Rai Radio 1

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Attenzione
Questa radio è inascoltabile!
L'ascolto prolungato può portare alla paralisi cerebrale.
Si consiglia di accucciarsi a terra o di scappare a gambe levate.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Rai Radio 1
« La musica che mandano è eccezionale! »
« Bip, bip, bip, bip, bip... bip. Ore dieci. »
(La voce più erotica di Radio Uno)
« Padre nostro? Ma che cazzo, perché la domenica mattina 'sto affare si sintonizza sempre su Radio Maria? »
(Neo ascoltatore di Radio Uno che non conosce ancora il palinsesto)
« ɅȺ ǾʶΆ ΊЍ ӪӢԀՃ ÏŁ ƆƟƝƇƷȒȶȬ ɖɨ ɲΑТѦլ३... »
(Il comprensibile audio di Radio Uno con il DAB in macchina)
« ... »
(L'audio di Radio Uno sui 657 kHz del trasmettitore di Marcianise)

Rai Radio 1 è una delle più terribili armi di distruzione di massa conosciute dall'umanità.

Storia

La nascita

Esistono tre diverse scuole di pensiero.

La Bibbia riferisce che Matusalemme ebbe in dono da Dio una radiolina a pile con cui poteva seguire il campionato di calcio che all'epoca vedeva contrapposte solo tre squadre: il Real Caino Calcio, lo Sporting Set e l'Atletico Sem. Lo speaker del tempo era l'Arcangelo Gabriele. Tuttavia le pile della radiolina si scaricarono in fretta e, siccome Alessandro Volta inventò tramite intercessione divina le batterie solo nel 1799, l'umanità dovette aspettare nuovamente che Dio rimettesse in circolazione la sua creazione come la conosciamo oggi.

I non credenti e gli scienziati giapponesi avallano la teoria secondo la quale quando ci fu il Big Bang cominciò un'emissione di onde radio. Il segnale orario altro non sarebbe che la radiazione di fondo che caratterizza l'espansione dell'Universo. L'uomo avrebbe usato enormi ripetitori per rilanciare il segnale forte e chiaro sul globo terracqueo, aggiungendoci propri programmi in lingua italiana. Paleontologi hanno trovato i resti di trasmettitori ad onde lunghe risalenti al Cenozoico.

Per i nostalgici dei treni che arrivavano in orario, Radio Uno fu forgiata da Guglielmo Marconi su progetto apparso in sogno all'Illustrissimo Grande Eroe Di Guerra Cavaliere Del Regno Duce Benito Mussolini il 6 ottobre 1924 e irradiata su tutto l'Impero Italico da potentissime antenne le cui onde giungevano anche al di là del Mare Nostrum, potendo essere così captate dai connazionali di cielo, di terra e di mare residenti in Libia e nell'Africa Orientale Italiana attraverso economici cassonetti con altoparlante pagabili in comode rate da millemila lire sabaude al mese, canone escluso.

Ora, essendo questa un'enciclopedia non molto seria, non esporrò la storia di questa emittente con punto di vista neutrale, ma vi imporrò la scuola di pensiero che mi piace di più, vale a dire la seconda. Se non vi va bene, chiudete la finestra e recatevi qui.

Radio Uno nella Storia

La prima sede terrestre di Rai Radio 1.

Dicevamo, Radio Uno è la voce dell'Universo che si espande. Da sempre l'uomo ha assimilato le sue onde nel corpo come radiazione naturale, come ad esempio il radon, ma poi un tale con un rametto, una noce di cocco, una ghianda e due pietre focaie riuscì a creare una ricetrasmittente rudimentale di cui vendette il brevetto per due polli e quattro donne di Neanderthal da usare come schiave per la sua palafitta. Riuscì a creare il primo broadcasting della storia umana.

Da allora Radio Uno ha accompagnato i Sapiens Sapiens nel corso della loro esistenza, aprendo redazioni locali in diversi villaggi. Durante l'ultima glaciazione diffondeva i bollettini della neve e della caccia per coloro che dovevano migrare per il nord Europa.

In Mesopotamia, in una leggendaria puntata di Radio anch'io Hammurabi illustrò il suo codice: gli ascoltatori indignati furono tutti seviziati e privati della lingua per non poterne parlare più male.

In Egitto seguiva l'incoronazione e la sepoltura dei faraoni.

