Piazza Navona
Piazza Navona è una delle più celebri piazze di Roma, fatta costruire da papa Innocenzo X a metà del 1800.
Quindi nel novecento, checché ne dicano gli ignoranti in matematica.
Il Papa in questione era un membro della famiglia Pamphili, armatori originari di Livorno e proprietari della Vatikan Luxury Cruises.
La sua forma è quella di un antico stadio romano, venne costruita in stile monumentale perché il farfalla non piaceva a nessuno. Come oggi, anche se si ostinano a farci le gare.
Nella piazza ci sono tre fontane, venditori di fusaje, negozi, qualche mimo verniciato di fresco, parecchi borseggiatori, una cazzo di folla perenne e gente che fa foto ogni 2 secondi. Dovrebbe esserci anche un vigile urbano, in uno dei bar.
Storia
Piazza Navona, ai tempi dell'antica Roma, era lo Stadio di Domiziano. Fu fatto costruire dall'imperatore Garbatella nell'85 e così chiamato in onore di un suo zio gay che abitava da quelle parti[1].
Il Circus Agonalis poteva ospitare 30.000 spettatori, aveva una lunghezza di 276 metri e una larghezza di 106. Ad occhio e croce sono le misure della Costa Concordia, probabile spiegazione del successivo nome "Navona".
Anticamente la piazza era concava e - una volta bloccate le chiusure delle tre fontane - l'acqua usciva in modo da allagare la piazza, questo permetteva anche gare a bordo di imbarcazioni. Oggi la piazza si può ancora allagare, ma solo quando si dimenticano di pulire i tombini quei maledetti della municipalizzata.
Lo stadio era riccamente decorato con alcune statue, una delle quali è quella di Pasquino, mirabile rimasuglio di un gruppo ellenistico pergameno[boh!] che si presume rappresentasse Menelao che sorregge il corpo di Patroclo. Come siano arrivati a questa ipotesi, partendo da un troncone privo di braccia e gambe, è un mistero. La statua potrebbe assomigliare benissimo a un tizio che indica (senza braccio) la fermata del 39 barrato, ma anche ad un Sasquatch che si gratta la schiena addosso ad un abete.
L'obelisco al centro della piazza non si trovava lì, viene dal circo Massenzio che è tuttora sulla via Appia. Nel 2000 è stato sostituito segretamente dalla Tim, durante la notte, con una copia in cartongesso che nasconde un ripetitore per cellulari.
Come raggiungerla
Trattandosi di una delle principali attrazioni turistiche della città è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, a patto che non ci sia lo sciopero dell'ATAC e si abbia abbastanza culo che passi uno dei nove autobus ancora funzionanti nella capitale. Per i portatori di handicap è più semplice, basta:
- raggiungere la fermata Barberini della metropolitana;
- sperare che il montascale abbia finalmente passato il collaudo che attende da tredici anni;
- chiedere a qualcuno di chiamare l'addetto al suo funzionamento;
- sperare che l'addetto non sia in ferie, in malattia, o da qualche altra parte.
Una volta raggiunta la superficie manca davvero poco, circa un chilometro e mezzo, ma imboccata Via del Tritone è tutta in discesa e basta allentare il freno. La parte difficile sarà attraversare Via del Corso. In quel punto confluiscono la maggior parte delle linee dell'Atac, dei taxi, dei bus turistici e delle auto dei residenti in centro, la probabilità di essere investiti è piuttosto alta, quasi certa. L'unico modo è sfruttare gli attimi di esitazione dei conducenti e attraversare di corsa, cosa che probabilmente allerterà le guardie armate che proteggono la cricca di Montecitorio. Il consiglio è di farlo con le mani alzate, alternandole velocemente alla spinta sulle ruote della sedia a rotelle. Molto velocemente.
Districarsi tra i vicoli del centro non è un problema, basta chiedere ai passanti, quelli che girano in calzoncini con la mappa e gli occhi smarriti, ascoltare le loro indicazioni e fare esattamente il contrario.
Il barocco
Piazza Navona è un simbolo della Roma barocca, con elementi architettonici e scultorei di gente che ci sapeva fare assai, artisti del calibro di... ma anche... vabbè, comunque strapagati.
La chiesa di Sant'Agnese in Agone
Fu completata sulle rovine di una chiesa medievale, sotto la supervisione di Donna Olimpia Maidalchini, influente e disinvolta cognata di papa Innocenzo X. La chiesa ricorda il martirio patito dalla santa nello stadio Domiziano, dopo che era stata chiusa in un bordello situato proprio dove sorge l'edificio. Leggenda vuole che Agnese fosse rimasta vergine per tutto il periodo trascorso nel lupanare, giacché nessuno osava toccarla e violare il suo candore. Cioè... AHAHAH!!! ... AHAHAH!!!... Sì certo, come no!
Occorre analizzare la situazione, col necessario distacco emotivo:
- la tariffa per una vergine, in un bordello romano, poteva arrivare a un centiliardo di sesterzi;
- in giro c'erano soggetti che - pur di trombarsi un'illibata - avrebbero tentato di accoppare l'imperatore di turno, dato fuoco a Roma, ucciso il proprio cane a badilate e ripudiato perfino gli antenati;
- era pure bonazza.
