Società Sportiva Calcio Napoli
S.S.C. Napoli | |
(Stemma) Logo della squadra (squadra?) | |
Nazione | Terronia |
Città | Napoli |
Fondazione | 58 avaNti Maradona |
Motto | Ma! Ma! MaradoNa! |
Allenatore | Tonino Conte |
Capitano | Lorenzo Di Giovanni |
Scudetti vinti | Scudetti vinti |
La Società Sportiva Calcio Napoli, ovvero 'O Napul', è uN improbabile gruppo di persone uNite dall'uso di alluciNogeNi che li portaNo a credere di essere uNa delle più forti squadre di calcio della Terra. Spesso la squadra si ferma iN mezzo al campo a guardare gli uccelliNi, liscia i palloNi come se fossero ricoperti di vaseliNa eppure NoNostaNte Britos riesce a viNcere. Misteri dell'occulto.
Storia
La Società Sportiva Calcio Napoli ha acquisito rispetto e rilevanza a livello internazionale nella sua storia con gli acquisti di cocainomani sud americani come Maradona o con Grandi campioni pluripremiati come Santacroce, Britos, Pia, Rullo e zio Tobia (famosissimo contadino della terra dei fuochi che seminava erbe allucinogene nel terreno del San Paolo tra il primo e il secondo tempo).
La fondazione
La Società Sportiva Calcio Napoli fu fondata da Masaniello appena gli regalarono il suo primo Super Santos.Tornò alle pendici del Vesuvio per insegnare al popolo partenopeo e a Amelia la fattucchiera il tanto apprezzato gioco e l'importanza dell'erba a sette punte e due terzini.
Le prime stagioni
Il primo presidente della società fu Giorgio Ascarelli, e non fu certo colpa sua se la prima stagione del Napoli fu un vero e proprio disastro (un pareggio e 306 sconfitte). Effettivamente la squadra era composta da nove persone, più due in panchina: due macellai che ad ogni contrasto facevano letteralmente a pezzi gli avversari, un poliziotto in pensione, un ragioniere di Torre del Greco, un fattore con il maiale al seguito, un parcheggiatore abusivo e tre femmenielli per il reparto arretrato. In panchina c'era l'allenatore, ex carcerato per avere assassinato sua nonna a colpi di clava, e il suo avvocato, perché tifava Milan. Era il Napoli di Attila Sallustro, che non si faceva pagare in soldi, ma in macchine, tuttavia a Napoli si chiedevano: "ma pcché nun vincimmo mai ca' Gliuvèntus?". Dopo la prima stagione il simbolo della società fu tramutato da cavallino rampante in ciuccio scalciante.
Nel 1931-32 non si riuscì a ripetere quanto di buono fatto l'anno prima e la stagione si chiuse con un mediocre nono posto, con 35 punti e 4 scippi all'attivo, un'altra figura di merda.
La qualificazione alla Coppa del Nonno sfuggì solo poiché il Bologna ebbe una miglior differenza preti. A fine campionato, lo stadio chiuse momentaneamente i battenti per lavori di ampliamento e venne trasformato in campo di concentramento.
Anni successivi
La squadra fu acquistata da Achille Lauro, che regalava ai giocatori una scarpa prima della partita ed una dopo (ma solo in caso di vittoria) con la conseguenza che la squadra giocava su una sola fascia perdendosi a bordo campo fra un tempo e l'altro. Lauro affermò: "Un grande Napoli per una grande Napoli", prese i voti e retrocesse in serie B. La sua gestione fu costellata da acquisti sballati, primo fra tutti quello dello sverigese Kasse Geppsòn, poi a Geppsòn fu affiancato "'O lione 'nammurato" (Giggi Vinicio): i due si fidanzarono e si trasferirono a Positano, dove aprirono un locale gay.
Nel 1964 approdò a Napoli il "colored" Jarbas Faustino Canè detto "Il pirla nero" per le sue eccelse doti riproduttive e le sue mediocri doti realizzative, ma la perla del vivaio era un giovane nato all'ombra del Vesuvio: Antonio Juliano detto "Totonno 'e Quagliarella". Con Juliano le figure barbine assunsero un tono internazionale: la squadra venne puntualmente eliminata al primo turno di ogni manifestazione cui veniva iscritta ma con grande soddisfazione dei tifosi, felici di poter sperare in un'eruzione del San Paolo che rendesse immortale la squadra al pari del Grande Torino.
