Quattro giornate di Napoli
Quattro giornate di Napoli | |
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"Merden! Quei napoletanen bastarden ci hanno fatto un pakken!" | |
Luogo: | Napoli, ma pure Casoria e giù di lì. |
Inizio: |
Mentre sorgeva o' sole mio. |
Fine: |
E al quinto giorno si riposarono. |
Esito: | |
Casus belli: |
Volevano costringere i napoletani a lavorare. |
Fazioni in guerra | |
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Comandanti | |
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Le Quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943) sono state un evento storico di quelli di cui ci si può liberamente vantare, cosa rara per il nostro paese... Ecco perché in Italia e nella stessa Napoli quasi nessuno se ne ricorda.
Grazie ad esso, i krukki nazisti, che stavano amichevolmente invadendo tutto l'adorato alleato italico, dovettero accontentarsi di fermarsi a Frosinone, perché da lì in poi c'erano i pulcinella incazzati neri e più giù ancora quei bellimbusti degli angloamericani.
Questi per scalare la penisola ci metteranno un botto di tempo perché impegnati a giocare a poker o a trombarsi le contadine locali; mentre invece una massa di scansafatiche terroni da sola ci aveva messo 4 giorni per fare piazza pulita.
La città di Napoli verrà in seguito premiata con una medaglia d'oro al valore militare, che verrà però data per sbaglio dal sindaco ad un parcheggiatore abusivo perché aveva finito gli spicci nel portafoglio.
Il contesto
Le quattro giornate si svolsero durante la seconda edizione della 1° guerra mondiale, a cui l'Italia partecipava, ma solo dopo aver capito con quale schieramento doversi alleare per vincere.
Visto che l'esercito italiano di buono, a parte i bersaglieri e le spalle coperte dai supercazzuti tedeschi, non aveva nulla, anzi faceva cagare, i nostri poveri nonni presero schiaffi ovunque il Duce li spedisse: Grecia, Albania, Macedonia, Libia, Egitto, Malesia, Norvegia, Madascar, Mavaccagar ecc...
Resisi conto che da qualche parte dovevano pur cominciare, gli angloamericani invasero proprio l'Italia, con conseguente calciata via a pedate di Mussolini[2] e cagarsi addosso di re e governo tutto, i quali, salutati i bravi sudditi con un bacetto in fronte, salparono via col primo traghetto per Cipro, perché lì i prezzi erano convenienti.
Fu così che l'8 settembre, anche a Napoli giunse il memorabile proclama del generale Pilato Badoglio.
I napoletani ovviamente la presero benissimo: esplose tra i soldati di tutta la Campania un'esultanza come se il Napoli avesse vinto il primo scudetto e subito gettati nella spazzatura fucili e divise corsero a farsi un bagno a mare[3], suonare un po' il mandolino, mangiare il casatiello coi parenti, e altre amenità che ai terroni piace fare quando hanno il giorno libero.
I poveretti si illudevano che le ferie fossero appena cominciate, ma lo spaparanzo durò poco.
Visto che la Germania si dispiaceva se il suo migliore amichetto smetteva di giocare insieme a lei, questa pensò bene di far riflette gli alleati sull'eventualità di proseguire col conflitto, magari con un bel fucile puntato dietro la schiena...
L'Italia viene così occupata tutta[4], dalle Alpi alla Terronia, dalla cucina al cesso (che in quel momento serviva a molta gente); si prospettavano tempi bui, da cui uscirono, al nord, la resistenza, e, a sud, le quattro giornate di Napoli.
L'occupazione
I tedeschi stettero da subito sulle palle ai napoletani. Innanzitutto i krukki, si sa, per natura sono:
- Tosten
- Kattiven
- Disciplinaten
- Guerrieren
- Kran lavoratoren
- Rompicazzen
Tutto il contrario dei napoletani, che dalla vita vogliono solo la tranquillità, il sugo sulla pasta, il Napoli in Champions League, un ambo al lotto ogni tanto, e che si prendono una pausa caffè ogni dieci minuti.
