Studente universitario

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Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!
- Professore: “Bontempi?”
- Alunno: “Presente!”
- Professore: “Carlini?”
- Stesso alunno di prima: “Presente!”

Studiare all'università è il miglior modo per evitare di lavorare: gravando pesantemente sul bilancio familiare, lo studente universitario si fa spudoratamente mantenere per un periodo di 3-millemila anni, conservando tuttavia una coscienza pulita e imparando tutti quei metodi che nei successivi anni gli permetteranno di guadagnare tanto da concedersi il lusso di rinchiudere i propri genitori (quelli che lo hanno mantenuto, di solito) in una casa di riposo, lontani dalla sua brillante vita da dottore di successo. O per lo meno questi sono gli intenti iniziali.

La dura e cruda verità

Principale utilizzo della Laurea.

In realtà costoro rimandano semplicemente di 3-millemila anni il giorno in cui saranno catapultati impauriti nel duro mondo del lavoro, ritrovandosi con un pezzo di carta in più in mano e con 200€ in meno in busta paga di coloro che hanno ben pensato di cominciare a lavorare finite le scuole superiori[1].

Qui di seguito sono elencati alcuni dei possibili usi del suddetto pezzo di carta, noto anche col nome di laurea:

  • Incorniciarlo, appenderlo alla parete e classificarlo tra gli "Errori della vita (per non dimenticare)";
  • Appallottolarlo, lanciarlo nel camino acceso e osservare attentamente la gloriosa fine di anni di sudati sforzi e notti insonni;
  • Asciugarsi le lacrime causate dal conteggio dei soldi percepiti mensilmente;
  • In sostituzione della carta igienica;
  • Tagliato in striscioline da arrotolare e riempire con le proprie erbe preferite oppure per sniffare cocaina nel caso siate abbastanza agiati.

Tipologie

Esistono diverse tipologie di studente, anche se a volte uno stesso studente può appartenere a più categorie contemporaneamente.

Reazione di un professore all'ennesima domanda di un Secchione.

Il secchione (aka bimbo malato)

Incubo dei professori, il secchione, talvolta chiamato bimbo malato, è sempre presente a lezione, in prima fila. Presenta un quaderno degli appunti diverso per ogni materia e suole interrompere la spiegazione del docente con domande improbabili, la cui risposta a nessuno importa, nemmeno al professore. Risponde sempre alle domande poste dal docente, anche quelle retoriche, interrompendo così la lezione circa ogni 2 minuti. Sono frequenti i casi in cui alla fine di quest'ultima, quando tutti sono ormai pronti per tornare a casa, il secchione chieda un chiarimento riguardo l'ultima parte di spiegazione, costringendo l'insegnante a ripetere l'argomento con immancabile bestemmia generale degli altri studenti. Terminata la lezione, il secchione si avvicina alla cattedra per interloquire con il professore in merito agli argomenti del giorno (ma la conversazione può sfociare anche nella crisi economica del Perù), spesso facendo perdere il treno o l'aereo al docente o facendogli prendere una multa che avrebbe potuto evitare se fosse arrivato alla macchina due minuti prima. Il secchione va a parlare frequentemente con il professore anche durante l'orario di ricevimento e spesso sono vani i tentativi di quest'ultimo di nascondersi o di fingersi morto a terra.

Il secchione inizia a studiare una materia almeno sei mesi prima della data dell'appello. Studia ogni parte del libro senza tralasciare nulla, nemmeno la pagina dei ringraziamenti e si presenta all'appello in anticipo e in ottima forma. Trovandoselo davanti, il professore esasperato prova spesso un impulso omicida, che placa dando sfogo alla sua bastardaggine all'esame. Pone così al secchione ogni tipo di domanda, da quella più semplice a quella più assurda, come "Sapresti dirmi quante volte ho usato la lettera "t" da quando mi sono seduto?" , e quando finalmente trova la domanda a cui il secchione non sa rispondere prova un piacere perverso misto tra un orgasmo e lo schiacciamento di un punto nero.

