Pallavolo
La pallavolo è uno sport da femminucce e nerd incapaci di giocare a calcio. Nato in Giappone negli anni ottanta - secondo i pochi documenti rimasti - sarebbero stati due liceali, di nome Mila e Shiro, a idearne le regole e a organizzare i primi campionati studenteschi, dopo che furono espulsi dalla squadra di Holly e Benji perché sovente sorpresi a limonare sulle kilometriche fasce laterali.
Spiegazione per i calciatori
Per partecipare a una partita di pallavolo è essenziale saper giocare; questo a molti, nonostante anni di esperienza, non è ancora chiaro. Effettivamente essendo uno sport poco seguito dagli italiani sui divani davanti alla tv (poiché il calcio occupa il 99% di tutto il palinsesto), molti ancora non hanno idea di come si giochi nel concreto, pur conoscendone il nome. Per chi ancora non lo sapesse si gioca in 6 contro 6 con la palla medica da 5 kg la quale deve essere buttata sopra la rete nel campo avversario con lo scopo di colpire il libero il più forte possibile. Vince chi a fine partita conta meno lividi.
Regole
Questo sport è stato reso talmente complicato che è praticamente impossibile parlare di tutte le regole del gioco senza incorrere nell'eventualità di risultare noiosi. Ecco quindi alcune semplici dritte per chi volesse accostarsi a questa disciplina senza rischiare di fondersi il cervello nel vano tentativo di capirci qualcosa al primo colpo:
- La rotazione - Questa è, forse, la componente più ostica della pallavolo. Il trucco sta nel pascolare beatamente per il campo badando bene di non finire nella casella "vai in prigione e senza passare dal via".
- I tre tocchi - Questa regola è stata scritta appositamente per essere infranta: innanzitutto i tre tocchi sono a discrezione dell'arbitro che generalmente frequenta, o ha frequentato, il CEPU e che quindi avrà particolari problemi a contare fino alla cifra astronomica di 3. Molto spesso poi gli stessi giocatori, troppo presi a osservare le signorine che spesso affollano gli spalti dei palazzetti, tendono ad avere amnesie sul numero di tocchi effettuati dai compagni che diventano quindi un N variabile da 3,5 a 42. Le toccate di culo alle avversarie non sono conteggiate.
- L'invasione - Questa regola prevede che nessun giocatore possa toccare o scavalcare la rete per andare nel campo avversario. Non tutti sanno, però, che nel caso di risse è possibile infrangere la sopracitata regola previa richiesta all'ONU e all'arbitro che nel caso in cui la spedizione risultasse essere "di pace" non avranno problemi ad accettare e a favorire.
- Fallo di mano - Il giocatore sorpreso con la mano nei propri pantaloncini sarà squalificato immediatamente dalla CEI poiché fonte di sesso sterile.
Non si sa dell'esistenza di altre regole ma dato che nessuno ha mai letto il manuale di gioco vengono generalmente applicate solamente quelle appena citate. In ogni caso ogni arbitro decide di inventarne qualcuna al momento con grande gioia di pubblico e giocatori che accolgono sempre con gioia le panzane del direttore di gara, costretto talvolta alla fuga nel tentativo di evitare le gradevoli dimostrazioni di affetto che questi gli riservano e che si manifestano generalmente con il lancio di borracce e scherzose e colorite affermazioni riguardanti la mamma o la moglie di quest'ultimo.
I fondamentali questi sconosciuti
- Battuta - è fondamentale saper disorientare l'avversario con un umorismo fulminante in modo tale da costringerlo alla resa per asfissia e crampi addominali.
- Palleggio - da effettuare coi piedi, come nel calcio. Vale anche lo stop e tiro.
- Bagher - gesto tecnico di difesa personale e ricezione, effettuato come se si fosse posizionati sopra una turca per espletare i propri bisogni.
- Schiacciata - gesto tecnico di attacco consistente in un movimento del braccio cattivissimo e antisportivo per cercare di beccare l'avversario con la palla. Bisogna sempre gridare ART ATTACK! nel momento terminale del gesto per imprimere alla palla effetti parabolici e deformanti. In caso di puffaggine è possibile utilizzare sgabelli, scale a pioli, ascensori, Ufo ed elicotteri per raggiungere il punto massimo dell'elevazione. Sono vietati i tacchi poiché favoriscono l'atleta.
- Muro - struttura edilizia in mattoni, pietre et similia, ordinati e connessi in genere con cemento o calcina, in cui le dimensioni dell’altezza e della lunghezza prevalgono rispetto allo spessore; utilizzato come rialzo per contrastare l'avversario durante l'attacco infilandogli due dita negli occhi.
