Saadi Gheddafi
Saadi Gheddafi (in arabo: الساعدي معمر القذافي, al-Sāʿadī Muʿammaradona Rivaldo Gheddafi; Tripoli, 25 maggio 1973 - Ancora vivo[forse]) è un ex imprenditore, ex calciatore ed ex uomo libero libico.
È il terzo figlio di Mu'ammar Gheddafi, uno dei settordici del colonnello, contando anche quelli già morti.
All'inizio degli anni 2000, con la paghetta settimanale del padre, acquista il
7,5% della Juventus. Antonio Giraudo e Luciano Moggi lo accolgono a braccia aperte. Grazie a lui, infatti, la droga potrà arrivare indisturbata nelle valigette diplomatiche, inoltre, non saranno più considerati i soli pendagli da forca che siedono nel CdA.
L'interesse di Saadi per il calcio però va oltre: vuole giocare in una squadra di Serie A, per farlo è disposto anche a pagare. Luciano Gaucci, all'epoca presidente del Perugia e di un'associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, cede alle lusinghe finanziarie e lo ingaggia per la stagione 2003-2004.
Considerarlo un calciatore scarso sarebbe ingiusto, soprattutto per chi fa questo mestiere con serietà, anche se con i piedi fucilati. Lui si avvicina al classico giocatore di calcetto del lunedì sera dopo le 23.00, unico momento in cui il panciuto cinquantenne, in grado di correre 12 minuti prima dell'inceppamento coronarico, trova il campo libero perché non ci vanno gli assidui.
In seguito, il voler giocare a tutti i costi lo porterà addirittura in prigione, accusato di aver ucciso un calciatore libico a revolverate.
Attività extra calcistica
- Nel 2006 pensa alla costruzione di una "Hong Kong libica", un paradiso fiscale a tassazione ridicola nel territorio della Jamāhīriyya. La difficile congiuntura economica del periodo, e l'esiguo numero di idioti che porterebbero soldi in uno stato gestito da un dittatore fuori di testa, fanno naufragare l'idea.
- Nel 2007 è presidente del World Navigator Entertainment, una società che investe nei film western. Nel primo anno vengono prodotti due film: Un uomo chiamato cammello e Djamal Unchained, con una spesa di circa 25 milioni di dollari. Al botteghino ne incassano 46, ma un biglietto da 10 dollari era falso e quindi 36 in tutto.
- Nel 2009 è amministratore e finanziatore (con 100 milioni di dollari) della Natural Selection, fondata a Los Angeles. La società ha intenzione di produrre entro il 2014 una ventina di film. Quando si sparge la voce che sono gli stessi di Djamal Unchained, ritenuto un'offesa all'argomento sacro per gli americani, la sede viene assaltata dai Navy SEALs e rasa al suolo.
I media si scagliano contro di lui, arrivando quasi all'offesa personale.
Durante la guerra civile libica fugge in Zibuana, evitando di fare la fine del padre. Secondo i bene informati avrebbe avuto una parte attiva nelle uccisioni dei manifestanti nel 2011, un testimone afferma di averlo visto palleggiare con la testa di un morto. La Libia ottiene nel 2014 l'estradizione e lo rinchiude nel carcere di Tripoli, sarà processato perché a palleggiare fa davvero schifo e gli è caduta la testa in terra due volte.
Nel 2015 viene accusato dell'omicidio del calciatore Bashir al-Riani, di cui era riserva nella nazionale di calcio. Quel disgraziato non si era mai fatto male, nemmeno quando lo aveva investito con l'auto. Nell'agosto dello stesso anno viene diffuso un video in cui Saadi viene torturato dalle milizie islamiche. Un tizio, coperto da un cappello, colpisce con un bastone i piedi di Gheddafi. Per molti dovrebbe trattarsi del presidente della Libyan Football Federation.
Carriera calcistica
Nell'estate del 2003 una notizia sconvolge il calciomercato: "Un figlio di Gheddafi giocherà in Serie A col Perugia". L'arrivo di Kaká al Milan passa a quel punto quasi inosservato, come in seguito la presenza in campo del giocatore.