Il cazzeggiatore

Quando può evita di andare a lezione, ma se la frequenza è obbligatoria si limita a portare la sua presenza fisica in aula, sempre che qualche suo pari non si presti per mettere al suo posto la tanto agognata "Firma di presenza".

Tuttavia la sua testa è ben altrove. Spesso i professori ignorano la sua esistenza e quando se lo trovano davanti agli esami sono convinti di vederlo per la prima volta.

Il cazzeggiatore ha una soglia di attenzione che varia dai 30 secondi ai 2 minuti, dopodiché, pur di non ascoltare ciò che dice l'insegnante, si distrae con qualsiasi mezzo. Ecco i principali passatempi del cazzeggiatore:

  • Finire il sudoku facilitato sul giornale freepress;
  • Sfogliare TUTTO il giornale freepress (soffermandosi sugli appuntamenti a teatro dove non andrà mai);
  • Disegnare sul quaderno degli appunti;
  • Contare le mattonelle dell'aula;
  • Giocare al solitario con delle carte appositamente disegnate sul quaderno degli appunti;
  • Rendere la lezione impossible ai Secchioni;
  • Giocare a "Nomi, cose, città" con un altro esemplare della stessa specie seduto vicino;
  • Osservare attentamente la traiettoria di una mosca che vola;
  • Realizzare degli origami;
  • Autolesionarsi con penne, righe o oggetti simili (alcuni esemplari possono infatti presentare discrete tendenze emo);
  • Rollare erba;
  • Contarsi le dita, anche quelle dei piedi;
  • Masturbarsi tramite apposita tasca bucata dei pantaloni;
  • Autoipnotizzarsi;
  • Giocare a briscola chiamata online nel laboratorio di informatica.

Ovviamente il cazzeggiatore a fine semestre non ricorderà un bel niente di tutto quello spiegato durante le lezioni e si ritroverà in condizioni del genere:

"Ciao Luca, a che punto sei con l'istologia?"

"Ma che roba è?!"

Il cazzeggiatore inizia a studiare la materia interessata in un arco di tempo prima che varia dalle due settimane al giorno antecedente, ed è così costretto a ritmi di studio inimmaginabili; spesso la quantità di informazioni lette tutte d'un fiato è tale che alla fine ricorderà soltanto il nome degli autori del libro.

All'esame il cazzeggiatore tenta di rispondere alle domande poste dal professore in modo stentato e molte volte con frasi senza un nesso logico.

Ecco alcuni esempi di esame di un cazzeggiatore:

  • Professore: "Mi parli dell'effetto tampone dell'emoglobina."

Cazzeggiatore: "Si, certo... Ehm, il tampone... No... Cioè... L'emoglobina svolge un effetto tampone nell'organismo, perché il sangue scorre nelle vene e arriva ai polmoni, dove si ossigena e passa nelle arterie ed entra nelle cellule e poi il fegato le depura e allora il colesterolo entra in circolo e poi viene l'ictus al cervello, che una volta mio cugino ci ha avuto la mononucleosi."

  • Cazzeggiatore: "L’emoglobina esercita un’importante azione tampone che diventa più efficace quando cede l’ossigeno, il che si verifica proprio quando viene prodotta l’anidride carbonica. Le proteine del plasma che hanno una debole capacità di legarsi con l’anidride carbonica hanno anch’esse un’azione tampone."

Professore: "Quello che lei ha detto è corretto, ma io le avevo chiesto i principi della meccanica classica..."

Cazzeggiatore: "Ma questo non è l'esame di biochimica?"

Professore:: "Ma quando mai? Questo è l'esame di fisica!"

Diversamente che a lezione, il cazzeggiatore è molto attivo nei festini studenteschi.

