Squall Leonhart
Squall Leonhart è uno dei personaggi più celebri creati dalla Square-Enix, reso celebre dalla sua prima apparizione come taciturno protagonista belloccio di Final Fantasy VIII e consacrato grazie alla costante catena di riciclaggio nota come Kingdom Hearts.
Apprezzato per la sua impareggiabile capacità di riuscire a tacere in dodici modi diversi, il personaggio di Squall ha trasceso la sua condizione di protagonista d'un opera di finzione per trasformarsi in un modello di vita per moltissimi fan di Final Fantasy, che si identificano in lui e fanno il possibile per cercare di somigliargli. Nonostante prestigiose équipe di psicologi ci stiano lavorando, ancora oggi nessuno è riuscito a trovare una cura valida per imbarazzante situazione.
Final Fantasy VIII
Il meraviglioso carattere
Alla sua apparizione, Squall si presenta come un individuo caratterizzato dai problemi del tipico adolescente medio, con le classiche difficoltà nell'accettarsi, nel farsi accettare e nel combattere acne e forfora. Il che, se il buon protagonista fosse un dodicenne, potrebbe sembrare del tutto normale. Ma l'individuo in questione non è un bambino o un nerd, bensì un mercenario a cui mancano pochi mesi per prendere la patente, ed è questo che rende Squall speciale. Ma non nel senso di possessore di superpoteri o ultimo discendente d'un antica stirpe, ma nel senso di "Non è vero che Dio ti odia, tu sei un bambino speciale!".
Ma passiamo al dunque e vediamo la causa scatenante del suo carattere e, finalmente, il carattere stesso in azione. Come sa chiunque conosca un minimo della storia di Final Fantasy VIII, Squall è un orfano, che ha perso, oltre ai genitori, anche la sorellastra. Letteralmente; madre a parte, nessuno della sua famiglia è effettivamente morto. Padre e sorella se li è proprio persi, probabilmente al supermercato durante una giornata di saldi, stesso triste evento in cui perse la vita sua madre. Il giovane mercenario in erba, rimasto solo, piuttosto che di mettersi a cercare i suoi familiari scomparsi, come avrebbe pensato di fare una qualunque persona banale, ha deciso che l'unico modo per evitare di soffrire nuovamente in seguito alla perdita di persone per lui care, sia quello di mandare a fanculo chiunque tenti un approccio amichevole con lui.
Logico, no?
Il modus operandi
Il nostro eroe applica pedissequamente gli stessi schemi comportamentali a qualunque occasione, rendendo facile la sintesi del suo modus operandi in una manciata di fasi.
- Fase 1
- Le pippe mentali
Quando qualcuno tenta di comunicare con Squall, il giovane, invece di rispondere, si prodiga in un lungo e complesso monologo interiore. I temi più frequenti sono la sofferenza, il dolore, l'insofferenza verso il prossimo e le mutande troppo strette. Questi monologhi solitamente durano diversi minuti. L'interlocutore, nel frattempo, si chiede se Squall sia sordo o soffra di narcolessia.
- Fase 2
- La fanculizzazione
Terminato il monologo, Squall passa finalmente all'attacco, inizia con i tentativi di sbarazzarsi del suo interlocutore. Mentre coi personaggi meno insistenti il giovane si limita a silenzi o monosillabi, con gli avversari più temibili si ritrova costretto a passare alle armi pesanti, ossia al partorire risposte degne della miglior donna single di mezz'età sotto ovulazione.
- Fase 3
- La fuga
Se l'interlocutore è ancora presente dopo la seconda fase, allora è Squall che batte in ritirata. Utilizzando una scusa banale, tipo "Non ne sono capace.", "Non puoi capirmi.", "Mi stai profondamente sul cazzo." o "Mi spiace, ma sono omosessuale." il giovane abbandona la conversazione ed il posto, completando la sua opera umano-repellente.
Ovviamente, tutte queste ciance non servono a nulla senza un paio di esempi pratici. Diamo dunque un'occhiata ad alcune manifestazioni d'amore tipiche di Squall.