Nella Grecia antica la direzione artistica era affidata ai filosofi con ampie rubriche dedicate alla politica, alla scienza ai culti degli Dei e della Mitologia. Non mancavano sessioni di diretta dai principali parlamenti locali e spettacoli teatrali. Fu in Grecia che fu inventata l'audiodescrizione per i non vedenti: un tizio descriveva le azioni che prendevano i personaggi in scena. Sotto la direzione di Socrate fece scalpore il litigio che ebbe quest'ultimo con il conduttore Platone perché avevano visioni differenti sul ruolo della donna nella società ellenica. Seguirono fiumi di tavole di pietra scritte da donne incazzate alla redazione ateniese e Socrate dovette dimettersi.
A Sparta, invece, Radio Uno aveva una programmazione diversa, di stampo propagandistico. Fra i 300 delle Termopili c'era anche un giornalista del Giornale Radio. Fu l'unico a sfuggire ai Persiani e raccontare l'accaduto.

L'Impero Romano acquisì Radio Uno con una scalata ostile, cambiando gli uomini chiave ma mantenendo sostanzialmente invariato il palinsesto, aggiungendo però molti più collegamenti dai teatri di guerra e soprattutto, le prime radiocronache sportive con le dirette dal Circo Massimo e dal Colosseo. Radio Uno fu testimone dell'uccisione di Giulio Cesare nel corso di un collegamento al Senato Romano e diffuse la notizia in tutte le province con edizione straordinaria del GR. Tuttavia negli ultimi secoli fu introdotta la sezione "Affari Religiosi" del Giornale Radio e sempre in quegli anni nacque la rubrica Ascolta, si fa sera con interventi di esponenti di spicco della religione nascente, il cristianesimo.

Da questo momento e fino al 1870 la nostra amata stazione fu saldamente in mano ai protocristiani e ai papi succedutisi, subendo saccheggi più volte. In breve le rubriche erano assolutamente di carattere religioso, il contraddittorio era stato eliminato, Leone X introdusse una trasmissione per richiedere indulgenze, ampiamente contestata da Martin Lutero e per questo denigrato. Le dirette erano solo di messe, conclavi e poco altro. In questo periodo nacque la versione radiofonica di Un giorno in pretura dove venivano raccontati i più significativi processi portati avanti dall'Inquisizione, primo fra tutti quello "Stato della Chiesa contro Galileo Galilei".
Sul profilo della guerra, Radio Uno esortava il popolo a prendere le armi contro il nemico invasore, che poteva essere musulmano, lanzichenecco oppure sabaudo a seconda del periodo di riferimento. Ma fu tutto inutile: il 20 settembre 1870 l'Esercito Italiano entrò a Roma, non prima di aver cannoneggiato Porta Pia e gli studi di Saxa Rubra. Radio Uno cessò le trasmissioni, perché gli italiani non avevano la più pallida idea di cosa fosse quella roba, e non avevano la tecnologia per captarne le sue onde.

Poi nel 1924, Marconi, non prima di essersi appropriato di un brevetto di radio, convinse il Duce che si poteva usare Radio Uno per rincoglionire la gente col Trio Lescano, Pippo non lo sa, Hop hop trotta cavallino, Il tamburo principal della Banda d'Affori e via discorrendo, facendogli pagare, oltre che l'ingombrante apparecchio pure una tassa per usarlo, con la scusa di migliorare il servizio con i soldi cosi rubati estorti raccattati. C'è più gusto ad essere italiani...

Dal 1946 a dopodomani

Nonna: «Nipote...»
Nipote: «Che c'è, nonna?»
Nonna: «Scommettiamo 10€ che questa volta la donnina che vive qui dentro non riesce a dire l'ora esatta? Ho nascosto tutti gli orologi di casa!»
Nipote: *FACEPALM*

Con l'arrivo della Repubblica, Radio Uno subì l'assalto definitivo: quello dei partiti. Ogni fazione politica voleva un pezzo di RAI per sé, come le iene che litigano davanti ad una carcassa di gnu, e anche la radio fu colpita da questa logica, subendo l'egemonia democristiana che la fece diventare una delle radio più noiose del mondo: solo news e informazione ecclesiastica, o se volete, una Radio Vaticana con impronta europeista.
La musica, se così si può definire, era ricavata dal Festival di Sanremo, ma solo quella approvata dalla Commissione Vigilanza. Nel 1968, per esempio, mentre nelle radio straniere e quelle pirata mandavano in onda cose come Dio è morto dei Nomadi, oppure San Francisco di Scott McKenzie, sulle onde nostrane si potevano captare alternativi come Milva, Nilla Pizzi e i Dik Dik e le notizie parlavano di party pacifici dove i giovani e i celerini si prendevano a buffetti sulla guancia.

