I promessi sposi
I Promessi Sposi™©® è un celebre romanzo rosa, capolavoro della letteratura padana, di Alessandro Manzoni, universalmente riconosciuto come la peggior piaga che possa toccare a uno studente italiano. È inoltre considerato da molti un romanzo erotico a causa delle oscenità che l'autore mette in fila nelle prime righe del primo capitolo:
Pubblicato tra il 1840 e il 1842, giusto in tempo per dare ai futuri italiani qualcosa da bruciare sulle barricate, è considerato il romanzo nostrano più letto, naturalmente prima di "Tre metri sopra il cielo" e dell'alfabetizzazione a tappeto della popolazione. Ma è anche il simbolo di un periodo buio della storia nazionale, quando per dire a qualcuno che "lo lovvi di bene ak se cmq 6 prp 1 strnz", eri costretto a esprimerti all'incirca così:
La sua importanza nella storia letteraria del nostro paese dipende dal fatto che prima di Manzoni e de "I promessi sposi" l'italiano non esisteva e si era costretti a usare il Google Translate se, da Torino, si voleva parlare con la nonna a Trebisacce.
Se volete leggere il libro per vedere quando Lucia la dà a Renzo non lo leggete, perché non gliela darà mai.
Personaggi
Il sistema dei personaggi dei Promessi sposi è desunto dalle moderne soap opera, con la differenza che Manzoni riconobbe anche l'esistenza della gente normale, quella che non muore e risorge tre volte, non si accoppia con i compagni di banco del proprio nipote, riproducendosi nonostante l'andropausa, e possiede case di metratura inferiore all'ettaro.
La netta separazione tra i potenti e morti di fame, tipica del romanzo storico e della vita reale, trova nell'opera una chiara funzione di rivalsa sociale: è per questo, assieme all'origine lombarda, che Renzo e Lucia sono i personaggi preferiti di Salvini. Resta solo da fargli capire che non sono mai esistiti.
Personaggi principali
- Renzo Tramaglino: il protagonista maschile. Non ha famiglia e si è autogenerato in un campo di cavoli. Ama follemente Lucia che, però, non ha ancora capito come si fanno i bambini. Durante la storia, Renzo cerca disperatamente di picchiare qualcuno, ma questo purtroppo non accade per l'evidente incapacità di Renzo di distinguere la destra dalla sinistra, coordinando i movimenti. Non è in grado di leggere ma, alla bisogna, può essere scambiato per Robespierre e immolato al posto di un rivoltoso a caso.
- Lucia Mondella: sempre intenta a far finta di pregare e a simulare inesistenti mal di testa, in realtà il suo hobby preferito è quello di negare le proprie grazie al povero Renzo, divertendosi a immaginare... Quando lui non ne può più e minaccia di strangolarla, giunge a sostenere di aver fatto un inesistente voto di castità pur di continuare il perfido gioco. Si pensa che abbia una storia clandestina con fra Cristoforo.
- Agnese: Agnese è la madre di Lucia, dunque l'archetipo perfetto della suocera: vecchia, pettegola e di troppo. Si reputa una donna di mondo, pur ignorando la presenza di vita umana. È grazie a lei e ai suoi consigli se Manzoni è riuscito a tirare avanti per 30 capitoli senza nemmeno fare limonare i due protagonisti. Odia a morte fra Cristoforo e per questo cerca sempre di fare il contrario di quello che dice. È la causa dei seri problemi di socializzazione della figlia: provateci voi a stare per 13 anni chiusi in casa a fare l'uncinetto!
- Don Rodrigo: Don Rodrigo è il cattivo della storia; prova una certa ossessione patologica per Lucia e vuole averla a tutti i costi. Ha noti problemi in ambito sessuale.
- Fra Cristoforo: fra Cristoforo non è altro che Dio sceso in terra per aiutare i nostri poveri amici. In passato è stato un lottatore di wrestling incallito; si pensa che si sia fatto frate per noia.
- Don Abbondio: come tutti sappiamo, don Abbondio è coraggioso e per questo decide di far finta di aver paura per salvare Renzo e Lucia con i raggi protonici. Ma in apparenza si caga sotto fin dall'inizio.
- La monaca di Monza: è una pornostar in pensione, e vorrebbe che Lucia seguisse le sue orme.
- L'Innominato: non è nessuno e non è mai esistito! Alcuni lo chiamano "tu sai chi" facendo riferimento a un tale di nome Voldemort.
