Scienze delle merendine

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Tipico studente di Scienze della Comunicazione.
« Per fare un tavolo, ci vuole il legno; per fare il legno, ci vuole l'albero; per fare scienze della comunicazione ci vuole un cazzo! »
(Gianni Rodari su scienze della comunicazione)
« Madonna, quanto studio! »
(Studente di scienze della comunicazione sulle ore di studio di un bambino delle elementari)
« No guarda, qui non mi ci iscrivo nemmeno io... »
(Scemo del villaggio su scienze della comunicazione)

Dicesi Scienze della Comunicazione un bizzarro corso di studi che dovrebbe in qualche modo aiutare la comprensione delle interazioni sociali o perlomeno assicurare un minimo di impegno pseudointellettivo a soggetti che prima si chiamavano nullafacenti. Coloro che studiano questa branca del sapere sono per lo più noti come "comunicatori", termine utilizzato dagli studenti del corso di laurea per identificare se stessi, e da cui si denota un positivo senso di autoironia e una preoccupante tendenza a distorcere la realtà. Il livello di difficoltà di questo mirabolante corso di studi viene quasi sempre paragonato alla capacità di seguire una puntata della Ruota della Fortuna.

Denominazioni

Il corso assume diverse denominazioni a seconda del luogo e dall'entità del disprezzo espresso da altri studiosi... quelli veri. Tra le denominazioni ufficiali del corso di studi troviamo:

  • Scienze delle merendine
  • Scienze delle veline
  • Scienze delle patatine
  • Scienze delle ascelle
  • Scienze delle macchinine
  • Scienze dei balocchi
  • Scienze della disoccupazione
  • Scienze delle mutandine
  • Scienze del vagabondaggio
  • Scienze dell'aperitivo
  • Scienze del fancazzismo
  • Scienze dell'eufemismo
  • Scienze del vabbè che mi frega tanto papà c'ha la ditta
  • Scienze all'acqua di rose
  • Scienze si fa per dire

Le denominazioni rispecchiano la devastante difficoltà del corso, il quale richiede uno sforzo mentale addirittura superiore a quello occorrente per fissare la vernice che si asciuga.

Storia

I comunicatori vi racconteranno che la comunicazione è antica come il mondo al solo scopo di menare acqua al proprio mulino (il famigerato mulino bianco). In realtà, le scienze della comunicazione sono state teorizzate per la prima volta ieri, poco prima del tramonto, dal famoso fisico della terra di mezzo, conosciuto con il nome di Miki Picchio.

Questo fisico, astronomo, matematico nonché tergicristalli di una Seat Marbella, dopo anni passati in solitudine iniziò a chiedersi a cosa mai servisse studiare le stelle se poi non si ha nessuna donna a cui chiedere " Vuoi che ti faccia vedere Cassiopea?". Decise quindi di studiare l'unico mistero che non era mai riuscito a svelare a sé stesso: come si conquista una donna! Dopo anni e anni di studi, scrisse un manifesto che ebbe un'importanza fondamentale nella storia dell'umanità: "come copulare con una cozza vantandosi di un titolo di studi inesistente." Fu così che lo studioso inventò la facoltà di scienze della comunicazione.

Il corso di studi

Facoltà di Scienze della Comunicazione, aula studio.

Data l'assoluta e insormontabile complessità della materia trattata (talmente vasta che in effetti non si capisce di preciso quale essa sia), esistono nientepopodimenoché (come scriverebbe un dotto studente della materia in questione) due ramificazioni del corso di studi, le quali sboccano entrambe nel medesimo e oscuro baratro della disoccupazione sfrenata e del disonore, ossia: Comunicazioni di Massa (per rendere nota la propria disoccupazione alle masse) e Comunicazione d'Impresa (per rendere nota la propria disoccupazione alle imprese, le quali, ben guardandosi dall'assumerli, se ne sbatteranno altamente). Il primo corso insegna a usare parole inutili e pompose per spiegare a tutti gli esseri umani concetti talmente elementari da essere imbarazzanti anche per un macaco cerebroleso. Facendo pervenire a scoperte che mai nessuno avrebbe immaginato nemmeno durante la defecazione, e che farebbero urlare "Ma no, dai, cioè, veramente???" persino ad Einstein: ad esempio scoprire magicamente che mescolando l'acqua calda con l'acqua fredda, si ottiene un nuovo liquido ribattezzato dagli studenti della comunicazione col termine di "acqua frelda" o "acqua cadda", per i profani nota come "acqua tiepida". Per questi e altri motivi i comunicatori di massa sono destinati ad anni di disoccupazione e frustrazione professionale; molto spesso infatti si sentono rispondere "E che te c'è voluto laureatte pe' capi' 'sta cazzata?".