Per gli ossessionati dal calcio, nel 1960 nacque Tutto il calcio minuto per minuto. Per gli ominidi beneficiari si trattò di una svolta epocale: potevano seguire le combine e biscotti vari in diretta in ogni dove, bastava avere con sé una radio. Il restante 99,9% della popolazione si dovette mettere l'anima in pace e spegnere o sintonizzare l'apparecchio altrove, perché la domenica era diventata una giornata dedicata ai culti cristiani e pagani: la mattina la Santa Messa, il pomeriggio il dio pallone.

A proposito di religione, ebrei e protestanti da anni avevano la sindrome dei sentimenti offesi perché in radio non c'era uno spazio tutto loro. Ad Ascolta, si fa sera fu ricavato un segmento di 0,2357892789718728978937 petosecondi per i primi e di 0,8932837587189789728972898 petosecondi per i secondi.

Oggi Rai Radio 1 continua a subire ingerenze dalla politica e dalla chiesa come ogni mass media che si rispetti. Il contraddittorio è presente, ma è popolato da gente pagata da RAI stessa per insultare i politici e gli attivisti che non la pensano come il governo dominante. Hanno finalmente aggiornato la libreria musicale: adesso oltre che da Sanremo, attingono da X-Factor e Amici di Maria de Filippi, per venire incontro alle capacità mentali del pubblico e sembrare una radio gggggiovane per i ggggiovani.

Attualmente trasmette solo sulle onde medie superiori e sulla modulazione di criceto, sul uord vuaid ueb e via Stazione Spaziale Internazionale. Una volta emetteva anche in onde corte e lunghe, ma si sono accorti che potevano essere ascoltati accidentalmente da radioamatori anche d'oltreoceano e in piena notte, quindi hanno sbaraccato tutto: non sia mai che qualche italofono sprovvisto di ADSL e parabola venga a sapere qualcosa su di noi...

E il futuro? Nelle stanze dei bottoni si progetta l'abbandono dell'analogico per passare al diggitale DAB e DRM, in questo modo la radio avrà la stessa qualità cagosa della TV e sarà spacchettata, pixellata e pure protetta dalla copia, dunque indecifrabile. E comunque i nonnetti con la radio a valvole con tanto di occhio magico hanno sicuramente trentordici mila euro da parte per poter acquistare una roba full digital con tutti i crismi che prenderà bene il segnale come un cellulare in fondo alle miniere del Sulcis. E a proposito di cellulari, un giorno sarà possibile ascoltare Radio Uno anche con il uai-fai e il 10G tramite aiPod, aiPad, aiFon e iWaterCloset anche in mezzo al deserto, ripetitori permettendo. Quando quel giorno sarà oggi fatemi un fischio e se potete regalatemi l'iFon 5 nero da 64 GB che sono povero.

Post Scriptum: mio cugino che una volta da bambino è morto mi comunica che questa stazione fino a π anni fa era la più ascoltata d'Italia.[citazione necessaria]
Io credo sempre a quello che dice mio cugino, ha il dogma dell'infallibiltà.

