Strage di piazza della Loggia
(è il caso di dirlo). »
La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba, nascosta in un cestino portarifiuti, fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista. Erano evidentemente altri tempi, oggi una cosa del genere non potrebbe mai succedere, per due motivi: trovare un cestino portarifiuti nelle piazze è già poco probabile, che questo sia vuoto (e puoi quindi piazzare l'ordigno) è impossibile.
Si inserisce tra le stragi del periodo (1969-1984) dei cosiddetti anni di piombo. Fa parte anch'essa della lista di episodi interpretati: da qualcuno come strategia della tensione, da tanti altri come "sono cose che succedono".
Per le forze dell'ordine, che invece hanno il dovere di accertare le responsabilità,[citazione necessaria] si aprirono alcuni filoni investigativi:
Eppure, esattamente tre anni prima i russi avevano spedito la sonda Mars-3 su Marte, che l'avessero presa a male gli omini verdi?!
L'attentato provocò la morte di otto persone, il ferimento di un centinaio e una spesa esagerata per imbiancare di nuovo la piazza.
Arrivano i soccorsi
L'intervento delle Istituzioni non si fece attendere, arrivarono in pochi minuti. D'altra parte erano state avvisate in tempo e, per fortuna, la sera prima avevano trovato posto all'Hotel Al Curvone, situato nella vicina Piazza del Duomo.
Lo sdegno era tangibile sui loro volti, come pure l'incazzatura per essersi svegliati troppo presto. S'era parlato di 10:30, allora era stato inutile fare la riunione la sera prima e sincronizzare gli orologi sull'ora X, se ognuno fa come gli pare e si anticipa di quasi 20 minuti, non è professionale.
Il loro arrivo passò quasi inosservato, troppo dolore e sangue ovunque, la gente si accorse di loro nel momento in cui un colonnello dei Carabinieri li salutò. L'insolito trio, composto da due bianchi e un mulatto, lasciò perplessi i più. La mescolanza cromatica ricordava i Re Magi, ma l'unico pacco in giro era quello esploso, quindi si poteva escludere tranquillamente la cosa.
Qualcuno iniziò a dare ordini per organizzare soccorsi ed indagini:
Magari si potevano escludere quelli che sanguinavano vistosamente e i mutilati gravi, ma gli ordini sono ordini. A dire il vero il secondo giunse inaspettato, la Scientifica (convocata urgentemente da Catanzaro) era alle prese con la Salerno-Reggio Calabria, quindi a Brescia sarebbe giunta presumibilmente a metà luglio.
In poco tempo la piazza era diventato un continuo andirivieni di mezzi di soccorso, abilmente orchestrati[citazione necessaria] dai vigili urbani (pareva brutto dirgli di no un'altra volta).
Ci furono anche momenti d'incomprensione, come ad esempio quando i Carabinieri, che parlavano quasi tutti il tricalabro, non riuscivano a coordinarsi con i forestali, che conoscevano solo il camuno della Val Camonica. A complicare ulteriormente le cose, sopraggiunse gente che non si fa mai i cazzi suoi e anche gente che passava di lì per caso. Tutti chiedevano cosa fosse successo, il portavoce incaricato dalle autorità (un tizio attempato con occhiali scuri) non si fece pregare:
L'affermazione fu considerata da qualcuno "difficilmente collocabile in un contesto logico", ma piacque stranamente ai più, che si allontanarono maledicendo i pericolosi "prodotti del capitalismo".
Strane presenze sul luogo
Nel bailamme generale che si creò, saltarono le elementari norme procedurali da attuare nel caso di un crimine.
La zona fu circoscritta, ma in maniera approssimativa. L'ordine era di permettere l'accesso alle sole forze dell'ordine e ai mezzi di soccorso, inoltre, considerando l'elevato numero di feriti, potevano entrare anche i dottori in borghese, purché in possesso di un documento che attestasse che erano tali.
L'errore fu affidare la tutela del perimetro agli ausiliari del traffico. A quel punto riuscirono ad entrare:
- Nove giornalisti. Alcuni mostrando il tesserino dell'AVIS col gruppo sanguigno che danno durante le donazioni, altri dicendo "Sto con lui!".