In quanto al punto "guerrieren", basta dire che il tipico soldato napoletano si alza dalla branda minimo a mezzogiorno, giusto in tempo per il pranzo, se gli ufficiali gli chiedono di marciare esibisce un falso certificato di invalidità, e se gli chiedono se è pronto a morire per la patria risponde "Ma comm'?! A me nisciun' m'era informat'!"[5], per dire quanto la realtà della guerra c'azzecchi con questo popolo.
Da dire poi che la guerra in sé ormai li aveva stufati, perché buttava in giro bombe dappertutto e neanche si fermava a pulire il casino combinato dopo.
Episodi
I krukki sono in città solo da pochi giorni e ci sono già i primi attriti:
- Un vigile urbano prova a fare una multa ad un camion di soldati tedeschi perché in divieto di sosta. Rifiutandosi questi di conciliare, si incazza e li sbatte dentro, perché se è vero che i napoletani non rispettano il codice della strada[6], almeno i turisti in visita lo devono fare! Il suddetto vigile verrà poi frustato e legato a una colonna dai fascisti collaborazionisti che stavano dalla parte degli occupanti.
- Un paio di krukki, con la scusa che sono brutten und kattiven, fanno la spesa dal verduraio senza pagare; un carabiniere li mette in fuga con un battipanni.
- I nazisti, adducendo come motivazione il fatto che l'ospitalità è scadente[7] danno fuoco alla biblioteca di Napoli e, già che ci sono, pure a un paio di pizzerie perché si erano rifiutate di fare la pizza coi crauti[8].
Il "capocchien" Scholl
Il super-krukko al comando degli occupanti è un tale Water Scholl[9], che è enormemente deluso della sua sistemazione.
Hitler infatti gli aveva promesso, mettendolo ad occupare Napoli, tanto sole, tanto mare, gente simpatica e cordiale, buona cucina e buona musica.
Proprio non riusciva a capire perché quella gente a cui stavano togliendo la libertà, arrestando gli ex-soldati, sequestrando beni, violentando donne, uccidendo parenti, e che stavano seviziando in mille modi insieme ai compagni di bevute fascisti li stessero trattando tanto male! Infuriato, decise di bandire un duro proclama, e quella fu la sua condanna...
Il proclama di Scholl
Statemi a sentiren, maledetten terronen! Visto che state facendo, come dite voi, i "cazzimmosen", ora vi detto un paio di regoletten!"
Kon autorità und cattiveria
Colonnellen Scholl, vostro signoren und padronen |
E per dimostrare con quanto impegno stessero adempiendo ai loro doveri, fucilarono un giovane marinaio sulla pubblica piazza, costringendo il popolo a guardare e pure a comprarsi il pop-corn venduto dai tedeschi stessi.
A questo punto gli "All'anem'e chella stronza e bucchinara e mamm't!" avevano già preso a risuonare di vicolo in vicolo per il capoluogo campano...
La goccia che fa traboccare il vaso...
Il giorno dopo, vennero affissi altri manifesti...
Scusatemi, brava genten, ieri ero un po' incacchiaten e mi sono scordato di dirvi un'altra cosetten
Kon autorità
Colonnellen Scholl, vostro signoren und padronen |
LAVORARE?!?!?!? I NAPOLETANI?!?!?!?
Questo non doveva dirlo...
Il giorno dopo, anziché i 30.000 previsti, si presentarono solo 30: due che avevano sbagliato strada, 27 che avevano visto gli altri due riuniti e si erano aggregati, più lo scemo del villaggio[10].
Come mai così pochen? Abbiamo appeso male i manifesti? Non si leggeva bene? La vostra rinuncia al nostro amichevolen inviten ci rende molto tristen... =( Kon autorità
Colonnellen Scholl, vostro signoren und padronen |
Quest'ultimo proclama non lo lesse nessuno perché erano tutti troppo occupati a fare ciò che stava suggerendo prima ancora che lo dicesse...
Giorno 1
Così, mentre ancora gli americani stavano facendosi la manicure per non sfigurare quando sarebbero giunti come "liberatori", i cittadini si preparavano a dare una lezione agli invasori, alla maniera napoletana.