I programmi più significativi

«Buon giorno da Marina Flaibani dell'ACI. Apriamo questa edizione segnalando sull'AutoSole traffico fermo tra Roncobilaccio e Barberino in direzione sud. Si invitano i motociclisti di passaggio a procedere con prudenza per la presenza in carreggiata di un coglione sul monociclo».
Portuale: *click* «Qui Big Daddy a Winnie the Pooh, per favore scarica sul molo il container BO F92007.»
Walkie-Talkie: «Ave Maria, piena di grazia...»
Portuale: *click* «Big Daddy a Winnie the Pooh, riesci a sentirmi?»
Walkie-Talkie: «CLAMOROSA PRODEZZA DI MILITO CHE PORTA L'INTER IN VANTAGGIO!»
Portuale, chiamando l'uomo sullo sfondo: «Uè Gennari', va prendere un po' di legna, della benza e una coperta per fare i segnali di fumo al macchinista, che come al solito di domenica la radio non va!»
  • Giornale Radio nazionale e regionale. Lo strumento di tortura per eccellenza: dall'esperienza[citazione necessaria] dei telegiornali di Mamma RAI una compilation di notizie tragiche e/o idiote ripetute fino alla nausea, fin tanto cioè che avrete voglia di strapparvi in capelli dalla testa, fare un infuso col grasso e la forfora e berlo ancora bollente pur di mettere fine a questo tormento. In onda troppo spesso, può causare ipogonadismo.
  • Onda Verde: avete bisogno di sapere se troverete code a tratti dalla vostra camera da letto al cesso? Volete una scusa per essere arrivati tardi ad un appuntamento galante anche se era al ristorante del piano di sotto? Onda Verde vi da una mano! Porta sfiga.
  • Un Giorno Da Pecora: un programma con un conduttore pigro, un pupazzo a forma di pecora pigra, e un regista pigro. Risultato? Un programma pigro ed inutile, dove si parla del nulla cosmico, accompagnati da una voce ascoltabile tanto quanto la voce di ludovica pagani quando dice la “R”
  • Radio anch'io e Zapping: se siete ascoltatori frustrati e non avete un social network dove riversare il vostro malumore, potete prendere la cornetta, Mondial Casa vi aspetta! comporre il numero della RAI e insultare in diretta gli disOnorevoli presenti in studio, oppure se siete più raffinati metterli in difficoltà ricordando loro cose dette in passato e poi rimaneggiate per aggrapparsi alla sottana di questo o quel partito, rinnegando perfino la mamma. Tutte cose, ricordiamo, che l'italiano medio non ricorda minimamente, perché dal punto di vista politico ha la memoria di un pesce rosso. Risate garantite. ATTENZIONE: costo della telefonata €1000 al secondo.
  • La radio ne parla: programma che promuove lo sputtanamento libero. Una persona su segnalazione telefonica anonima sarà sfottuta in tutta Italia per radio. Oggi prendono per il culo

tu che leggi questa pagina! Utile per mettere a tacere le ex mogli/fidanzate stronze.

  • Citofonare Cuccarini: una collezione di scherzi degli ascoltatori ai danni della Lorella nazionale. Può provocare la comparsa di denunce per diffamazione.
  • Questione di borsa: vi è morto un parente e non sapete cosa farvene dei soldi che avete ereditato? Su Radio Uno i più grandi esperti di finanza vi spiegano come bruciarveli farli fruttare con operazioni finanziare torbide limpide come l'acqua. Se viene la Finanza con la F maiuscola a casa vostra, tranquilli, vogliono solo un caffè.
  • Pronto salute: anche gli ipocondriaci hanno il loro programma, spesso i medici curanti, per non averli fra le balle, li dirottano al centralino di Radio Uno per porre i quesiti più assurdi, che quasi sempre riguardano la prostata o le emorroidi. Viene trasmessa scientemente venti minuti prima della pausa pranzo per far passare la fame agli impiegati all'ascolto e quindi per fargli assumere meno calorie. Dopo l'ascolto un dottore su dieci consiglia una vigorosa sfregata agli zebedei.
  • Attenti a Pupo: trasmissione religiosa. Pupo si mette i panni di un predicatore e lancia sermoni qua e là per l'etere su quanto sia bello il gelato al cioccolato, dolce un po' salato.
  • Baobab: trasmissione sul giardinaggio riferito a piante che conservano acqua.
  • Tornando a casa: Enrica Bonaccorti vi informerà degli autovelox mobili che potrete incontrare all'uscita del lavoro, il prezzario delle battone diviso per città e i fast-food dove servono panini, rigorosamente vegani, a prezzi scontati. Evitare assolutamente la consumazione di sandwich alla bistecca di bufalo durante l'ascolto, onde prevenire spedizioni punitive da parte di 100% Animalisti.
  • Doppio femminile: programma del week-end condotto da Jo Squillo su come fare bene sesso di gruppo con almeno due donne nella compagine. Da spararsi di seghe.
  • L'uomo della notte: ospiti di Maurizio Costanzo storie di uomini (o presunti tali) che popolano la notte: papponi, trans, truzzi, bimbiminkia, baldracche, più qualche lavoratore a caso che non caga nessuno.
  • Demo l'acchiappatalenti: spazio politico autogestito dal Partito Indie d'Italia, imposto dall'ultima legge finanziaria di centro-sinistra. Qui gli artisti diversamente famosi possono dare in pasto al pubblico le loro opere migliori qualche secondo prima che la schiacciasassi della Storia li asfalti senza pietà.