Il carlone

Categoria presente soprattutto al primo anno di architettura o design, il carlone è quello per il quale la precisione è un optional - e che quindi appunto, fa le cose "alla carlona" o più elegantemente alla "cazzo di cane". Questa sua abilità è visibile soprattutto nella cura che ci mette a preparare le sue tavole, siano esse a mano o al cad. Tali opere d'arte sono caratterizzate soprattutto da:

  • Scale con alzate di 40 cm e pedate di 17
  • Muri strutturali spessi 10 cm e muri interni spessi 40
  • Muri disegnati come linee
  • Finestre al posto delle porte
  • Linee tutte dello stesso spessore
  • Oggetti in 3d che volano ciascuno su un piano diverso
  • Blocchi in 2d che, fuori dalla loro sede, spiccano in tutto il loro splendore ai confini dell'universo

Se fatte a mano:

  • Assonometrie disegnate come prospettive
  • Un unico disegno nel quale vengono utilizzate 50 scale diverse
  • Tracce di squadrette sporche di matita
  • Proiezioni ortogonali con linee che si restringono fino a sembrare triangoli, o che si allargano fino a trasformarsi in trapezi.
  • Prospettive disegnate come assonometrie
  • Tavole macchiate per l'uso sistematico della matita sbagliata
  • Matita ripassata con una china sbavata e spessa come un tronco d'albero
  • Tratto di matita così peloso che a confronto un istrice sembra una pista di pattinaggio

Ma soprattutto

Tavole spesso menzionate, decorate e fotografate da riviste come "L'Italia contadina" e "Ah, i lavori di campagna di una volta!" alla voce "Aratura", per i profondissimi, perfetti solchi che la matita sbagliata lascia irrimediabilmente.

Il carlone inoltre nel prendere le misure e riportarle su carta ha una percentuale di errore pari a 99.9. Per creare i suoi capolavori impiega il doppio del tempo di uno studente normale, e quando a revisione presenta al prof il frutto delle sue fatiche viene automaticamente ricacciato a casa. Ma il Carlone non si perde d'animo: torna a casa, impugna il bianchetto coprex e comincia a ritoccare gli errori delle sue tavole con la pazienza di un restauratore. E se il prof lo ricaccia ancora una volta, pazienza!

Il disordinato

Categoria presente soprattutto nelle facoltà di Medicina (questo spiega perché i medici scrivono usando caratteri usati da uomini di alta scienza, incomprensibili a noi comuni mortali). Può essere considerato come una generalizzazione del carlone, estendibile a tutti i corsi di laurea. Le caratteristiche che lo contraddistinguono sono:

  • Ovviamente, la scrittura incomprensibile a chiunque
  • Utilizza un solo quaderno per gli appunti e una sola penna, con cui fa tutto
  • Avendo una sola penna, non necessita di astuccio (che potrebbe contenere altri oggetti utili quali matite, gomme, evidenziatori ecc.)
  • La suddetta penna, dopo 2 giorni, è già stata devastata e rimane solo la cartuccia d'inchiostro
  • Tutti gli spazi sono riempiti da appunti/formule di tipologie diverse
  • Riesce ad inserire anche 5 materie nella stessa pagina
  • Se disegna un grafico, le linee dritte vengono tirate rigorosamente SENZA riga (e senza seguire i quadretti)
  • Correzioni effettuate solo ed esclusivamente ripassando selvaggiamente la penna sull'elemento da eliminare
  • Scarabocchi qua e là, specialmente quelli per provare la penna (dato che ne possiede una sola capita che non funzioni)
  • Zaino contenente buste dei crackers della macchinetta e bicchieri di caffè vuoti (si spera)

Talvolta il disordinato non è in grado di comprendere la sua stessa scrittura, quindi passa la maggior parte del tempo a dilettarsi nella nobile arte del turpiloquio per lo spettacolo pietoso che si ritrova davanti e che gli fa perdere un mucchio di tempo nel vano tentativo di interpretare quello che lui stesso ha scritto.