Sorte non dissimile spetta ai comunicatori di impresa, che preferiscono farsi chiamare marketing manager (perché dire le cose in inglese fa più figo). Il loro compito consiste nel fornire un "approaching" di tipo "business" che orienti il "marketing" in base alle effettive "request" poiché è risaputo che "the pen is on the table" e che "the dog is under the table"... o anche che "the pen is IN the dog" (un vero comunicatore d'impresa non usa mai termini in lingua non anglosassone; se qualcuno che si fa passare per tale li usa, diffidate: sarà un semplice sociologo o un comunicatore di massa frustrato). Detto in soldoni, lo scopo di un comunicatore di impresa è convincere le persone di aver assoluto bisogno di un oggetto superfluo come un profilattico bucato, facendo loro credere che in realtà si tratta di un oggetto dal quale dipende la sopravvivenza dell'universo tutto (insieme e appassionatamente). In pratica costoro devono imparare a vendere fumo; per questo motivo, molti di loro passano l'intero corso di studi a vendere effettivamente fumo e altri cannabinoidi. Altri si limitando semplicemente a farne un uso che rasenta l'impossibile.

Attività politiche e varie in Ateneo

Classico partito studentesco di destra, caratterizzato da promesse che non verranno mantenute.
I partiti studenteschi di sinistra si portano avanti, e le promesse non le fanno proprio.

È risaputo che all'interno dei vari atenei, gli studenti si danno alle più svariate attività (basta che siano un pretesto per non studiare e per bere un paio di ettolitri di caffè); Potrebbero mai gli studenti di scienze della comunicazione essere da meno??? Potrebbero... ma non lo fanno! Il fenomeno acquista proporzioni bibliche considerando che presso la facoltà scienze della comunicazione, come risulta anche da statuto, non si studia nemmeno per scherzo e quindi il tempo libero abbonda. Gli studenti si daranno perciò ad attività varie e superflue tra le quali:

  • Attività pseudo politica, esercitata azzannando le gonadi di chi esprima anche solo a grugniti un'idea differente dalla propria.
  • Costruire dei comodi rifugi per le creaturine del sottobosco.
  • Creare Forum su internet per discutere su quanto sia difficile studiare una siffatta disciplina; di fatto trattasi di un bieco pretesto per divulgare il proprio indirizzo messenger e inviarsi a vicenda emoticon defecanti.
  • Abbracciare a giorni alterni la filosofia rastafariana.
  • Farsi massacrare dalle squadre sportive delle altre facoltà, compresa la facoltà di scienze delle mutande di piombo.
  • Andare tutte le sere in discoteca fregandosene della "lezione" delle otto della ....... successiva mattina (che molto probabilmente verterà sulle pratiche di masturbazione di Sbirulino).
  • Bere tutto ciò che può essere bevuto, compresa l'acqua delle pozzanghere, nel tentativo di sbronzarsi come delle carampane.
  • Raccattare qualsivoglia tipologia di pattume dalle strade e portarla nella propria casa al fine di esibirla quale trofeo.
  • Restare incollati a messenger finché il PC, in un disperato tentativo di autodifesa, non li castrerà con il modem.
  • Delirare sull'autobus.
  • Sentirsi superiori alle altre forme di vita, ivi comprese le caccole.

