Programma di governo
Il programma di Governo è un insieme di promesse e valori che un partito (o una squadra di calcetto, un gruppo di ubriachi, oppure un mistico messia), esprime quale obiettivo da raggiungere tramite l'approdo in parlamento - con auspicabilmente una maggioranza all'interno dello stesso.
Per il medesimo soggetto, il programma di governo può mutare in modo più o meno ampio nel susseguirsi degli anni e a ridosso delle elezioni, a seconda di quanto sia necessario o comodo. Durante la campagna elettorale il programma viene infatti rifinito su misura per le circostanze ("programma elettorale"), possibilmente senza promettere nulla di concreto e dettagliato, al fine di non deludere l'elettorato una volta arrivati in parlamento.
Il programma eventualmente concordato tra le varie forze politiche nella fase immediatamente successiva alle elezioni - al fine di creare una maggioranza altrimenti assente - viene invece detto "accordo di governo"; tanto più le forze politiche - ognuna votata per realizzare un proprio programma elettorale, generalmente per lo più incompatibile con quelli altrui - si sono insultate fino al giorno prima delle elezioni, tanto più risulta esilarante vederle nell'arco di poche settimane cambiare idea, e stringersi amichevolmente la mano: fino alla prossima campagna elettorale.
Storia
Il programma di governo nasce durante la Rivoluzione Francese: nel 1789 i protopartiti, detti club[1], si trovarono improvvisamente a poter decidere del loro avvenire e di poter governare lo Stato. Nacquero così i primi programmi, poiché i politici del tempo compresero[senza fonte] che l'unico modo di accaparrare voti e quindi di avere una rendita lauta e sicura per un certo lasso di tempo fosse quello di stupire i votanti.
Uno dei primi esempi di programma fu quello dei Giacobini: il capo dei Giacobini, Maximilien Robespierre, durante le elezioni lasciò di stucco gli astanti riempendosi la bocca di parole mai pronunciate prima d'ora, che nell'immaginario del citoyen medio suonavano mitiche come il Santo Graal: queste parole erano Libertà ed Uguaglianza.
Una volta eletto Robespierre fece iniziare quell'antico pregiudizio che ancora oggi permane negli strati più bassi della popolazione, che si esprime in quel detto che recita Se il politico promette libertà, preparati alle mazzate.
Circa un secolo più tardi, anno più anno meno un Ebreo ed un Protestante, entrambi Tedeschi, entrarono in un bar e chiesero ad un Italiano che passava di lì... decisero che era ora di distaccarsi dal sistema che aveva spadroneggiato nell'occidente, e scrissero un libro intitolato Manifesto del Partito Comunista.
Questo libro pur non essendo un vero e proprio programma di governo si prefiggeva di creare un partito fondato sull'uguaglianza instaurata tramite la Dittatura del Proletariato.
Nonostante i primi fallimenti, il libro venne riconosciuto come un opera importante e portò ad un altro detto popolare, che recita Quando un politico parla di dittatura del popolo, preparati alle mazzate: difatti nei paesi in cui fu applicato il sapere espresso dai due filosofi si ebbe il maggior numero di dittature mai registrato dal periodo dittatoriale dell'Antica Grecia.
Ma lasciamo un attimo il Libro per occuparci di altri programmi elettorali: l'800 non fu particolarmente prodigo di programmi elettorali, dal momento che tutti erano occupati a leggere e a criticare il Manifesto.
Nel primo '900 un imbianchino pelato, sempre tedesco[2], si alzò una mattina particolarmente arrabbiato contro il rabbino padrone di casa che continuava ad alzargli l'affitto, e quindi scrisse un altro libro chiave dei programmi elettorali: Il Mein kampf.
Contemporaneamente in Italia il Manifesto cadde in mani sbagliate, vale a dire in quelle di un romagnolo con manie di grandezza.
Nel dopoguerra (ed è la parte che più ci interessa) i politici, consci del fatto che i libri chiave di cui sopra non avrebbero più mosso l'animo delle genti[3], assottigliarono le loro tecniche di accaparramento voti: chi predicava la religione, chi si appellava ancora ad un libro chi ad un altro, chi invece si sentiva un uomo qualunque, chi prometteva libertà.
Tutti questi partiti, ad eccezione della formazione dell'uomo qualunque di cui non voglio parlare per pudore, si rifacevano a dei programmi ben definiti che i votanti potevano leggere, scritti su carta.
Negli anni '90 un lombardo nano, deciso a portare un'ulteriore svolta al sistema, si candidò senza esprimere un programma, contando sul fatto che nessuno se ne sarebbe mai accorto.
E così fu, anche perché la memoria umana è labile e nessuno si ricordava più i detti dei padri fondatori dell'astensionismo alle urne[4],tanto che nonostante il nano maneggione urlasse a squarciagola contro i suoi avversari golpisti neri comunisti e traditori della patria e contro noi popolo italiano con alto indice di gradimento® venne eletto contando solo sull'equivoca parola LIBERTÀ!.
Nel 1998 addirittura ad opera di un ex poliziotto analfabeta nacque un partito ugualmente privo di programma, ma formalmente impegnato contro i suoi avversari mafiosi fascisti preggiudicati cocainomani golpisti allo strillo di GIUSTIZIA!.
Ma ormai ho capito che non te ne frega niente, sei arrivato a leggere fino a qui annoiandoti a morte. È d'uopo dunque che si inserisca una gnocca seminuda
Ed è inutile che tu, donna, inveisca contro il mio maschilismo: siete statisticamente[5] in più dei maschi, ma non siete target nemmeno per le maggiori televisioni nazionali.
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Note
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