L'ingannatore

Una delle tipologie più controverse e discusse del mondo universitario. La vita di costui è basata sull'inganno: mente ai genitori, ai prof, agli amici, alla ragazza e a se stesso. Egli infatti si spaccia per uno studioso, alla domanda di un amico "che stai facendo?" lui risponderà sempre che studiava o al massimo che stava per iniziare, quando in realtà è palesemente impegnato a chattare su Facebook o a vandalizzare Nonciclopedia.

Si mescola sempre tra i geniacci della facoltà, spesso soggiogandoli alla sua volontà, pur sapendo di saper a stento riconoscere un triangolo da un quadrato e ama rivolgere ai prof sorrisi enigmatici e seducenti che porteranno lo sfortunato docente a credere di avere a che fare con un genio della fisica quantistica o dell'economia.

Scopo dell'Ingannatore è proprio quello di costruirsi un mondo attorno che non esiste, quando agli esami farà scena muta o dirà qualche idiozia il prof risulterà confuso, spaesato, e quindi preferirà regalare allo studente un voto ben maggiore di quello attribuito al precedentemente discusso secchione.

Tuttavia la vita dell'inganantore è rischiosa, basta un minimo errore, o un prof minimamente intelligente (ma coi tempi che corrono ciò è sempre più raro) per far crollare l'intero castello di carte da lui costruito. Sottocategoria dell'Ingannatore è il simbionte, che può vantare il lusso di conoscere quasi all'eccellenza almeno una materia, ma per il resto è fasullo tale e quale.

Il furbetto (aka bimbo furbo)

Credendo sempre di essere più furbo degli altri, lo studente appartenente a questa categoria adopera ogni mezzo per raggiungere facilmente un obiettivo. Se la frequenza di una lezione è obbligatoria chiede a qualche amico di firmare per lui o di rispondere all'appello al suo posto. Spesso, però, altre 30 persone avranno avuto la sua stessa idea, così saranno presenti 60 nomi nel foglio delle firme contro i 20 presenti a lezione, e con un contrappello i colpevoli verranno facilmente scoperti. Il secondo metodo è molto più difficile da operare, in quanto il professore (a meno che soffra di grave miopia o sia semplicemente un pirla) potrebbe benissimo accorgersi che uno studente ha risposto per due volte all'appello, ed è quindi poco praticabile.

Il furbetto si fa passare gli appunti dal secchione di cui sopra (spesso offrendo in cambio favori) e si informa sulla metodologia dell'esame, sulle domande poste dal professore nei vari esami e sul carattere del professore stesso. Infatti il furbetto si comporterà di conseguenza: se ad esempio gli viene riferito che il docente è un gran simpaticone egli si appresterà a svolgere l'esame con fare divertente. Se la professoressa è donna tenta di sedurla, anche se quest'ultima è un bidet con i capelli.

Gli appartenenti a questa categoria studiano il minimo indispensabile, utilizzando schemi, appunti, riassunti e una scheda con le domande poste dal professore dal 1980 a oggi. Spesso, tuttavia, questi escamotage risultano vani, in quanto il professore, vero bastardo dentro, riuscirà comunque a sodomizzare (in senso figurato) il malcapitato.

In caso di uno scritto, il furbetto si adopera con ogni mezzo per copiare da fogliettini appositamente realizzati o da altri colleghi (tra cui sempre i secchioni). Realizza circa 500 mini bigliettini, dalla scrittura visibile solo attraverso un microscopio, contenenti ogni argomento del libro, compreso l'indice analitico. Spesso, immerso da tanti bigliettini, non riesce a trovare quello che fa al caso suo e -nel panico- finisce per copiare la prima cosa che gli capita sottomano, fosse anche il volantino con gli sconti del supermercato.