Alla fine degli anni '60 il manager rampante Corrado Ferlaino, noto play-boy attivo nel giro delle shampiste di Posillipo, comprò la squadra per diecimila lire e decise di affossarla definitivamente. Fu però in grado di cedere autentici bidoni ai grandi club, grazie all'illusione ottica per cui i giocatori che vestono una maglia azzurra sembrano più atletici. Nel 1975 Ferlaino decise di fare sul serio ed acquistò dal Bologna Beppe "pere 'e papera" Savoldi, l'unico centravanti con piedi palmati prima di Egidio Calloni.
Con l'acquisto di Krol la squadra acquistò sicurezza nei propri mezzi pubblici (il gol ritardava, ma il biglietto non lo pagava nessuno), l'assetto tattico mutò in bizona] pura e anche una pippa come Stefano Pellegrini riuscì a segnare un goal in precampionato. Ciliegina sulla torta fu l'acquisto del portiere Massimo Mattolini, detto "saponetta" per la sua predisposizione alla presa liscia.
Era Maradona
Negli anni '80 a Napoli arrivò Maradona, il quale vinse da solo due scudetti, una Coppa UFFA, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.
L'asso argentino giunse a Napoli a bordo di una portaerei scortata da tredici eunuchi in perizoma azzurro, e subito si instaurò un rapporto di profonda amicizia fra la tifoseria e gli eunuchi. Maradona non fu contrariato e, cominciò a segnare goal e disseminare figli dappertutto. La squadra conobbe un periodo d'oro che culminò con la vittoria del "Trofeo Coca-Cola", poi rinominato "Trofeo senza Cola".
Affiancarono Maradona in quell'esaltante avventura giocatori del calibro di Antonio Careca, Giordano Bruno, Andrea Carnevale, Santi Licheri, Ciro da Ferrara, Salvatore Bagni, Pablo Escobar e San Pellegrino.
Dopo aver venduto regalato lo scudetto del 1988 al SB Milan, cominciò lo sfascio della squadra: quattro giocatori furono accusati di essersi venduti lo scudetto, e per farli confessare furono torturati in una stanza di Castel dell'Ovo e gettati nelle acque del fossato della fortezza, pullulanti di totani e salmonelle.
Ritenuto da tutti gli Ultras la reincarnazione del Cristo sceso in Terra dopo la resurrezione e dopo una permanente, Maradona sembrava poter fare di tutto con una palla al piede ma fu lo stesso Dio, geloso del talento dell'asso argentino, a inviare una Catena di Sant'Antonio via posta diffondendo la novella che il noto calciatore era un drogato.
Cominciò la decadenza del Napoli e quella di Maradona: la squadra fu venduta prima alla Mercato Rionale SRL del Pentolaio Matto Giorgio Corbezzoli e poi alla Spongebob Spa, guidata dal proprietario del Maneggio di Napoli Naldi, che provò a rivendere la società a sua nonna. Nonostante fosse malata di Alzheimer, la vecchia gli rispose: "c'ha raje a' soreta!".
Negli anni 2000, dopo una serie di fallimenti, Oronzo Canà e Adriano Galliani spedirono il Napoli in serie C.
La città visse con profonda disperazione la tragedia, al punto che Luciano 'o guallaruso (poeta e nullafacente stipendiato) propose di fare il funerale al Napoli e tifare tutti per il Real Boscotrecase.
La rifondazione
La società venne acquistata dal noto imprenditore e produttore cinematografico di successo Aurelio De Papponiis, che voleva farne il centro del riciclo di denaro da reinvestire nei suoi film, e ripartì da lì: sei giocatori effettivi, due ultrà infiltrati promossi a prima squadra, due riserve in panchina e neanche un Super Tele disponibile.
Dopo un anno di depressione in C e dopo aver perso i playoff promozione contro i temibili corregionali dell'Avellino, l'allenatore Edy Reja condusse la squadra alla promozione, grazie anche all'avvento dell'eroe delle due Sicilie Emanuele Calaiò. Con lui il Napoli acquistò un tic in più per poter sconfiggere gli avversari più temibili del campionato (il Sora, il Martina, il San Tostato Del Monte Osto, il Bassano del Grappa).
Dalla C alla serie B il Napoli acquistò prestigio (non si sa come) e poi la formazione tornò a militare in A con i grandi campioni, Manuele Blasi, Marcelo Zalayeta, Garics, Rullo, nonno Sosa, Samuele Dalla Bona, Emanuele Calaiò, Marek Hamsik e "Caffè" Ezequiel Lavezzi, con sua moglie "Filumena 'a Currea", famosa per minacciare i difensori avversari negli spogliatoi con una cintura per costringerli a farsi saltare dal suo consorte.
