrò tutti i proprietari terrieri delle terre alienate dall'"immondo" Totila a favore dei contadini[6]. Alcuni Ostrogoti si convertirono al cattolicesimo, altri si arruolarono come mercenari, il resto fu usato come concime.
Architettura
A causa della breve storia del regno, l'arte di Ostrogoti e Romani non subì una fusione. Sotto il patrocinio di Teodorico ed Amalasunta vennero svolti numerosi restauri di edifici dell'antica Roma. Il Mausoleo di Teodorico mostra invece elementi puramente gotici:
- la tipica forma a minchia di mulo con base tetrosaedrica,
- il mancato uso di mattoni a cui vennero preferiti blocchi di guano istriano,
- il
glandetetto in monoblocco di pietra da 3.000 quintalate al netto della merda di piccione, - gli interni in radica (optional) e similpelle (di serie sul modello Totila),
- il sarchiapone in alabastro di Boemia all'ingresso della cripta.
Letteratura
Buona parte dei lavori di letteratura gotica sono in lingua latina. Questo perché: a leggere il gotico ti rompi le palle presto, mentre col latino te le rompi prestissimo (e ti avanza tempo per un tramezzino).
A dispetto dell'animo spartano e cupo di quelle genti, gli scritti gotici sono molto gioviali. Un esempio è rappresentato dal "Codex Argenteus" che, con dovizia di particolari, illustra il martirio di San Cipriano.
Cassiodoro ricoprì il ruolo di "comes rerum privatarum"[7] nel governo di Teodorico. Nel suo "Chronica", riporta tutti i pagamenti del pizzo e delle tasse fatte al re, omettendo però uno zero. Appena scoperto, fu scuoiato vivo e la sua pelle usata per foderare le "Variae Epistolae" (scritte da lui stesso), che ci permette un'ottima conoscenza della gentile diplomazia gotica del tempo.
Boezio è un'altra importante figura del tempo. Scrisse di matematica, musica e filosofia. Il suo lavoro più famoso, il "De consolatione philosophiae", venne scritto mentre si trovava imprigionato con l'accusa di tradimento. Si tratta di un dialogo con la Filosofia, personificata da una donna.
Voci correlate
Note
Cioè, stai davvero leggendo le ♪♫note♫♪?? Pazzesco!! ma nel profondo siamo tutti Ostrogoti. |
- ^ Sempre pronti a vendersi al primo che promette qualcosa.
- ^ Fu come sostituire Maradona con Bruscolotti. Veramente un fine stratega.
- ^ Era anche un eunuco di origini armene, i bookmakers lo davano 7 a 1.
- ^ Paragonabile ad un gatto attaccato ai coglioni.
- ^ Subiscono percosse evidenti.
- ^ E te pareva! Daje e daje il cetriolo finisce sempre in
culoauge all'ortolano. - ^ Delega a rappresentare il Re in tutto, quando il re scorreggiava doveva dire che era stato lui.