Il letterato mancato

Spesso sottotipologia del carlone, anch'egli si trova spessissimo (se non esclusivamente) in corsi che includono sia insegnamenti scientifici che umanistici (Architettura, Design, Ingegneria edile). Il letterato mancato si distingue perché:

  • Spesso viene dal liceo classico, dove era un asso in latino e una schiappa in matematica.
  • Non supera Analisi I prima del V anno (fuori corso) e quindi statica prima del 79° anno di vita.
  • Impara il greco moderno o l'italiano dei tempi di Leon Battista Alberti prima delle derivate.
  • Prende ripetizioni in qualsiasi esame diverso da Storia dell'architettura: Tecnologia, Informatica, Matematica 1 e 2, Fisica, Disegno, Geometria, ecc ecc.
  • Se il prof di matematica gli mostra una funzione e gli dice "Trova il momento", lui risponde Carpe diem.
  • Nei corsi di progettazione o di costruzioni darà a tutti i suoi progetti un nome latino o comunque latineggiante.
  • Preferisce il disegno a mano (che comunque non sa fare) a quello al cad, programma che in genere impara ad usare tra i 40 e i 50 anni (e solo e rigorosamente in 2d) .
  • Ha scelto il suo corso per dimostrare ai suoi amici che lui non sapeva dire solo Rosa, Rosae.
  • Se il prof di scienza gli dice "Determina il taglio" lui risponde Caedo, Caedis, Caesi, Caesum, Caedere o peggio ancora Temno, Temò, Etamon, Tetmemai, Etmeten, Temesomai.
  • Se gli parli del teorema di Rolle ti risponde Ma Rolle non poteva trombare di più? mentre se sente qualcuno che dice la stessa cosa su Dante si incazza come 50 bisce messe insieme.
  • Se il prof di scienza gli dice "Determina la forza normale" lui risponde Pisa!.
  • È l'unico studente capace di calcolare un integrale con le regole della derivata e viceversa.
  • Chiunque lo incontri, prima ancora di dirgli Come stai? gli chiede Perché non hai fatto lettere?.
  • Se riuscirà a laurearsi prima degli 80 anni di età e a non mollare a favore di lettere moderne, farà una tesi sui templi greci.

Il rivoluzionario

Detto anche "disobbediente" (o figlio di su...bbidiente), l'appartenente a questa categoria crede fermamente di poter cambiare il mondo, iniziando da piccoli gesti come, ad esempio, fumare le canne. È noto infatti che la liberalizzazione della Cannabis è uno dei traguardi più importanti dell'umanità, subito prima della pace nel mondo. Il Rivoluzionario è contro la globalizzazione, ma il suo vestiario è composto per il 90% da vestiti firmati e (a puro titolo folkloristico) dall'eskimo di suo padre, residuato del '68. I soggetti maschi hanno la barba, le donne pure ma a questa abbinano una kefiah stretta al collo modello cappio fashion. Vive di motti senza alcun significato, ma a cui lui crede fermamente, come:

ed altre amenità simili.

Il suo obiettivo è chiaramente quello di sovvertire il sistema, anche all'università. È contrario a ogni cosa stabilita dalla facoltà o dai professori (i suoi nemici principali) sopratutto se rivestono anche cariche burocratiche. Organizza manifestazioni e scioperi per qualsiasi cosa, anche quelle che non lo riguarderebbero minimamente, ma che invece lui ha molto a cuore, come la liberazione del Tibet o l'introduzione di una tassa di 1$ per l'utilizzo dei bagni pubblici nel Guatemala. Spesso, per sostenere le sue cause, richiede dei contributi economici dagli altri studenti. Ecco una scena tipo:

Rivoluzionario: "Ehi amico, stiamo raccogliendo dei fondi per sostenere i cani poveri del Burundi, ti saremmo grati se potessi contribuire anche tu... anche con una cifra simbolica, è una cosa a cui teniamo molto! La gente soffre a causa di questo sistema del cazzo! Amico, dobbiamo essere noi a cambiarlo! Allora?"

Studente X: "Ehm... Sì... È già la quinta volta però, oggi, che vengo fermato per delle offerte..."

