Sanniti

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Ragazze, avete visto che bello il mio nuovo cinto inguinale?


« Mamma li Saniti! »
(Soldato romano che invoca la mamma alla vista dei Sanniti)
« Devo tutto quel che sono a loro »
(Napoleone su Sanniti)
« Io non sono beneventano: sono sannita »
(Beneventano rimandato in "Storia e geografia" e bloccato in un continuum spazio-temporale)

I Sanniti furono un mitico popolo di wrestler italici, figli unigeniti di Ares e Mara Maionchi. Il loro territorio era il Sannio: zona corrispondente all'attuale contado di Terronia, con l'esclusione di Calabria, Sicilia e Sparta e l'aggiunta della Cappadocia e di Nibiru.
Istruttori di Pirro e degli elefanti di Annibale, guerrieri invincibili e notori fighetti, furono i soli degni avversari che Roma abbia mai conosciuto.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Sanniti

Origini e territorio

Provenienti presumibilmente da Marte e imparentati strettamente coi Klingon, si stanziarono anticamente nelle terre comprese tra la Maiella, la Campania, i fiordi norvegesi e l'autogrill La Macchia Est.
Le striminzite pianure, accerchiate dalla fitta boscaglia, accolsero queste popolazioni migrate forzatamente a causa del rito della "Sacra primavera" (lat. Ver sacrum). Questa liturgia divinatoria, attuata sin dall'era della carta stagnola, prevedeva l'obbligo di spostarsi, a ogni primavera appunto, da una parte all'altra della Via Lattea in cerca dell'acqua San Benedetto; il tutto col solo aiuto di una guida galattica per autostoppisti e di buoi e rondini idrofile.
Ma visto che, come si sa, una rondine non fa primavera e un carro di buoi tira meno di un pelo di fica, i Sanniti incapparono in un territorio morfologicamente omogeneo non più di una scarpa anti-infortunistica. Per di più le dorsali appenniniche costituirono da subito un problema per il transito di genti, merci e spazzolini gengivali con la madre patria.
Proprio a causa di ciò, i fieri Sanniti iniziarono da subito a riprodursi per gemmazione così da poter sfidare immediatamente tutti i popoli terrestri e occuparne i territori e le donne; in un solo torneo intercontinentale riuscirono a strappare Cuma ai greci, Capua agli Etruschi, le isole Falkland all'Argentina, la mitica cintura di Orione ai Romulani e il tanga alla vergine di Norimberga.
Nonostante tutto, memori degli antichi disagi subiti, ancora oggi nei territori sannitici si è soliti imprecare contro la Maiella[1].Tale morfologia, però, ebbe l'indubbio vantaggio di rendere il Sannio più inespugnabile di Troia e permise ai Sanniti di diventare campioni intergalattici anche di nascondino.

Governo

I Sanniti erano degli accaniti campeggiatori itineranti: vivevano in villaggi vacanze sparpagliati su tutto il territorio e si spostavano dall'uno all'altro liberamente.

Veduta di un tipico "touti" sannita

Questi villaggi, chiamati touti perché tutto era di tutti e niente di nessuno, erano i centri vitali della repubblica anarco-trotskysta sannita.
Attendibili fonti storiche ci raccontano che tutti i Sanniti provavano una forte avversione per la monarchia e per i piemontesi, al punto che si rifiutavano di fare il tiramisù coi savoiardi e il mascarpone, preferendo a questi i tarallucci e la ricotta di pecora.
Lo stato sannita non era solo repubblicano ma era anche democratico: oltre che eleggerli, i Sanniti picchiavano molto democraticamente i loro politici in pubblico. In mancanza dei cinturoni sacri atti allo scopo, era permesso ricorrere a frustini, nerbate e ciabattate.
Non esistevano famiglie tanto potenti da influenzare la vita pubblica e la ricchezza non bastava per valutare un uomo; i Sanniti non avrebbero mai sopportato di esser governati da persone che non avessero rischiato almeno sette volte al minuto la vita in World of Warcraft.

Popolo

I Greci li chiamavano Saunitai, i latini Samnites ma la verità è che nessuno sapeva chi fossero, da dove venissero, perché puzzassero di capra e come facessero a indossare cinturoni così grossi senza slogarsi le anche.
Condividevano con i cugini Klingon e con i Puffi l'aggressività, il militarismo, l'assenza di individui di sesso femminile e la passione per l'abbigliamento burino; ma non la propensione al coma etilico e all'ipertricosi.
Secondo antiche leggende sconfissero gli indigeni locali con fionde caricate a meteoriti e colpi di mascara, per poi accoppiarsi con donne spartane, capitate lì per caso, e dar vita a una nuova e invincibile razza.
In realtà questa storia sembrerebbe essere una fandonia inventata dagli Eschimesi che volevano così lusingare i loro vicini dal momento che i Sanniti potevano mettere facilmente insieme 80.000 soldati di fanteria, 8.000 cavalieri, 800 Eurofighter, 8 cerbottane e fargli il mazzo ottagonale prima che loro potessero dire: "Passami la foca a brugola, per cortesia".
Il popolo sannita propriamente detto era formato dall'unione di quattro comunità: i Caudini, i Carricini, i Mastelliani e i Sioux, passati poi alla storia come "Pentri".
Questi ultimi rappresentavano la colonna portante della nazione sannita: forti e temibili com'erano, temprati dalle mille avversità della vita ad alta quota e dall'alimentazione a base di peperoncino al titanio, si presero la libertà di scassare da soli l'anima a Roma non per poco.

