Siciliano
Figura ispirata al tipico abitante della Sicilia, il siciliano è un personaggio di fantasia inventato dalla Rai per aumentare lo share delle puntate di Montalbano.
Si dà il caso che un siciliano possa essere:
- mafioso
- sindacalista vittima della mafia
- cannolo
- poliziotto che indaga sulla mafia
- magistrato ucciso dalla mafia
- politico corrotto e affiliato alla mafia
- farcitura di un pilone a caso
- coinquilino dei pesci del porto
Come dimostrato dallo schema, in nessun caso il siciliano è noto all'Agenzia delle Entrate.
La Genesi
Nel terzo giorno della Creazione, mentre Dio era impegnato a inventare i fichi d'india, gli aranci e i biscotti alla giuggiulena[1], i siciliani iniziarono a vagare per il mondo cercando di piazzare la merce al mercato ortofrutticolo di Katmandu. Lo stesso Dio, preoccupato per la fuga di cervelli, iniziò a gridare come un pescivendolo:
La risposta dei siciliani, "Tu fatti i cazzi tò!"[3], non si fece attendere e in quello stesso momento Dio coniò il detto:
(Ezechiele 23,67-34)
Per frenare l'esodo il Padreterno stabilì di dividere la Sicilia dal resto del paese delle banane, ponendo a guardia dello Stretto di Messina Scilla, Cariddi e Mino Reitano.
La situazione rimase tesa per molti anni, fino a quando il popolo di Sicilia, stanco di non avere nessuno da bestemmiare quando scarseggiavano i pummarora, inviò a Dio due ambasciatori: Santa Rosalia e Sant'Agata. Il Signore accettò la proposta di pace ma impose un'espiazione: i siciliani avrebbero dovuto subire il dominio di Turchi, marocchini, Normanni e valdaostani. E niente squadre in serie A per almeno 1000 anni.
Le cronache registrano la reazione delle due sante:
Aspetto
Il siciliano non è distinguibile da un qualsiasi altro tunisino; anch'egli ha una statura misurabile col righello e puzza di sugo alle sarde già alle cinque del mattino.
Il colore della pelle può variare tra il "verde oliva" e il "verde oliva ascolana"; occhi e bocca si trovano sul volto, protetti da uno spesso strato di peli idrorepellenti, utili per l'isolamento termico e per spaventare nemici quali esattori delle tasse, piementosi e turisti in vacanza. Il capo si presenta solitamente prolungato in coppole, fazzoletti e fez. Se munito di capelli, gli stessi hanno la consistenza di un nido di crocopapera e non sono facilmente distinguibili dai baffi, folti specialmente nelle donne.
Il mento è particolarmente sfuggente, probabilmente a causa della diffusa abitudine di proiettarlo in avanti e far schioccare la lingua per dire "No". Trattasi del classico
Che poi è l'unico modo sicuro per distinguere un siciliano da un padovano.
Il corpo è rivestito da una speciale patina di sudiciume, utile per poter riposare al Sole e giocare a pallone anche quando ci sono 50° gradi all'ombra. Gli arti, sia superiori che inferiori, possono essere ripiegati a 360° per facilitare l'atto del riposo e dello stravaccamento in qualsiasi circostanza. Trattasi della posizione Mastro Lindo, eseguibile alla perfezione solo se si è geneticamente predisposti al nullafacentismo e supportati dalla tipica trippa da caponata.
Il siciliano in Sicilia: usi e costumi
A oggi pare che di trentatretrilioni di siciliani, appena sessanta milioni popolino ancora la "terra Santa": la Trinacria. Il nome dipende dalla forma triangolare a Beretta dell'isola; fu scelta appositamente da Gesù per dissuadere i comunisti dall'invadere il santuario di san Pancrazio a Canicattì Bagni.
Assiepati alla falde dell'Etna, sulla cui cima dimorano il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo e u'sciccareddu[6], i siciliani di Sicilia iniziano le loro giornate verso le undici. Dopo essersi sfamati con una leggera granita con doppia panna e brioche calda, riposano. Almeno fino all'ora di cena, che in Sicilia significa le 21:30, 21:45. Giusto il tempo di digerire il "ruoto" di pasta 'ncaciata trangugiato a pranzo. Superata le 22:30 i siciliani si animano e iniziano a intasare piazze, porti, mercati, tangenziali e uffici statali. Per fare cosa, non sono affari vostri.