Rivoluzionario: "Amico, qui non si tratta soltanto dei cani poveri del Burundi, si parla dei Sistema, di andare contro di Loro, che ci vogliono governare! È una questione di Democrazia e di Libertà! Accettiamo anche un'offerta simbolica!"

Studente X [tirando fuori una moneta da 50 centesimi]: "Ho solo 50 cent., se no avrei 50€ euro interi, ma non mi pare il cas..."

Rivoluzionario [strappandogli di mano la banconota da 50€]: "Tranquillo, abbiamo il resto!"

Studente X: "Ah, sì? Che fortuna... beh, allora dono 2... [vede lo sguardo schifato del Rivoluzionario] ok, dono 5€."

Rivoluzionario: "Amico, visti i jeans che porti credo che potresti fare di più..."

Studente X: "Va beh, dai, facciamo 15..."

Rivoluzionario: "Quello prima di te ne ha donati 20!"

Alla fine lo studente donerà 50€ per levarsi il Rivoluzionario dai coglioni.

Impegnati in tutte le loro battaglie, di solito i disobbedienti non sono molto proficui a livello di studio e mantengono la media di una materia ogni 2/3 anni.
Il Rivoluzionario standard vive da mantenuto a casa dei genitori, i quali pagano fiori di quattrini per farlo studiare, e preferisce usare il denaro ricevuto per l'abbigliamento e per presentarsi puntuale al tesseramento annuale di Rifondazione Comunista.

La Seduttrice

Di solito di bella presenza (ma anche no), la Seduttrice tenta di passare la materia con un escamotage, ovvero dandola al Professore. Spesso le appartenenti a questa categoria trovano difficoltà persino a contarsi le dita delle mani (devono farlo in due riprese) e hanno un Q.I. pari o inferiore a quello di uno scaldabagno.

La Seduttrice si presenta a lezione con vestitini succinti e cerca ogni pretesto per attaccare bottone con l'insegnante. Si mostra in atteggiamenti provocanti e lancia battutine ambigue, quali "Sa', professore, sono una brava massaia... scopo sempre a terra, ma anche a letto va bene!". Dopo gli innumerevoli tentativi di seduzione, alla fine il docente capisce che la ragazza ci sta, e allora si presentano le seguenti situazioni:

  • il professore è gay. Ogni tentativo della ragazza sarà vano;
  • il professore accetta la proposta della Seduttrice. La ragazza, che di solito non sa comporre una frase contenente più di tre parole, otterrà inspiegabilmente 30 e lode;
  • il professore mostra solidità morale, oppure è semplicemente un bastardo. In questo caso si presenterà una situazione del genere:

Seduttrice: "Professore, io per passare la sua materia sarei disposta a TUTTO!"

Professore: "A tutto?"

Seduttrice: "Sì, a TUTTO!!"

Professore: "Ma proprio a TUTTO?"

Seduttrice: "Sì, sì, a TUTTO!"

Professore: "Anche a studiare?"

Un tipico Pluribocciato.

Il Pluribocciato (aka Senatore)

L'appartenente a questa categoria ha una peculiarità, ovvero l'avere un'età prossima o superiore a quella del professore. Non è raro che si presenti all'esame insieme al figlioletto o al nipotino, sia per scaramanzia, sia perché la moglie aveva da fare e non poteva tenerlo. Il Pluribocciato può presentare un così elevato numero di bocciature per cause di forza maggiore, ma anche no. In quest'ultimo caso può essere l'evoluzione di un Cazzeggiatore o di un Rivoluzionario o essere semplicemente un pirla (il che non esclude l'appartenenza alle altre due categorie).

Può ripetere l'esame per un numero di volte compreso tra 5 e +∞ e trova ogni volta la stessa difficoltà nello studiare la materia. Di solito, alla fine, passa l'esame solo per un atto caritatevole del professore, che, ormai stanco di trovarselo davanti, non vede l'ora di toglierselo dalle palle. Sono frequenti i casi in cui il Pluribocciato instauri una profonda amicizia col professore (che ormai vede più della sua famiglia) e si ritrovi con lui a festeggiare il Natale o a trascorrere le vacanze estive.