Vita sociale

Due gladiatori sanniti mentre cercano disperatamente la pinzetta per prepararsi adeguatamente alla lotta

L'organizzazione della società sannita si ispirava a concetti di stretta osservanza guevariana  :

Per queste ragioni, i Sanniti ebbero una evoluzione sociale basata su una marziale uguaglianza, e per la stessa ragione alla fine i Romani li vinsero e li incarcerarono all'Asinara, accusandoli di appartenere alle Brigate Rosse.
Sia il clima sia la diffusione della pastorizia imponevano l'uso di indumenti di lana che veniva lavorata per poi essere colorata e venduta durante le promozioni su Teleaeisernio. Gli ornamenti erano solitamente di bronzo, oro, argento o Pastammerda. La donna si agghindava con anelli, collane, bracciali e ossa di balena; l'uomo anche. Essendo particolarmente attento all'aspetto e alla prestanza fisica, usava indossare bianche tuniche strette in vita col solito cinturone, regalo personale di Ercole a ogni sannita che avesse almeno un paio di gambe, e rubare la pinzetta della mamma per depilarsi le sopracciglia.
Nonostante avessero un aspetto effeminato, erano ottimi guerrieri e dimostravano la propria baldanza fisica con giochi di combattimento che finivano con la messa a terra dell'avversario. Occasionalmente anche della sola testa di questi. Spesso il premio finale era di nuovo un cinturone: il solito e il solo oggetto per cui un antico sannita avrebbe accettato persino di partecipare all'isola dei famosi. A volte questi giochi venivano organizzati anche per scegliere i giovani migliori da maritare con belle fanciulle, in modo da evitare contese sfocianti in modi molto più tragici. I brutti non venivano uccisi ma si era soliti usarli come portaombrelli.
Quei rozzi dei Romani non colsero il valore di queste manifestazioni sportive e, pur conservandone il latente carattere omosessuale, trasportandole nel Colosseo le trasformarono nelle lotte tra gladiatori e piccioni mannari.

Altare votivo sannita dedicato alla grande mediatrice

Religione

I Sanniti erano un popolo profondamente religioso e di conseguenza superstizioso. Considerato che le poche attività che essi giudicassero rispettabili erano la guerra, la pastorizia e l'elettrodepilazione, le sole divinità prese in seria considerazione erano Marte, Minerva, Cerere, Mariella Sobrino e una misteriosa divinità che i Sanniti indicavano come "la grande mediatrice"; gli studiosi tendono a confermare l'ipotesi che fosse un altro nome di Xena.
Sempre in rispetto alle rigide abitudini comunitarie, i Sanniti erano soliti venerare tutte queste divinità in un unico tempio, offrendo loro quanto di più prezioso avessero[2]: mamme, padri, figli e soprattutto interiora di legionari romani.
Ai riti sannitici venivano spesso invitati a partecipare anche popoli amici quali spartani, Celti, mongoli di Gengis Khan e Russell Crowe.
Sul versante "superstizione", basterà dire che le famigerate "Forche Caudine" non furono altro che un cortese rito purificatorio: i Sanniti furono costretti a farvi sottostare i Romani visto che questi erano entrati in casa loro passando sotto una scala, facendo rovesciare il sale e rompendo gli specchi, oltre che le palle.

Guerre sannitiche

Quelle passate alla storia come guerre sannitiche sono poco meno che un'invenzione degli storici romani, notoriamente oggettivi meno di un giornalista Mediaset.
Gli storici odierni sono invece indecisi tra due differenti versioni:

  1. I Sanniti si recarono al luogo dell'incontro con l'esercito nemico ma trovandosi difronte quattro straccioni bassi, grassocci e pelosi, pensarono che non poteva trattarsi dei famigerati Romani e se ne tornarono a casa. La partita fu data vinta a tavolino a Roma per assenza dell'avversario.
  2. I Sanniti si recarono al luogo dell'appuntamento ma, vedendo l'esercito nemico, scoppiarono a ridere e finirono tutti per morire asfissiati. La partita fu data vinta a Roma per assenza dell'avversario.

In un modo o nell'altro, fu così che Roma ebbe la meglio sui Sanniti e poté iniziare la conquista dell'intera penisola.
A farla breve, se avessero vinto i Sanniti, oggi non avremmo la pasta alla carbonara, Mani pulite e il concerto del 1° maggio.

Fatti, persone, cose, entità offensive e/o contrarie all'etica sannita

Un sannita in corpetto sexy mentre cerca di individuare l'autore dell'articolo della Malefica sui Sanniti

Note

  1. ^ Il fatto che "Madonna" e "Maiella" siano parole assonanti è del tutto casuale.
  2. ^ Cinturoni esclusi
  3. ^ Sono tutti molisani!