I ragazzi in età scolare, detti anche "picciuotti", "picciuttazzi", "picciuttedi" e "Grannissimi vastasi, lassati iri a mè lapa[7]", sono in costante aumento, anche se non nelle aule scolastiche. La loro unica attività è quella di... giocare a pallone. Poi, chiddi cca c'hanu i sssoddi, si dedicano alla piscina per perfezionare il proprio fisico per le future nottate in discoteca e sfoggiare i pettorali alla spiaggia libera n°379 e picca[8]. Attività secondarie sono quelle dello "Sfotti il polentone", "Sfotti il turista polentone", "Fotti il polentone". Molti si danno all'avventura esplorando la propria città che, per un inspiegabile motivo, conoscono perfettamente fin dai quattro anni.
L'adulto, solitamente sposato e con un numero di figli variabile tra due e quattordici, è un esempio per tutti; tra gli impieghi più ambiti ricordiamo il carrettiere, l'invalido di guerra, il vigile urbano, l'addetto al recupero crediti e il disoccupato. Giunti all'età della pensione evolvono allo stadio di anziano, impegnandosi alacremente nel raccontare, e raccontare e riraccontare le loro paleozoiche storie di lavoro, sacrificio e amore per la terra siciliana a chicchesia si trovi malaguratamente a meno di un chilometro di distanza. Ciò che accomuna tutti i siciliani è però l'amore per la famigghia; soprattutto per la mamma che gli prepara "i cassateddi"[9] e la pastina con l'olio; perché per loro il dado è roba da continente. Questo potente legame impedisce ai siciliani di andar via di casa prima dei quarant'anni, giusto il tempo di trovare una Rosalia/Concettina/Maria Catena che gli lavi i "quasetti fitusi[10]" dopo la morte di mammà.
Tra le più antiche tradizioni locali ricordiamo la fuitina, ovvero un finto rapimento organizzato da due giovani innamorati per consumare atti morosi, ovvero mettere in forno la pagnotta. Normalmente le rispettive famiglie sono a conoscenza della tresca ma fanno finta di niente, non fosse altro per il fatto che in Sicilia un matrimonio conta tra i trecento e i quattrocentocinquanta invitati. Imbucati esclusi.
Il siciliano tra i 'taliani
I siciliani si comportano come tutti gli altri predatori e abbandonano il proprio territorio solo se costretti dalla fame o dall'Interpol. Non molto propenso a socializzare con i continentali, considerati stranieri non meno dei kazaki, il siciliano è solito aggirarsi con fare da malvivente al solo scopo di evitare problemi. In pratica fa come i gatti quando arruffano il pelo per spaventare i coccodrilli.
Alcuni addirittura affermano che la mafia non esista[citazione necessaria] ma sia un'invenzione siciliana per evitare scassamenti di palle.
Portato con la forza all'esterno del suo ambiente d'origine, il siciliano si adatta rapidamente al posto di arrivo, forgiandolo a immagine e somiglianza di un qualsiasi quartiere di Catania, Palermo o Roccalumera che sia. Dopo i primi momenti di diffidenza gli autoctoni si lasciano vincere dal fascino esotico delle cassate e di "Ciuri ciuri". Il siciliano inizia così a invitare a cena chiunque, nella foga di farsi accettare completamente e far dimenticare cinquanta anni di leggende, sparatorie, pizzi, pizzini e puntate de "I Soprano".
Impiega il resto del tempo lamentandosi di quanto gli manchino gli sfincioni di zia Crocifissa e di come sia "nu schifiu[11]" essere costretti ad abbandonare millanta chilometri di spiagge libere e incontaminate per trasferirsi a Milano, alzarsi alle cinque di mattina e fare il bagno all'Idroscalo, baciati dalla nebbia.
Col passare degli anni tende ad assumere lo stile di vita degli autoctoni, fino a risultare indistinguibile dall'italiano. Con l'unica differenza che continua a parlare di ieri pomeriggio al passato remoto e che appena varca lo stretto per tornare in Sicilia è in grado di resettarsi e tornare allo stadio di partenza.
