Raffaello Sanzio

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Autoritratto nel mentre eseguo il mio cosplay di Bud Spencer, Raffaello Sanzio, Museo delle banane.

Raffaello Sanzio (Urbino, MedioevoRoma, Medioevo) è stato un imbianchino italiano attivo nel periodo del Rinascimento famoso per essere stato compagno di classe di Leonardo da Vinci, dal quale copiava i compiti di matematica.

Oggi viene ricordato principalmente per aver dipinto una quantità smisurata di quadri raffiguranti le Madonne, commissionatigli da papi e cardinali intenzionati ad estasiarsi di fronte alle immagini della santa vergine.

Biografia

Figlio di Giovanni Santi, anch'egli pittore, di Magia Battista e probabilmente anche del postino, il piccolo Raffaello era solito trastullarsi col pennello del padre. Mostrando fin dai primi anni una spiccata attitudine al non saper fare un tubo, i genitori si rassegnano a lasciargli intraprendere una carriera dove l'ignoranza non sia d'ostacolo: quella artistica.

La formazione artistica

Lo chiamavano Trinità
Cristo trasportato al pronto soccorso dopo gli scontri allo stadio di Gerusalemme

Il suo cammino artistico inizia alla giovane età di 11 anni, quando imperversa nella bottega del padre distraendolo continuamente mentre il pover'uomo cerca di lavorare. Influenzato particolarmente da un certo Melozzo da Forlì, provincia di Forquì, personaggio che oggi sappiamo essere stato irreale e che in realtà viveva solo nella sua fantasia, Raffaello esegue i primi disastrosi dipinti ritraendo donne nude. E sarà proprio la sua sessualità repressa che lo porterà a dipingere in continuazione Madonne e angeli dalla dubbia identità sessuale, oltre che mangiare compulsivamente banane.

La giovinezza

Ancora giovane e inesperto, partecipa ad un concorso per vincere un appalto valido per dipingere affreschi nella Basilica di San Finocchio: insieme a lui partecipano anche Leonardo da Vinci, Dante Alighieri e uno gnu. Sfortunatamente Raffaello si classifica secondo, alle spalle dello gnu. Capisce dunque che se vuole diventare un vero artista deve fare di più.

All'età di 20 anni, quindi, dopo un lungo apprendistato, riesce finalmente a capire che per portare a termine un dipinto decente è raccomandabile tenere il pennello in mano, non altrove come era sua abitudine. Grazie a questa strabiliante scoperta, gli storici dell'arte e il mio pescivendolo di fiducia fanno risalire a questo periodo il dipinto Madonna con il bambino, la bambina e i santi Pistacchio e Clavicembalo, così come Crocifissione di un povero Cristo con due angeli, la Madonna, Maddalena, Garibaldi e mio cugino. Su questa seconda opera sono ancora visibili le influenze di Archimede e di Giulio Cesare.

In questo periodo si specializza nei ritratti, come è possibile vedere dalle immagini ai lati. Nel resto della sua gioventù Raffaello non fece molto altro: unico evento rilevante da segnalarsi è l'incontro con una mucca.

La maturità

San Michele a caccia di tacchini, dipinto di Raffaello, pastelli Giotto su Fabriano 4, Parigi, Pollaio nazionale.

Con alle spalle una discreta quantità di dipinti realizzati, Raffaello acquisisce finalmente un suo stile personale. La sua fama si diffonde e arriva fino a Vatikan City dove il papa Camomillo II, successivamente San Pedofilo, gli intima di dipingere, in due giorni, 2 500 quadri diversi della Santa Vergine Maria in diverse pose, pena l'impiccagione. Raffaello si mette subito all'opera e partorisce con dolore numerosi dipinti che passeranno alla storia. Tra i tanti di questo periodo ricordiamo:

  • Madonna che prepara il caffé
  • Madonna che abortisce
  • Madonna che compila il modulo per il pagamento delle tasse
  • Madonna in vacanza in Valle d'Aosta
  • Madonna che cavalca un bisonte volante
  • Madonna che assume psicofarmaci
  • Sacra famiglia all'aeroporto
  • Sacra famiglia a Disneyland
  • San Michele sconfigge Satana in un'epica partita a briscola
  • Cristo crocifisso batte le mani

Queste opere fecero sì che entrasse di diritto nell'Olimpo dei grandi pittori, e gli valsero un quarto d'ora di fama e una discreta somma di denaro con la quale poté comprare un mulo. Insieme al mulo navigò dunque verso nuovi orizzonti per trovare stimoli nuovi: si trasferì così a Firenze per dimostrare a quegli spacconi di Leonardo e Michelangelo "chi era il vero pittore rinascimentale". Proprio a proposito di quest'ultimo fu udito dire:

« Michelangelo? Mi rimembro di colui, se ne veniva di sempre alla mia magione e si studiava assieme la Historia dell'Arte. L'era una pippa di quelle... »

Il periodo fiorentino

Immagini sconnesse buttate giù senza filo logico dopo una sbronza epocale, attualmente esposto da nessuna parte.
Le tre gnocche, Raffaello Sanzio durante tempeste ormonali. Museo delle seghe.

Giunto a Firenze attraverso la raccomandazione di un politico del centro-sinistra, stringe amicizia con i pittori più sfigati della città in modo da sembrare figo. Tra questi ricordiamo un certo Aristotele da San Gallina, famoso per non aver mai dipinto nessun quadro. Ad ogni modo per comprovare ancora una volta la sua bravura e le sue turbe sessuali, realizza il dipinto Le tre gnocche, oltre alla Pala colonna e la Pala Ansidei, titoli messi a caso e che non significano niente.

Il ritorno a Roma e gli ultimi anni di vita

Arricchito dall'esperienza fiorentina e dalle tasse che aveva evaso, torna in Roma da spavaldo. Negli ultimi anni della sua vita dipinge altri quadri e trascorre le giornate vegetando e facendo lo sborone sulle sue esperienze oltre-tevere e sul fatto che il suo volto fosse sulla banconota da 53,72 fiorini del Monopoli. Morirà stroncato da un micidiale raffreddore alla veneranda età di 37 anni, quando ormai non aveva più niente da dire.

Voci correlate