Ma il meglio di Radio Uno si può sentire dal sabato pomeriggio al lunedì mattina: per gli amanti del sacro e profano, questa stazione trasmette una lunga maratona di calcio e chiesa, per accontentare i gusti del maschio medio per il secondo, e per allietare i viaggi della speranza di coloro che ormai grandicelli credono ancora alle favole per il primo. Sante messe e telecronache sportive si alternano senza soluzione di continuità per oltre 40 ore, facendo diventare i malcapitati ascoltatori papaboy e ultrà, che bestemmieranno per un rigore non concesso e poi chiederanno umilmente perdono alla Madonna. Per i dissidenti di questo bipolarismo non c'è scampo: la potenza dei ripetitori viene aumentata nell'ordine di qualche megawatt, impedendo qualsiasi comunicazione radio in tutta l'Europa e permettendo invece l'ascolto dell'Angelus in comodità dal congelatore in cantina.

Gli ascoltatori di Rai Radio 1

Esistono diversi tipi di ascoltatori di questa radio, ecco alcune brevi descrizioni.

  • Il/la nonnetto/a. Questo esemplare è completamente avulso da ciò che lo circonda. Crede ancora che esistano il Muro di Berlino, la DC e il PCI e che la Russia si chiami Unione Sovietica. Ascolta Radio Uno perché non sa che esistono altre stazioni in Italia, generalmente possiede una radio a valvole comprata con un intero stipendio anni e anni fa e sente solo in onde medie perché il suo apparecchio non ha altri canali e non sa che nel frattempo è arrivata la FM, figuriamoci il DAB. Tuttavia alcuni individui più tecnologici hanno acquistato anche ricevitori transistor a batteria per la macchina (rigorosamente NSU Prinz) e per andare a spasso, rendendosi conto di non poter portare con sé il valigione che hanno a casa, se non con un rimorchietto e un gruppo elettrogeno. Fuori dall'ambito familiare, la maggior concentrazione di nonnetti si può trovare la domenica per strada o al mare con appresso la radiolina in omaggio nel fustino di detersivo che fa sapere a tutti nel raggio di centro metri i risultati delle partite di calcio tanto è alto il volume. Sono dipendenti dalle batterie più di un utilizzatore di iPhone da 1 GB di traffico dati al giorno, hanno sottoscritto un contratto di fornitura di pile dal ferramenta di fiducia.
    Sia l'uomo che la donna intasano di domande il centralino di Pronto salute con le domande più disparate, oppure chiedono agli strozzini esperti di Questione di borsa dove buttare al vento i pochi risparmi.
    La sua frase standard:
« Mi scusi, giovane, sono qua in vacanza, lei è del posto? No, perché avrei bisogno di sapere se qui Radio Uno prende sui 560 e rotti... »
  • Il depresso. Quest'individuo è deluso. Dalla politica, dal tortino di patate venuto male, dal gatto che piscia sul divano quando va fuori, qualunque cosa. Spesso è anche precario e i suoi colleghi lo prendono per il culo. Passa le sue giornate a lamentarsi, sfrangiando le palle ai suoi familiari, quindi cerca mezzi alternativi per sfogarsi. Un giorno accende la radio, per caso si sintonizza su Radio Uno (è talmente frustrato che sceglie le stazioni più noiose) e viene a conoscenza che a Radio anch'io e a Zapping è possibile intervenire. Chiama, si mette in attesa, e quando gli dicono che è in onda esordisce così:
« Lei è un/una uomo/donna di merda, non fa niente per noi contribuenti! E io pago, e io pago! Questo programma è fazioso come il suo conduttore che censura le telefonate! Vaffanculo! *click* »
  • L'occasionale. Questo esemplare si imbatte per puro caso in questa radio, sta tranquillamente guidando quando perde il segnale della radio preferita e l'autoradio cerca il segnale più forte in quel momento, che guarda caso è Radio Uno. All'inizio gli piace:
« Ah, bene mi da le notizie sul traffico! »

poi dopo un po' si chiede:

« OK, ma la muisca, i DJ che farno gli scherzi telefonici non ci sono...? »

La guida comincia a farsi nervosa perché sommerso da chiacchiere su chiacchiere sulla fuffa. Armeggia con tutti i tastini dell'autoradio, ma non trova nient'altro, prova a spegnerlo ma non ci riesce, prende il raschiaghiaccio e comincia a martellare il frontalino e poi... va dritto dal Creatore, perché si è distratto e ha centrato un camion.

Voci correlate

*Aldo Forbice


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