Perché nessuno, figuriamoci un krukko scarparo può venire a Napoli e dire alla gente di lavorare![11] Il 27 settembre iniziano gli scontri. I tedeschi si portano subito avanti sul lavoro arrestando 8000 napoletani, che però poi rilasciano perché non sanno dove metterli e mangiano tanto.
Al Vomero viene catturato un ufficiale tedesco che prega Sant'Antonio per la sua salvezza; sfortunatamente per lui era quel polentone Sant'Antonio da Padova, non Sant'Antonio Abate (di quelle parti) e viene perciò finito a testate.
La lotta è subito dura per i cittadini, ma per i tedeschi lo è ancora di più: se provano ad arrestare qualcuno, scendono la madre, le zie, le nonne di lui, con tutte le relative comari di quartiere, armate di pentole, scope e mattarelli, perché i figli "Sò piezz' e core'" e comunque alla fine sono tutti "Buoni uaglioni", a detta loro...[12].
I napoletani, abili nella truffa, si fingono collaborazionisti per dare indicazioni sbagliate ai guidatori di tank, facendone finire un paio giù dal molo; i più abili riescono a sostituire di nascosto i mitra nemici con dei salami locali, sicché le esecuzioni sommarie finiscono spesso a tarallucci e vino... letteralmente...
Inoltre, i napoletani hanno dalla loro il proprio dialetto, incommensurabile miniera di sfottò e spernacchi, coi quali riescono a fiaccare il morale dei nemici.
- Soldato tedesco: “Alt!”
- Napoletano: “Alt-erati di meno, frà!”
- Soldato tedesco: “Kome ti permetti? Non vedi ke io ho il mitra?”
- Napoletano: “E io c'ho il costume sotto, jammece a fò o bagn'![13]”
- Napoletano: “Ué, te saluta chill'!”
- Soldato tedesco: “Chi?”
- Napoletano: “Stu cazz'!!!”
- Scugnizzo napoletano: “Ué, che squadra tifi?”
- Soldato tedesco: “Bayer Leverkusen, perché?”
- Scugnizzo napoletano: “NOI TIFIAMO NAPOLI! TIÉ!”
Giorno 2
Al mattino presto i tedeschi scoprono che i depositi d'armi di Capodimonte che avevano requisito sono stati depredati dai napoletani, che hanno sostituito le casse di fucili con quelle dell'acqua Lete.
Se ne accorgono solo quando si rendono conto che uccidere inermi civili a colpi di bollicine è difficoltoso[14].
Da segnalare il coraggio dei ragazzini della città, gli "scugnizzi", che sgusciano non visti fino ai carri armati per lanciare loro contro delle molotov otturargli il tubo di scappamento con una patata per farli saltare in aria.
I tedeschi continuano i rastrellamenti e rinchiudono i prigionieri nel campo sportivo, senza però dar loro manco un Super Santos per passare il tempo. Dinanzi a tale barbarie, Pulcinella in persona guida un commando di valorosi che libera i prigionieri dopo una dura battaglia.
Giorno 3
Al terzo giorno i tedeschi sono già stremati: non bastasse la popolazione nemica, che lancia contro i soldati mozzarella di bufala falsa (e quella è veramente uno schifo...), bisogna fronteggiare gli agguerritissimi parcheggiatori abusivi; lo stesso Scholl per trovare un parcheggio alla sua Mercedes modello Goering Turbo sotto il quartier generale deve dannarsi l'anima[15]!
Si battaglia quartiere per quartiere, e l'organizzazione della rivolta è appunto lasciata a singoli capipopolo di zona, senza alcun collegamento con gli Alleati o con il resto degli antifascisti italiani, che cominciavano a spuntare un po' qui un po' là visto che il fascismo ormai non andava più di moda; tra questi capipopolo spiccano alcune figure come Ciruzzo O' pittbull.[16], Pasquale O' Panzarotto[17], Gigino O' Purdummar'[18], e vari altri...
Il quartiere operaio di Ponticelli viene distrutto, ma gli operai dal canto loro esultano: domani festa!
