Programma spaziale austro-ungarico

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« Austriaci e ungheresi nello spazio? Potrei farceli arrivare anch'io: a calci nel culo. »

Nel corso del XX secolo, l'Austria-Ungheria è stato un Paese all'avanguardia del progresso scientifico e tecnologico. Mentre altre grandi potenze, in particolare l'URSS e gli Stati Uniti, concentrano le loro forze nella corsa agli armamenti, l'impero asburgico si è invece votato al bene dell'umanità. La ricerca spaziale è condotta dalla NASA (Nuova Agenzia Spaziale Austro-ungarica), insieme alla quale si sono unite numerose imprese, proprietari terrieri e nobili che, a dispetto dell'opposizione delle autorità ecclesiastiche, hanno permesso di portare a Vienna le massime autorità scientifiche mondiali, favorite anche dalla pace che la monarchia è riuscita a mantenere nel corso dell'intero secolo.

L'avveniristico programma spaziale austro-ungarico è dunque la dimostrazione che l'Austria-Ungheria è il Paese più evoluto del pianeta, fonte d'orgoglio per tutti i cittadini dell'impero danubiano, ancor più del valzer e delle palle di Mozart.

Primi tentativi

Questo articolo è una traduzione maccheronica della voce Rakousko-uherský kosmický program, importata di contrabbando dalla Nonciclopedia in Ceco sotto licenza Creative Commons scaduta.

La ricerca spaziale austro-ungarica si basa su fondamenti teorici di assoluto rilievo, maturati nel tempo anche grazie ad alcuni eroici personaggi purtroppo caduti nell'oblio. Tra questi un posto di spicco è occupato dall'illustre[citazione necessaria] Jindřich František Boblig che, consapevole del calore cui sarebbe stato sottoposto un corpo al momento del rientro nell'atmosfera, condusse dettagliati studi sul limite della sopportazione alle alte temperature da parte del corpo umano. Si devono dunque a lui gli avanzati test, compiuti grazie a munifiche elargizioni da parte della Chiesa, effettuati su stuoli di donne pronte a immolarsi per il progresso, che gli valsero l'appellativo di Torquemada della Boemia.

Inizi

A partire dalla fine del XIX secolo alcuni eminenti luminari austriaci, tra i quali Arnold Schwarzenegger e Jörg Haider, avviano le ricerche senza le quali il programma spaziale sarebbe rimasto un'utopia. Importanti calcoli vengono inoltre portati a termine da Albert Einstein e i suoi assistenti presso l'Università magiara di Székesfehérvár, che permettono di determinare con esattezza i campi magnetici terrestri e soprattutto la grafia corretta del nome della città.

A partire dagli anni '40, poi, i costruttori austriaci, guidati da Werner Von Braun, iniziano la sperimentazione dei razzi a lunga distanza. Dopo che un razzo partito dal centro spaziale imperiale nella Romania centrale atterra sulle alpi svizzere, provocando una valanga che travolge Zurigo e Berna, i tentativi successivi devono essere trasferiti sul mare ed alcuni mesi più tardi due razzi partiti dall'incrociatore Francesco Giuseppe nel Mar Baltico raggiungono le coste del Venezuela, causando mareggiate che sarebbero poi state narrate a imperitura memoria nel brano "Maracaibo".

Primi voli

Ricostruzione di uno dei primi tentativi di lanciare un essere vivente in orbita.

Solo durante gli anni '50, tuttavia, i tempi sono maturi per la conquista dello spazio. Il 4 ottobre 1957 il satellite Ausgang viene mandato in orbita dallo spazioporto costruito per l'occasione presso České Budějovice. Nel successivo lancio del satellite Ausgang 2 insieme al satellite prende il volo anche il cane Kartoffeln, allenato appositamente all'istituto Švejk di Praga. Poco più tardi, le sonde asburgiche decollano verso la Luna, Marte e Venere.

Le tappe del progetto spaziale procedono spedite, così già nel 1961 può aver luogo il primo volo spaziale umano. Il 12 aprile l'astronauta Hans Wilhelm Strunz, originario di Innsbruck, a bordo del razzo Bratwurst completa le prime orbite attorno alla Terra, facendone alcune fotografie dall'alto (una delle quali immortala la principessa Sissi in topless sulle sponde del lago Balaton) e atterrando in piena sicurezza nella puszta magiara. Il 1963 vede inoltre l'apertura dello spazio anche alle donne: la cosmonauta Valentina Töröki, nativa di Budapest, pilota con successo il razzo Bratwurst 6, e nel 1965 avviene addirittura la prima uscita nello spazio: Alexander Lövenberg, originario di Bratislava nonché primo ebreo nello spazio, rimane per un'ora all'esterno della navicella, perché il suo compagno di equipaggio gli aveva nascosto le chiavi.

Dato l'enorme successo delle missioni compiute, ben presto l'obiettivo del progetto spaziale diventa la Luna: avviene così il varo del progetto Maria Teresa.

