Trieste

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« Se te bevi te mori, se no te bevi te mori, allora bevi! »
(Proverbio triestino)
Tipico rebus triestino.
« Iero là con mia cugina che ciacolavo del più e del meno e tuto a un trato ariva un vecio e mi fa, cio cocola ma parla come te magni dèi... ara 'sti veci sono proprio dei maleducati, ma bon ora mi avio verso casa che devo sbisigare sull' i-pod e metrelo a posto perché mio fradel, me lo ga scatinado »
(Un mona che tenta penosamente de parlar in triestin)
« Oh furlano agricoltore mola la zappa e prendi il tratore! »
(Triestino su friulano)
« Ciamime mona, ciamime can, ma no ciamarme mai furlan! »
(Triestino su friulano)
« Coza fai, Chi guardi! Non sta provar a fare coze strane ameco italijensko...o io talio gola zpaco fazia a ti e tu familia!!! »
(Classica espressione Zrba in caso di affronto visivo)
« Il traffico automobilistico di Trieste è secondo solo a quello della cocaina tra Colombia e Milano. »
(Piero Angela in una puntata di Superquark dedicata alla città di Trieste.)

Trieste, "Trst" in dialetto locale, è una megalopoli (per i triestini), baraccopoli (per i friulani) Nordest italiano (o africano) di 200.000 vecchi bavosi (4.000.000 secondo dati aggiornati al 2012), capoluogo del Friuli Venezia Giulia. Grazie alla sovrabbondante tamarraggine dei suoi vecchi abitanti, gli stessi sono stati insigniti della prestigiosa onorificienza di "terroni del nord", con conseguente espulsione dalla Padania ed annessione alla Calabria. Simbolo della città è l'alabarda, con cui molti triestini amano sodomizzarsi. Caratteristica principale della città è la totale assenza di giovani, tanto che a Trieste i Giochi della gioventù non si svolgono dai favolosi anni '60.

Trieste è molto vicina alla Slovenia, anzi, per molti rappresenta la seconda città slovena per estensione, in quanto il capoluogo ed i suoi dintorni ospitano una considerevole minoranza slovena (o italiana?). Gli appartenenti alla minoranza sono garbatamente salutati dai pacifici e assolutamente non razzisti triestini con insulti, lancio di oggetti contundenti, olio di ricino, incendio all'Hotel Balkan e fucilazioni. Ma a volte succede anche qualcosa di più grave. L'ideologia politica, nonché motto ufficiale, della città è il "no se pol", anche chiamato "vecchismo", una mistura altamente tossica di fascismo, austroungaresismo, razzismo, moralismo, medicine scadute, vino, jota e sardoni andati a male. Altra peculiarità dei triestini è lo schifare tutto ciò che non è triestino, specie se slavo o ancor peggio friulano, salvo poi trovarseli tra i coglioni un po' ovunque tranne che a Trieste, mentre con il loro incomprensibile dialetto scartavetrano i coglioni del malcapitato discorrendo su quanto era grande Trieste ai tempi dell'Austria-Ungheria (unico impero riuscito nell'impresa di perdere una guerra contro l'Itaglia).

La lingua ufficiale della città non è l'italiano ma il dialetto triestino che gli studiosi hanno definito come una mistura mal fatta di veneto, crucco e sloveno. Quando cercano di parlare in italiano sembrano degli albanesi appena arrivati a cercare lavoro, ma nonostante questo si sentono pienamente italiani come dimostra anche il fatto che la metà dei loro cognomi finisce in IC, AC e AK. L'altra metà sono stati italianizzati e curiosamente uno dei cognomi più diffusi è "FURLAN". Come quello del santo martire cui è stato intitolata una porzione dello stadio cittadino, che contiene sino a sessantamila effigi di ultras in cartone.

Oddio, ma a Trieste non c'è nulla da fare!

Una turista che cerca di fotografare la bora.

Proprio così. L'età media dei residenti è 103 anni e quindi ogni iniziativa giovanile muore sul nascere. Ad esempio: la sera vuoi andare in qualche locale? Non ce ne sono, e se ce ne sono chiudono perché qualcuno si lamenta del casino. Ogni tanto MTV fa una capatina a Trieste, ma questo accontenta solo i tredicenni. I giovani si rifugiano quindi nel bere alcolici in osmiza (o spritz con l'aperol in città), a fumare ciospi e boj o prendere cartoni, i metallari nel satanismo o, se sono truzzi, vanno a ballare a Lignano e Sistiana, nota riva leggermente più nordica del centro di Trieste ove è stato situato un nuovo locale di tendenza, il Cantera. I truzzi vi si fiondano come api sul miele. Satanismo ed essere truzzo si equivalgono.

