Rivoluzione industriale
Con il termine rivoluzione industriale, già in voga negli anni venti, lanciato alla ribalta da Coco Chanel, che considerava il look proletario il nuovo trend per l'autunno-inverno 1921, e modellato in analogia con le ben più note Rivoluzione francese e Rivoluzione della Terra di Mezzo, si è soliti indicare un periodo storico in cui, a partire da premesse tutto sommato modeste, si assistette a un improvviso quanto repentino cambiamento nei modi di produzione industriale, agricola e manifatturiera. Più in generale, la Rivoluzione industriale determinò, ed è per questo che viene tutt'ora ricordata, un incremento del 20% sul volume totale delle pagine dei libri di storia delle scuole, la maggior parte delle quali composte da notazioni prive di senso, che nessuno capisce e che perfino i professori saltano, preferendo passare subito a Napoleone.
Le origini del termine
L'espressione "rivoluzione industriale" è di origine talmente astrusa da meritare un paragrafo tutto per sè. Come qualsiasi essere vivente che non abbia il cervello di un'echidna potrebbe notare con estrema facilità, la locuzione "rivoluzione industriale" si compone della parola "rivoluzione" unita alla parola "industriale". Inizialmente si pensò che lo sconosciuto pensatore che coniò il termine fosse strafatto di metanfetamine, anche perché rivoluzione e industriale tra loro non ci azzeccavano molto. In seguito, tuttavia, la comunità scientifica si decise a convergere sull'espressione rivoluzione industriale perché la giudicarono adatta a descrivere i cambiamenti in corso e, soprattutto, avevano di meglio da fare che stare i pomeriggi a scervellarsi per trovarle un nome decente.
Molti economisti dell'inizio dell'800 convenivano già nel chiamare questa improvvisa mutazione del sistema produttivo rivoluzione industriale. Tra di essi meritano sicuramente menzione i coniugi Karl Marx e Friedrich Engels, oltre a John Stuart Mill e Sbirulino. Spicca, in questo elenco, l'assenza del celeberrimo Adam Smith, inventore degli esami di economia politica e del tubetto per contenere la colla vinilica, che prima si appiccicava dappertutto. Interrogato in merito dai solerti inviati del TG1 Economia, Smith dichiarò: "Non ho mai parlato di rivoluzione industriale perché sono morto vent'anni prima che cominciasse", chiudendo, di fatto, ogni diatriba.
La società prima della rivoluzione industriale
Prima che, con l'avvento della rivoluzione industriale, le città si riempissero di fabbriche inquinanti in cui lavoravano donne e bambini, lasciando molti uomini disoccupati, i quali, per forza di cosa, dovevano dedicarsi ad attività criminali, e le campagne fossero devastate dall'impatto dei rifiuti industriali sull'ambiente, che causò carestie, mutazioni genetiche e morte a go go, era davvero dura.
In generale, la società pre-industriale, era divisa in due classi sociali, i ricchi e i poveri, ma a tutti andava bene perché la C.H.I.E.S.A. aveva stabilito che quello era il volere del capo. Tuttavia, negli anni che vanno dal millesettecentoqualcosa al milleottocentoqualcosaltro, si assistette a una progressiva meccanizzazione del settore agricolo, che rese inutili molte mansioni fino ad allora considerate fondamentali, come il mungitore di cavalle, il guardiano di pecore, e i membri della famiglia del Mulino Bianco.
La nuova società industriale
Con l'inizio della grande urbanizzazione, gli uomini abbandonarono progressivamente le amene campagne, alcuni salutando per sempre quelle mucche con cui avevano condiviso bellissimi momenti di intimità, e si trasferirono nei sobborghi delle città, con la speranza di trovare un lavoro mal pagato in una fabbrica. Non essendo ancora stato inventato il lavoro precario, la percentuale di disoccupati divenne in breve tempo altissima, mentre trovavano lavoro, perché sembravano possedere le caratteristiche fisiche necessarie, solo donne e bambini, le prime nelle fabbriche, i secondi negli strip club per preti.