La stagione 2008/2009 inizia nel migliore dei modi. Pierpaolo Marino riesce a risolvere il problema rifiuti a Napoli acquistando una vagonata di bidoni per la spazzatura (Rinaudo, Denis e Aronica). Viene spacciato per bomber argentino il vecchio attore di Dennis la Minaccia. Durante la stagione 2009/2010, con la permanenza di Roberto Donadoni a Napoli, l'artigianato locale crebbe sensibilmente: la vendita di cornetti ed amuleti vari aumentò infatti del 3500% da quando Donadoni arrivò all'ombra del Vesuvio e fiorì anche un giro di scommesse sulla durata del suo mandato da allenatore che però terminò bruscamente prima che fosse finita la raccolta di scommesse. Al suo posto è arrivato a Napoli l'allegro Walter Mazzamauro che è riuscito nell'impresa di riportare il Napoli in Coppa UFFA.
Il ritorno in Europa
Grazie all'acquisto del Matador a 2€ e 50 centesimi dal Palermo, e al gratificante spaccio di allucinogeni di ottima qualità agli avversari, il Napoli si qualifica per la Champions League, dove riesce a convincere anche i più scettici, incassando solo 3 goal dal Bayern Monaco, salvo poi farsi rimontare clamorosamente dal Chelsea, nonostante il largo vantaggio dell'andata, facendo una figura di merda paragonabile a quella del Milan nella finale della medesima competizione contro il Liverpool. A fine stagione, però, il Napoli si riscatta vincendo la Coppa del Nonno contro i 40 Ladroni, dato che i soldi della corruzione per un ritardo delle Poste Italiane erano arrivati all'arbitro solo il giorno dopo l'incontro.
Nlla stagione 2012/2013 Walterone conferma come titolare uno scugnizzo di 10 anni, il quale lo ripaga scippandogli l'orologio che indicava sempre all'arbitro ogni volta che la squadra era sotto di un goal recriminando rigori non assegnati visti solo da lui. Sentendosi privato della sua stessa ragione di vita, Walter decide di prendersi un anno sabatico per ripensare ai successi passati e farsi finalmente una canna in santa pace, infatti molto coerentemente il giorno dopo approda all'Inter dove si attira subito le simpatie di Moratti, che lo esonera nel giro di 5 minuti.
Per la stagione 2013/2014 la panchina viene affidata a Sancho Panza, il quale, grazie al mega bidone rifilato al PSG della cessione di Cavani per la modica cifra di 64 milioni più una fornitura a vita di caramelle e due torte alla Nutella, riesce ad aggiudicarsi campioni del calibro di Alpippol, Coglion e PROPRIO LUI Gonzalo Rigorin, 3 giocatori amorevolmente scartati dal Real, che verranno tutti smerdati dalla fatina Trilly, un nanerottolo che nessuno prima aveva mai sentito nominare. Senonché don Raffaè riesce, con tale organico, a vincere la seconda Coppa del Nonno della gestione De Papponiis (poi ribattezzata Coppa Genny 'a Carogna) e la stagione seguente una Supercoppa 5 Gusti (non chiedetegli di condividerla: potrebbe ruggirvi contro).
A Rafa però manca il sapore della paella, così, dopo veri exploit in campionato di cui si ricorda il 18-0 patito dall'Empoli ed essersi fatto cacciare dalla Coppa 10 Gusti per un litigio con Platini che non voleva lasciargli il gelato al pistacchio, torna in patria e ad Aurelio non resta che raccogliere quanto di buono lasciato dal madrileno (un cazzo).
Per la stagione 2015/2016 affida infatti la squadra a don Maurizio Sarristano, temuto boss della Camorra locale, uno talmente competente da interrogarsi sul motivo dell'assenza del canestro a fondocampo. Ai tifosi giustamente impauriti viene però promesso che lo scudetto, come ogni anno, sarebbe stato sicuramente vinto l'anno successivo. L'arrivo repentino del commissario Reina manda a monte tutti i piani: don Maurizio finisce al 41 bis. Le redini passano così a suo figlio Hammsìcch, che diventa capitano del clan. Sarristano verrà poi licenziato nel 2018 per non aver vinto un cazzo di niente, tra questi gli scudetti della penombra e del fatturato, scappando via in un aereo privato per Londra, sponda Chelsea, dove troverà il magnate russo-svedese Romano Ibrahimovic. De Papponiis è costretto a trovare un sostituto: si tratta di Carletto Porcellotti, un allenatore di grande successo con un passato nei fast food e nei pub di Reggio Emilia, Parma, Torino, Milano, Londra, Parigi, Madrid e Montecarlo di Baviera.