- La peste
- L'anacoluto
Personaggi che nessuno conosce ma che mietono vittime nelle interrogazioni
- Quei bravi ragazzi: i bravi sono gli scagnozzi di Don Rodrigo, ma non sono bravi, è che si chiamano... va beh, lasciamo stare, nessuno sa perché si chiamano così, andatelo a chiedere a lui. Sta di fatto che hanno comportamenti tamarri e rompono le scatole.
- F(r)a Galdino: un misero frate che va in giro a chiedere noci e a raccontare miracoli che non importano a nessuno. Compare per poche righe e scompare nel dimenticatoio. Non ha alcuna importanza in tutta la storia, ma i professori, alla fine delle interrogazioni, pongono la fatidica domanda: "Chi era fra Galdino?" Inevitabile il piccone.
- Dr. Acchiappalamazza, pseudonimo di Carlo Taormina: un avvocato che si vede in un solo capitolo ma chissà perché di enorme importanza nel romanzo (quasi quanto fra Galdino), non è avvezzo agli scherzi ma purtroppo questo Renzo l'ha scoperto troppo tardi.
- Perpetua: la perpetua di Don Abbondio dal nome perpetuo; si vede per due capitoli perché poi muore, ma bastano per provare il desiderio di circoncisione istantanea.
- Don Ferrante (detto Ferruccio per la sua ristrettezza di opinioni) e Donna Prassede: due cubani sbarcati clandestinamente sulle coste italiane. Hanno ospitato Lucia nella loro casa in cambio di piccoli servizi (domestici), ma nel romanzo non vanno oltre una breve descrizione e zero dialoghi, e poi muoiono di peste.
- Menisco: un bambino che ha legami di parentela con Agnese e viene mandato in missione a parlare con fra Cristoforo. È un accanito giocatore di azzardo, dopo l'ottavo capitolo sparisce (si pensa per problemi coi creditori).
- Tonio e Gervaso: due fratelli che vengono usati come testimoni nel tentato matrimonio a sorpresa di Renzo e Lucia. Tonio è un poveraccio che viveva in una casa di bambini affamati che lo scrutano come avvoltoi, Gervaso invece è un ritardato mentale e di lui si sa ben poco.
- Conte Attilio Fontana: il cugino di Don Rodrigo, in realtà il vero cattivo della storia è lui perché è stato il primo a fare apprezzamenti "inadeguati" sulla povera Lucia, ma invece ne esce pulito, il solito raccomandato.
- Il Gricio: il capo dei bravi. Non è molto intelligente e questo lo si capisce quando cerca insieme ai suoi bravi di rapire Lucia ma scatenano l'ira di tutto il paese.
- (Sant') Ambrogio: il sagrestano di Don Abbondio, il poverino durante il matrimonio segreto è costretto a scappare in mutande con i pantaloni sotto al braccio per suonare la campana. È il suo unico contributo alla trama.
- Cecilia e la madre: la prima è una povera bambina morta di peste che dev'essere portata al Lazzaretto, ma la madre pretende che venga vestita per bene e le dice (alla morta) che presto si incontreranno nell'aldilà. Era una grande ottimista.
- Il Niubbio: l'astuto bravo dell'Innominato.
- Federigo Marameo: il cazzone che nonostante sia ricco sfondato deve fare il buon prete a tutti i costi. Compare solo per rimproverare Don Abbondante ma verrà annientato dai suoi raggi fotonici.
- Conte zio: Il conte zio è un conte, ed è anche uno zio. Non mi ricordo quando compare, visto che a nessuno importa niente di lui. Si dice sia lo zio di Manzoni, ma potrebbe anche essere Mubarak - e dunque zio di Ruby Rubaquori (con la q, perché sì!)
- Carneade: chi era costui?
Luoghi
I luoghi dove è ambientato il romanzo, anch'essi spesso domandati durante l'interrogazione:
- Paesino dei Promessi Sposi: un paese senza nome. Si pensa che sia posto vicino Lecco, ma nessuno lo sa con certezza per via della nebbia.
- Pescarenico: una città vicina composta solo dal convento di frà Cristoforo e da una farmacia, dove viene spacciato il Viagra per il suddetto frate
- Convento della Monaca di Monza: si presume che si trovi a Monza. È abitato apparentemente da suore, ma in realtà è uno dei night club più famosi di Monza.
- I castelli dell'Innominato e di Don Rodrigo: come dice il nome, sono castelli. L'Innominato si vanta di avere il castello più fico.