Invece i vecchi se la spassano: i maschi mollano scoregge strombettanti, comprano Viagra a tutto spiano e le femmine di solito vanno a passeggiare al cimitero in compagnia a trovare gli amici (lo spirito gothic è forte in questa città) o danno da mangiare ai gatti randagi, che a loro volta vengono mangiati dai cocai (gabbiani assassini). D'estate è possibile osservarle occupare allo sfinimento gli autobus 6 e 36 e correre e urlarsi di tutto litigare per trovare uno spazio libero sul lungomare di Barcola perché non sanno cosa altro fare.

Nelle vicinanze tuttavia esiste il microborgo di Muggia (Muja in Muggesano, Milje in Triestino) i cui circa cento abitanti sono divisi in circa 15 casate e lavorano alacremente tutta la vita per sfidarsi nel noto carnevale secondo solo a quello di Rio. Sia chiaro: quello di Rio Ospo, rigagnolo nelle vicinanze. Lo stesso si tiene regolarmente ogni volta che le condizioni meteo a febbraio lo consentono, ovvero una volta ogni quattordici anni. Più interessante la grande rievocazione storica che alcuni buontemponi (definiti Partizani di terza generazione) organizzano nei comuni carsici limitrofi ai primi di maggio, in cui quei territori di fatto appaiono a tutti gli effetti territorio jugoslavo occupato. Se vi prende l'angoscia, basta transitare nella ridente repubblica di Slovenia per ripiombare nell' ambito europeo dell'Alpe Adria e tracannare la birra grande a due euro.

Storia

Veduta di un elegante quartiere asburgico della città di Trieste.

Per 1800 anni Trieste non ha mai contato semplicemente un cazzo, era grande come un villaggio talebano. Poi in Austria hanno scoreggiato. Trieste faceva parte dell'Impero Austriaco. Wow. Era il suo porto più grande. Ora che fa parte dell'Italia, però, conta molto di meno e i vecchi rimpiangono i Bei Tempi Andati e ogni tanto scrivono al tipico giornale Triestino ("Il Piccolo") per tornare sotto l'Austria o sotto dittatura fascista, usando la frase tipica "se stava mejo co se stava pezzo".

Durante e subito dopo la seconda guerra mondiale, Trieste è stata italiana, tedesca, jugoslava e angloamericana. Ciò si spiega perché Asse ed Alleati si contendevano tutti la bellezza delle mule ("ragazze"; singolare maschile mulo, "ragazzo") triestine; e perché avevano tutti la carta obiettivo del Risiko con su scritto "TRST".

Dopo la seconda guerra mondiale Trieste è stata divisa in zona A (Regno Capitalista Angloamericano) e zona B (Regno Comunista di Tito) con un procedimento denominato "tracciare linee a caso sulla cartina dopo avere bevuto troppo in osmiza". Con questa logica molte case sono state divise a metà dal confine... quindi se ti svegliavi con la diarrea e il tuo bagno era dall'altra parte del confine, erano cazzi amari. Un bel giorno del 1954, poi, la zona A è diventata definitivamente italiana.

Nel 1815 a Napoleone Bonaparte venne proposto di andarsene in esilio a Trieste, egli però chiese piagnucolando di essere risparmiato e spedito piuttosto sull'Isola di Sant'Elena, certo che vi avrebbe trovato maggiori occasioni di svago.


« Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare »
(Dante Alighieri su Trieste)
« Insomma, non chiedere altero su codest'argomento! »
(Dante Alighieri sempre su Trieste)

Attrattive turistiche

Campagna per il Rilancio del Turismo Triestino 2010/21
  • I vecchi.
  • I malati di mente che vagano per piazza Goldoni.
  • I cinesi che con i loro negozi sempre vuoti occupano mezza città.
  • Tutti quelli che odiano i furlani.
  • Tutti quelli che odiano gli s'ciavi (slavi), inclusi gli slavi stessi (cioè il 99% della popolazione).
  • La bora che spazza via cose, persone, animali... ma mai i politici inutili.
  • Il lungomare di Barcola.
  • Le vecchiette che confabulano e si lamentano di tutto e tutti.
  • Il dialetto molto interessante.
  • I giovani che tentano di far gl'acculturati parlando in lingua.
  • I razzisti che odiano gli sloveni del Carso.
  • Gli anti-razzisti che odiano gli sloveni del Carso.
  • Gli sloveni del Carso che odiano i 'taljanski e gli sloveni del Carso.
  • Il sentiero Rilke, meta preferita da coloro che si vogliono suicidare.
  • L'obitorio di sant'Anna, la struttura più grande e avanzata in Italia. Oggetto di vanto per ogni triestino.doc.
  • La caccia al terrone
  • Le divertenti foibe
  • Il fatto di essere una città di confine e avere le sigarette e la benzina a metà prezzo.
  • Il mare e la "magnifica" spiaggia sull'asfalto di Barcola.
  • Il leggendario Campanello brontolante per 24/7 di Via Carducci (anche le vecchiette nei bar ne parlano!).
  • La statua in rame di James Joyce in piazza Ponte Rosso, contro cui vai a sbattere e poi chiedi scusa.
  • La statua in rame di Umberto Saba sull'incrocio tra via Dante e via S. Nicolò, contro cui vai a sbattere e che dopo ti chiede scusa.
  • La statua in rame di Italo Svevo in piazza Hortis, contro cui non puoi andare a sbattere perché il poverino era talmente basso che ti passa sotto le gambe.
  • I non parcheggi: infatti i turisti dopo averli cercati invano, potranno affermare effettivamente di non averli trovati!