Dopo la stagione 2017/2018, con l'incredibile vittoria contro la Juventus (che i tifosi tireranno sempre in ballo quando discuteranno con uno juventino), con il solito "Scudetto sfiorato, 'a Juv s'à arrubbat tutt 'o campionat", Sarri viene mandato, insieme a Jorginho, al Chelsea, e vengono ingaggiati Fabian Ruiz e Carlo Ancelotti, grande allenatore molto vincente, ma nonostante questo i tifosi continueranno a rimpiangere Sarri, allenatore proveniente dall'Empoli che non ha mai vinto un cazzo.
Palmarès
- 38 scudetti mancati e/o sfiorati, di cui tre vinti e faticati
- 4 Coppe Terronia
- 1 Coppa UFFA
- 5 Coppa del Nonno + 1 Coppa Genny 'a Carogna
- 2 Coppa 5 Gusti
- 1 Trofeo Alcolisti anonimi
- 1 Trofeo Coca-Cola
- 5 Tornei Corrado Ferlaino
- 1 Coppa delle Alpi Apuane
- 1 Trofeo Città di Portici
- 3 Rolex taroccati
- 1 Torneo di Via Reggio Emilia
- 1 Trofeo Città di Napoli (vinto battendo il Napoli)
- 1 Torneo "Salsiccia, friarielli e pizza"
- 1 Vesuvio
- 3 Ceste di mandarini della zona di Torre Del Greco
- 1 Premio Oscar come miglior film ad Aurelio De Papponiis per Natale a Natale
- 1 patrono, ovvero San Maradona
- 386 scudetti d'estate, di luglio e di agosto
- ABBIAMO AVUTO MARADONA!!
Il tipico tifoso
La SSC Napoli è anche famosa per essere la squadra con i tifosi più lagnosi del mondo, che però amano la loro squadra anche se perde con la Virtus Maceratese.
Il tifoso napoletano è riconosciuto dall'Ente Nazionale Tifosi come il più pacifico di tutto il campionato, grazie all'alto tasso di coltellate amichevoli e affettuosi lanci di oggetti.
Si riconosce già fuori lo stadio per il suo look elegante: pantalone aderente e torso nudo, con Maglietta azzurra utilizzata come sciarpa e fiero sfoggio dei propri lardominali scolpiti nella sugna.
Rivendica Coerenza e Mentalità, ma per la frustrazione di non sapere cosa significhino queste due parole lancia bottiglie d'acqua ai Carabinieri.
Ogni esemplare di tifoso napoletano soffre della cosiddetta sindrome "Si a Napule Turnasse Maradona", una specie di Mal d'Africa che affligge chiunque abbia memoria dei tempi del Napoli in cui giocava il campione argentino.
Gemellaggi e rivalità
I tifosi del Napoli sono gemellati con quelli del Genoa, che però diventerebbero sampdoriani in massa se venissero a saperlo. Altre amicizie storiche sono quelle nei confronti dell'Hellas Valona, dell'AS Roma Capoccia, della Polisportiva Ars Et Labor Marigliano, dell'AS Don Bosco di Ladispoli, della Bocciofila di Borgomanero e dell'AfS Soreta Berlino.
Le rivalità storiche non si contano: le più antiche sono quelle con le Ferrovie dello Stato, con la Società Autostrade e con le Forze dell'Ordine. In periodi più recenti si sono acuite quelle con la SC Giulie' si 'na Zoccola e con la Polisportiva San Silvio.
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici? |
- Dopo aver avuto sponsor improponibili (Cucine, Biscotti, Birra, profilattici per cavalli etc.) il Napoli è legato da anni all'Acqua Sete, la famosa acqua che costa quanto la Perrier. Al contrario della minerale transalpina, una bottiglia di Acqua Sete non contiene alcuna traccia di acqua, ma solo una particella di sodio che da anni caga il cazzo in una famosa pubblicità.
- La SSC Napoli non perde mai, gioca solo al di sotto delle possibilità.
- Lo stadio San Paolo, quando il Napoli gioca in casa, detiene il superbo primato di unico luogo d'Europa con un tasso di analfabetismo superiore al 95%.
- Lo sponsor che rappresentava di più la squadra era Birra Peroni.
- Le scene dello spot dello sponsor Lete, quello della famosa particella di sodio, sono state girate nella bacheca dei trofei della SSC Napoli.
- Il Napoli è stato ufficialmente eletto dal "Cafone" come la squadra più forte del monte.
- Il Napoli è ancora imbattuto nella stagione 2057/2058.
- Il Napoli è campione d'Italia... sì, di luglio e di agosto come ogni anno.