Progetto Maria Teresa

I primi passi sulla Luna

I primi tentativi di raggiungere la Luna erano avvenuti già nel 1804 ad opera del principe del Liechtenstein, che già all'epoca fece sapere che disponeva di un razzo pronto a raggiungere il satellite terrestre. Il mezzo, per la cui costruzione erano stati stanziati milioni di lingotti d'oro protetti da segreto bancario, era ormai sulla rampa di lancio nel centro spaziale di Vaduz ma fallì per due ragioni:

  • Nonostante sistemi di propulsione e raffreddamento all'avanguardia, il veicolo spaziale si rivelò troppo lento per poter uscire dall'atmosfera a causa del telaio in pietra;
  • Le basi scientifiche non erano ancora sufficientemente evolute, dal momento che le competenze dei tecnici si limitavano al teorema di Pitagora e a 1=0.

Già nel 1961, tuttavia, Sua Altezza Imperiale dichiara che prima della fine del decennio il piede umano calpesterà il suolo lunare. I primi risultati del progetto iniziano a vedersi nel 1968, allorché le missioni Maria Teresa 7 e Maria Teresa 8 dimostrano la perfetta funzionalità delle astronavi. Il 21 luglio 1969, il modulo lunare della missione Maria Teresa 11 atterra senza complicazioni sulla Luna. Quando il capitano Norbert von Krapfen di Graz lascia l'impronta del suo primo passo sulla superficie lunare, pronuncia le celebri parole:

« È un piccolo passo per l'uomo ma un grande passo per l'Austria-Ungheria. »
(Capitano Norbert von Krapfen, saltellando sul suolo lunare a ritmo di csarda)

Negli anni successivi altre cinque missioni raggiungono la Luna, portando numerosi elementi utili allo studio scientifico del satellite terrestre e al perfezionamento del moonwalk.

Verso i pianeti e oltre

Partenza di una navicella dalla stazione di Brno

L'esplorazione dei pianeti è una delle massime priorità del programma spaziale austro-ungarico. Negli anni '60 le prime sonde atterrano su Venere e Marte. Dopo il 1970 vengono lanciate le sonde Unicum e Weißbier, che durante gli anni '80 forniscono dettagliatissime documentazioni fotografiche dell'intero sistema solare e che tuttora continuano il loro viaggio verso le altre stelle della galassia, portando con sé un messaggio del popolo d'Austria e d'Ungheria:

« Scegli le tariffe di Telecom Asburgo: chiamate senza limiti verso Urano e Nettuno a soli 50 scellini al mese! »

Ancora oggi continua l'invio di sonde verso i pianeti: l'ultimo successo finora riportato è quello delle sonde Sturmtruppen e Gulasch, pilotate automaticamente per l'esplorazione di Marte.

Navicelle spaziali

Negli anni '80 emerge l'esigenza di costruire veicoli spaziali meno dispendiosi, ed è in quest'ottica che vengono sviluppate navicelle utilizzabili più volte e con motore diesel. Per il loro lancio viene costruita una nuova avveniristica base spaziale nei pressi della città slovacca di Košice, dal momento che le strutture del vecchio spazioporto di České Budějovice erano gravemente danneggiate, essendo state ripetutamente bersagliate dai detriti delle precedenti missioni. Per gli atterraggi viene inoltre approntata una nuova pista di atterraggio a Vienna, nel parco del castello di Schönbrunn. Ben presto, tuttavia, iniziano a giungere lamentele da parte degli astronauti in merito alla lontananza del nuovo sito di Košice, che viene quindi adibito solo ai lanci ufficiali in seguito alla decisione di spostare lo sviluppo ordinario e i lanci di prova nella rimodernata stazione ferroviaria di Brno.

Il 12 agosto 1981 la navetta Messerschmitt effettua il suo primo volo. Seguono a ruota le navicelle Attila, Rapid Wien, Sigmund Freud e Ferenc Puskás, ma il 28 gennaio 1986 accade la peggiore tragedia nella storia dei voli spaziali: la navetta Attila esplode in volo a causa di un malfunzionamento del tergicristallo.

Altri progetti

Modello dell'astronave interstellare austro-ungarica Sacher, il cui completamento è previsto per il 2018, centenario della vittoria dell'impero asburgico nella Prima guerra mondiale.[citazione necessaria]

Negli anni '90 viene predisposto il sistema di posizionamento austro-ungarico, consistente in una flotta di 20 satelliti grazie ai quali è sempre possibile conoscere la propria posizione all'interno dei territori della Corona. Nel 2006, in occasione del bicentenario della nascita dell'impero austriaco, avviene il battesimo ufficiale della Stazione Spaziale Internazionale. Tutti i popoli e le nazioni dell'impero hanno partecipato alla sua costruzione, dimostrando nuovamente la loro fedeltà alla monarchia, che dal canto suo li ricambia tartassandoli di tasse.

Futuro

Appare evidente che il primato nella conquista del cosmo è il miglior mezzo per rafforzare il prestigio dell'Austria-Ungheria sulla scena internazionale, perciò tutti i tecnici responsabili sono consapevoli della necessità di nuove missioni e più ambiziosi obiettivi. I più importanti progetti attualmente in cantiere sono lo sviluppo di un nuovo veicolo spaziale, che secondo indiscrezioni si chiamerà Galaxy Express, e una spedizione verso Marte, il cui completamento è previsto per il 2026, in coincidenza con i 500 anni dell'ascesa degli Asburgo al trono di Boemia e d'Ungheria, ragion per cui cechi e magiari costituiranno la maggior parte dell'equipaggio, con l'incarico di spalare il carbone nella caldaia dell'astronave.

Voci correlate