Programma Spaziale Vaticano
AVVERTENZA! La seguente voce mischia senza ritegno scienza e religione, esattamente come avviene nel Pianeta delle Scimmie o nell'ultimo libro di Antonio Zichichi. |
Il Programma spaziale vaticano (in latino Pontificii caelestis progressio, in linguaggio nero Nazg-papah burzum Vatikant-in-tu-kûl), è un programma segreto, occulto ed esoterico di ricerca scientifica sull'Iddio, col fine ultimo di rintracciare Nostro Signore e riportarlo sulla Terra.
I pionieri
I ricercatori cristiani sono sempre stati i più avanzati nel campo dell'astronomia, avendo sempre bruciato gli scienziati rivali (in senso letterale). Il primo lancio spaziale fu registrato agli albori stessi della Chiesa, quando Cristo ascese in cielo dopo essere risorto, venendo per questo ribattezzato Ge-sopra o Ge-sù[1]. Tuttavia un ristretto gruppo di revisionisti poco accreditati contesta tale primato, nonostante il fatto storico sia comprovato da fonti attendibili e autorevoli, quali il Vangelo di Matteo:
Questo documento dall'indubbia serietà e verosimiglianza, come tutto il resto del sacro testo, dimostra la storicità dei fatti. Gesù non solo fu l'autentico figlio di Dio, ma anche il primo ebreo nello spazio. [2]
Tuttavia il cristonauta non è ancora rientrato sulla Terra, forse perché il suo corpo è precipitato su Saturno attratto dalla gravità del gigante gassoso, forse perché divorato dal Mostro degli Spaghetti Volante che va ghiotto di ebrei.
Simon-Pietro e i suoi successori non hanno mai abbandonato le ricerche del disperso, cercando di inviargli attraverso il subspazio delle comunicazioni telepatiche, stranamente senza mai ricevere risposta. Per potenziare il segnale telepatico i seguaci di Cristo si riuniscono tutti insieme la domenica, incanalando la comunicazione verso lo spazio mediante antenne appuntite molto alte, dette campanili. Ma ogni sforzo di mettersi in contatto col messia è fallito. Solo dopo secoli si sono avute tracce di Gesopra, quando l'osservatorio astronomico pontificio individuò su Marte la sua pietra sepolcrale, con sopra affisso il cartello torno subito, sono in bagno. La sconcertante scoperta fu comunicata in diretta radio dall'allora papa Pio XII, che nell'occasione ne approfittò per affermare che la Madonna era ascesa pure lei nello spazio (dogma ribadito nella bolla "Veritatem ad canis cazzium"), che l'ingrandimento telescopico mostrava che ella era ancora vergine, che a Lourdes Bernadette non fu colpita da isteria ma vide la stessa Madonna che gli apparve attraverso un tunnel gravitonico direttamente dalla regione marziana di Utopia Planizia, e che l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica era benedetta dalla Vergine. Attraverso questo comunicato Pio XII dimostrò al mondo il grande spessore raggiunto dall'etica della Chiesa, spessa quasi quanto il buco nell'ozono.
Storia dei programmi spaziali vaticani
Il programma "De volantem angelus"
Il primo ostacolo per gli scienziati della chiesa, intenti ad emulare il messia e raggiungere l'orbita, fu quello di vincere la forza di gravità. Questa forza maligna impediva ai veri credenti di staccarsi dal suolo. Solo nel terzo secolo il Dottore della Chiesa Sant'Agostino mise a punto un espediente per volare nello spazio. Egli suggeriva di camminare in una direzione, continuando imperterriti, attraversando i deserti e gli oceani senza timori, fino a raggiungere il bordo del mondo. Quindi di buttarsi oltre il ciglio a volo d'angelo, come scrive nel suo libro Ab Volus Dei:
Tutti i veri credenti che intrapresero il viaggio oltre gli oceani e i deserti non tornarono più e non se ne ebbe più notizia. Questo dimostra indubbiamente che raggiunsero il loro Creatore, in un modo o nell'altro.
Il programma "Excelsa catapultam Purgatorii"
Tuttavia il metodo fu abbandonato quando Tommaso d'Aquino, reduce da un'intensa sperimentazione degli effetti dei funghi allucinogeni, decise che la terra non era più piatta, ma sferica, con l'inferno al centro e la montagna del purgatorio piantata dall'altra parte del globo. Quindi il grande filosofo rivoluzionò il programma spaziale della Chiesa, proponendo di scalare il purgatorio per giungere comodamente alla stratosfera, installarci sopra una catapulta e da lì, imprimendo la giusta velocità, lanciare in orbita i fedeli.
