Professore di architettura

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« Ho scelto di insegnare perché trovo entusiasmante poter contribuire alla formazione dei giovani! »
(Architetto fallito sul perché abbia cominciato a fare il professore)

Con il termine professore di architettura si è soliti indicare un essere vivente (somigliante all'uomo) il quale ha la stessa utilità dei libretti d'istruzioni dei Lego. Solitamente però i libretti spiegano meglio.

Lo studente che ha la sfortuna di incappare in un insegnante del genere deve ricordarsi che egli è, nel 90% dei casi, un architetto frustrato che non è riuscito a emergere ed è stato costretto a riciclarsi come professore: per questo motivo odia la materia e tutti coloro che provano interesse verso essa.
Il restante 10% dei professori di architettura è invece formato da raccomandati totalmente incapaci che non sanno neppure cosa sia una prospettiva frontale o un prospetto.
Nella scala evolutiva della scuola il professore di architettura è superiore solo a quello di educazione fisica e al tecnico che riempie le macchinette degli snack.

Caratteristiche organolettiche

Un professore di architettura dopo che uno studente ha osato confondere F.L. Wright con Le Corbusier.

Il professore di architettura si presenta come un essere umano di mezza età, munito di felponcino policromo e pantaloni solitamente scuciti nella zona posteriore. Ha un odore persistente mai sentito prima, un misto fra sudore stantio, gesso da lavagna e alito pestilenziale.
Entrato in classe, dopo aver fatto l'appello (accentuando con un particolare accento gli studenti da lui poco graditi), si siede e inizia a parlare del suo argomento preferito, ossia di come la sua carriera sia stata stroncata sul nascere dal suo cognome poco conosciuto. Se uno studente dimostra di avere un minimo di talento, riversa su di lui il suo odio e gli devasta senza pietà le tavole e i disegni (peraltro impeccabili) con segnacci rossi e cancellazioni, adducendo come scusa degli errori inesistenti.
Possiede un'auto antidiluviana e orrenda, di solito una Fiat Tempra, che sostiene di non voler cambiare perché quella gli ricorda i bei tempi in cui era studente universitario. In realtà non la cambia perché, come tutti gli insegnanti, è già tanto se riesce ad arrivare a fine mese senza vendersi un rene.
Durante la ricreazione evita accuratamente la compagnia del collega di storia dell'arte perché sa che, in un'ipotetica conversazione sui canoni architettonici in voga nell'Ottocento, la sua mostruosa ignoranza in materia si renderebbe palese nel giro di cinque secondi.

La frase da dire al professore di architettura per strappargli la sufficienza

« Prof lo sa che quest'estate sono andato a vedere la sede del Bauhaus ed è FA-VO-LO-SA! »

La frase da dire al professore di architettura per farsi bocciare

« Prof lo sa che Renzo Piano ruba le matite all'Ikea? »

Le dieci cose che differenziano il professore di architettura da un comune cassonetto dell'umido

  • Contraddice se stesso e gli altri, definendo incapaci i suoi colleghi o quegli architetti così famosi da essere diventati argomento di studio del programma scolastico.
  • Non ammette l'introduzione di cibo e bevande in aula, ma non è raro vederlo mentre mangia una merendina seduto in cattedra.
    Molto probabilmente la vostra professoressa di architettura non assomiglia per niente a questa.
  • Mentre spiega qualche corrente architettonica si lascia prendere dall'enfasi retorica e inizia un sermone infarcito di aggettivi superlativi e opinioni personali. Solitamente viene riportato alla sua realtà di misero insegnante dalla semplice domanda di uno studente, che può essere "In che materiale è la copertura?" o "Di che forma è la pianta?". A sentir ciò il professore, che ovviamente non conosce la risposta, si blocca per un attimo, dopodiché se ne esce con un "L'ho già detto, eri distratto!" o con un "Guarda sul libro, mica posso dirvi tutto io!".
  • Si crede un intellettuale raffinato e afferma di circondarsi solo di oggetti di design esclusivo. Nel week-end però lo incontri mentre fa la spesa al discount o compra un mobile all'Ikea.
  • Insulta gli studenti che non sanno usare Autocad, però poi lui è ancor più scarso di loro.
  • Insiste nel creare "modellini" in scala reale di interi quartieri abitativi oppure, in alternativa, nel costruire la nave dei pirati della Fischer Price.
  • Esegue degli sgorbi incomprensibili alla lavagna e li spaccia per schemi distributivo-funzionali degli spazi, offendendosi pure se qualcuno gli fa notare che non si capisce nulla.
  • Adora l'aggettivo "funzionale" e lo usa in ogni discorso, suscitando nei suoi interlocutori il dubbio che sia un emerito imbecille.
  • Se uno studente è indeciso sul colore da utilizzare in una tavola, ovviamente gli consiglia quello più brutto e meno adatto alla situazione, vantandosi poi tra sé e sé dell'"ottimo accostamento".
  • Si ritiene soddisfatto solo se gli studenti scappano dall'aula urlando: "Io odio l'architettura!"