Prossimo leader del Partito Democratico

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Massimo D'Alema e il prossimo leader del Partito Democratico a un congresso del PD.
Un probabile futuro.
« Prodi ce l'ho, Veltroni ce l'ho, Franceschini ce l'ho, Bersani ce l'ho... Renzi mi manca! »
(Silvio Berlusconi su prossimo leader del Partito Democratico)
« Tu.. non puoi... PASSAAAAAAAAAAREEEEEEE!! »
(Massimo D'Alema a qualcuno che si era candidato come prossimo leader del Partito Democratico)
« Ci vuole qualcuno con le palle. Chiamiamo Rosy Bindi »
(Fassino il grissino su prossimo leader del Partito Democratico)
« Anche sta volta non ci hanno visto arrivare! »
(Qualsiasi non più prossimo leader del partito democratico sconosciuto anche dalla propria famiglia, tipo Elly Schlein , dopo l’elezione alle primarie.)


Il prossimo leader del Partito Democratico è una figura mitologico-fantascientifica doppiogiochista inventata da Philip K. Dick in uno dei suoi molteplici romanzi di fantapolitica. Nella concezione originale dell'autore, il prossimo leader del PD è un'entità dotata di caratteristiche considerate immaginarie all'interno della sinistra italiana[1], come ad esempio l'onestà, il carisma, la coerenza e l'alito profumato.

La funzione principale dell'elezione del prossimo leader del Partito Democratico è che, grazie a lui, Nonciclopedia può caricare una nuova colorata foto accanto a quella di Berlusconi nell'apposito template.

Definizione e significato politico

Il destino di un leader per caso, 2009, sarcasmo su tela.

Il Partito Democratico, grande forza politica italiana a vocazione centrista, ma anche di estrema sinistra con una puntina di oltranzismo cattolico, ha, sin dalla sua nascita nel lontano Duemilaqualcosa, segnato una divisione nettissima con il resto degli altri partiti politici italiani, in cui vigevano norme egemoniche e oligarchiche in cui pochi privilegiati prendevano decisioni impippandosene allegramente dei bisogni dei cittadini.

Nel PD, infatti, le decisioni vengono lo stesso prese da un'oligarchia di pochi privilegiati impippandosene allegramente dei bisogni dei cittadini, ma almeno hanno assunto un pagliaccio che intrattiene relazioni col pubblico. Questo pagliaccio è il leader del Partito Democratico, le cui funzioni istituzionali principali sono tenere comizi, stringere mani, baciare bambini, mandare affanculo Berlusconi. In realtà si sono registrati casi di leader del PD che preferivano stringere bambini, baciare Berlusconi e mandare affanculo le mani[2], ma i più li considerano come errori nel sistema.

Purtroppo il progetto del PD era troppo innovativo per il tempo in cui veniva proposto e non fu capito e il piano per la conquista del mondo dovette essere rimandato. Sconfitta elettorale su sconfitta elettorale, si capì che qualcosa non andava, e che qualcuno doveva pagare. Ovviamente la colpa venne fatta ricadere sul pagliaccio di turno, che venne decapitato nella pubblica piazza e rapidamente sostituito con un pagliaccio di uguali fattezze ma dal nome leggermente diverso. Questo meccanismo è alla base della figura istituzionale del prossimo leader del Partito Democratico.

Cronologia dei prossimi leader del Partito Democratico

Non si accettano intrusi!

Il prossimo leader del Partito Democratico rimane in carica per un tempo che va da 0V[3] a 3V, che corrispondono, in unità di tempo approvate dal sistema metrico internazionale e da un medico su dieci, a un periodo variabile da meno due a un anno. Un terzo del tempo sarà passato a ricevere lodi e plausi, i restanti due terzi a ricevere sputi e a piangere chiuso in bagno per via dell'ennesimo articolo spietato di Marco Travaglio sull'Unità.

Dal momento dell'elezione, il prossimo leader del Partito Democratico si fa carico della stragrande maggioranza delle funzioni istituzionali del partito. È inoltre incaricato di fornire i transessuali a Silvio Sircana e i santini di Padre Pio a Paola Binetti.

Romano Prodi

Soprannominato "il Benvoluto" da nessuno, Romano Prodi fu il primo prossimo leader del Partito Democratico, nonché il primo ex prossimo leader del Partito Democratico.

