Torino F.C.

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L'unico quotidiano sportivo che dedica più di una pagina del suo giornale al Torino F.C.
« Ho assoluta fiducia in Novellino »
(Urbano Cairo poche ore prima di esonerare Novellino)
« Ho assoluta fiducia in De Biasi »
(Urbano Cairo prima di esonerare De Biasi per richiamare Novellino)
« Ho assoluta fiducia in Colantuono »
(Urbano Cairo prima di esonerare Colantuono)
« Ho assoluta fiducia in Lerda »
(Urbano Cairo prima di esonerare Lerda)
« Torino? Che libidine! »
(Giampiero Ventura, vecchio impazzito)
« -Hai visto la partita del Torino? -Di chi??Ah si...i nostri cugini sfigati »
(Normale dialogo tra juventini)
Un giovane capo ultras del Toro.

Il Torino F.C. è una squadra di calcio[citazione necessaria] (sì, vabbè: fonte?) che milita nei bassifondi della Serie A (quando non è in Serie B).
Tuttavia nelle favole che si raccontano ai bambini torinesi e nelle leggende metropolitane si narra che, al tempo degli dei dell'Olimpico, dei signori della guerra e dei re che spadroneggiavano su una terra in tumulto, il Torino era la squadra più forte del Regno (d'Italia) ed era ancora più forte della sua rivale Juventus.
In campo i giocatori del Toro sono facilmente riconoscibili per l'aria spaurita con cui si aggirano in campo e la straordinaria lentezza da dopolavoro ferroviario con cui solcano la fascia alla ricerca di uno schema non meglio precisato. Gli ultrà del Torino si riconoscono, oltre per l'età media che è di 60/70 anni, per il loro sapido savoir faire, che porta loro a insultare i giocatori in placido dialetto ("ti t'ses propi un napuli!", "a cur nen"). Altra caratteristica del tifoso del Toro, è quella di lamentarsi sempre. Non va mai bene niente e comunque vadano le cose, ce l'hanno tutti con loro e si stava veramente meglio quando si stava peggio.

La società

La soddisfazione dipinta nel volto di Urbano Cairo al termine del derby con la Juve.

Il presidente del Torino F.C. è il vigile Urbano Cairo, da non confondere con la capitale dell'Egitto. I tifosi granata sono così grati al loro presidente che ogni sera gli rigano la macchina.

Quando nel 2006 comprò il Torino, Cairo instaurò un regime dittatoriale: non esistono infatti altri dirigenti nella società oltre a lui. È nello stesso tempo presidente, direttore sportivo, amministratore delegato nonché capo ultras bianconero.
Le sue campagne acquisti sono tra le peggiori della serie A, solo il Milan con l'acquisto di Oliveira ha fatto peggio.
Gli acquisti principi sono stati il giovane Eugenio Corini e l'ex fuoriclasse interista Recoba.

È risaputo che Urbano Cairo cambia i suoi allenatori come fossero paia di mutande: i suoi allenatori preferiti erano Gianni De Biasi e Walter Novellino, che per due anni si sono alternati sulla panchina del Torino.
Il loro presidente, per non farli litigare, aveva stabilito che Novellino avrebbe allenato il Torino per le partite di casa, De Biasi per quelle in trasferta, salvo poi esonerare entrambi per puntare su un altro allenatore, Giancarlo Camolese.

Strano a dirsi, anche Camolese è stato esonerato dopo che il Toro è retrocesso perché nella mente di Cairo la sua squadra avrebbe dovuto come minimo giocare i preliminari di Champions League. L'attuale allenatore del Toro è Oronzo Canà.

Attuale, meravigliosa, parziale, rosa del Toro (in costruzione)

Walter Novellino scruta il campo in cerca di carne fresca. Il suo volto sembra quello di uno zombie con la capigliatura da Frankenstein.
  • Rolando Bianchi, bel tomo in mezzo a roiti di proporzioni leggendarie. Pare passi il tempo a chiedersi che diavolo ci fa lì.;
  • Angelo Ogbonna, quando non gioca, si diverte a lanciarsi dai ponti della città con la sua Smart. Quando l'hanno convocato in Nazionale, pensava ad uno scherzo.
  • Francesco Pratali, Davide Morello, al momento della loro rescissione del contratto, molti tifosi si sono buttati dai loro balconi per la gioia.
  • Il giocatore di categoria, preso al momento dell'(ennesima) retrocessione in B dei granata, il giocatore di categoria è il classico gregario tutto muscoli e niente cervello che a 35 anni ha militato in ogni categoria del campionato di calcio ad eccezione, ovviamente, della Serie A (fatta salva, forse, una microesperienza in prestito all'Inter quando aveva 19 anni). Chiari esempi del giocatore di categoria sono, ad oggi, Alessandro Sgrigna e Valerio Di Cesare.
  • Generico Giocatore in Prestito, prerogativa del Toro, è averlo in squadra. Nessuno sa il suo nome, nessuno sa il suo cognome. Solitamente viene preso perché costa poco o niente, gli si dice di correre e per due partite lo fa anche, suscitando le speranze dei tifosi che rivedono in lui la gloria dei bei vecchi tempi. Dopo appena 150 minuti e al primo passaggio sbagliato, in seguito a compita contestazione, si adagia sistematicamente nell'andazzo generale contando i giorni che lo separano al ritorno alla sua squadra. Dei giorni in maglia granata, dichiarerà sempre: «Sono mancati i risultati, purtroppo, ma è stata un'esperienza che mi ha fatto crescere a livello umano». Già.
  • Stefano Guberti, specchietto per le allodole usato da Urbano Cairo per far credere a quei pochi allocchi che ancora hanno fiducia in lui, che «Quest'anno ci divertiamo» (cit.) così da farli uscire di casa e fare l'abbonamento. Una volta intascato il malloppo, probabilmente, il presidente userà Guberti come scusa dopo aver venduto Bianchi e Ogbonna (n.b.: ovviamente Guberti è arrivato in prestito). Dopo un paio di partite in maglia granata ed essere già stato soprannominato la più grande ciofeca della storia del calcio il prode Guberti finge un attacco di cacarella fulminante che lo costringe (si dice) a non muoversi dalla tazza del cesso per cinque mesi consecutivi. Un altro gran colpo, Toro!