Linguisticamente il siciliano si riconosce anche per l'abitudine di usare l'espressione "Minchia!" come a Domodossola userebbero la virgola; non rari i casi di siciliani trapiantati a Torino che sono sfuggiti a uno scippo semplicemente pronunciando la parola magica che identifica in tutto il mondo il siciliano, quindi il mafioso. Alternativamente possono presentarsi casi di trasposizioni civilmente più accettabili come "Mizzica", "Mizzichina", "Spacchiu talii?" e "Va fa 'nto culu", "Va ietta sangu ru cori" e "Arrivederci a presto".
Siciliani famosi
- Tony Sperandeo, attore; nato a Palermo e morto in tutti i film sulla mafia che ha girato. Durante la sua partecipazione a La Fattoria, i palermitani hanno sacrificato a Santa Rosalia tutte le scorte cittadine di pane ca meuza pur di farlo rimanere lì per sempre.
- Carmen Consoli, strangolatrice di gatti; nata a Catania e diffusasi nel resto del cosmo. Non è ancora stata trovata una cura, nonostante l'intervento di sant'Agata. Ha riscosso un notevole successo come suonatrice di ukulele part-time, commercialista e caricatura di cantante.
- Ponte sullo stretto, monumento commerativo per i mafiosi finiti dietro le sbarre; progettato dai migliori ingegneri messinesi della divisione "Buddaci". E infatti il celere procedere dei lavori lo dimostra.
- Salvatore Quasimodo, poeta, sacrestano e imprenditore caseario; ragusano di Modica, raggiunse la notorietà con le raccolte "Non sono quel dannato gobbo campanaro!" e "Ed è subito cena", trattato su come cucinare rapidamente i prodotti caseari che lui stesso produceva.
- Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura; girgentino, nacque in un paio di pantaloni e si arricchì col commercio di fiammiferi porta a porta. Divenne famoso con l'opera "Sei personaggio in cerca d'autore", scritto a quattro mani col suo psichiatra.
- Archimede, inventore; siracusano, si trasferì giovanissimo a Paperopoli dove visse fino alla morte, sopravvenuta durante un esperimento volto a trasformare un bue in un'equazione lineare.
- Vladimiro Crisafulli, politico; ennese, sconosciuto persino a sua madre. Che, a giudicare dal nome scelto per il figlio, dovrebbe essere iscitta a questo sito.
- Antonino Caponnetto, magistrato; nisseno, morto a 82 anni e per cause naturali nonostante l'impegno anti-mafia. Per questa assurdità i suoi concittadini hanno chiesto al Vaticano che venga iniziata l'istruttoria per la beatificazione. Accendini e magliette sono già in produzione.
- Antonino Zichichi, fisico; trapanese, noto ai più per aver affermato che quando Saturno è in Sagittario non è il caso di interrare i broccoli. Ha provato a dirigere il CERN ma gli hanno risposto di ripassare quando sarà grande.
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci? |
- Spacchiu talii? Fatti i cazzi to!
- Un siciliano, se si fa i cazzi suoi, vive cento anni;
- Ancora ca talii si? Ancora nun t'a cunvinciutu?
- Ogni siciliano sa parlare fluentemente il latino, il greco, il cinese, il vichingo, il sardo, il burundico, il burkinafasico, e altre lingue minori quali inglese, francese e lingua farfallina;
- Homer Simpson, almeno nello spirito, è siciliano;
- Ai recenti campionati del mondo di ingerimento di cannoli con la ricotta interi, Salvatore Cuffaro ha stracciato nettamente tutti gli avversari, ingurgitando duecentotrentaquattro cannoli in settanta secondi. Al termine della gara ha dichiarato: "Per ottenere questo strepitoso risultato, ho dovuto utilizzare la mia superspecialtriplecombo: un cannolo giù per la gola e, contemporaneamente, altri due su per il culo".
Voci correlate
- Dialetto siciliano
- Lupara
- Ponte sullo stretto di Messina
- Palermo-Milano solo andata
- Il commissario Montalbano
- Scacciapensieri
- Carretto degli sfincioni
- La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Note
- ^ Sesamo.
- ^ Dove vi state dirigendo, figli miei?
- ^ La prego di rivolgere i suoi interessi altrove!
- ^ Ma sul serio ti serve la traduzione? Non la guardi la tv?
- ^ Mia cara amica, siamo veramente nella merda!
- ^ L'asino.
- ^ Grandissimi bastardi, lasciate il mio Apecross
- ^ E qualcosa, e poco
- ^ Cassatelle
- ^ Calzettini maleodoranti
- ^ Uno schifo