Non bisogna dimenticare, tra gli impatti della rivoluzione industriale sulla società, anche il proliferare di libri noiosi che parlano dei poveri derelitti che non arrivavano alla fine del mese. Dato che Jane Austen non vendeva più come un tempo, e che Stephen King ancora non era nato, gli editori, non potendo, per ovvi motivi, investire nella televisione verità, incaricarono una serie di scrittori sfigati come Giovanni Verga, Èmile Zola e Charles Dickens di trascrivere le storie più strappalacrime che riuscivano a osservare nelle città urbanizzate. Contrariamente a ogni aspettativa, questa iniziativa si rivelò un enorme insuccesso. Gli editori, infatti, avevano trascurato un piccolo particolare: metà della popolazione era analfabeta, mentre l'altra metà era schifosamente ricca, e quindi non era interessata alle faccende dei poveri.
Il progresso tecnologico
All'alba del XVIII secolo, la gente ne aveva abbastanza di doversi spaccare la schiena a fare tutti quei lavori inutili che richiedevano tempo e fatica, tuttavia l'onnipresente C.H.I.E.S.A. non mancava di ricordare sempre e comunque che il lavoro che non comportava sudore, fatica, abnegazione e, se possibile, la perdita di uno o più arti, era peccato, faceva piangere Gesù e avrebbe causato la morte di parto di tua moglie.
Come si spiega, allora, l'enorme balzo in avanti fatto dalla tecnologia e dalla scienza agli albori della rivoluzione industriale? Tutto partì da unintuizione di un uomo, il re d'Inghilterra Giorgio III, il quale, svegliatosi una domenica mattina di pessimo umore e coi postumi della sbornia, si rifiutò categoricamente di vestirsi per andare a messa, dichiarando decaduta la religione cattolica nello stato e facendo valere il suo diritto, ereditato dall'antenato Enrico VIII di proclamarsi capo della religione anglicana. È bello essere re, vero?
Questo fece sì che, nel Regno Unito, si creò un terreno fertile per l'innovazione tecnologica, mentre nel resto d'Europa i vari sovrani facevano ancora a gara a chi ce l'aveva più lungo davanti al Papa.
Le principali invenzioni
Invenzione rivoluzionaria | Inventata da | Aspetti positivi | Aspetti negativi | |
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Motore a vapore | James Watt | Ha dato un fondamentale contributo alla nascita dell'industria moderna | Ha dato l'idea per Il castello errante di Howl a Hayao Miyazaki | |
Treno a vapore | Jean Auguste Orientexpress in collaborazione con Maria Rosaria Trenitalia | Permise il trasporto delle prostitute dalla costa est degli Stati Uniti ai saloon del Far West e diede inoltre lavoro a milioni di napoletani disoccupati, che vennero assunti come controllori | In una carrozza di seconda classe si potevano trovare solitamente più scarafaggi che in un monolocale abitato da settanta muratori ugandesi con la fobia dell'acqua | |
Computer a vapore | Invenzione giovanile di Albert Einstein che in seguito commentò: "Non è che posso sempre aver ragione". | Nessuno | Era perfino più lento di un Commodore 64 che monta Windows Vista | |
Grattugia pediatrica | Karl Marx | Aiutò a smaltire le migliaia di bambini rimasti orfani, che, a detta dell'inventore, erano gustosissimi con un filo d'olio e dell'origano | Quelli dei diritti dell'infanzia continuavano a rompere | |
Etica cristiana | C.H.I.E.S.A. | Fu fondamentale per giustificare il fatto che alcuni (pochi) divenissero schifosamente ricchi, mentre altri (la maggior parte) facessero la fame. "Eh, che ci vuoi fare, è volere di Dio. Prega, figliolo, prega..." | Nessuno, è l'invenzione di gran lunga più importante della rivoluzione industriale, e viene usata con profitto ancora oggi |