Premio Strega
Il Premio Strega è un ambito premio letterario che viene assegnato annualmente a un romanzo italiano abbastanza lungo e palloso da poter essere spacciato per libro da intellettuali.
Attualmente la casa editrice che si è aggiudicata più Premi Strega è la Mondadori, che casualmente è anche il finanziatore del riconoscimento fin dalla sua creazione.
Le origini
Il Premio Strega venne creato nel 1947 dagli intellettuali Maria e Goffredo Bellonci in un noioso pomeriggio in cui in tv davano solo la tredicesima replica de La signora in giallo. Decisero allora di intrattenere i loro ospiti organizzando un corcorso letterario, e innaffiarono il tutto con robuste dose di Liquore Strega e di cocaina portata da Lapo Elkan.
Le votazioni degenerarono ben presto in una festa di proporzioni epiche, con tanto di ricoveri ospedialieri, finestre rotte, preziosi mobili rococò sfasciati e gente che vomitava nella piscina. Solo l'intervento dei carabinieri, chiamati dai vicini di casa, riportò la calma.
Visto il successo dell'iniziativa, i Bellonci (appena usciti di galera) decisero di dare al premio un valore nazionale e di denominarlo come il loro amato nettare.
Da quel giorno il Premio Strega assunse via via sempre maggior importanza, tanto da rivaleggiare in prestigio con il Festivalbar e la Festa dell'Unità.
Il regolamento
Le modalità di conferimento del Premio Strega seguono un antico rituale tramandato nei secoli.
Per prima cosa vengono scelti, mediante apertura casuale delle Pagine Gialle, 400 giurati da tutta Italia: non ha importanza se essi sono rozzi, analfabeti o fermi al grado evolutivo di un piccione morto.
Questi giurati hanno il compito di circoscrivere la lista di romanzi votabili a cinque libri. Una volta eseguito questo prezioso compito, i giurati diventano testimoni scomodi in quanto sanno troppe cose: vengono pertanto eliminati da un killer prezzolato e fritti nell'olio insieme a patate e cardamomo, divenendo così parte dello squisito buffet servito durante la serata della premiazione.
A questo punto entrano in scena i veri giurati, ossia i cosiddetti Amici della Domenica, un gruppo di dipendenti statali fancazzisti.
Questi giurati sono gli stessi fin dalla prima edizione del Premio Strega del 1947, e forse è a causa dei loro gusti un po' stagionati che il premio viene spesso consegnato ai libri più merdosi prolissi.
Gli Amici della Domenica votano infine la cinquina finale, e il libro che ottiene più voti favorevoli vince: un po' come succede nelle votazioni dell'Articolo della Settimana di Nonciclopedia, solo che al Premio Strega scorre meno sangue e più alcool (del resto lo sponsor è pur sempre un produttore di liquori).
La votazione termina con la consegna del premio (una targhetta placcata d'oro e un blocchetto di buoni pasto) al fortunato vincitore e con la consueta friggitura dei quattro scrittori perdenti.
Requisiti per vincere il Premio Strega
- Essere italiani o quantomeno esibire una maglia della Nazionale.
- Saper leggere, scrivere e possibilmente saper far di conto.
- Saper scrivere È correttamente.
- Aver scritto un libro (non valgono i libretti di istruzioni su come montare una scarpiera).
- Essere schierati dalla parte del partito politico al governo al momento della votazione, o almeno far finta di esserlo.
- Essere piacenti e disponibili.
- Essere i cugini di qualche membro della giuria.
I vincitori e le opere
- 1947 - Ennio Flaiano, Tempo di uccidere
- 1948 - Daniele Luttazzi, Tempo di uccidere
- 1949 - Rita Levi Montalcini, Avere vent'anni
- 1950 - Dan Brown, Il codice da Vinci
- 1951 - Melissa P., 100 colpi di spazzola prima di uno sventrapapere
- 1952 - Alberto Moravia, Allego assegno
- 1953 - Massimo Buontemponi, Gli scherzoni simpaticoni
- 1954 - Gaetano, Confessioni di uno sbattitore di porte
- 1955 - Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli
- 1956 - Pippo Franco, Manuale di umorismo
- 1957 - Antonino Zichichi, Le esilaranti avventure del Folletto Prugno
- 1958 - Dino Buzzati, Sessanta racconti rubati a Tommaso Landolfi
- 1959 - Don Giuseppe Tomasi, 12º Duca di Palma, 11º Principe di Lampedusa, Barone di Montechiaro e della Torretta, Grande di Spagna di prima Classe, Non c'è più spazio per il titolo
- 1960 - Orso Yoghi, La ragazza di Bubu
- 1961 - Marco da Genova, Vendo cartone marcio. Solo appassionati
- 1962 - Carlo Emilio Gadda, Il caso Scafroglia
- 1963 - Mario Magnotta, La lavatrice maledetta
- 1964 - Ernest Hemingway, Pingu va a scuola
- 1965 - Truman Capote, Eiaculazione da Tiffany
- 1966 - Enzo Ecchimosi, Che male quando sbatti con la faccia sullo spigolo della porta
- 1967 - Fabrizio Corona, Come che ci ho fatto i soldi riccattando le ppersone
- 1968 - Alda Merini, Panza da birra
- 1969 - Gabriel García Márquez, Cent'anni di malattie veneree
- 1970 - Philip K. Dick, Sette spose per sette replicanti
- 1971 - Oriana Fallaci, Argh! Pussa via, islamico!