- Milano: Renzo va a passare un po' di tempo a Milano, dove si è in piena carestia e la gente distrugge i forni per una rosetta - anche detta 'michetta' perché mica riescono a prenderla
- Lazzaretto: l'ospedale dei malati di peste, qui stranamente Renzo ritrova Lucia che naturalmente era guarita e poteva stare là dentro perché la peste è un po' come la varicella, una volta che l'hai avuta non ti torna più.
- La notte: spazio-tempo narrativo in cui succedono cose fondamentali. Per esempio: "Notte degli imbrogli e dei sotterfugi": Renzo e Lucia cercano di farsi sposare da Don Abbondio a sua insaputa - ma il blitz fallisce, se non altro perché Manzoni vuole proprio torturare i suoi 25 lettori... "Notte sull'Adda": dopo aver fatto un casino alla rivolta del pane, che manco un Black Bloc fatto di crack, Renzo si imbosca in un bosco in cerca di un punto in cui attraversare l'Adda (abbreviazione di "Add'ha passa' 'a nuttata); privo di Google Maps, che ha dovuto staccare per non farsi rintracciare dalla pula milanese, Renzo finisce prima per caderci dentro e poi per riemergere sull'altra riva (e non sull'altra sponda, perché i maschi continuano comunque a non interessarlo)... "Notte dell'Innominato": l'omonimo, noto organizzatore di rapimenti eleganti, viene colto dal sospetto che Lucia possa non essere la nipote di Mubarak (detto il Cardinale, per la somiglianza con Carlo Borromeo); nel dubbio, rinuncia a conoscerla biblicamente e si consola con una videochat erotica con la Monaca di Monza... "Notte di Don Rodrigo": dopo una serata di baldoria senza preservativi, Rodrigo il Figo inizia a sentirsi strano - e, tra un incubo e l'altro, si consola ripetendosi che "questa cosa può esse' peste e può esse' sbornia'..."...
Trama
Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler. Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria. |
La mattina del 7 novembre 1628, in un paesino che chiameremo "Paesino dei Promessi Sposi", Don Abbondio, un giovane prete noto per il suo coraggio, passeggiando sulle rive del lago di Giulianello di Cori incontra due loschi figuri, i Bravi. Questi lo ammoniscono di non celebrare il matrimonio tra Renzo, lustra-scarpini sinistri del Como Calcio, e Lucia, suora mancata che non la dà a nessuno, perché al loro capo Don Rodrigo gli si rizza solo con Lucia.
Don Abbondio, dopo aver chiesto consiglio alla sua cameriera, decide di non celebrare il matrimonio e si rifugia nella sua casa per paura trovare una soluzione alla faccenda.
Intanto Renzo viene a sapere del fattaccio e lo va a dire ad Agnese e Lucia: Agnese, che è una donna di mondo, gli suggerisce di chiedere una consulenza al Dottor Acchiappalamazza, noto avvocato delle cause perse. Renzo, quindi, prima di andare dal dottore Comesichiama, pensa bene di travestirsi da Bravo per fargli una burla. Il dottor Comesichiama lo caccia subito via senza neanche fargli dire "sei su Scherzi a Parte!"
Siccome il Piano A è andato male, Agnese (che è sempre una donna di mondo) decide di far uccidere Don Rodrigo, con l'immediato consenso di Renzo, ma Lucia invece pensa bene di chiamare Padre Cristoforo, che sicuramente può trovare una soluzione (perché è Dio). Siccome è un grande stratega, il frate va a parlare con Don Rodrigo.
Sapendo che il Piano B è fallito, Agnese escogita il Piano C, ovvero un matrimonio segreto! Purtroppo anche il Piano C va male perché Lucia ci mette 27 minuti netti per dire "Lo voglio".
Fra Cristoforo, ormai privo di idee, si rintana in convento e manda Lucia dalla sua amica Monaca Di Monza (Monaca di nome e Di Monza di cognome), e invece Renzo lo manda a Milano a prendergli qualche baguette e mezzo chilo di casereccio. La Monaca Di Monza (che chiameremo Gina perché l'autore di questo articolo ha deciso così), antica amante di Don Rodrigo, se ne infischia di Padre Cristoforo e vende Lucia e Agnese (la solita donnna di mondo di prima) a Nessuno, perché L'Innominato era in vacanza non esiste. Intanto Renzo è andato a Milano durante la carestia e, senza pensare che era già incasinato fino al collo, guida un gruppo di milanesi alla sommossa contro il governo e le tasse. Viene arrestato, ma al sindaco di Milano viene un attacco di generosità e lo libera, perché se no il romanzo non finirebbe.
Lucia e Agnese sono rinchiuse nel castello di Nessuno, e la giuovine donzella impaurita fa un voto di castità alla Madonna per aiutarla a scappare da Nessuno (come se prima la desse a qualcuno) e, non si sa perché, viene subito liberata insieme alla madre.