Gli addetti ai lavori si precipitano a valutare il calciatore e, già dai primi allenamenti, si capisce di che pasta è fatto.
Cronisti evidentemente poco informati ed abituati ad esprimere pareri frettolosi, ignari che nella stagione 2001-2002, giocando nella squadra Al-Ahly Tripoli del suo paese, Saadi era stato addirittura capocannoniere con 19 gol. L'indiscrezione che gli altri attaccanti fossero stati fucilati, come nemici del popolo libico, era di certo una bufala. Ad ogni modo avrebbe parlato il campo[2].
- 2003-2004 Perugia
- L'allenatore Serse Cosmi lo considera un centrocampista offensivo, il sostituto naturale di Eusebio Di Francesco... nel caso che non fosse disponibile Fabio Gatti, che sia infortunato Christian Manfredini, che si rifiuti di giocare esterno Giovanni Tedesco, che non abbia nemmeno un piede disponibile Christian Obodo e che Fabio Filippi (aggregato dalla primavera) continui a non capire come infilare gli scarpini. La sua prima ed unica apparizione in campo ci sarà contro la Juventus. Sulla decisione di schierarlo avrà pesato senz'altro il fatto che fosse in parte proprietario della squadra torinese; che Serse Cosmi avesse trovato una testa di porchetta nel letto è invece frutto d'invenzione, in realtà apparteneva ad un cinghiale maremmano.
- 2004-2005 Perugia (Serie B)
- Saadi si rifiuta di appararire in un campionato minore, ciò danneggerebbe la sua carriera di calciatore. Quasi quanto giocare. Il nuovo allenatore Stefano Colantuono tira un respiro di sollievo, l'immediato ritorno in Serie A non è più un sogno irrealizzabile. Il Perugia arriva infatti terzo in classifica, subito dopo la società fallisce e viene spedita in Serie C1. La squadra viene smembrata e venduti i pezzi migliori per appianare il debito, Saadi viene ceduto all'Udinese in cambio di una borraccia termica e una spugna nuova per il massaggiatore.
- 2005-2006 Udinese
- Serse Cosmi, nuovo allenatore dell'Udinese, per un beffardo scherzo del destino se lo ritrova in squadra. Saadi riceve dall'allenatore la maglia numero 11, in quello che sembra un sorprendente attestato di stima. La maglia era appartenuta per due anni a Dino Fava Passaro, un pippone senza precedenti nella storia del club friulano, autore però di una tripletta messa a segno contro il Perugia il 26 ottobre 2003, proprio quando quest'ultima era allenata da Cosmi. Quella maglia ha sul tecnico lo stesso effetto della kryptonite per Superman, Cosmi la usa quindi per annullare il maleficio che sembra averlo colpito con la formula del "chiodo scaccia chiodo". Saadi entra in una sola partita durante la quale, con una spettacolare rovesciata, spedisce il pallone su una Bianchina parcheggiata fuori dallo stadio, rompendole lo specchietto sinistro. L'auto di Serse Cosmi.
- 2006-2007 Sampdoria
- È il quinto anno consecutivo di Walter Novellino alla guida della squadra, sempre con ottimi risultati, non sarà certo la presenza del libico a guastare un meccanismo praticamente perfetto. Durante una partitella di allenamento però Saadi entra duro su Reto Ziegler, il campione svizzero in forza alla difesa, mettendolo fuori gioco per due mesi. Il calciatore viene immediatamente allontanato dal centro sportivo e i suoi calzini fatti annusare ai dobermann che lo sorvegliano, nel caso gli passasse per la testa di tornarci. Con la Sampdoria non gioca nemmeno una volta e, forse per un eccesso di scrupolo, non viene nemmeno mandato in tribuna durante le partite.
Curiosità
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- È stato il primo calciatore libico a giocare in Serie A[3].
- È stato il primo calciatore libico ad essere squalificato per doping pur stando in panchina[4].
- La scarsa disponibilità di fotografie sul web, mentre era calciatore, non è per motivi di privacy[5].
- Quando Serse Cosmi sente il suo nome si butta per terra in posizione fetale.
- Quando Stefano Colantuono e Walter Novellino sentono il suo nome entrambi esclamano: "Chi?!"
Note
Voci correlate
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