- A tavola
- Rinoa: “Squall, mi passi il sale?”
- Squall: “(Ommioddio, di nuovo?)”
- Rinoa: “Squallino, dai passamelo, l'insalata è insipida.”
- Squall: “(Perché non lo chiede al tizio seduto vicino a me?)”
- Rinoa: “Ok, guardami negli occhi: pas-sa-mi-il-sa-le!”
- Squall: “(Mi ha preso per un ritardato?)”
- Rinoa: “Su, Scuoll, passamelo dai!”
- Squall: “Non posso farlo.”
- Rinoa: “Eh? E perché?”
- Squall: “...”
(Squall si alza e se ne va improvvisamente)
- Rinoa: “Oh, quanto lo amo.”
Attenzione bambini, non imitate il nostro eroe! Atteggiamenti come questi sono pericolosissimi! Una ragazza normale, dotata di regolare accesso a tutte le proprie funzioni cerebrali, di fronte ad un atteggiamento del genere avrebbe certamente chiuso la scena piantando con brutalità la saliera nell'ano del malcapitato.
- Al parco
- Zell: “Ehi, Squall, andiamo a staccare rane morte dall'asfalto con Irvine!”
- Squall: “(Perché proprio io?)”
- Zell: “Ehi, sei sordo?”
- Squall: “(Dovrei andare? Rischio di ferirmi di nuovo...)”
- Zell: “Forse si è offeso per qualcosa.”
- Squall: “(No, non posso.)”
- Zell: “Yu-hu?”
- Squall: “...”
(Squall si alza e se ne va improvvisamente)
- Zell: “Eh sì, questo ragazzo deve passare meno tempo da solo al bagno...”
La sindrome di Squall
Il disturbo comportamentale consistente nel mandare a fanculo tutti, indiscriminatamente, in modo da stroncare sul nascere ogni tipo di sofferenza è così peculiare che è stato riconosciuto come vera e propria malattia dall' OMS, in seguito alla terza canna. Inutile dire qual è il nome di tale malattia. Insomma, non è che mettiamo i titoli dei paragrafi a casaccio. Nonostante colui che abbia effettivamente reso pubblico tale disturbo psicofisico sia stato lo Shinji Ikari di neoevangelica memoria, l'unico ad aver reso la gente desiderosa di contrarlo è stato il protagonista di Final Fantasy VIII.
Gli individui affetti dalla Sindrome di Squall si riconoscono facilmente in quanto parlano per monosillabi, abusano dei puntini di sospensione e ricorrono a qualunque tipo di autotortura pur di non ridere in pubblico. Il tutto, con il costante sforzo di attirare quanta più attenzione possibile e contemporaneamente cercare di isolarsi. Cosa che genera un notevole paradosso.
Poiché la presenza di un tale disturbo caratteriale sembra aumentare il fascino dei protagonisti verso il pubblico, gli sviluppatori di anime e videogiochi infilano non appena hanno l'occasione personaggi che ne soffrono, fomentando così lo sviluppo e la diffusione della malattia nel mondo reale.
Il paradosso di Squall
Perché un personaggio che vanta questo carattere riesce ad essere considerato figo da individui di entrambe i sessi? Probabilmente una minuscola quantità di individui lo adora per il suo carattere. Semplice: per via del look. Essendo infatti Squall vestito con capi che potrebbero benissimo sembrare parte della collezione non esistono più le mezze stagioni di D&G o Gucci, è naturale per lui suscitare l'ammirazione di gggiovani alla moda e l'invidia di ogni genere di nerd e affini. Inoltre il suo aspetto androgino, ereditato dal suo padre/prototipo Gackt, lo rende irresistibile per ogni genere di Fungirl.