- 1972 - Andrea Camilleri, Montalbano e il caso della brugola fantasma
- 1973 - Leopoldo Mastelloni, No, non ho detto bioparco
- 1974 - Niccolò Scolopendra, Dai cara, metti giù quel badile
- 1975 - Emma Frodita, Non è che non ti amo, è che il tuo alito sa di carogna
- 1976 - Gianni, L'ottimismo è il profumo della vita
- 1977 - Mariottide, Tu puzzi
- 1978 - Mario Rigoni Stern, Sillabario di bestemmie in dialetto cimbro
- 1979 - Primo Levi, Sequestro un uomo
- 1980 - Elio e le Storie Tese, Il vitello dai piedi di balsa
- 1981 - Umberto Eco, Io so cos'è la semiotica e voi no
- 1982 - Hannibal Lecter, 107 modi di cucinare il proprio vicino di casa
- 1983 - Anna Maria Franzoni, Lettere da Cogne
- 1984 - Ciclo "Alta Tensione" di Canale 5, Magma assassino con reazione catastrofica a catena
- 1985 - Giorgio Almirante, La nostalgia dei tempi belli
- 1986 - Umberto Bossi, La famosa invasione degli orsi leghisti in Sicilia
- 1987 - Sandro Piccinini, Shevchenko... NON VA!
- 1988 - Gesualdo Bufalino, Secernendo muco
- 1989 - Roberto Giacobbo, Il mistero del buco nero mannaro
- 1990 - Paolo Cirino Pomicino, Prendetemi pure in gito per il cognome tanto c'ho i miliardi nascosti alle Cayman
- 1991 - George W. Bush, La storia dell'ochetta ballerina
- 1992 - Vittorio Sgarbi, I culattoni raccomandati
- 1993 - Alfonso Polaretti Dolfin, Il profumo del mestruo selvatico
- 1994 - Roberto Baggio, Tranquilli che questo rigore lo segno
- 1995 - Carcarlo Pravettoni, Asfalto per tutti
- 1996 - Stephen King, L'ennesimo romanzo pauroso
- 1997 - Claudio Magris, Scusate, non vorrei rompere i coglioni ma dovete ancora versarmi gli emolumenti
- 1998 - Germano Mosconi, Quando trovi quel mona che sbatte la porta
- 1999 - Roberto Benigni, La merda della maiala degli stronzoli nel culo delle poppe pien di piscio co' gli stronzoli che escan dalle poppe de' budelli de' vitelli con le cosce della sposa che gli sorte fra le cosce troppe seghe dentro il cazzo troppi cazzi dentro il culo che gli spuntan dalle cosce che gli tornan dalle gambe con la mamma ne' ppompino della nonna che gli schianta da il suo corpo che gli leccano la schiena poi gli sputa ne' coglioni e gli lecca ni' ggroppone co' schiantassa tra le zolle che si striscia 'n mezz'all'erba che mamme tutte gnude che si struscian dalle file e si sgruppan con la schiena co' le poppe sbatacchiate senza latte che si scopran tra le mucche che si infila che gli sorte 'n mezz'all'erba che gni gira 'n mezz'a'denti che gli sputa tan'de'n'terra e gli mettano le seghe nella fica e si gode con tutti insieme e si gode tutti insieme e lo guardan da lontano co i'ggroppone 'nsudiciato e le cosce la su sposa co' i'mmarito i'pparente gnele schianta gni piglia d'ipparente con la carne dentro il corpo co i'ccorpo nella carne e la mamma sdraiata tra le zolle che gli mena le zolle che gli tornan sulla terra e gli schiantano i'parenti gliele levano tre volte gliele sortano diciotto
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