I Proverbi

Nane Bubez in persona: la maschera tradizionale della città di Trieste.
  • Xe più zorni che luganighe - Ci sono più giorni che salsicce
  • Amor xe amor no brodo de fasoi - L'Amone è amore, non è minestra di fagioli
  • Chi no ga testa ga gambe - Chi non ha testa ha gambe
  • Chi parla in orecia no val una tecia - chi parla nell'orecchio non vale niente
  • Bori sarà co noi no saremo - Ci saranno soldi quando noi non ci saremo
  • Dio no xe furlàn, se no paga ogi paga doman - Dio non è Friulano, se non paga oggi pagherà domani
  • Ciacole no fa fritole - Le chiacchiere non fanno fatti

Grandi Motori

Area molto frequentata da tutti i motociclisti esperti che possiedono almeno 2 ruote. La maggior parte va solo per osservare questi bimbominkia mentre sono terrorizzati a stare su una ruota, sbrandellare una gomma in 10 minuti e cadere da fermi. Quando crescono di solito vengono con le loro ultramacchine derivate dalla sapiente meccanica degli autobot di transformer ma la loro abilità sta solo nel tirare il freno a mano che molte volte gli resta in mano. Gira voce che alla Grandi Motori è stato costruito il motore più potente al mondo e che sia stato impiantato sotto lo zip sp di qualcuno del PRT [pinguin racing team] Le stime indicano una cilindrata di 1.820.000 cc 14 cilindri con una potenza di 108.920 cavalli, con la coppia massima si aggira attorno ai 7,6 milioni di Newton-metri. Gira voce che il terremoto del Friuli sia stato provocato dall'accensione senza scarico di questo bolide tornato indietro nel tempo grazie alla sua iper-velocità.

Personaggi Celebri

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

La splendida spiaggia di Barcola, considerata tra le più belle d'Europa.
  • Famosa per la sua vita notturna in Slovenia, in Italia Trieste non combina una mazza.
  • Le donne locali, sono note per tirarsela tantissimo, tanto che ormai da cinque secoli i triestini si riproducono per mitosi.
  • I triestini sono tutti amicissimi dei friulani (se morti).
  • Viale XX Settembre è un (presunto) covo fascista.
  • I comunisti non hanno un covo a Trieste. Dato che a Trieste vige il regime del "male assoluto", i comunisti, in quanto difensori del "bene assoluto", puri d'animo che mai nella storia hanno fatto male a qualcuno, non possono avere un covo. Vivono liberi e felici come uomini primevi nel sistema di grotte del carso, cibandosi di brodo di ursus speleus ricco in carbonato di calcio e bevendo Kraski Teran, e palesandosi solo al primo maggio, al risveglio dal letargo.
  • Il quartiere del Borgo Teresiano è in realtà un avamposto cinese.
  • La Jota è una tipica minestra triestina - fatta con i pregiatissimi capuzi garbi, di provenienza esotica - dall'elevato contenuto calorico ed estremamente nutriente, che gli indigeni mangiano ingordamente, a mestolate assieme alle luganighe di cragno, che a dispetto del nome poco incoraggiante sono genuinamente orribili.
  • A Trieste c'è il più grande centro per cambiamenti di sesso all'ospedale di Cattinara, perciò non fidatevi troppo delle mule Triestine.
  • A Trieste c'è un tunnel nascosto che se lo imbocchi esci direttamente nel bagno di Putin.
  • Puoi parlare di "come xe el tempo, che no ghe xe più le meze stagioni e che no se capisi più niente" con i vecchietti seduti sulle panchine di Viale XX Settembre, di piazza Unità o di Barcola: è un divertente passatempo quando non sai che fare.
  • A Trieste, "andare al bagno" significa "andare al mare".
  • La spiaggia (Barcola) di Trieste non è composta da sabbia o sassi, ma da cemento, quindi i bambini di Trieste non giocano con palette e secchiello, ma con martellini pneumatici.
  • A Trieste se in un negozio chiedi qualcosa e ti rispondono "Volentieri!" significa che non hanno quello che hai chiesto.
  • Nei bar di Trieste vige un curioso codice speciale per i caffè, la cui decifrazione è segretissima e conservata gelosamente dai triestini. Il povero studente fuori sede, razza notoriamente dipendente dalla caffeina, si vedrà costretto a stilare un proprio dizionario apposito andando per tentativi ed errori, che comunque non sarà mai completo al 100% e sarà pieno di confusi scribacchi come "ma che cazzo è un capo in B?".