La coesistenza del carattere e del look di Squall fu un un vero e proprio paradosso, plausibile soltanto perché si trattava d'un videogioco; nel mondo reale, nessun nerd socialmente disturbato si sarebbe mai sognato di andare in giro abbigliato e pettinato come uno dei suoi nemici naturali. Ed all'epoca non esistevano ancora programmi televisivi come La pupa e il secchione o mode largamente diffuse che fondessero sociopatia, nerdismo ed abiti dai prezzi spropositati in un'unica, grande tendenza.
L'idolo delle masse
Squall viene considerato un idolo, un modello da imitare da numerosissimi adolescenti brufolosi e persino da alcuni adulti. È naturale chiedersi il perché di tanto successo. La causa è forse il suo carattere? O il suo look? La risposta esatta in realtà è molto, molto più semplice. I giovani amano Squall perché è fonte di speranza.
Insomma, se un individuo insicuro, incapace di fare altro se non farsi trascinare dagli eventi come lui è riuscito a riprendersi da una crisi adolescenziale durata quasi vent'anni ed a mettersi con una dolce e bellissima ragazza come Rinoa tralasciando il fatto che passerà la vita a rompervi le balle chiedendo coccole sempre e comunque, anche quando vorrete guardare il derby o quando i vostri amici vi invitano ad un toga party, ce la può fare chiunque. Può farcela anche il peggior otaku...
Persino tu!
Allora?
Cosa fai ancora qui, davanti al PC?
Sbrigati! Cospargiti, ungiti di truzzità ed esci!
Vai, imbucati alla prima festa che trovi e comportati come se fossi l'unico essere dotato del membro maschile nel raggio di chilometri e, contemporaneamente, da persona stanca di vivere! Vedrai, a forza di monosillabi e silenzi imbarazzanti, la tua vita cambierà, ed in meglio!
Kingdom Hearts
Il nostro giovane eroe, dopo la partecipazione in Final Fantasy VIII, che gli è valsa un Broncio d'oro per la migliore battuta non detta, è tornato alla ribalta assieme ad altri personaggi di Final Fantasy in Kingdom Hearts. O almeno così sembra.
Lo Squall incontrato da Sora e dalle costosissime licenze della Disney è completamente diverso da quello a cui la Square-Enix ci aveva abituati in precedenza. Nonostante abbia lo stesso atteggiamenteo da lupo solitario, il nuovo Squall ha un carattere totalmente diverso. Niente più monosillabi, silenzi e risposte degne della miglior zitella durante quei giorni del mese. Niente più complessi monologhi interiori degni di qualcuno che fa spendere ad i genitori decinaia di euri in sedute di dialogo con un simpatico signore con gli occhiali. Il baldo eroe sembra essersi trasformato nel protagonista d'un qualunque film catastrofico americano o, perlomeno, in qualcuno che tenta di esserlo.
Forse a causa d'un litigio col barbiere, il giovane mercenario vanta un taglio di capelli che non sembra frutto d'un paio di leccate da parte di una mucca. Dulcis in fundo, ha abbandonato il suo vecchio nome, in favore di uno nuovo: Leon. Sebbene l'idea che non si tratti dello Squall di Final Fantasy VIII ma semplicemente di un suo sosia sia più che legittima, questa è sparisce subito non appena ci si accorge che Leon continua ad utilizzare la assurda ed inconfondibile arma, il gunblade. In realtà il cambiamento di Squall/Leon ha una duplice natura; un nuovo aspetto ed un nuovo nome sono stati necessari perché il giovane potesse nascondersi con successo. Il nuovo carattere invece è la naturale conseguenza della felicità conseguita dal mercenario dopo che questi è finalmente riuscito a togliersi Rinoa dalle scatole.
Non tutti apprezzarono questa radicale trasformazione del personaggio; gli adolescenti che si erano identificati nel vecchio Squall, quello musone e sociopatico, si sono sentiti non poco traditi dal suo cambiamento. Sparito il suo gioviale carattere ed il suo smisurato odio per amici, nemici e gente che passava di lì per caso, è sparito anche ogni motivo per identificarsi in lui. Per questo molti Fan di Final Fantasy fingono che Leon non esista.
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