Ruoli
- Alzatore - È il giocatore più anziano, più puffo e più esperto di tutta la squadra. Faceva già l'alzatore quando Garibaldi unificò l'Italia e non viene sostituito nemmeno in caso di morte. Se sei il secondo alzatore, mi dispiace per te. Il suo compito è quello di far rizzare il membro dei propri compagni in modo tale che risultino più incisivi in attacco. In una parola: Onnipresente.
- Ala - Si pensa che questo giocatore sia un angelo caduto dal cielo: per volare ha bisogno di un suo simile, ma in 2 sanno risollevare la squadra nei momenti più difficili. Avrebbe bisogno di stare un po' più coi piedi per terra. Ectoplasma.
- Centrale - Questo giocatore è sempre in mezzo ai coglioni, ostacola i propri compagni e ruba loro un sacco di palloni preziosi credendosi sempre al centro dell'attenzione. In seconda linea viene sempre sostituito dal libero perché troppo vecchio per abbassarsi sulle ginocchia per ricevere. Egocentrico.
- Opposto - Ruolo assolutamente fittizio, per riempire il sesto posto lasciato vuoto in campo. Deve semplicemente spostarsi per lasciare spazio agli altri, a volte può anche fungere da sponda per attacchi a effetto scenografico garantito. Comparsa.
- Libero - Il libero può fare quel cazzo che gli pare basta che si pulisca i piedi prima di entrare in palestra. Di solito è anche il più giovane della squadra e per questi motivi viene discriminato dai suoi compagni invidiosi che lo costringono a indossare una maglietta diversa dal colore ambiguo e prescelto per beccarsi sul muso tutte le schiacciate avversarie, che tanto è giovane ed è di gomma. Rimbalzo.
- Allenatore - È il settimo giocatore in campo. Se non fosse per l'età e per quel maledetto mal di schiena giocherebbe anche lui assieme ai suoi figliuoli, invece è costretto a starsene comodamente seduto in panchina sorseggiando birra, fumando sigari cubani e sbraitando insulti ai propri giocatori, all'arbitro, agli avversari, agli spettatori, alle mamme dei giocatori, dell'arbitro, degli avversari, degli spettatori, presunte passeggiatrici notturne. Rottame.
- Arbitro - Creatura maligna che diventa tale in quanto incapace di giocare o per le sue modeste dimensioni (anche di virilità) o per il suo abbondante giro vita. Da pochi anni è stata inoltre introdotta una regola a tutela dell'ordine professionale che prevede che per diventare arbitro bisogna essere universalmente riconosciuti come babbei e o non più alti di un metro e trenta o non più leggeri di un quintale e venti. Generalmente nessuno dei direttori di gara ha mai letto il manuale di gioco (esso è infatti tramandato da secoli per via orale) e spesso tendono a favorire la squadra con la maglietta più variopinta o con i giocatori più bassi (per una specie di senso di solidarietà).
- Arbitro femmina - Creatura ancora più malvagia dell'arbitro. La selezione per diventare arbitro femmina è durissima: oltre alle clausole previste per l'arbitro ve n'è un'altra: essere brutti come pustole. L'arbitressa è quindi una donna vergine con una voglia spasmodica di uccello. Questa voglia non è però soddisfabile e quindi è generalmente incanalata come rabbia verso chiunque le stia a pochi metri dal trespolo. Da evitare assolutamente!
Il campo di gioco
La palestra (o per i più fortunati "il palazzetto") è il luogo dove si svolgono gli allenamenti e le partite di pallavolo. Generalmente risalgono agli anni quaranta dell'ottocento, hanno soffitti in amianto e impianti di riscaldamento che funzionano a Dodo. Essendo però i dodo estinti, questi impianti sono inutilizzabili e lasciano negli ambienti della palestra una piacevole brezza invernale, che regala sovente gradite broncopolmoniti e reumatismi agli atleti che hanno la fortuna di utilizzarla.
Il pallavolista medio tende però a giudicare la qualità di una palestra dal suo pavimento che si divide in cinque categorie:
- Parquet - Il più gradito, sia da nuovo che da vecchio. Quando è recente regala ustioni di secondo grado al povero pallavolista che decida di scivolare con le ginocchia sulla sua superficie, nel disperato tentativo di difendere una palla avversaria. Quando è antico contribuisce invece all'alimentazione per via cutanea, fornendo allo sportivo la dose quotidiana consigliata di fibre, assunte sotto forma di schegge che si impiantano talmente in profondità nella massa muscolare da diventarne parte integrante.
- Cemento - Pure questo molto apprezzato per le crepe taglienti che lo percorrono e per i sassolini che da queste derivano, ma anche per la durezza della superficie, che regala allo sportivo una invalidità permanente alle ginocchia già in tenera età (molto comoda se non si ha voglia di lavorare e farsi quindi mantenere dallo Stato con la mitica accompagnatoria!)
