Quarto uomo
Quarto uomo è il termine utilizzato per indicare quegli inutili personaggi a bordo campo che vengono ingiustamente definiti giudici di gara e che fanno squadra con gli arbitri e con i guardalinee durante una partita di calcio.
Nascita professionale
Un quarto uomo non ha una qualifica o un documento che attesta la sua disciplina e non è riconosciuto dall'ONU come mestiere, infatti eseguire questo ruolo è un hobby e qualsiasi barbone può farlo.
Nei quarti uomini si può infatti celare chiunque: un tifoso pagante che vuole assistere più da vicino alla partita, un raccattapalle adolescente, gente che passava di lì per caso, un arbitro in pensione, il secondo portiere in panchina o addirittura un giornalista camuffato al fine di origliare meglio le bestemmie degli allenatori.
Insomma in questo ruolo vige la totale anarchia, ma a nessuno importa.
Utilità in partita
Proprio per il fatto che tutti potrebbero farlo, il quarto uomo non è un ruolo impegnativo e importante, anzi, è completamente inutile. Egli infatti si occupa soprattutto dei lavori più sporchi e facili di questo sport come segnalare se la palla è uscita dalla riga, alzare il tabellone delle sostituzioni, zittire e rabbonire gli allenatori troppo esuberanti e comunicare all'arbitro se il terzino destro lo ha insultato in latino.
Il quarto uomo inoltre nei momenti di difficoltà può anche fungere da stewart intervenendo manualmente (o con un bastone, a sua discrezione) sui membri della panchina.
Quarto uomo e gli allenatori
Essendo in una posizione così nevralgica del territorio calcistico (tra le due panchine), il quarto uomo è spesso oggetto di proteste o semplice sfogo a mo di antistress causati il più delle volte dagli allenatori. I c.t. infatti fanno guerra aperta contro i quarti uomini i quali vengono ritenuti responsabili di ogni ingiustizia in campo: fuorigioco, rigori, corner, punizioni, falli, invasioni di campo, condizioni del terreno, brutto tempo, cori razzisti...
Il quarto uomo è un abile oratore e ha inventato una frase che ammansueta ogni allenatore, da Donadoni a Mourinho: "Si rimetta al proprio posto, prego, o dovrò intervenire disciplinarmente". Tutti i coach devono infatti obbedire altrimenti il quarto uomo chiamerà l'arbitro accusando l'allenatore di "insulti ai suoi genitori", facendolo dunque allontanare dal verde rettangolo.
Un caso bizzarro tra un allenatore e un quarto uomo è stato durante un Roma-Inter del 2010 (2-1) dove, dopo un gol di Luca Toni, si è scaturito il seguente dialogo tra Mourinho e il quarto uomo:
- Quarto uomo: “Andiamo, andiamo, andiamo!!!”
- José Mourinho: “Porché dici andiamo?? Sei felice pier caso??”
- Quarto uomo: “Non posso dire andiamo?? Mi è vietato dal regolamento??”
- José Mourinho: “No, no tu hai dietto andiamo per fielicità!!”
- Quarto uomo: “E perciò non posso essere felice? Mi spieghi!”
- José Mourinho: “Lei non può tifare, lei deve essere niutrale!”
- Quarto uomo: “Si rimetta al proprio posto prego o dovrò intervenire disciplinarmente”
Quarto uomo e gli altri giudici di gara
Oltre ai compiti inutili che gli affidano gli altri arbitri, il quarto uomo non ha altri diritti. Egli infatti è trattato peggio di un bidone e se prova a esprimere opinione su una irregolarità in campo, viene zittito e insultato pesantemente, anche dall'arbitro. Si è di recente creato un'altra forma di razzismo: c'è chi è razzista verso il colore della pelle, chi per la religione, chi per lo stato economico e sociale e c'è anche chi è razzista verso i quarti uomini. Vengono discriminati in ogni cosa, vestono in spogliatoi diversi, bevono acqua da bottigliette diverse e devono scendere in campo con maglie di colori orrendi.
Non essendo classificato come mestiere, il quarto uomo, non possiede sindacati, e quindi è soggetto di ogni tipo di abuso e ingiustizie.
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