Prima che si laurei è probabile che cambino almeno tre Papi, ma quando finalmente giunge questo tanto anelato momento, il Pluribocciato indice una mega-festa della durata di svariate settimane, a cui sono presenti anche i professori (quelli rimasti in vita). Alla fine di questa festa può abbandonare la muratura per dedicarsi all'attività professionale da lui tanto agognata, per circa due anni. Dopodiché andrà in pensione.

Lo Studente-lavoratore

Costui non ha capito un cazzo dell'università e butta nel cesso i migliori anni della sua vita facendosi un culo quadro. È animato da un profondo spirito di indipendenza e vuole (o deve) quindi mantenersi da solo, o comunque trovare i soldi per partecipare a tutti gli effetti alla vita universitaria, in modo da non sentire più i genitori lamentarsi delle spese sostenute per causa sua. Inizialmente la sua idea di lavoro è quella di segretario in un'agenzia di modelle o di amministratore di perizomi in un Night club, ma successivamente si accorgerà che gli unici lavori disponibili sono:

Di solito l'ultima opzione è quella più redditizia e quindi scelta più di frequente. Può tuttavia presentare degli inconvenienti, quali bruciore e altri problemi di poca importanza.

Lo Studente-lavoratore affronta così la vita lavorativa, ma allo stesso tempo deve continuare a studiare e frequentare le lezioni. Di solito finisce per non avere il tempo nemmeno di soddisfare i suoi bisogni fisiologici o di spendere i soldi che ha guadagnato. Il suo rendimento universitario ha un ribasso del 1500%: dorme a lezione, agli esami si presenta preparato quanto Flavia Vento in fisica quantistica e negli scritti l'unica sua risposta corretta è quella in corrispondenza della casella "Nome e Cognome" (a volte nemmeno questa).

Studente-lavoratore all'ultimo stadio.

Lo stress prodotto da questi ritmi di vita intensi può sfociare in:

Sono frequenti i casi in cui uno studente-lavoratore si evolva in pazzo omicida o più semplicemente in un aficionado, noto anche col nome di Pluribocciato.

Il poliglotta

Lo studente-poliglotta è colui il quale si è avviato già in tenera età all'arte del raggiro.

Ancora in fasce utilizzava la tecnica degli occhioni umidi per soddisfare ogni capriccio, ma solo alla fine della pubertà ha perfezionato l'arte del piagnisteo e l'utilizzo dei muscoli intrinseci ed estrinseci della lingua (questi esemplari si riconoscono proprio dall'ipertrofia della muscolatura buccale).

Diventano artigiani dell'intortamento solo se riescono a passare indenni attraverso anni ed anni di pratica, e superando difficoltà sempre maggiori: passano dal muovere a compassione sensibili maestre di scuola primaria, al fingere improvvise crisi psicofisiche atte ad impietosire annoiati professori di scuola media secondaria inferiore, al vero e proprio utilizzo dei muscoli della lingua nei confronti degli già avvezzi professori delle scuole medie superiori. Il curriculum poi si può arricchire di tirocini e master in caso di frequentazioni di catechismi o attività didattiche extrascolastiche, ma anche di palestre e piscine, insomma ovunque ci sia qualcuno con un briciolo di autorità da raggirare.

Il fine ultimo del poliglotta è quello di sopperire a gravi carenze intellettive, culturali e sociali utilizzando l'adulazione verso chi è investito di un benché minimo potere decisionale in modo da riuscire ad essere in qualche modo preso in considerazione, cosa che altrimenti non accadrebbe.