- Taraflex - Il più odiato. Protegge caviglie e ginocchia, ma la gomma rossa e verde che lo costituisce disorienta il pallavolista, causando spesso crisi di pianto nervoso, allucinazioni e visioni mistiche dovute ai colori troppo sgargianti.
- Trincea - Terreno smosso, umido e attraversato dai crateri delle bombe della seconda guerra mondiale. Presenta vette dalle quali è facile schiacciare e pozzi senza fondo in cui spesso vengono smarriti palloni e giocatori. Ritrovati sovente dopo molti anni, possono essere gonfiati e riutilizzati... E i giocatori? Non ho mai detto che vengono ritrovati.
- Sabbia - Il più amato da chi non sa giocare, poiché permette di lanciarsi in tuffi acrobatici senza farsi del male (o quasi), di creare montagnette che suppliscano alla puffaggine dell'atleta e buchi per seppellire gli avversari. Le linee vengono ridisegnate a piacimento, la rete è posta ad altezza pompino e le bande suonano a festa. Unico inconveniente: in caso di pioggia prolungata c'è il rischio sabbie mobili. Ci ho perso molti amici lì dentro... sigh! Da non confondere con il bitch volley che è tutt'altro sport.
Le categorie
Al contrario di quanto si pensa non è l'altezza o il fisico a garantire una serie maggiore o minore per l'aspirante pallavolista, bensì lo stile di vita. Ecco le segrete regole per entrare nelle varie categorie:
- Serie A1 - Assumere 400gr. di creatina al giorno, una riga di coca prima dell'allenamento, due prima della partita.
- Serie A2 - 250gr. di creatina al giorno, una riga di coca prima della partita.
- Serie B1 - 100gr di creatina al giorno, una riga di coca prima della partita, in alternativa se il giocatore è nervoso di carattere si può sostituire la riga con una canna.
- Serie B2 - A discrezione del giocatore. Basta che prima della partita assuma qualcosa di illegale.
- Serie C - Il giocatore deve uscire dopo ogni allenamento per la birra con la squadra, Redbull prima della partita.
- Serie D - Il giocatore deve uscire dopo ogni allenamento e ogni partita con la squadra. Deve ubriacarsi la sera prima della partita.
- Prima Divisione - Il giocatore deve saltare almeno un allenamento a settimana per fare festa con gli amici. Deve ubriacarsi sia la sera prima della partita sia la sera della partita.
- Seconda Divisione - Il giocatore deve partecipare a un allenamento massimo la settimana, pena retrocessione al mini-volley. Alle partite deve venire munito di scala retrattile o trespoli.
- Terza divisione - Il giocatore si allena ogni giorno e non salta mai la partita. Deve però riempire la borraccia di spritz e arrivare in palestra con almeno 21 birre in corpo. È fortemente incoraggiato il rutto libero in questa categoria.
- Misto - Possono accedere a questa categoria tutti gli scarti delle sopracitate categorie, arbitri, donne, vecchi, bambini, allenatori ecc. In pratica tutti coloro che non sanno giocare. Possono restare in campo massimo 3 uomini, perché più di 3 galli in un pollaio non ci possono stare e finirebbero col contendersi le poche donne rimanenti.
- Nazionale - Non è necessario che tu sappia giocare, basta che tua sia fotogenico: il tuo culo sarà inquadrato ripetutamente e mandato in mondovisione.
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici? |
- La pallavolo è uno dei pochissimi sport in cui è permesso praticare sesso in campo, infatti prevede la categoria del misto. Non è possibile tuttavia invadere il campo per accoppiarsi con gli avversari: così molti giocatori si accontentano di sveltine sotto rete.
- Il nome bagher non deriva dall'ungherese "scavatore" come molti pensano, bensì dal francese "baguette". Questo perché il giocatore che effettua un bagher è solito mantenere un angolo schiena-coscia di 90° e assumere la tipica espressione di chi ha un 30cm di pane nel culo.
- I calciatori hanno la cattiva abitudine di partecipare ai tornei scolastici di pallavolo con la leggerezza di chi è convinto di andare a cogliere i fiorellini in montagna. Molto spesso però il pallavolista represso da anni di insulti e offese che mettono in dubbio la sua identità sessuale decide di mostrare a tutti le sue capacità distruttive abbassando la rete. Le conseguenze per il povero calciatore sono spesso infauste. Sono noti casi di demenza giovanile da pallonata sul viso, implosioni e fratture comminute da scoppio.
- È uno degli sport più praticati a scuola solo perché i palloni fatti di carta costano meno.
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Collegamenti esterni
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