Contemporaneamente, Renzo si è rifatto una vita a Bergamo col cugino ma, dopo che fra Cristoforo gli ordina di tornare in paese e sposare Lucia, prende le valigie e corre da lei.
Dopo questo capitolo l'autore fa vedere che sono passati 23 anni e in tutta Italia e scoppiata la peste e, per farci passare il tempo, ci narra la storia di una famiglia che muore. Don Rodrigo è morto da 6 anni, ma questo gli sposi non lo sanno ancora. Renzo e Lucia stranamente si sono salvati tutti e due da questa famigerata malattia. Anche fra Cristoforo, che ha 97 anni, è sopravvissuto e scioglie il voto di castità di Lucia (che ella invece manterrà per sempre, a discapito di Renzo). Finalmente i due amati si possono sposare, e vissero tutti felici e contenti.
Analisi del testo
Dopo che sono state fatte le analisi si può notare che il colesterolo è un po' troppo alto.
Tipici lettori del libro
I lettori dei Promessi Sposi sono classificabili in quattro sottospecie:
- Professore: il professore è il più diffuso tipo di lettore. Si legge e rilegge tutti gli anni il tomo pur di trovare dei dettagli da chiedere al povero studente, che invece ha buttato il libro nella cuccia del cane. Addirittura chiede quante volte si cambia le mutande Renzo durante la storia. (spoiler: poche)
- Studente: la tipologia dello studente è la più triste di tutte. Il povero ragazzo è costretto a leggere il libro, sia alle medie sia alle superiori, cosicché, sapendo già il finale, il libro diventa ancora più noioso, ma il povero studente non ci può fare niente e continua a girare per la scuola con questo libro in mano in attesa della snervante interrogazione.
- Fan di Manzoni: questa tipologia è la più strana. Il fan di Manzoni gode proprio nel leggere il libro, e il più delle volte si vanta con i suoi amici di averlo letto più volte; addirittura saprebbe rispondere alla domanda di prima.[1]
- Lettore affetto da diarrea acuta: quest'ultima tipologia è quella dell'uomo medio che, quando gli scappa, prende il primo libro che trova per far passare il tempo tra una scarica e l'altra.
Possibili usi del libro dopo la lettura
Il tomo de "I Promessi Sposi" può, una volta terminata la sua lettura forzata, essere utilizzato in vari modi assai più utili:
- Piano d'appoggio per gare di biglie sulla spiaggia. A Copenaghen, nell'estate 2005, è stata realizzata la più grande pista per biglie sulla spiaggia, interamente realizzata con volumi de "I Promessi Sposi".
- Carta igienica in tempo di guerra.
- Cartina per canne. Tuttavia, sul tomo deve essere presente la scritta "Nuoce gravemente alla salute".
- Arma da tirare a chiunque si introduca in casa senza invito.
- Simpatico ravvivante per il fuoco nel camino.
- Munizioni per balista ad aria.
- Fermaporta, fermacarte, fermaoggetti, ferma breve, ferma lunga, fermata, fermacìa.
- Fogli come spessore da mettere sotto le gambe dei banchi in classe per non farli ballare.
Per chi ha fretta - I promessi sposi in dieci minuti
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici? |
- Don Abbondio sta ancora nascosto nella sua casa perché nessuno l'ha avvertito che è finita la storia.
- Dopo sei mesi Renzo e Lucia hanno divorziato perché lei non gliela dava mai.
- La monaca di Monza al momento gestice un night club ad Amsterdam.
- Fra Cristoforo è stato richiamato in cielo da Dio.
- L'Innominato si è pentito dei reati commessi e ha rivelato il suo vero nome: Speravi di trovarcelo, eh?
- I Bravi sono entrati nel corpo di ballo di C'è posta per te.
- Don Rodrigo non è morto di peste ma è stato teletrasportato a Fantasilandia, dove se la spassa con Elvis, Marylin e Jimmy Dean.
- Fra Galdino va ancora in giro a cercare noci insieme a Cip e Ciop.
- Il primo titolo pensato da Manzoni era "Renzo e Lucia: una botta e via", che decise poi di cambiare a causa dell'eccessiva brevità del racconto.
- È consigliabile non parlare mai ai prof della fine del loro beneamato libro: la considererebbero un'immane offesa e potrebbero cannarti, o peggio ancora regalartene una nuova copia tutta per te.
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Note
- ^ Tutti sanno che a quei tempi le mutande non esistevano