Testi adottati

E mai termine fu così azzeccato, perché effettivamente gli studenti di scienze della comunicazione adottano i libri, fornendo loro vitto e alloggio, svezzandoli e accudendoli con amore ma stando però bene attenti che questi non vengano mai, neppure accidentalmente, aperti. A tal proposito i testi vengono opportunamente sigillati con super colle, siliconi, chiodi, lucchetti e sigilli magici.

Lo studente sceglierà per ciascuna materia il primo libro che gli capiterà a tiro, purché abbia meno di venti pagine, le parole siano scritte molto grandi ed abbia qualche disegnino da colorare. Alcune leggende metropolitane dicono che una volta uno studente di scienze della comunicazione abbia tenuto un libro aperto per più di dieci minuti ma sono storie talmente fantasiose che diventa difficile credervi.

I colori vivaci stimolano l'attenzione dei vispi studenti della comunicazione.

Tra i titoli più celebri ricordiamo:

  • Aldo Pappacena - Trattato sul corretto uso del filo interdentale.
  • Yeti Kamikaze - Deglutisci e ti stupisci (premiato nel 2006 col Segnalibro rettale, noto riconscimento letterario)
  • Manlio Suoladigomma - Psicologia del criceto
  • Agazio Brufoli - Storia dell'evoluzione delle comunicazioni: dai geroglifici a Maria De Filippi.
  • Qui, Quo, Qua - Il manuale delle giovani marmotte.
  • Nonna Rolanda - Il libretto di istruzioni del frullatore.
  • Gesualda Frisona - 101 modi per cambiare suoneria del cellulare.
  • Arcadio Ovosodo - Risposta definitiva al dilemma universale: "Meglio la birra o la borra?".

Curiosità

Il 90% delle studentesse iscritte aspira a diventare una velina o simile. Anche se è risaputo che questo è impossibile, in quanto per poter diventare veline è necessario avere una laurea in giurisprudenza,un master in fisica quantistica, ma soprattutto un organo riproduttivo abbastanza capiente. Il 99% degli uomini iscritti aspira solo a vivere di stenti e potersi autodefinire dottore. Forse non tutti sanno che durante gli esami, lo studente della comunicazione dovrà presentarsi in sé stesso medesimo, a volte addirittura impersonificato. I più scaltri uomini frequentanti le lezioni risultano essere liberi fancazzisti che approfittano della ghiotta occasione, offerta dalla facoltà di scienza delle veline, per copulare selvaggiamente.

Esami

Gli esami del corso di studi in mediazione linguistica sono:

Esame di Sociologia, prova scritta.
  • Alfabeto italiano A-L
  • Alfabeto italiano M-Z
  • Alfabeto inglese (senza le lettere strane)
  • Sociologia della Fava
  • la tecnica dell'ozio produttivo
  • Psicoterapia di gruppo
  • Abbaiare 1
  • Semantica del barrito
  • Semantica del burrito
  • Tabellina dello 0, 1, 2, del 3 e del 4 (facilitato)
  • Semiologia della pernacchia
  • Informatica 1 e 2 - come imparare a scrivere una e-mail e ad aprire Microsoft Word.
  • Informatica applicata (in cui si impara cosa scrivere con Word dopo che lo si è aperto).
  • Percezione e comunicazione gestuale - come mandare affanculo una persona senza dover aprire bocca
  • Sociologia del bidet
  • Metodologia della depilazione ascellare comparata
  • Scrittura creativa - scrivere un tema e farne un origami a cigno.
  • Esegesi del cavallo a dondolo.
  • Fenomenologia del rutto
  • Storia dei Pokèmon contemporanea.
  • Diritto Europeo a culo.

Prove Pratiche

Gli atenei di scienze della comunicazione offrono servizi per tutte le esigenze.

