Pisciare il cane

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Anche Dante c'è cascato.
« Non si dice "vado a pisciare il cane", semmai "porto il cane a pisciare"! »
« Seee, non l'hai mai fatto in vita tua, cazzo vuoi saperne? »
(Il toy-boy.)
« Scendo il cane che lo piscio »
(Versione sciccosa, per chi vuole parlare forbito e distinguersi dalla massa.)

Pisciare il cane è un'espressione del sermo ignorans tamarrusque, una forma linguistica che si richiama al più antico sermo plebeius, distruggendone senza rimedio quel sottile velo di dignità che pure era riuscito faticosamente a conquistarsi. L'espressione fa parte di un insieme più vasto di aborti lessicali e stupri grammaticali, tipici del sermo in questione, una cui regola[1] fondamentale è quella secondo cui un verbo intransitivo deve essere piegato, se occorre anche con la violenza, a trasformarsi in verbo transitivo. La stessa regola si applica in più contesti: uscire la pizza dal forno, scendere il vino in cantina, entrare la macchina in garage e così via.

Chi afferma che le lingue sono in continua evoluzione non ha ragione al 100%.

Significato

È facile cadere nel dubbio: pisciare il cane significa "urinare sul cane"? Se si hanno conoscenze modeste e basilari della lingua italiana, la risposta è sì.
Se tali conoscenze, pur essendo conosciute, vengono bellamente ignorate, la risposta è no.

Ma allora, che significa davvero "pisciare il cane"?

Significa "condurre il cane ad espletare i suoi bisogni fisiologici", ma parlando come si mangia, si può benissimo dire "portare il cane a pisciare/far pisciare il cane". Tutto qui. Chi si aspettava qualche pratica sessuale inconsueta è meglio che si guardi un bel documentario di Piero Angela.

Come pisciare il cane

Quando si piscia il cane è imperativo mantenere un elevato livello di attenzione, altrimenti si rischia un'inversione dei ruoli.

È meno complicato di quanto possa apparire.
Occorrono:

  • un cane. Razza e taglia a piacere, ma non si deve esagerare, altrimenti si rischia di prolungare oltremodo l'operazione;
  • una bella scodella di acqua fresca, ma va bene anche la birra;
  • un guinzaglio, anche per non incorrere in sanzioni comminate dal vigile urbano;
  • una museruola, non essenziale ai fini del proposito, ma sempre utile per il motivo di cui sopra;
  • paletta e secchiello raccoglifeci: può essere che al cane scappi anche qualcos'altro;
  • basta così.

Una volta procurato questo materiale, si procede nel seguente modo:

  • far bere al cane l'acqua della ciotola. Se si è portato anche una birra, la si può bere mentre il cane beve l'acqua;
  • volendo, si può far bere la birra al cane e tenere per sé l'acqua della ciotola;
  • dissetato che sia il cane, attaccarlo al guinzaglio;
  • uscire all'aperto con cane e guinzaglio;
  • tornare indietro e recuperare la museruola dimenticata;
  • raggiungere un luogo notoriamente deputato al rilascio incontrollato di deiezioni canine;
  • slalomando tra le cacche disseminate sul terreno, lasciare che il cane si muova liberamente;
  • lasciarlo pisciare fino a esaurimento scorte;
  • ricondurlo a casa.

Conclusioni

« (...) Vieni a darmi sollievo alle mani
ma poi scendi a pisciare i miei cani
nei giardini che videro noi
limonare tantissimo... »
(L'espressione viene sdoganata da Elio e le Storie Tese.)

Pisciare il cane rende liberi. E rende libero anche il cane.

Note

  1. ^ Perché sì, ha delle regole, per giunta molto rigorose.

Voci correlate