Petofono
Il petofono è uno strumento musicale che per produrre suoni e melodia sfrutta i peti.
Notizie storiche
Il petofono discende da un antichissimo strumento musicale, presumibilmente di origine rumena.
Gli storici della musica restano in dubbio sul fatto se il più antico strumento elaborato dall'uomo sia questo oppure sia il ruttofono, ma per comodità si possono considerare contemporanei.
Il petofono cominciò ad affermarsi con l'agricoltura neolitica, quando l'uomo cominciò a coltivare anche i legumi, soprattutto fagioli e fave. Presso gli Egizi era popolarissimo, tant'è che si dice che Mosè lo utilizzasse per chiamare a raccolta il popolo ebreo prima dell'Esodo.
Nel Medioevo fu strumento privilegiato della liturgia dei conventi, con il quale si accompagnavano riti e funzioni. Nel Rinascimento molti musicisti composero madrigali, ballate e danze per liuto e petofono.
Il grande sviluppo dello strumento si deve comunque ai tempi moderni. NelXIX secolo esso era utilizzato sia nelle esecuzioni di melodramma, sia dallo stesso pubblico per sottolineare plauso per gli esecutori. Nel '900 si racconta che il Re d'Italia, Vittorio Emanuele III, fosse così appassionato dello strumento da stupire con le sue esibizioni i regnati d'Europa; sebbene fosse tappo, riusciva a emettere enormi quantità di gas suonando, mentre saliva le scale del Quirinale, una nota ogni scalino.
Recentemente il maggior musicista contemporaneo, Gigi D'Alessio, ha rivalutato questo antico e nobile strumento inserendo nella sua orchestra ben 4 petofoni, a seconda dei legumi d'origine (fagioli, fave, ceci, lenticchie) che danno suoni molto diversi e note di differente lunghezza.
Struttura e tecnica del petofono
Il suono del petofono è prodotto dalle vibrazioni dello sfintere anale, e modulato dall'esecutore restringendo e dilatando tale sfintere. Questa vibrazione è prodotta da gas intestinali, quindi il petofono non è aerofono in senso stretto. Questi gas sono assolutamente decisivi in quanto la loro composizione porta a variazioni della densità atmosferica locale, con conseguente alterata conducibilità del suono. I gas provengono dalla dieta a base di legumi che il petofonista appositamente segue; molti virtuosi aggiungono alla dieta uova sode per ottenere una musicalità spostata verso il MI bemolle o fagioli messicani per note in Do di corpo.
Scrittura musicale per petofono
Le modulazioni dello strumento impongono una tecnica di scrittura musicale molto particolare in quanto il suono del petofono richiede un sottofondo di soli violini che debbono suonare a basso volume. Nelle esecuzioni a scopo liturgico, invece, si richiede un coro a bocca chiusa per far risaltare al massimo il suono petofonico. Inoltre, per dare maggiore sonorità allo strumento, il petofonista si pone con le spalle al pubblico, inchinato a 90°.
Il petofonista porta una cerniera posteriore nei pantaloni che viene aperta durante l'assolo. Spesso, per effetto scenico, lo strumentista pone del boro-talco tra le natiche dimodoché l'emissione del suono sia accompagnata da una nube vaporosa e soave.
Profumi associati e ricezione orchestrale
Quando un'orchestra è dotata della sezione petofonica, tutti gli altri orchestrali e lo stesso direttore d'orchestra portano al naso una molletta da bucato. I gas petofonici, infatti, hanno odori caratteristici e molto penetranti, capaci di far lacrimare e, comunque, provocano arrossamernti della pelle agli altri orchestrali e al pubblico, nonché accartocciamento spontaneo delle partiture. Questi effetti si intensificano se le partiture richiedono note vibrate da parte dei petofonisti.
- Il peto a lenticchia è associato con la tonalità del Mi e l'odore provoca arrossamenti violacei alle narici dei presenti (orchestra, direttore e pubblico);
- Quello a ceci, associato al Fa, provoca violenti espurghi di rasche verdi e asfissia;
- Quello a fave, detto anche pitagorico è associato al Do e provoca defecazioni involontarie, oltre a tutti gli altri effetti precedenti;
- quello a fagioli, è associato al Re e provoca sanguinazioni dal naso e fusione delle ossa.
- Il peto più violento è dato dalla associazione uova sode+fagioli+ peperoncino: è associato al Mi naturale e provoca, oltre a tutti gli altri effetti, la fusione degli strumenti di ottone. Se poi è, addirittura vibrato provoca anche l'annullamento della forza di gravità e l'estroflessione di ernie: in questo ultimo caso è associato al La diesis.
Il petofonista virtuoso segue queste regole: - non limitarti ad un solo legume, usali tutti insieme...il tuo suono ne trarrà giovamento; - non mangiare le uova... da sole... la cipolla ne enfatizza lo spirito e l'aroma; - il cavolo nero è il tuo fedele compagno, non devi mai uscire senza!
Il petofono come strumento liturgico. Petofonia dei conclavi
Sebbene il petofono abbia subito un'utilizzazione importante nella musica profana, esso rimane indubbiamente un strumento dedicato alla musica liturgica. Molti scrittori raccontano come nel silenzio delle cattedrali si udisse il prorompente vibrare dei peti del petofono, anzi, veniva appositamente ordinato il silenzio assoluto affinché si potessero ben udire le modulazioni dello strumento. L'attuale popolarità del petofono è però dovuta a Papa Silvio 1° da Arcore; i fedeli, infatti, ben conoscendo la sua passione per la musica petofonica, dedicano ogni loro emissione alla sua faccia santificata. Il suono del petofono è incessantemente prodotto durante i conclavi, affinché i cardinali ne traggano ispirazione per la scelta del nuovo papa. L'uso eccessivo dell'incenso, che viene bruciato a tonnellate, è una misura precauzionale contro i profumi associati.
Argmenti Scorrelati
- Portale Musica: accedi alle voci che trattano di musica