Sono previste altresì una serie di prove pratiche che gli studenti dovranno superare per diventare un giorno scienziati della comunicazione:

  • Arrotolare la lingua
  • Toccarsi la punta del naso con un dito
  • Bere il brodo con una forchetta
  • Aprire le lattine con l'alluce
  • Leccarsi il gomito (solo il 0,003% ci riesce)

Tesi di laurea

Data la complessità del corso di studi, nota e temuta da chiunque abbia un cervello pari a quello di un Australopiteco, gli argomenti trattabili in sede di tesi sono i più disparati (e disperati). Ecco alcuni titoli di tesi realmente discusse:

  • Evoluzione dell'Anitra WC nelle popolazioni mesopopotamiche.
  • Analisi dell'allegra famigliola della pubblicità dei Kinder Briòss per scoprire perché cazzo se la ridono tanto alle 6 e mezza del mattino.
  • Fenomenologia del rigurgito.
  • Creazione di un buffo video dove quando mi tocco il naso si sente "bip bip", ahahah non è forte professò? (titolo completo della miglior tesi mai realizzata in scienze della comunicazione).
  • Come scartare un Buondì Motta.
  • È meglio il Tegolino o il Saccottino?
  • Che mondo sarebbe senza Nutella?

Prova Finale

Dopo aver sostenuto tutti gli esami e le prove pratiche, gli studenti saranno ammessi al serale di "Amici" di Maria de Filippi, ma di solito in finale vengono battuti in una prova di riflessi da un opossum malato di meningite.

A seguito della sconfitta, verrà consegnato loro un documento simile in tutto e per tutto a una laurea, ma fatta con carta igienica riciclata, riconoscibile dal suo tipico color marrone. A piè di pagina si potrà trovare la dicitura "Pagina 1/1", emblema dell'incapacità delle segretarie nell'utilizzare un qualsivoglia strumento di comunicazione.

Concorsi Pubblici

Ad uno studente vanno a fuoco le cervella mentre ripassa le tabelline.

Per i geniacci che conseguono il prestigioso titolo di studi è previsto un unico bando di concorso pubblico, indetto ogni 437 anni dalla Repubblica delle Banane d'Italia e volto ad assicurare un prestigioso posto di lavoro come addetto alle fotocopie in una multinazionale senza fotocopiatrice.

Per selezionare adeguatamente l'unico candidato che avrà tale onore, si utilizza una prova pratica di difficoltà aberrante: il candidato avrà solo 18 tentativi per pronunciare senza errori la parola "Ohibò"! Finora mai nessuno studente di scienze della comunicazione è riuscito in tale impresa mastodontica, rendendo il suddetto posto di lavoro ancora più ambito.

Sbocchi Professionali

Il primo giorno di lavoro (ammesso che ne trovino uno) di due neolaureati in scienze della comunicazione.

Eccettuato il fantastico concorso pubblico di cui sopra, un laureato in scienze della comunicazione può solo ambire a una cupa e penetrante disoccupazione. Data l'utilità di tale laurea infatti, le giovani promesse (che mai verranno mantenute) della comunicazione avranno difficoltà persino a trovare occupazione come battistrada dei TIR. L'unica alternativa alla disoccupazione sarà dunque l'eventuale ditta di paparino, che gli studenti disprezzeranno a denti stretti finché non saranno costretti a tornare all'ovile elemosinando un pezzo di pane raffermo ai propri genitori. La cosa divertente è che saranno considerati l'ultima ruota del carro anche nella ditta di papà.

Alternative alla facoltà pubblica

Per chi proprio volesse entrare con mirabolante ottusità nel frizzante mondo della comunicazione, l'unica alternativa alle facoltà pubbliche consiste nell'inscriversi al noto IULM, sperando così di poter fare da tappetino al Berlusca. Da notare che l'acronimo IULM sta a indicare l'Inutilità di una Università e Laurea Mongoloidi.

Alternative alla comunicazione

Per i saggi figliuoli che invece, dopo la lettura di quest'articolo avessero deciso di abbandonare il mondo della comunicazione, le alternative più valide sono le seguenti:

  • ualunque altra cosa.
  • Per le ragazze: farsi suora.
  • Per i ragazzi: farsi suora (lo stesso).
  • Ansimare senza motivo.
  • Perdere tutti gli averi al video poker.