Lei invece si salva dallo spulzellamento?! Quella del tizio che cammina sull'acqua era già bella grossa, ma questa non regge proprio; poi si lamentano della crisi delle vocazioni. Smetterla di sparare cazzate no eh?!
Donna Olimpia probabilmente voleva - con questo devoto omaggio - togliersi di dosso l'etichetta di "gran bel puttanone" che le solite malelingue le avevano affibbiato. Lei infatti affermava di essere vergine, cosa innegabilmente vera, almeno stando al calendario giuliano.
L'appalto se lo aggiudicò Francesco Borromini, uno scalpellino milanese spacciatosi per architetto dopo tre mesi di Corso di Arte Sacra e Occultamento di Stanze Segrete in Canonica.
La Fontana dei Quattro Fiumi
Elemento predominante nella piazza, nonché uno dei più grandi capolavori di Gian Lorenzo Bernini, è la Fontana dei Quattro Fiumi.
- Il Nilo: riconoscibile dal palmizio e dal combattente dell'ISIS che tenta di coprirsi alla vista delle telecamere col turbante.
- Il Rio de la Plata: la cui statua rappresenta un viados che chiede 5 pesos per una fellatio.
- Il Gange: che deve il nome alla pianta di Ganja scolpita sotto al gigante, quello fatto come una pigna che ha in mano una canna bella grossa.
- Il Danubio: dove la statua che lo rappresenta saluta lo stemma papale, forse per ringraziare il Pontefice di averlo reso famoso al di fuori dell'Austria.
Sul lato est-ovest della fontana, proprio tra il bucentauro e la mazzancolla al brandy, è presente una misteriosa iscrizione di epoca ignota che ha affascinato gli studiosi:
Gunther Ragsmüller, uno dei massimi esperti di barocco nel suo condominio, ha fornito un'interpretazione convincente, anche se ha davvero una pessima calligrafia e ci sono voluti 35 minuti di telefonata per avere spiegazioni. Purtroppo parlava solo la linkua teteska, quindi è stato necessario utilizzare Google translator e la consulenza di Mio cuggino che una volta si è scopato una culona di Norimberga. Ad ogni modo:
- "Francesco" è un chiaro riferimento a Francesco Borromini, siamo probabilmente di fronte all'ennesimo beleidigung[2] del Bernini;
- "attivo-passivo" è attribuibile alla funzione dell'obelisco nei riguardi dello scarico dei pesi sulla struttura;
- la seconda parte dei numeri è chiaramente la successione di Fibonacci, "06" resta un enigma da chiarire.
Gli elementi minori
A rappresentare ulteriormente i quattro angoli della Terra troviamo numerosi animali scolpiti, facilmente riconoscibili.[senza fonte]
- Furia cavallo del West: omaggio voluto da Donna Olimpia per un suo ignoto stallone[3].
- Un coccodrillo femmina con le labbra rifatte: forse una sottile allusione alla vanità della nobildonna.
- Un drago a fauci aperte: sfogo del Bernini per il rigore negato alla Roma contro l'Atletico Vaticano.
- Un leone appecoronato: simbolo del servilismo dell'artista per il finanziatore dell'opera.
- Un pesce siluro: a significare la fregatura nel caso Innocenzo X non paghi le fatture.
- Un mostro lacustre: simbolo dei reumatismi accusati dallo scultore per colpa dell'umido ambiente di lavoro.
- Un crotalo: riferito al tintinnio dei soldi promessi per l'anticipo e che ancora non aveva visto.
Le altre fontane
Ai lati della piazza troviamo altre due fontane, quella del Nettuno e quella del Moro, completamente ignorate dai turisti. La bellezza della fontana centrale ruba loro la scena, tanto che - mentre la guida turistica ne parla - sono tutti distratti a farsi i selfie, a parlare del tempo e di calcio. Per questo motivo è facile imbattersi in spiegazioni frettolose e spesso inventate di sana pianta, tanto a nessuno importa.
A volte però la pazienza viene meno.
Curiosità
- La leggenda vuole che Bernini nel fare le statue della sua fontana abbia perculato Borromini. Secondo i bene informati, il Nilo è bendato per sottrarsi all'infelice visione della chiesa, il Rio della Plata ha invece una mano protesa per ripararsi dall'imminente crollo della stessa. I borrominiani, evidentemente stizziti, misero pubblicamente in dubbio la possibile tenuta della struttura cava sotto l'obelisco. Lo staff concorrente rispose ironicamente, fissando il gruppo con "rassicuranti" tiranti di spago. Sul punteggio di 3-0, in favore del Bernini, Borromini ingaggiò un immigrato stupratore e lo indirizzò verso la madre dell'altro. Prima che la situazione degenerasse[citazione necessaria] intervenne Donna Olimpia, che distribuì generosamente soldi e fellatio calmanti al malintenzionato marocchino. La fontana del Moro, quella con i quattro tritoni, è un omaggio della nobildonna al quel trombamico e ai compagni di "merenda" che aveva portato con lui.
Note
- ^ Domiziano: domus, zio, ano (dal latino parlato a Trastevere)
- ^ cazzo di traduttore... forse insulto, o perculata
- ^ cosa avrà voluto dire?
Voci correlate
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