Pistrice

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Una pistrice.

Pla pistrice pè pun pmammifero proditore pdella pfamiglia pdei Pistricidi. Pla pistrice (psostantivo pmaschile, ptalvolta pfemminile) pviene pspesso pindicata pcon pil pnome pcomune pdi pporcospino; pesiste pperò pun puso pimproprio pe pcolloquiale pdi pquesto pnome pper pdesignare pil priccio.

« Ma ti pare il momento? Un po' di serietà! »
(L'ultimo rantolo della coscienza dell'autore di questo articolo.)
« Secondo me faceva ridere... e poi chissà, forse ho inventato una nuova lingua! »
(L'autore di questo articolo e i suoi deliri di onnipotenza.)

Ma è mai possibile che si debbano scatenare siffatti conflitti interiori a causa di una pistrice?

Ok, serietà

La pagina Pistrice presente su Wikipedia dice cose sconce.
Leggere per credere.

La pistrice (pistrix divoratrix panoramix ifix tcen tcen) è l'ennesima creatura leggendaria della mitologia classica. Certo che dovevano farsi di roba buona, a quei tempi. Secondo le testimonianze di gente che non l'ha mai vista neppure in cartolina, la pistrice era un mostro marino lungo come un cavo transoceanico, grosso come Giuliano Ferrara e vorace come Adam Richman. E poi era tutto pieno di squame di serpente, aveva i denti tacco 18 e puzzava come un merluzzo andato a male.

Secondo Plinio la Cariatide, che si era documentato presso l'ufficio informazioni, la pistrice era anche un grande mostro che simboleggiava la paura dell'ignoto. Nel senso che l'ignoto si spaventava al punto di cagarsi addosso.
Tuttavia le affermazioni di Plinio vanno prese con le dovute precauzioni. Egli scrive della pistrice sul suo diario scolastico, all'età di 12 anni, ossia quand'era un bimbominkia in vena di bimbominkiate.
Perciò, almeno in questa circostanza, non può essere considerato una fonte attendibile.

Fortuna letteraria

Un vero spazzino dei mari.

Quei poveri sfigati che tanto si affannano sul web o in televisione per conquistarsi i fatidici 15 minuti di gloria fanno tenerezza. Ignorano, i tapini, che la loro sovraesposizione mediatica è effimera come un'effimera e i suoi effetti svaniranno al primo cambio di palinsesto. Pertanto, l'oblio cui costoro andranno inesorabilmente incontro costituisce una sorta di castigo divino, un karma. Tanto accanimento sarebbe degno di miglior causa, specie nel momento in cui si viene a sapere che la pistrice, lungi dal fare la prezzemolina, lungi dall'abusare del presenzialismo, ha acquisito una fama duratura nel corso dei secoli.
Probabilmente senza nemmeno esistere.
Inoltre, il ricordo della creatura non è affidato a Cioè o Novella 2000, tantomeno al blog di Pantaleo Scolaburrata: qui si tratta di autentici pilastri della letteratura italiana:

« Pistrici, fisiteri, orche e balene / Escon dalle fottute pareti del mar con mostruose schiene. »
« Dal mezzo in su la faccia, il collo, e ‘l petto e 'l retto / Ha di donna e di vergine; il restante / D’una pistrice immane che simìli / A’ delfini ha le code, ai lupi il ventre. »
« Pasce Proteo pastor mandra di fiche foche, / sorche porche[1] orche, pistri, balene. »

E chi la tocca più, la pistrice?

Note

  1. ^ Sì, il Marino pensava solo a quello.