La leadership di Romano Prodi coincise con un periodo politico contemporaneamente turbolento e di successo per il Partito Democratico. Turbolento per via delle numerose crisi di governo che caratterizzarono la presidenza di Prodi. Di successo perché il PD ancora non era stato formato e già prendeva molti più voti di adesso.

Il governo Prodi, in realtà, fu il secondo governo più amato dagli italiani dopo quello di Mussolini, e se si arrivò alla caduta del governo fu soltanto per colpa di Clemente Mastella, che non gradiva affatto di essere considerato dai suoi compagni di gioco un mafioso solo perché aveva l'abitudine di far trovare nel letto dei suoi opposiori teste di cavallo mozzate, o di esigere lo ius primae noctis dalle mogli dei suoi compaesani a Ceppaloni.

Le ultime parole di Romano Prodi, poco prima che fosse linciato da una folla inferocita, aizzata dalla puntuale informazione fornita dai telegiornali italiani, furono: "Va tutto bene, siamo tranquilli, c'è fiducia".

Walter Veltroni

Acclamato a furor di popolo dopo un'eclatante vittoria alle elezioni primarie, sconfiggendo temuti avversari come Nonna Papera, una Particella di sodio e un calzino sporco, Walter Veltroni raccolse l'eredità lasciatagli dal predecessore Romano Prodi alla guida del partito. Ed è per questo motivo che venne soprannominato "quello con la merda fino al collo".

Putroppo, però, la leadership di Veltroni si rivelò essere molto meno incisiva di quanto necessario per risollevare la china del partito. Anzi, molti membri del PD la giudicavano addirittura peggiore di quella di Prodi, il che è tutto un dire. Informato del calo di popolarità, Veltroni si limiterà a commentare: "E vabbè, di qualcosa bisognerà pur morire!".

Il modello Veltroni, infine, fu dichiarato ufficialmente obsoleto e smaltito nell'inceneritore di Acerra quando il PD perse anche le elezioni dell'amministratore del condominio in via Le Dita Dal Naso n°45 a Vergate sul Membro.

Dario Franceschini

Dario Franceschini è il terzo in ordine di tempo[4] prossimo leader del Partito Democratico, e il primo eletto ricorrendo, anziché alle primarie, all'elezione tramite imposizione divina. Grande è ed è stato il contributo di Franceschini alla causa del PD, che è riuscito in brevissimo tempo addirittura a raddoppiare i consensi. Del Pdl.

Coooosa? Hanno eletto Franceschini? E chi gliel'ha dato il permesso?!

A differenza del tono da curato di campagna usato da Romano Prodi, e di quello conciliante di Walter Veltroni, Franceschini inasprì la lotta politica con la destra berlusconiana, centrando al cuore della questione politica e ponendo rilevanti critiche di peso quali:

« Berlusconi ce l'ha piccolo! »
« Berlusconi governa il paese grazie a un complotto nazigiudoplutocattofasciomassocomunista. »
(36 settembre, intervista di Klaus Davi sul suo canale Youtube)
(3 dicembre, durante una lectio magistralis alla scuola materna Don Bosco di Milano)

Dopo quella che definì lui stesso grande vittoria alle elezioni provinciali si ricandidò alle primarie contro Bersani e un chirurgo sconosciuto, dove si ritirò democraticamente con un risultato dignitoso, non senza prima essersi infilato in tasca quanti più salatini possibile al rinfresco organizzato in occasione del vincitore, ovviamente.

Pier Luigi Bersani

Dopo la sua elezione a segretario, Rutelli fugge, sentendo la proposta di banchetti di bambini in onore dei vecchi tempi, il che significa un grande aumento dei voti. Dei partiti di centro ovviamente. È un robottino dall'aspetto bonario e simpatico, in grado tra l'altro di sparare frasi ad effetto prive di alcun significato reale. Frutto dell'alta tecnologia del laboratori segreti di Comunione e Liberazione, è azionato a distanza da un telecomando sempre in mano a Massimo D'Alema. In alcuni momenti particolari (gite in barca del padroncino), il suo controllo passa a Rosy Bindi, Sandro Bondi, Enrico Letta, Topo Gigio o all'orso della casa blu.

Futuri prossimi leader del Partito Democratico

Perché no?

Ma basta pensare al passato, che è deprimente! Un po' di ottimismo, guardiamo al futuro, cribbio!

Stando alle più recenti ricerche di mercato, solo pochi grandi uomini hanno la stoffa necessaria per diventare il futuro prossimo leader del Partito Democratico.