Questi studenti poi raggiungono il massimo della propria formazione approdati all'università, dove il movimento di flesso-estensione del capo a fauci aperte e a lingua tesa diventa una vera e propria ragione di vita. Qui gli altri ignari colleghi vedranno i propri sforzi diventare vani, superati ampiamente dall'abilità del suddetto nel fingere improvvise crisi di panico, morti di parenti di ogni grado e cuccioli di ogni specie, gravissime patologie da cui si è appena scoperto essere affetto, tutto per sopperire alla propria inadeguata preparazione. Il resto della classe non potrà che guardare con occhi colmi di rabbia il soggetto in questione e con sdegno il professore di turno, reo di non accorgersi dell'evidente mistificazione.

Raramente il poliglotta viene scoperto dalla sua vittima di turno, la quale lo costringerà a sudarsi l'esame come tutti gli altri senza utilizzare mezzucci poco ortodossi ma soprattutto poco onorevoli. Altre volte la vittima si crogiola nel brodo in cui lo studente lo cuoce, sentendosi osannato e onorato delle attenzioni riservategli (spesso questi professori erano stati loro stessi dei poliglotta da giovani, e si riconoscono per l'inadeguatezza nello svolgere il proprio mestiere).

Attenzione: si annoverano negli annali casi di poliglottite acuta, in cui si descrive una sindrome simil mononucleotico-entero-emorragica caratterizzata da improvvise crisi emetiche, edema delle parti molli del cavo orale e sanguinamenti (che si sospettano però derivare da malmenamenti da parte dei compagni di corso), pertanto si sconsiglia fortemente l'uso della pratica poliglotta.

La scatola nera

Per scatola nera si intende una categoria di studente, di sesso femminile per lo più, il cui obiettivo all'interno dell'università non è studiare, né prendere una laurea, imboscarsi nei festini, dare un esame ogni tanto o tutto ciò che può essere correlato con la scuola. Lo scopo della scatola nera è prendere appunti. La scatola nera prende appunti e basta. Non li studia, li prende. Continuamente, con precisione chirurgica. Non si lascia scappare nulla di tutto quello che avviene durante una lezione. Riporta ogni parola del professore, registra qualunque bofonchio, parlottio e colpo di tosse, ricopia tutti i lucidi e le slides, compresi i disegni con le didascalie in inglese e le bibliografie, senza che nulla gli sfugga. Spesso e volentieri è armato di uno o più registratori e usa le pause o i cambi dell'ora per copiare gli appunti che ha appena scritto sul suo quaderno degli appunti in un altro quaderno degli appunti[2]. A nulla valgono i tentativi di distrarlo, sarebbe come cercare di richiamare l'attenzione di un cameriere.
La scatola nera è un elemento di rara intelligenza (è raro trovarne uno intelligente) che occupa la maggioranza delle sue energie in quest'unica attività. Le interazioni esterne sono occasionali e si riducono quasi sempre a due sole domande rivolte ai professori: può tornare alla slide precedente? e può ripetere, per favore?.
La scatola nera non ha niente a che vedere con il "secchione" (anche se sono apprezzati dal resto dell'utenza in egual misura): la differenza principale consiste nell'abissale differenza di proficuità nello studio delle due categorie: un secchione sa, la scatola nera imita il sapere.
Psicologicamente parlando, dunque, la scatola nera è molto più simile a una scimmia che a un essere umano.

Il fermaposti

Un ruolo oscuro e non ancora pienamente analizzato è quello dello studente fermaposti: non importa che sia la prima lezione del giorno o l'ultima, avrà sempre occupato 50-60 posti con altrettanti quaderni/penne/assorbenti usati e, cosa più grave, per persone che conosce a malapena.

Un particolare caso è rappresentato dall'acidona di turno che tiene intorno a sè due posti bonus proprio per non essere contaminata dal resto della marmaglia. Normalmente questi posti sono occupati dal ragazzo che viene a farle compagnia perché sotto ricatto o, in alternativa, dal suo zaino.

Voci correlate

Note

  1. ^ e ormai hanno fatto carriera. E ti comanderanno.
  2. ^ Non sono ancora noti i motivi di questo gesto