- Cinque veterinari, avevano comunque conoscenze mediche e potevano tornare utili. Con loro si intrufolò uno che dava i biglietti omaggio del Circo Bardum, semplicemente facendo vedere il tagliando con sopra la tigre.
- Una dozzina di curiosi. Avevano il biglietto da visita con scritto sopra "Dott. qualcosa..."
- Tre macellai, due farmacisti, sei bidelle e una sarta. Avevano il camice.
In mezzo al viavai di ambulanze, giunse un furgoncino che sembrava appartenere ad una impresa di pulizie. I solerti occupanti scesero e iniziarono subito a darsi da fare. Un poliziotto tentò di capirci qualcosa e si avvicinò a quello che sembrava dar ordini al gruppetto. Il dialogo fu breve ma terminò con un "SIGNORSISSIGNORE!!!!" da parte dell'agente, alla moda Full Metal Jacket (tanto per rendere l'idea). Siccome da soli non ce l'avrebbero mai fatta, diedero anche ordine ai vigili del fuoco di usare le autopompe.
Tempo poche ore, la piazza era tornata linda e non c'era traccia di sangue... e nemmeno di indizi, reperti e prove.
All'arrivo del magistrato stavano già montando i calcinculo per la fiera parrocchiale, l'artificiere che lo accompagnava non riuscì ad eseguire alcun rilievo.
L'operazione "Piazza pulita" continuò anche presso gli ospedali dove erano state portate le vittime. Furono prelevati abiti ed effetti personali delle medesime, lasciarono anche il tagliandino di una lavasecco monoprezzo. La conseguente indagine portò all'interrogatorio del gestore, tale Fur Gonh Cin (un cinese morto nel 1907), che in dialetto mandarancio disse: "Nenti sacciu, nenti vitti, nenti 'ntisi". I dubbi sull'identità di quelle persone restarono intatti.
Tutte domande a cui, ancora oggi, non riusciamo a dare una risposta. Tra l'altro, potrebbe non piacerci.
Le indagini e i processi
Le indagini iniziali puntarono sull'estrema destra bresciana, a logica: se a morire sono i rossi, i colpevoli sono i neri.
Può sicuramente valere per la maggior parte dei casi, ma con questo atteggiamento approssimativo, se vedessimo un gatto spiaccicato sull'asfalto, dovremmo cercare un pastore maremmano che guida un SUV. Invece bisogna indagare, vagliare attentamente gli indizi e trovare riscontro nei fatti.
I riscontri, trovati dal magistrato attaccati al frigorifero con una banana-calamita, portarono all'arresto dei vertici di Ordine Nuovo, un gruppo di estrema destra. Ermanno Buzzi, Pino Rauti, Delfo Zorzi ed altri, finirono in manette. Sul gruppo indagava da tempo il magistrato Vittorio Occorsio, nell'ambito dell'inchiesta sulla Strage di piazza Fontana.
A questo punto è bene riassumere, per chiarezza e in punti, alcuni eventi che seguirono.
- 10 luglio 1976, Pierluigi Concutelli (sempre di Ordine Nuovo) uccide il magistrato Occorsio;
- 13 febbraio 1977, Concutelli viene arrestato per l'omicidio Occorsio e condannato;
- 13 aprile 1981, Concutelli si trova nel carcere di Novara con Ermanno Buzzi (che stava collaborando) e lo strangola;
- 10 agosto 1982, Concutelli uccide nello stesso carcere Carmine Palladino (altro terrorista informato sui fatti di Brescia).
- 11 agosto 1982, alla Camera si discute una proposta della Sinistra che chiede di non trasferire più terroristi pentiti al carcere di Novara, perché non giova alla loro salute.
- 12 agosto 1982, dopo la votazione contraria del giorno prima, alla Camera si discute una proposta della Sinistra che chiede di trasferire Concutelli da qualche altra parte, magari su Marte.
- 12 aprile 1994, il terrorista pentito Martino Siciliano, dopo aver scagionato Delfo Zorzi dai processi per le stragi di Milano e Brescia, sparisce nel nulla ed è tuttora latitante. All'epoca, non si sa a che titolo, riceve 6.000 marchi tedeschi provenienti da un conto svizzero riconducibile alla (pensa un po' te!)[citazione necessaria] Fininvest/Mediaset[1].