Il progetto "Corpus Dei explorationem"
Agli inizi del 1600 un tale Galileo Galilei mise a punto il telescopio, con il quale intendeva scoprire di più sul moto dei corpi celesti. Un uso chiaramente inutile e contrario alla vera scienza. Per tale ragione il vescovo di Firenze gli confiscò lo strumento, utilizzandolo poi per scopi accademici più sensati, come la ricerca visiva e sistematica del corpo di Cristo, secondo i calcoli trigonometrici eseguiti delle suore orsoline bloccato sotto la volta delle stelle fisse, accanto alla sfera rotante della rosa dei beati.
Nello stesso periodo iniziarono gli studi sul corpo umano per renderlo idoneo al viaggio cosmico. La catapulta di San Tommaso aveva infatti fallito, poiché i corpi degli aspiranti astronauti bruciavano per l'attrito con la ionosfera. I tecnici della Santa Inquisizione vollero analizzare a fondo il problema, conducendo esperimenti termici su devoti presi a caso, con la scusa che fossero posseduti dal demonio o che non avessero versato la decima nelle casse della chiesa, aumentando progressivamente la loro temperatura interna da 36,5 a +6000 gradi. Dopo aver incenerito migliaia di tonnellate di carne umana gli inquisitori si convinsero che le alte temperature erano nocive per la salute, che quindi c'era bisogno di mettere a punto una tuta protettiva.
Il primo prototipo di tuta astronautica venne sviluppato già nel 1700 dallo stesso papa Clemente XII. Era costituita da un cappello a punta per rendere il volo più aerodinamico, mentre il corpo era protetto da una veste bianca ricoperta da paramenti d'oro, necessari per deflettere le pericolose radiazioni solari. Tale tuta spaziale viene indossata ancora oggi dai papi in tutte le cerimonie pubbliche, che la portano per dimostrare la grande capacità scientifica della chiesa, poco importa che appaia ai profani come l'abito più tamarro mai concepito. [3].
La conquista della Luna
La necessità di conquistare la Luna si fece pressante agli inizi dell'ottocento, quando si cominciò ad ipotizzare che il nostro satellite fosse abitabile, probabilmente già abitato da degli alieni separati dall'umanità, quindi rimasti all'oscuro del messaggio d'amore della Chiesa, ignari di essere parte della creazione di Dio cattolico e perciò di appartenere ai preti come tutto il resto. L'evangelizzazione degli alieni lunari fu quindi posta da Papa Pio IX come la massima priorità dello Stato Pontificio, distogliendo perfino i fondi destinati ai delitti politici e alla repressione dei libertini. I primi tentativi di raggiungere la Luna furono ad opera del Marchese Ingegnere Onofrio Maria Lorenzino da Gubbio. Egli avviò la costruzione di un vascello spaziale dopo aver inventato il motore a popolo compresso. L'idea consisteva nel forgiare un enorme pistone cilindrico dove infilare la navicella, collegando la base dello stesso a milioni di tubi flessibili per immersioni subacquee. Quindi i sudditi pontifici, soffiando tutti insieme nei tubi, avrebbero prodotto una spinta tale da espellere la navicella dalla sua sede, lanciandola verso il nostro satellite. La navicella era sufficiente per contenere 100 missionari, 300 conquistadores castigliani, 50 inquisitori, 10 attentatori kamikaze, un notaio, 1000 scatole di rosari e altrettante di verghe chiodate, tutto il necessario per diffondere con successo la parola di Dio. Tuttavia il lancio fallì e la navicella ricadde al suolo, non riuscendo a raggiungere la velocità di fuga. Ciò accadde probabilmente perché il vettore era stato costruito in oro massiccio e marmi pregiati su preciso ordine di Papa Pio IX, che non aveva la minima intensione di passare da pezzente con gli alieni. Fortunatamente il vascello spaziale non fece danni, ricadendo sui quartieri poveri di Roma; così grazie a Dio nessun aristocratico e porporato rimase coinvolto nell'impatto.