Resosi conto di non poter competere contro un popolo simile, Scholl tratta la resa: i napoletani acconsentono a farlo uscire sano e salvo dalla città su di un apecar di meloni (raccomandandogli di non passare per Casoria perché lì la strada fa schifo), in cambio di vedergli fare "TIÉ!" a una foto di Hitler.
Giorno 4
I tedeschi sono in fuga, tranne qualche sacca di resistenza: alcuni di loro avevano già prenotato un weekend a Sorrento e non volevano saperne di perdere i soldi dell'acconto dell'albergo!
La ritirata non è indolore: mentre se ne vanno, quei cafoni dei tedeschi imbrattano i monumenti della città con le bombolette spray, e incendiano l'Archivio di Stato di Napoli, causando incalcolabili danni al patrimonio artistico-culturale della città...
E poi sono i terroni quelli INCIVILI!
A fine giornata, un drappello di soldati alleati fa il suo ingresso in città...
E la risposta pronta dei napoletani non si fece attendere...
Epilogo
I "liberatori" della città arrivarono che non c'è più niente da liberare. Anzi, i napoletani, vedendo i soldati di colore angloamericani li scambiano per dei vendifazzoletti e li trattano pure in malo modo!
Il colonnello Scholl, torna in Germania con la coda fra le gambe, chiede il congedo e prende ad occuparsi solo di calzature, che quelle gli riuscivano bene.
Hitler, incazzato, anche perché Scholl non gli aveva portato la promessa Vera Mozzarella di Bufala, e nemmeno una delle statuette del presepe di Spaccanapoli come ricordino, ordina che Napoli venga ridotta in cenere e fango.
I partenopei, ormai al sicuro con gli Alleati in casa, gli rispondono: "PRRRRRRRRRRRRR!"
Curiosità
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- Napoli è stata l'unica città a fare anziché farsi fare le scarpe al dottor Scholl.
- Anche Totò combatté nelle quattro giornate di Napoli: abbatté a colpi di mento almeno 12 tedeschi tutto da solo!
- Ci sono volute solo quattro giornate per liberarsi dai nazisti e sono anni che un cazzo di governo non riesce a liberarsi dei rifiuti?!
- Per la prima volta i tedeschi hanno trattato con la popolazione civile anziché "trattarla" col gas diserbante...
- Malignamente qualcuno ha detto che i tedeschi fuggirono da Napoli per via della puzza di mondezza: è falso... I napoletani glel'hanno tirata addosso quando già si stavano ritirando.
- Malgrado la breve presenza, i tedeschi sconfitti assorbirono molto da Napoli, a partire dalla gioia di vivere: molti soldati iniziarono a salutare amici e parenti con un "Ué!", a invitarli a prendere un caffè ad ogni ora del giorno e della notte, a fare impennate contromano andando in motorino (vedi immagine sopra), e molto altro.
Note
- ^ Più conosciuto come Doctor Scholl.
- ^ Eravamo fortissimi, eh?
- ^ A quei tempi ancora si poteva...
- ^ I tedeschi chiamarono l'operazione "Improvvisata in casa d'amici"...
- ^ "Ma come?! A me nessuno mi aveva detto niente!"
- ^ Ne hanno uno tutto loro...
- ^ Come d'altronde sono scadenti gli ospiti della città...
- ^ La reazione dei pizzaioli all'ordinazione era stata: "Ca nun'e facimm' ste fetenzie!"
- ^ Noto in patria per la sua fabbrica di zoccoli e calzature in balsa.
- ^ L'unico venuto volontariamente.
- ^ Forse solo il Sommo...
- ^ Scene simili si verificano tutt'oggi quando vengono arrestati i camorristi...
- ^ E io ho il costume, andiamoci a fare un bagno!
- ^ Ancora una volta il "pacco" alla napoletana non fallisce!
- ^ "Al diavolen, non te li dò i miei spicciolen!"
- ^ Ciro il Cane Selvaggio.
- ^ Pasquale il Cicciotto.
- ^ Luigi il Frutterbivendolo.
- ^ Ma andate a lavorare!
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