- 30 agosto 2008, una perizia antropologica su una fotografia comproverebbe la presenza sul luogo della strage di Maurizio Tramonte, militante di Ordine Nuovo e collaboratore del SID[2].
Nel frattempo, Delfo Zorzi fa "due più due", se la squaglia in Giappone e prende la cittadinanza. Oggi si chiama Hagen Roi, che significa "Puppamelo!!", commercia in abiti d'alta moda (anche in Italia) e non è estradabile. Secondo una recente indagine della Guardia di Finanza alcune società, a lui riconducibili, hanno evaso il nostro fisco per circa 50 milioni di euro.
Dopo un ping pong processuale durato quasi quarant'anni, il 14 aprile 2012 la Corte d'Appello conferma l'assoluzione per tutti gli imputati, condannando le parti civili al rimborso delle spese processuali.
Ma lo Stato come la pensa?
Il 3 agosto 2007 è stata approvata la legge n.124, essa prescrive che: passati al massimo trent’anni dalla data in cui è stato apposto il segreto di stato sull’evento, e sui relativi documenti, gli stessi siano resi pubblici e consultabili. Da allora sono passati quasi sei anni e non abbiamo aperto nemmeno il diario segreto di una truzza.
Comunque, a pensarci bene, per toglierci qualche dubbio, basterebbe rispondere alla domanda che segue questa considerazione:
"Quando c'è una manifestazione, specie se annunciata in anticipo, le forze dell'ordine sono sempre presenti. Trattandosi di una piazza è facile supporre che fossero poste ai lati del perimetro, quindi anche su quello dove è esplosa la bomba."
Allora la domanda è:
Certo che se il numero fosse zero...
Poi finalmente la verità... vabbè, forse la parola è un po' forte, diciamo che si condanna qualcuno
È il 22 luglio 2015, sono da poco passate le 21, la maggior parte della gente ha fatto il ruttino del dopocena e fruga nella TV, cercando qualcosa con cui addormentarsi sul divano. La notizia arriva con un'edizione speciale del TG1[3], inserita tra la pubblicità del nuovo Samsung SS Heil Hitler e lo spot per le nuove puntate de Il commissario Montalbano.
Il primo è l'ex ispettore veneto di Ordine Nuovo (ritenuto il mandante), l'altro e l'ex fonte "Tritone" dei servizi idrauli segreti (ritenuto l'esecutore).
A questo punto c'è chi è sceso in strada, gridando come un ossesso
e altri
altri ancora
Questo centinaio di persone, tutte parenti delle vittime e gente che passava di lì per caso, hanno protestato. Gli altri non sapevano nulla di stragi, di logge e balconi, di morti con esplosivi, di depistaggi e processi farsa, di strategia della tensione e anni di piombo, hanno continuato a godersi il gelato e a chattare col cellulare, guardandoli come fossero matti.
Bibliografia
- Ermanno Buzzi, Le mie memorie (a breve termine), Carcere di Novara 1981, Ed. SISMI
- Carmine Palladino, Secondo me non la svango!, Carcere di Novara 1982, Ed. Verano
- Maurizio Tramonte, Nome in codice: Serpe in seno, Milano 2003, Ed. Lo Spiffero
- Pierluigi Concutelli, Mai quello verde, Brescia 1975, Collana "I pratici", Ed. La Pirica
- Delfo Zorzi, Sayonara!, Tokyo 2008, Ed. Dell'Utri
- Giuseppe Umberto Rauti, Quando dissi quelle cose ero ubriaco! (Ho passato un guaio, accidenti a voi!), Pisa 2009, Ed. La Loggia
- Francesco Cossiga, Bocca mia statte zitta, Sassari 1980, Ed. Gladio
Collegamenti esterni
Voci correlate
Note
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media. È stata miracolata come tale il giorno 27 gennaio 2013 col 44.4% di voti (su 9). Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto. Proponi un contenuto da votare · Votazioni in corso · Controlla se puoi votare · Discussioni |