Rosy Bindi

Soprannominata la Carfagna del Piddì per la sua abilità sia sopra sia sotto i tavoli di negoziato, attualmente Rosy Bindi è la più probabile candidata al ruolo di prossimo leader del Partito Democratico, soprattutto da quando ha incassato l'endorsement di Benedetto XVI, del quale è amica intima sin dai tempi del reich liceo.

Si è fatta notare principalmente per la sua professionalità nel ricoprire ruoli istituzionali di cui non sapeva un cazzo, è stata infatti ministro della sanità, pur essendo laureata in scienze politiche, e ministro per la famiglia, pur essendo single. Anche la sua sfolgorante bellezza gioca a suo favore, la Bindi è sata infatti nominata "la più figa del governo Prodi", battendo, anche se di poco, Vladimir Luxuria e la bellissima Alfonso Pecoraro Scanio.

Sorprendentemente, nonostante il maschilismo e machismo imperanti nel mondo politico[5], Rosy Bindi è riuscita nella titanica impresa di farsi eleggere presidente del Partito Democratico alla convention programmatica tenutasi a Gardaland nel 2009. Il suo primo provvedimento, una volta a capo del partito è stato quello di non fare un emerito cazzo, in questo mantenendosi fedele alla linea politica intrapresa al suo predecessore Romano Prodi.

Un accattivante manifesto elettorale. Sara lui il prossimo leader del Partito Democratico?

Enrico Letta

Il giovane cinquantenne Enrico Letta, con la sua faccia pulita e la sua calvizie incipiente da bravo ragazzo, è un altro dei possibili futuri prossimi leader del Partito Democratico. Essendo sponsorizzato da Silvio Berlusconi ha anche buone probabilità di venire eletto. In tal caso, ha dichiarato lo stesso Letta: "Fonderemo con Berlusconi un nuovo partito, il Partito del Popolo Democratico della Libertà, e daremo vita alla prima grande coalizione di governo di sinistradestra, abbandonando l'obsoleto dualismo centrosinistra-centrodestra. Più figa per tutti!".

Dio

Appoggiato dalle correnti neocon, teocon, neodem e teodem, ma anche e soprattutto dall'Anonima inventori di acronimi, Dio, a detta di molti, è il candidato ideale per risollevare la sinistra italiana. Prima di tutto perché ha i superpoteri, ma veramente, a differenza di quanto millantato da Prodi, che finse di avere la superforza e di voler risollevare l'Italia. E poi perché, sfidandosi con Berlusconi, il confronto sarebbe ad armi pari.

Beppe Grillo

Ritenuto dalla base popolare il più gradito futuro prossimo leader del Partito Democratico, Beppe Grillo ha però declinato l'offerta, comunicando che preferisce continuare a fare una montagna di soldi avversando il capitalismo comodamente seduto nel salotto di casa sua.

Laura Roslin

La Roslin fra Tom Zarek, un terrorista, e Tory, una replicanteCylone.

Sottosegretario all'educazione, diventa Presidente delle Dodici Colonie di Kobol a sèguito dello sterminio del governo e di tutti funzionari prima di lei nella linea di successione. Alla guida di una flotta di fuggiaschi disperati, vaga alla ricerca della Terra seguendo le proprie visioni dopo essersi convinta di essere l'eletta. Quindi perde le elezioni spaziali contro Baltar, cioè lo scienziato pazzo che ha tradito gli umani, recupera la presidenza con un inciucio e muore di cancro. Insomma, un curriculum del genere non può che rendere la Roslin la persona più qualificata per guidare il PD alla prossima sconfitta. Anche perché è morta, quindi più danni di Bersani non può fare.

Il Conte Baltar

Abbiamo messo la Roslin, non potevamo mettere lui? Baltar dovunque va tradisce e fa danno, qualità che lo rende un lader ideale per il PD, molto meglio di un D'Alema o Mastella.

Note

  1. ^ Dalla stessa sinistra italiana, peraltro.
  2. ^ Mentre finora non si sono segnalati casi di leader del PD che tentassero di stringere Berlusconi, baciare mani e mandare affanculo i bambini.
  3. ^ Si legge "Zero Veltroni", il Veltroni è l'unità di tempo che indica la durata della leadership del nuovo leader del PD.
  4. ^ E il primo in ordine alfabetico.
  5. ^ Basti vedere l'assoluta e indiscutibile mascolinità che Anna Finocchiaro sprigiona da tutti i pori.

Voci correlate

Collegamenti esterni

La procedura di nomina ed elezione del prossimo leader del Partito Democratico