Il secondo tentativo fu coronato da successo, quando il papa Paolo VI, dopo essersi consultato con i suoi scienziati, arrivò alla ragionevole conclusione che la chiesa non ha alcun bisogno di arrivare sulla Luna e di dimostrarlo al mondo, ma gli è sufficiente fare come ha sempre fatto per tutte le altre cose. Quindi grazie agli emendamenti inseriti a colpi di maggioranza al testo del Concilio Vaticano II, oggi il Credo Cattolico recita:
Questo dimostra inconfutabilmente che la Chiesa è sbarcata sulla Luna per prima.
Il contributo alla scienza
- L'agenzia spaziale vaticana ha confutato la teoria secondo cui la terra è al centro dell'universo, scoprendo che il centro dell'universo invece è solo il Vaticano, mentre il resto del globo terracqueo gli gira attorno insieme al resto del creato.
- I ricercatori cristiani sono stati i primi a prendere contatto con forme di vita aliene, quali angeli e cavalieri dell'apocalisse.
- Pretetrasporto - Permette finalmente di teletrasportare l'anima di un prete direttamente nell'Iperuranio.
- Vettore spaziale ad energia spirituale, o spiritica- Messo a punto da Antonio Zichichi, esimio dottore di follettologia applicata, permette di risucchiare le anime dei morti dentro un pallone aerostatico mediante lo stesso dispositivo usato dai ghostbusters. Basandosi sull'assioma che le anime volano verso il cielo, il pallone gonfio di anime si stacca dal suolo e migra nelle profondità siderali tipo dirigibile, permettendone l'esplorazione.
Progetti futuri
Grazie all'instancabile ricerca degli scienziati pontifici oggi sappiamo che il vuoto interplanetario non contiene angeli e santi. Ma la ricerca di vita soprannaturale nell'universo non si arresta. Il fatto che ancora non se ne sia trovata traccia non implica che non ci sia, probabilmente si trova solo un po' più in là, oltre il bordo dell'universo a noi visibile, dove si trova l'Empireo con il Regno dei Cieli di cui si parla nei Vangeli[4]. Già Ratzinger ne aveva parlato nel suo libro "Gesopra di Nazareth":
Ma il clero non si accontenta di vedere Dio, lo vuole raggiungere, toccare, ritoccare, molestare. Un vettore spaziale di ultima generazione è già in costruzione nelle fonderie sotterranee di Castel Sant'Angelo, rigorosamente d'oro gemmato, verrà lanciato dentro un buco nero. L'idea del buco nero venne di colpo a Papa Cecco durante la visione di Interstellar; il santo padre si rizzò dalla poltrona gridando:
.
Antonio Zichichi, il più rispettato[citazione necessaria] scienziato della chiesa, è stato subito posto a capo del progetto. Faranno parte dell'equipaggio esponenti di spicco della cristianità, quali Suor Cristina Scuccia, Padre Amorth, la mummia di Padre Pio, Don Matteo e Don Zauker. La partenza dal cosmodromo di piazza San Pietro è stato tuttavia rimandata a data da destinarsi, in attesa che la città di Roma si doti di uno scudo protettivo per proteggersi dalle prevedibili conseguenze del lancio.
Voci correlate
Note
- ^ Dall'aramaico: Giudeo che sta sù
- ^ La parte del raggio-missile potrebbe essere un passaggio spurio introdotto da un copista truffaldino. Ma vabbè, i monaci amanuensi per secoli hanno rifilato nella bibbia passaggi inventati. Uno più, uno meno...; invece la parte con i morti che risorgono è autentica, parola per parola. Eh sì, nell'antica Galilea esistevano già gli zombi.
- ^ Da riuscire a imbarazzare anche un repper nero di Detroit
- ^ E del regno dei cieli se ne parla anche in Dragon Ball Z e in Diablo III. Troppe fonti indipendenti per trattarsi di un luogo inventato
Questa voce non lo sapevi che era una voce che la sapevi che potrebbe non essere una delle voci più tapioca posterdata dalla comunità? È stata bitumata come tale in questo preciso momento come fosse 24 maggio 2015 sblindando al 50% di malavergole (su 8). Efeubicamente sono ben accette supercazzole e scappellamenti che sfrantino ulteriormente 'sta cagata di pagina. Proponi una voce da votare · Votazioni in corso · Controlla se puoi votare · Discussioni |