San Gemini

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La perduta immagine del Santo, sparita durante la piena dell'Arno del '66.


« Laudato si', mi Signore, per sor'acqua, la quale è molto utile et hùmele et pretiosa... et casta. »
(San Gemini parla di una certa Suor Acqua, esitando sul "casta".)
« Sarà anche altissima, purissima e quell'altra cosa, ma ora mi hai rotto le palle! »
(San Gemini non gradisce la concorrenza tirolese.)

San Gemini, conosciuto anche come San Gemine (Siria, VIII secolo – Ferrarelle, un sera che pioveva), è stato un monaco siriano trapiantato a Terni. Lo venerano come santo: la Chiesa cattolica, la Terme di Boario S.p.A., la UIMP (Unione Italiana Malati di Prostata), i seguaci dello Zebraismo quando vanno al cesso e i cani se non riescono a trovare un albero.
Protegge dalle piene dei fiumi, dalle coliche renali e dalle pisciate controvento.
Se una donna gli accende un cero votivo al mese, il suo uomo riesce a centrare la tazza senza insudiciare il bordo.

« Bello Santo mio inzuppato pure ieri t'ho pregato,
mio marito col suo pesce a far centro non riesce.
Stai a sentì 'ste invocazioni, che m'ha rotto li cojoni! »
(Una donna esasperata chiede l'aiuto di San Gemini.)

Biografia

La peculiare forma di benedizione del santo.
« Prendete e bevetene tutti. »
(San Gemini)

La sua biografia è affidata per lo più alla leggenda, ma considerando che l'ultima volta l'ha riportata sgualcita, questo non succederà più. Secondo essa, Gemine nacque nell'VIII secolo in Siria, schizzando fuori da una vongola. In realtà era figlio di un militare chiamato Milisieno, che gli lasciò in eredità il suo Super Liquidator, e di una donna chiamata Belliade, conosciuta come "quella col nome ironico" perché era brutta come un bestemmia in chiesa. In giovane età seguì le orme paterne, ma quando si accorse di essersi perso gettò alle ortiche la carriera militare e si diede all'eremitism al vagabondaggio. Dopo aver consumato migliaia di chilometri, centonove paia di sandali e mezza quintalata di cicoria del Libano, si ritrovò a Spoleto. Alla sua prima apparizione al Festival dei Due Mondi si fece subito apprezzare come incantatore di marshmallows, tanto che Giulio Andreotti[1] lo scritturò per la comunione di sua nipote. Durante la cerimonia in chiesa (illuminato da un raggio di luce che passava dal rosone centrale) Gemine ricevette "la chiamata", però aveva solo una tacca e dovette uscire per rispondere. Dio gli ordinò di recarsi a Casventum (l'odierna San Gemini) per diffondere la sua dottrina, ma il santo gli fece notare che, se proprio doveva spacciare qualcosa, Casventum era un posto del cazzo perché erano ad occhio e croce duecento abitanti, e la maggior parte oltre i settanta. Dio è "bono e caro" ma quando si fissa non c'è verso di smuoverlo, Gemine acconsentì.
In quel luogo trovò una fonte di acqua purissima e levissima, la benediciqque rese potabile con un trucco magico, e aprì una stazione termale che lo rese immensamente ricco, anche se doveva versare il 40% di pizzo al Vaticano. Visse fino a 115 anni, morì stroncato dai reumatismi.

« Se l'acqua scarseggia la papera non galleggia. »
(San Gemini (ultime parole in punto di morte).)

Miracoli riconosciuti

I tre gemelli Crusca, un trucc prodigio esaltante.
In attesa che il miracolo faccia pienamente effetto, Mariastella Gelmini ha dichiarato:
"Sdaafefsljh apsaefepfahf asgsioijfglk".

San Gemini secondo il diritto canonico sarebbe stato santo comunque, perché era raccomandato da suo cugino. Comunque risultano diversi miracoli, sia sul prestigioso settimanale[citazione estorta] Cronaca Vera, che per sentito dire.

  • 2 ottobre 1234, arde un frutteto a Puccialombo (XL). Dopo le preghiere del proprietario, fervente devoto del santo, nevica zucchero e ottiene così venti tonnellate di ottima marmellata. Col ricavato della vendita compra un trattore e una schiava del Gabon.
  • 19 maggio 1384, Don Ignazio Brucola, parroco di Otricoli (TR), mentre celebra un funerale chiama per sbaglio il morto Gemine e, prima che faccia in tempo a scusarsi, un paraplegico inizia a camminare, un muto inizia a parlare e un gobbo inizia a sgobbare. Poi, in un silenzio irreale, si sente una voce dall'alto: "Scusate sono San Gennaro, prima la linea era disturbata, mi avevate invocato vero?"
  • 22 settembre 1492, gli equipaggi di tre caravelle sperdute nell'atlantico sono allo stremo. Uno dei mozzi, in preda al delirio , invoca il santo. I sorci della stiva si tramutano in Pata Negra, o almeno a loro così è sembrato.
  • 6 aprile 1671, a Zigulì (frazione di Caremoli) per poco un piccione non smerdazza il podestà, che aveva appena inaugurato una statua del santo davanti alla chiesa di Santa Barbara in Salve.
  • 8 maggio 1814, Cannamoscia (CE). Grazie al prodigioso santo, i tre gemelli siamesi Nina, Pinto e Santa Maria Crusca, che condividevano i diti medi "a trenino", si staccano e iniziano a fanculare chiunque con estrema facilità.
  • 18 febbraio 1944, l'abbazia di Montecassino è sotto il bombardamento alleato. Fra Poco, il monaco responsabile della biblioteca, assiste impotente alla distruzione dell'enorme patrimonio culturale. Si getta in ginocchio ed invoca San Gemini. Dalla completa distruzione si salvano alcune opere di inestimabile valore, tra cui una bibbia scritta a mano da Papa Gelasio II e la collezione completa di Sukia.
  • 4 dicembre 2009, Mariastella Gelmini si sottopone ad un delicato intervento di innesto cerebrale. Una volta aspirata l'acqua che occupa interamente la cavità cranica, e dopo aver asciugato quest'ultima col phon, viene inserito un cervello di bonobo fissandolo con la colla a caldo. Viene riempito nuovamente il cranio con l'acqua, stavolta quella benedetta del santo. Dopo soli tre mesi, la Gelmini è in grado di seguire con lo sguardo una partita di tennis, azzeccando circa il 36% dei movimenti della testa.

Note

  1. ^ Si, già c'era!

Voci correlate